giovedì 29 maggio 2008

AAM TerraNuova


Questa rivista mensile è un piccolo gioiello dell'editoria alternativa.d55ea9e1228fd359825a010b6ad25d77.jpg
Nata nel 1977, ha subito diverse trasformazioni grafiche (di cui una pochi mesi fa) ma ha mantenuto la linea editoriale originale affrontando temi riguardanti le medicine alternative, l'alimentazione naturale, gli stili di vita, la decrescita, agricoltura biologica, crescita personale e molto altro.A differenza di altre riviste del settore, ho notato che AAM punta al concreto e ci dà la possibilità di iniziare da subito a fare qualcosa.

Molti temi interessanti sono affrontati da penne che sanno il fatto loro, basti pensare alla Dottoressa Catia Trevisani, naturopata e direttore della Scuola SI.MO  o a Fabrizio Zago, chimico industriale e consulente Ecolabel.
Spesso è possibile trarre degli spunti per approfondire alcune tematiche: nel numero di giugno ad esempio, c'è un servizio sulla celiachia e su come l'agricoltura intensiva e industriale potrebbe aver influito  ad aumentare il numero di persone affette dal morbo.
Una deliziosa rubrica di diverse pagine chiamata "Pagine Verdi" ci fornisce numerosi indirizzi per conoscere venditori bio, operatori del benessere, per fare corsi di ricerca interiore o semplicemente di cucina naturale e molte altre cose.
E' decisamente una testata che non può essere letta nel giro di pochi minuti come si potrebbe fare con le riviste che troviamo abitualmente in edicola, ma va scoperta pagina per pagina.
La distribuzione avviene o tramite abbonamento o si acquista presso negozi di alimenti  biologici quali il Naturasì, ma sul sito dovrebbe esserci un elenco dei rivenditori.
Altra cosa molto interessante della testata, è il sito: ricco di informazioni e di articoli, la suddivisione per argomenti ne favorisce la fruibilità.
Vorrei segnalare, per quanto riguarda la cosmesi, il seguente articolo firmato da Hubert Bosch

http://www.aamterranuova.it/article1265.htm
Lo ritengo significatico per iniziare a parlare di cosmesi naturale e di consumo etico.

Se andate sul sito, avete anche la possibilità di richiedere una copia omaggio per saggiare la  bontà del prodotto
http://www.aamterranuova.it/
 

mercoledì 28 maggio 2008

Consumo Locale

Da qualche anno leggo manuali, visito pagine internet e sfoglio riviste di settore; gli argomenti sono sempre gli stessi: Consumo critico, decrescita, reti GAS ed ecologia.
Da qualche anno leggo ma ho sempre cercato di applicare qualcosina-ina. Troppo poco a dire il vero, perchè se boicottare, fare attenzione ai consumi casalinghi e fare la raccolta differenziata è un buon inizio, arrivi ad un certo punto che non tutto questo non può essere sufficiente.
Quindi ho cominciato con la cosmesi ecobio (purtroppo non riuscirò mai ad autoprodurre cosmetici), per proseguire in tempi recenti con prodotti di pulizia per la casa veramente ecobio e  continuare, complice la vicinanza dall'ufficio, con uno dei cardini fondamentali del consumo critico: consumo di alimenti biologici, poco elaborati ma soprattutto locali.
Quest'ultimo punto è fondamentale nell'ottica della decrescita.
Con il consumo di prodotti biologici il nostro organismo riceve meno tossine rispetto ai prodotti tradizionali
Con il consumo di prodotti freschi appena colti (o colti il giorno prima) il nostro organismo riceve la giusta dose di vitamine vere, micro e macronutrienti che invece scarseggiano nei prodotti conservati, azotati, irrorati, addizionati e implasticati che si trovano nei super
Con il consumo di prodotti biologici locali aiutiamo le piccole aziende a portare avanti la baracca e a diffondere la biodiversità :ricordiamoci che le coltivazioni intensive e industrializzate tendono soprattutto ad essere monocolture; all'interno delle monocolture si selezionano solo le varietà più produttive e remunerative, facendo una sorta di selezione innaturale nei confronti del resto dell'assortimento. In questi ultimi 50 anni le varietà di verdure e cereali che sono sparite dalla faccia della terra per "assenza di coltivazione" sono infinite.
Con il consumo locale possiamo iniziare a lottare contro la Grande Distribuzione Organizzata e con le sue assurde politiche economiche e di fidelizzazione dei clienti; stai a vedere che prima o poi la smetteranno di costruire sempre più centri commerciali?

