venerdì 29 maggio 2009

Della ciliegia non si butta via nulla

La ciliegia: uno dei frutti più golosi che la terra ci possa dare, talmente golosa da indurci a scorpacciate che per alcuni di noi possono essere foriere di enteriti.

Ma la ciliegia, che inizia in questo mese a offrirsi sulle nostre tavole, ha mille e una virtù e, per sfruttare una frase presa in prestito dal povero maiale, possiamo dire con estrema certezza che della ciliegia non si butta via proprio niente.

Il frutto è una buona fonte di vitamina C e di potassio: utile consumarle (e per alternarle alle banane) nei periodi caldi per reintegrare i sali minerali persi con il sudore; contiene inoltre buone dosi di vitamina A, calcio, fosforo, magnesio, manganese, rame e zinco. Sono quindi ottime come rimineralizzanti e sono un potente depurante per l'organismo e per i reni (indicate in caso di gotta), tanto da provocare talvolta proprio quei disturbi "digestivi" che tanto temiamo. In un organismo intossicato infatti, un forte depurante può provocare al suo passaggio il "destoccaggio" e il transito verso l'intestino di sostanze tossiche che al loro passaggio possono creare mal di pancia, mal di testa, diarrea; ma nessuna paura: basta saperlo e accogliere questi eventuali inconvenienti come processi di espulsione delle tossine.

La medicina naturale le utilizza anche per la cura di artriti, dolori articolari e reumatismi:

"... ciò potrebbe dipendere dagli antociani e dei flavonoidi di cui le ciliegie sono ricche. Queste sostanze, costituenti del pigmento delle ciliegie, agiscono come i più comuni antinfiammatori. Per assicurarseli basta scegliere le ciliegie più scure, che hanno maggiore efficacia curativa, e mangiarne almeno 25 al giorno. (Fonte: Agoranews )"

Cosa sono flavonoidi e polifenoli di cui le ciliegie sono ricche?

Vi rimando a queste esaustive descrizioni, perchè sintetizzarli in poche righe sarebbe un'impresa:

Flavonoidi

Polifenoli

Per saperne di più: http://www.lasalutedellegambe.it/alventuno/alventuno_ciliege.htm

Torniamo a noi:

dopo essere arrivati a staccare il picciolo della ciliegia e averne addentato la succosa polpa, cosa ne facciamo di nocciolo e picciolo?

Con i piccioli possiamo fare dei decotti/infusi dalle spiccate proprietà disintossicanti e diuretiche: 10 grammi in 250 ml di acqua.

Il preparato aiuta moltissimo il drenaggio dei vasi linfatici ed è veramente utile in caso di cellulite al primo stadio o comunque ritenzione idrica, essendo ricco di potassio.

Con i noccioli si possono preparare grappe e liquori ma, in ambito decisamente salutistico, si possono autoprodurre dei comodissimi e diversamente decisamente cari cuscini di noccioli di ciliegie, ottimi in inverno (previo riscaldamento) per dare sollievo a parti doloranti o artrosiche.

http://www.dorfmarkt.at/it/shop/bildanzeige.asp?bild=50098Bux-kirschkernwaermekissen-gross

 

Ciliegie o ciliege a volontà per tutti, quindi, facendo bene attenzione a non mangiarle come al solito a fine pasto o mescolate ad altro cibo che non sia frutta!

ciliegia.jpg

giovedì 28 maggio 2009

Lieto fine. Ma per chi?

Leggo con una grossa dose di perplessità l'articolo apparso su Repubblica che descrive il "ritrovamento" di un bambino fuggito insieme alla madre per cercare un'alternativa naturale alla chemioterapia che gli era stata proposta per curare un cancro.

Lieto fine, dice il giornale. Ma per chi è il lieto fine?

Per la famiglia che avrebbe scelto una via diversa seppur non accettata dal 90% dell'opinione pubblica o per le istituzioni che sono finalmente riusciti ad acciuffare i dissidenti?

Dov'è il diritto personale in questa storia, dov'è la libertà di agire come meglio si crede e di scegliersi la cura che più aggrada nei "democratici" Stati Uniti?

Non mi viene null'altro da dire, se non che spero vivamente che in Italia non si prenda questa piega...

Auguro a Daniel tutto il bene possibile e una pronta guarigione.

 

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/hauser-chemio/1.html

Si è conclusa a lieto fine la caccia a Daniel Hauser, il ragazzino americano di 13 anni malato di cancro costretto da un giudice del Minnesota a sottoporsi a un trattamento di chemioterapia contro la sua volontà, e sparito improvvisamente insieme con la madre la scorsa settimana. I due sono infatti tornati in Minnesota, dopo essersi probabilmente recati, stando a quanto riportano le autorità, in Messico e in California alla ricerca di trattamenti alternativi a quelli tradizionali per la cura del cancro. Il caso di Daniel Hauser continua a colpire l'America. Il ragazzo, affetto da linfoma di Hodgkin, ha sempre detto di preferire un trattamento a base di medicina naturale, anche per motivi religiosi. Il suo oncologo ha però affermato che, sottoponendosi alla chemioterapia, Daniel avrà il 90% di possibilità di sopravvivere.

giovedì 14 maggio 2009

prossima puntata di Report sui danni degli allevamenti intensivi

Riporto volentieri una comunicazione pervenutami dall' SSNV.