 Quello che posso dire a chi si avvicina a temi come Decrescita e Consumo Critico (affronteremo anche questi argomenti) è che la materia è vasta e il campo di applicazione immenso.

Potremmo essere intimoriti da tante informazioni e da ciò che potremmo fare noi in concreto; potremmo trovarci a lottare con la nostra coscienza durante il nostro percorso. Niente paura, rilassiamoci e iniziamo dalle piccole cose: è il modo migliore per prendere conoscenza e coscienza di tutto ciò che ruota intorno al vivere etico.
 

lunedì 26 maggio 2008

Triclosan nei dentifrici

Tempo fa, lessi un interessante articolo su AAMTerranuova nel quale spiegavano come il Triclosan abbia lo stesso effetto di un antibiotico sui batteri pur non essendolo.
Ne conseguirebbe che, anzichè limitarsi a uccidere i batteri, il triclosan tenta di inibirne la riproduzione, per cui si creeranno via via ceppi più resistenti di batteri e resistenza da parte degli agli attacchi di antibatterici, triclosan ma soprattutto antibiotici.

Bisogna anche considerare che in un ambiente normale coesistono parecchie varietà di batteri; una volta "sterilizzato" l'ambiente, la prima varietà che riuscisse a resistere al triclosan o si ripresentasse sul "luogo del delitto", potrebbe accaparrarsi la zona e colonizzarla a tal punto da impedire l'entrata in zona ad altri batteri, sia utili che dannosi. E se questa colonia "regnante" fosse di batteri dannosi? In inghiliterra in 9 mesi sono morte più di 40 persone per infezione da batteri resistenti a qualsiasi antibiotico.

Sembrerebbe anche che, a furia di sterilizzare e antibatterizzare gli ambienti domestici, potremmo impedire ai nostri figli di sviluppare nei primi anni di età gli anticorpi necessari per evitare allergie, infezioni, altre malattie.
Per quanto riguarda il titolo del post, spiegavano poi che il Triclosan sembra interagire con il cloro, e ipotizzavano che proprio il mix del dentrificio Triclosanato con l'acqua clorata potrebbe a lungo andare creare problemi a chi ingerisce questo cocktail micidiale.

Sinceramente, l'idea di mettermi ogni giorno in bocca un'esplosione di freschezza superigienizzante a me non fa troppo piacere: mi viene da pensare che la bocca è continuamente "aggredita" da batteri e microorganismi e non riesce a rimanere sterile per molto. Mi riesce difficile quindi capire perchè sterilizzarla quando non serve.


Il triclosan è presente anche in altri prodotti per l'igiene orale quali colluttorio o filo interdentale con antibatterico; è presente altresì nei saponi dove c'è scritto "con antibatterico": vi consiglio di leggere sempre l'etichetta di questi prodotti e di preferire antibatterici naturali (tipo Tea Tree oil) o anche prodotti privi di questi non indispensabili ingredienti.

giovedì 22 maggio 2008

Aspartame

Ho letto un interessantissimo editoriale di Pat Thomas per l'Ecologist Spagna e latino america che cita tantissime ricerche e fornisce tante utili indicazioni.
Sintetizzo:
Per molto tempo l'aspartame fu classificato dal Pentagono come arma chimica da usare in guerra.
Contiene Fenilalanina (tossico), acido aspartico (causa danni cerebrali) e diketopiperacina (altro componente tossico); l'ingrediente principale è sconsigliato in gravidanza in quanto può provocare danni al feto se assunto in dosi elevate (?), gli altri due causerebbero danni neurologici soprattutto ai bambini.
Per quasi 10 anni dal 1975 il prodotto viene ritirato dal mercato in attesa di risultati favorevoli (le tante indagini erano fortemente contrastanti tra loro); poi, tramite freneticissimi scambi di favori e grazie a Donald Rumsfeld, viene reintrodotto con il beneplacito della FDA. Durante i dieci anni, decine di studi indipendenti riscontrano la tossicità del dolcificante.
Sembra che le bibite analcoliche stoccate in magazzini con temperature elevate favoriscano l'instabilità dell'aspartame (il prodotto si deteriora ad alte temperature) e lo trasformino in un componente molto velenoso : il metanolo

Nel 98, scienziati indipendenti dell'università di Barcellona, pubblicano uno studio nel quale si evidenzia chiaramente che l'aspartame, una volta entrato nel'organismo, si trasforma in formaldeide , la quale si accumula in tutti gli organi vitali. (Informe Barcelona)

Uno studio prodotto dalla Commissione alimentare UK dimostra che l'aspartame non è presente solo nei prodotti senza zucchero o nelle bibite light, ma anche nelle bibite normali poichè è tre volte più economico dello zucchero (questa la devo approfondire, se così fosse sarebbe una frode allucinante)
Nle 2005 l'Istituto Ramazzini dimostra in uno studio a largo raggio che i poveri animali oggetto dell'esperimento, alimentati con una dose giornaliera di circa 20mg per kg (la metà della quantità media che consuma una persona quotidianamente), accusano linfomi e leucemie.
Studi precedenti denotano che forme di cancro cerebrale molto più aggressive rispetto agli anni passati si possano collegare all'uso di aspartame.

Adesso, la voce "ufficiale" smentisce certi attacchi a questo dolcificante, ma una pulce nell'orecchio potrebbe saltarci dal momento che sappiamo benissimo che l'industria alimentare farebbe quasi di tutto pur di abbassare i costi di produzione.
In ogni caso, è interessante rilevare che, tra i 1000 e passa additivi a disposizione dell'industria, questo è uno solo dei componenti della nostra dieta giornaliera....

mercoledì 21 maggio 2008

Cosa mangiamo? Leggere le etichette

Analizzando i nostri acquisti settimanali, ci è mai capitato di chiederci perchè mai i nostri cibi confezionati siano così ricchi di ingredienti?

Ci è mai capitato di leggere minuscoli, quasi invisibili, elenchi alla ricerca del "gusto fragola" o della pesca messa in technicolor sulla confezione? 

grasso vegetale idrogenato, metabisolfito di sodio, carbonato acido d'ammonio, tutta la gamma degli E in tutti i numeri primi e non... Cosa significano realmente? Cosa stiamo mangiando, cibo o un semilavorato edile?

Il nostro cibo pronto è frutto di un dubbio equilibrio tra ingredienti principali e additivi, di cui generosamente l'industria alimentare ci rifornisce in continuazione. Gli additivi sono talmente tanti che ogni anno ne ingeriamo una bella cifra.

Hanno molteplici funzioni: servono a colorare il prodotto e a renderlo quindi più attraente e appetibile, ad aromatizzarlo e dare quel tocco in più che può risultare vincente nella guerra tra produttori, a conservarlo, renderlo più cremoso, più compatto, liquido, o a  tante altre simpatiche cose.

Nel corso dei post, vi parlerò nel dettaglio di ogni tipo di additivo, soffermandomi magari su quelli ritenuti più pericolosi. 

Già, perchè gli additivi possono causare una gamma di reazioni piuttosto vasta, nonostante le costanti rassicurazioni che ci danno i mass media.

 Nel frattempo, l'unico modo per evitare di inquinarci oltremodo è quello di leggere attentamente le etichette, evitare  i prodotti troppo elaborati, e cercare di preparare in casa la maggior parte di quello che mangiamo quotidianamente, prestando particolare attenzione a ciò che mangiano i bambini perchè sono i più colpiti dall'industria del "preparato".

 

Per saperne qualcosa di più: www.food-info.net 

 

martedì 20 maggio 2008

Siamo tutti bio-coltivatori

La via per la decrescita, per il rispetto del pianeta, per il minor consumo di risorse passa anche dai nostri balconi o davanzali.

Potrebbe sembrare strano, ma anche una semplice piantina di basilico ci aiuterebbe a combattere gli sprechi. In che modo?

Chiediamoci quante volte siamo andati a comprare gli aromi al super e cosa abbiamo comprato... un bel contenitore di plastica con dentro qualche foglia mista estirpata da giorni e che ha viaggiato per centinaia di chilometri prima di giungere a noi. Comprando quegli odori abbiamo contribuito ad inquinare il pianeta grazie alla plastica e agli scarichi del camion che ce l'ha portata, e a pagare un mazzetto di pochi grammi una cifra che di sicuro supera l'euro. Abbiamo comprato plastica e inquinamento.  