E' importante che in televisione si inizi a squarciare il velo di omertà del quale siamo tutti ammantati e che consente alle grandi industrie di fare profitti a scapito degli animali, dell'ecosistema e delle persone.

Cari lettori,

vi annunciamo che la prossima puntata di Report - quella del 17 maggio, ore 21.30, Rai 3 - sara' dedicata ai danni all'ambiente e alla salute umana causati dagli allevamenti intesivi.

Il titolo e' "Carne per tutti", e tra gli intervistati c'e' anche la dott.ssa Luciana Baroni, Presidente di Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana.

Questo il comunicato stampa della Redazione di Report:

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In Italia siamo 60 milioni di abitanti e macelliamo circa 500 milioni di polli all’anno, 4 milioni di bovini e 13 milioni di suini. Ma siccome non ci bastano il resto lo importiamo. Con il resto s’intende quella carne che serve ad arrivare al centinaio di chili che ognuno di noi mangia. Stessi quantitativi si consumano in Europa e Stati uniti. Ma sul pianeta Terra vivono 6 miliardi e mezzo di persone, molti muoiono di fame, altri  che la carne non possono permettersela la vorrebbero. Tra qualche anno diventeremo 10 miliardi, potremmo produrre carne per tutti? C’è chi dice che sarebbe il suicidio del pianeta. Fao, Onu, Ipcc avvertono che il 18% dei gas serra che alimentano i cambiamenti climatici sono frutto degli allevamenti, che battono tutte le altre attività umane, comprese le emissioni dell’intero parco auto del pianeta. Ancora: un chilo di carne di bovino ha consumato dieci volte il suo peso in cereali per essere prodotta - cereali che potrebbero sfamare molte più persone -  e ha consumato 15.000 litri di acqua.  Non basta. Più della metà degli antibiotici prodotti sono usati per uso zootecnico. Le malattie negli allevamenti intensivi aumentano, così come i ceppi di batteri resistenti agli antibiotici, ma aumentano anche le malattie umane da benessere come patologie coronariche, diabete, obesità che direttamente derivano da eccessivo consumo di alimenti animali. Senza contare il problema della montagna di liquami ed escrementi che inquinano acque e terreni e non sappiamo più dove mettere. Anzi no, pur di non chiudere allevamenti, adesso in Veneto, Lombardia e Emilia Romagna la parola d’ordine è: pirogassificazione, ovvero fare energia elettrica con pollina e simili. Potere calorico ridicolo, efficienza economica nulla, inquinamento da fumi intollerabile, ma l’escamotage è stato equiparare la pollina all’energia solare ed eolica e quindi usufruire degli incentivi che pagano quattro volte il valore di mercato dell’elettricità ricavata da fonti rinnovabili!

La cosa paradossale  è che meno costa produrre il cibo carne, con questo modello di allevamento industrializzato,  più aumenta l’impatto sull’ambiente, così che l’agricoltura è la prima vittima di un paradigma economico che non regge più. Che fare?

Alcune soluzioni sono possibili. Vanno attuate subito, ma qualcosa già si muove.

martedì 12 maggio 2009

L'impatto dell'immondizia...

Stavo leggendo su Repubblica che la giunta della Catalogna ha fatto una campagna contro l'inquinamento delle acque del mare decisamente interessante. Prendendo spunto da varie specie di pesci, hanno "composto" le immondizie in forme ittiche creando una campagna di grande impatto visivo.

Impatto che è corredato anche da dati molto interessanti che specificano quanto certe categorie di rifiuti possano influire nell'ecosistema.

Veniamo così a scoprire che:

  • il vetro, che ha una durata di centinaia di anni, causa tagli e seri  danni a nuotatori e fauna marina;
  • gli assorbenti femminili (ma anche i pannolini dei bambini), che impiegano 25 anni a degradarsi, impediscono alle sventurate creature che li ingeriscono di digerire il cibo; Lo stesso provocano i profilattici, con all'incirca la stessa durata di tempo
  • La plastica, il cui consumo varia tra i 300 e i 500 anni, causa seri danni sia a flora che fauna marina. Gli anelli che tengono ferme le lattine delle bibite inoltre fungono da "rete da pesca" nella quale si incaglia un gran numero di pesci;
  • l'alluminio delle lattine causa nei suoi 300-500 anni di vita, come il vetro lesioni e danni vari alla fauna;
  • il cartone ha un effetto abrasivo sugli organismi che crescono sui fondali, e ha 50 anni di tempo per farlo
  • le batterie, che non se ne vanno se non dopo centinaia di anni, sono fortemente inquinanti e velenosissime per gli organismi marini;
  • le "innocue" buste di plastica, se ingerite dai pesci causano avvelenamento. E, poichè hanno dai 35 ai 60 anni per farlo, una singola busta potrebbe essere ingerita da più di un pesce;
  • olii industriali e carburanti, una volta rilasciati in mare, sono estremamente tossici sia per la flora e la fauna marina che per gli uccelli.