Coltivare erbe aromatiche in casa quindi, fa sì che nel nostro piccolo si produca meno spazzatura, si spenda di meno (una pianta di basilico che costa quanto una confezione pronta dura una intera stagione) e ci si tolga lo sfizio di farsi un sugo con un prodotto appena raccolto. Inoltre saremo sicuri che almeno gli aromi freschi che mangiamo saranno privi di pesticidi e fertilizzanti chimici.

Le aromatiche in vaso sono anche molto ornamentali, salvia e rosmarino hanno dei fiori bellissimi, e se poi ci aggiungiamo una piccola piantina di lavanda avremmo creato un piccolo angolo di paradiso dalle ottime proprietà aromaterapiche.

Le piante più "facili" da tenere sono basilico e peperoncino facendo bene attenzione a tenere il primo al riparo dal forte sole e il secondo invece in pieno sole. I fiori del peperoncino, a seconda delle specie, sono spettacolari e di tanti colori.

Ci possiamo cimentare anche nella coltivazione di origano, che è quasi infestante, e menta, che resiste a tutto (tranne ai ghiotti bruchi che possono essere eliminati a mano).

Un'altra aromatica facile da tenere è la salvia, buonissima preparata fritta.

Domani mattina, quando andrete al super, comprate una piantina biologica e portatela con voi, anche in ufficio.

E' un piccolo passo ma da qualche parte si dovrà pur cominciare :-)

 

Notizie utili:

Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo
di Correggia Marinella - Nuovi Equilibri - 2006 Prezzo: € 1.00

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venerdì 16 maggio 2008

L'omeopatia è il male del secolo?

A fronte della notizia rimbalzata su tutti i media della povera ragazza diabetica morta a causa della sconsideratezza di una persona, è tornato alla ribalta l'argomento preferito da scienziati e medici allopatici: la guerra globale all'omeopatia.

Un singolo episodio, scaturito dalla superficialità di una persona che probabilmente non aveva nemmeno l'abilitazione a praticare, è sufficiente per buttare benzina sul rogo della strega omeopatia.

Ma, come in tutte le cacce alle streghe , la frenesia annebbia le menti e non ci fa ragionare, lasciandoci in balia dei soliti titoloni a caccia di lettori e dei soliti detrattori che vorrebbero rifilarci sempre più farmaci.

Fermiamoci a ragionare: cos’è l’omeopatia? E’ forse bene citare un pensiero di Hahnemann, il suo creatore :

Il medicamento che agendo su uomini in buona salute ha potuto produrre il maggior numero di sintomi simili a quelli della malattia che si deve trattare, è in effetti il solo in grado di ristabilire lo stato di salute".

Curare quindi la malattia con il simile.

C’è da precisare anche, e forse questo non tutti lo sanno, che l’omeopata è un medico, non è mai un operatore del benessere. Un medico che sceglie di curare per vie diverse, ma che ha conseguito regolare laurea e abilitazione. Un medico che non si sognerebbe mai di togliere un farmaco salvavita o di sconsigliare un intervento chirurgico laddove necessario.

Perché quindi un solo episodio è sufficiente a scatenare tanto putiferio?

Perché non denunciare invece tutti i giorni le numerose vittime di farmaci supersperimentati?

Nel frattempo però, un numero sempre maggiore di persone in Italia vorrebbe curarsi con l’omeopatia. Che sia forse una manovra per farle desistere?

 

 

Vi rimando alla lettura del seguente articolo di AAM Terranova, http://www.aamterranuova.it/article2173.htm e della selezione di articoli dal sito Lifegate,  http://www.lifegate.it/salute/rubrica.php?id_rubrica=30&pg_articolo=1

Buona lettura e diffidate dai facili sensazionalismi

mercoledì 14 maggio 2008

Qualcosa da leggere?

Negli ultimi anni ho letto parecchio sull'argomento ecologia.

Per questo motivo vorrei recensirvi alcuni dei libri che mi hanno colpita particolarmente e che mi hanno offerto parecchi spunti.

Periodicamente, troverete dei post molto sintetici ma che spero possano invogliarvi ad approfondire. 

martedì 13 maggio 2008

Agricoltura Nuova - Bio cooperativa sociale

La storia di Agricoltura nuova è singolare oltre che trentennale: nel 1977 un gruppo di giovani decide di occupare abusivamente le terre demaniali (incolte e abbandonate in quel momento) per farne terra agricola. Scelta coraggiosa ma spesso difficile, e queste persone ne hanno passate davvero tante prima di ottenere, nel 1996, la regolare concessione dei terreni coltivati. Nello stesso anno, la cooperativa ha aderito all'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB).

Oggi i giovani sono diventati esperti coltivatori e produttori, e offrono una consistente serie di servizi oltre alla vendita diretta di numerose tipologie di cibarie.

In dettaglio:

  • Cereali con cui fare pane, pasta, dolci
  • Latte per formaggi, ricotta, yogurt
  • Miele, polline, pappa reale
  • Frutta, uova, vino, legumi e ortaggi di stagione
  • Carni di agnello, vitello, maiale.

 Il punto vendita, di recente riorganizzato, offre una vasta scelta di carni allevate biologicamente, salumi, formaggi, latte e yogurt, e frutta e verdura rigorosamente di stagione e tutto freschissimo. Mette a disposizione inoltre vini in bottiglia, olio in latta o sfuso, tisane, confetture, sughi, succhi di frutta, pasta secca, pane e dolci cotti nel loro "laboratorio": un piccolo grande emporio dove trovare di tutto.

Ho avuto modo di provare personalmente un buon 80% di quanto vendono, e devo dire che la differenza, soprattutto sulla verdura, si nota assolutamente.

Mangiare la loro lattuga croccante è quasi un'esperienza mistica :-)

 Evitate se potete di andare il sabato, rischiereste di trovare code di un certo livello.

Oltre al punto vendita, offrono la possibilità di accedere al maneggio interno, di usufruire di una bellissima area picnic e di provare in loco il cibo che vendono: un rusticissimo ristorante, aperto tutti i giorni a mò di mensa e la domenica con menù fisso a 25 euro, ci accoglie con primi piatti genuini, secondi abbondanti e verdure appena colte.

 

Per chi non potesse raggiungere direttamente il produttore (consiglio tuttavia di andarci almeno una volta), c'è la possibilità di farsi consegnare a domicilio o in uno dei puntivendita convenzionati una cassetta o un cassettone di frutta e verdura miste al prezzo di  20 euro per il cassettone da 10 kg e 15 per la cassa da 5 (prezzi per i singoli, se ci si aggancia a un GAS si paga molto meno). Dove? www.officinaebio.it

Agricoltura Nuova

www.agricolturanuova.it
Cooperativa sociale integrata A.r.l.
Via Valle di Perna, 315 00129 Roma
Tel. 065070453 Fax 065080009

lunedì 12 maggio 2008

Detersivi alla spina anche a Roma

Si parla da anni di detersivi alla spina. Finalmente, dopo tanta attesa, da pochi giorni è possibile acquistarli anche a Roma.

Cosa sono e perchè usarli?

I detersivi alla spina sono normali detersivi (se fossero ecologici sarebbe ancora meglio) che vengono venduti "sfusi" al cliente il cui unico onere è quello di portare da casa l'apposito contenitore vuoto.Il contenitore verrà acquistato per la prima volta ad un prezzo di un euro scarso e poi riportato ogni volta che si ha la necessità di fare la ricarica.

Questo consente un risparmio sul prezzo di acquisto di un 30% almeno, basti pensare che 3 litri di detersivo per indumenti costa 3,60 euro, contro ben altri prezzi di notissime marche.

Sabato, da Panorama al centro commerciale I Granai di Roma, mi è capitato di sentire le tante voci delle persone in fila esprimere lo stesso dubbio: Ma funzionerà? Mi posso fidare a mettere questa roba in lavatrice?

Io piuttosto mi domanderei se fidarmi di mettere dentro la lavatrice quei bei detersivoni in bidone che costano uno sproposito: molti detersivi infatti contengono "riempitivi" inerti che nulla fanno per detergere a fondo ma che tanto fanno per inquinare mari e intasare scarichi.

Il segreto per una corretta pulizia ecologica e antiallergie è la seguente: prendere una bella pallina spargidetersivo, metterci una quantità minima di detersivo (molto meno di quella consigliata dal produttore) e lavare alla massima temperatura consentita dai capi. Lo sfregamento o l'attrito dovuto alla pallina "gratta" via lo sporco, mentre l'acqua calda lo ammorbidisce e facilita il lavoro. Lavare a temperature relativamente elevate inoltre consente di usare poco detersivo, responsabile, soprattutto con le nuove lavatrici a ciclo economico di acqua, di rimanere attaccato ai capi senza essere sciolto via e di causare le tante allergie cutanee di cui molte persone soffrono.

Un altro motivo per usarli? Il continuo uso dello stesso flacone di plastica consentirà di avere minore immondizia da gettare e di conseguenza minor impatto ambientale, considerazione non da poco visti i recenti problemi di "superproduzione" di spazzatura.  

 

Questi argomenti li affronteremo un poco alla volta, per il momento i più volenterosi potranno andare presso i punti vendita Panorama Tiburtina e Granai e acquistare i detersivi.

http://roma.repubblica.it/dettaglio/Ecco-i-detersivi-alla-spina-ecologici-ed-economici/1440827 

Nota: sulle confezioni è descritto che i tensioattivi e i componenti sono di origine vegetali, si presume quindi siano ecologici; mi riservo di verificare successivamente questo punto. 

 

 

sabato 10 maggio 2008

Il bio è più caro del convenzionale?

Spesso al cibo biologico si rinuncia. Magari  la persona che si ha di fronte è anche convinta della bontà del prodotto, ma arriva subito la solita sentenza: è troppo caro e non possiamo permettercelo.

Intanto iniziamo a distinguere tra cibo necessario e cibo superfluo: il primo comprenderà verdura e ortaggi freschi, legumi freschi o secchi, farine e pane fresco, frutta fresca, carne, pesce. Nel secondo termine c'è tutto il resto della nostra spesa.

Se si entra in un supermercato o un emporio biologico, si noterà subito che uno qualsiasi dei prodotti in vendita hanno prezzi più alti rispetto alla media della grande distribuzione, ma il "superfluo" costa ancora di più. E' logico che se volessimo comprare dal bio le stesse cose, bibite gassate comprese, che compriamo al super, rischieremmo di ritrovarci con uno scontrino piuttosto salato; ma se considerassimo la nostra spesa in un ottica utile/dannoso, con gli stessi soldi della spesa settimanale al super riusciremmo tranquillamente a comprare cibo biologico, ma soprattutto solo cibo sano.

Certo, direte voi, ma li hai visti i prezzi di carne, frutta e verdura bio? Fanno paura.

Questo è vero, ma quei prezzi rappresentano quasi il vero valore del prodotto (di questo parleremo a puntate in altri topic).

Come ovviare a ciò? In molte città, alcuni produttori biologici effettuano la vendita diretta al pubblico o la consegna a domicilio o presso negozi di cassette di ortaggi e frutta misti. Questa pratica consente di abbattere notevolmente il prezzo e di arrivare a competere con i prezzi del mercato rionale o del supermercato, poichè spariscono i numerosi passaggi intermedi e le ormai pesanti spese di trasporto per far percorrere 2000 km alle nostre carote.

Tutto questo ovviamente ha delle conseguenze su più livelli:

1) i vegetali appena raccolti contengono quantità maggiori di vitamine, antiossidanti e sostanze benefiche

2) i vegetali bio non sono cresciuti con pesticidi o fertilizzanti  chimici che danneggiano e impoveriscono la terra e a noi non fanno proprio bene

3) si mangia a km zero, senza cioè inquinare il pianeta facendo viaggiare la merce per decine di migliaia di chilometri

4) si tutela il diritto dei lavoratori, mentre invece acquistando dalla grande distribuzione spesso si alimenta il lavoro nero o sottopagato

 5) andare in campagna a comprare cibo fresco è un'esperienza rigenerante per lo spirito, oltre che per lo stomaco.

Vi pare poco? 

 

 

Un esempio di prezzi rilevato oggi:

Zucca, 1,50 euro/kg

Lattuga 1,50 euro/kg

Zucchine 1,50 euro/kg

Fagiolini 1,50 euro/kg

Carote 1,50/kg

Patate 1,0/kg 

Limoni 1,80 euro/kg

 

6 uova fresche di giornata 2 euro 

Un altro blog sull'ecologia? Uffa....

E invece no, perchè girando per il web mi è capitato spesso di trovare molta gente  interessata a queste problematiche, ma senza i mezzi per iniziare i primi passi.

Questo blog vuole essere un aiuto per chi si avvicina al mercato biologico, ai temi dell'ecologia e della medicina alternativa.

Oltre ovviamente a dare tanti consigli sui produttori  su cosa leggere.

 

Spero di dare un servizio utile.