 

Non male per tutta una serie di oggetti a perdere che sono di uso quotidiano nelle nostre vite.

Consideriamo poi che di recente è stata scoperta una nuova "isola" itinerante, costituita interamente da immondizia a "lunga conservazione": questa novità si trova nell'oceano Pacifico ed è grande due volte la superficie degli USA. Cito da wikipedia i dati "geografici":

Il “Pacific Trash Vortex”, ossia “gorgo di immondizia del Pacifico”, è un’isola di spazzatura, soprattutto plastica, formatasi nell’Oceano Pacifico a partire dagli anni Cinquanta, con un diametro di circa 2500 km , pari ad una superfice di 4.909.000 Km², una profondità di 30 metri ed un peso di 3.500.000 tonnellate, grazie all’azione della North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica dotata di un particolare movimento a spirale orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro.

Aggiungo io che al di sotto di questo sterminato spazio non c'è vita (se non forse a centinaia e centinaia di metri).

E' evidente la necessità di trovare una soluzione al problema dei rifiuti, soluzione che non può assolutamente essere riconosciuta nella costruzione di inceneritori (in tutta Europa la stanno abbandonando, in Italia come al solito indietro di 30 anni iniziamo a vederla come panacea di tutti i mali). E' chiaro che dovremmo tutti impegnarci fin da ieri a consumare meno prodotti usa e getta, a riciclare e riusare elettrodomestici, strumenti e contenitori, a fare almeno in questo caso della sana decrescita.

Di fronte a superfici così vaste di immondizia, che rubano spazio e aria, non è il caso di fare discorsi economici del tipo "se consumiamo meno plastica chiudiamo le fabbriche e la gente perde il lavoro". Questo a casa mia è un ricatto, non è un tentativo per trovare una soluzione da persone mature.

Di fronte a scempi del genere, e messi davanti ai dati della campagna catalana, non possiamo continuare a far finta di niente e proseguire nella nostra vita quotidiana.

Come iniziare?

Magari dalle bottiglie di plastica, dalle centinaia di bottigliette d'acqua che utilizziamo ogni anno solo per una volta. Perchè non riutilizzarle o meglio usare il vetro a rendere?

 

lunedì 4 maggio 2009

Prevenire è meglio che...

La prevenzione, la via migliore per vivere in perfetta salute o quantomeno per provarci.

Ce lo dicono spesso anche sui mezzi di comunicazione, prevenire prevenire prevenire. Però la prevenzione è quanto di più complesso ci possa essere al momento.

La medicina moderna intende per prevenzione tutta una serie di metodiche che, attraverso il costante monitoraggio del nostro corpo tramite vari strumenti e analisi diagnostici, porta a certificare il buono stato di salute ed eventualmente ad individuare precocemente (cioè agli stadi iniziali) l'insorgenza di svariate patologie.

Pertanto, con periodiche visite e esami più o meno invasivi, abbiamo la garanzia che tutti i "pezzi" del nostro corpo siano sani.

 

C'è però un altro modo di fare prevenzione, totalmente diverso e che non influisce in alcun modo sulle tante analisi che vorremmo in ogni caso fare per stare più tranquilli; questa PREVENZIONE la possiamo fare tutti, non ha controindicazioni e può garantirci una salute più che perfetta.

Non è una pozione magica, non è una formula matematica geniale, è semplicemente una serie di buone regole che negli ultimi 150 anni abbiamo perso nei cassetti delle nostre memorie. E a me piace sicuramente di più questa prevenzione che quella allopatica che ogni giorno fa spendere al servizio sanitario nazionale e alle nostre sempre più povere tasche.

Le indicazioni sono semplici, ma fondamentali:

  • Curare quanto più possibile l'alimentazione, prediligendo l'assunzione di frutta e verdura (molto cibo crudo), cereali integrali e frutta secca. Solo cambiando ciò che mangiamo possiamo ottenere dei risultati talmente straordinari da essere confusi con "miracoli". Il corpo, se alimentato con cibo fresco e privo di componenti chimiche o derivati del petrolio, riesce a funzionare nella maniera corretta e riuscirà ad assimilare meglio i nutrienti che ingeriamo, dandoci energia e vitalità senza bisogno di supporti stimolanti/rigeneranti/rinvigorenti.
  • Evitare accuratamente qualsiasi forma di stimolante: caffè, tè, cioccolata, zuccheri raffinati, bevande a base di taurina o coche varie.. Evitare anche, se non in casi di reale necessità, stimolanti naturali (di droghe non ne parlo neanche) quali guaranà o gingseng o altri mix proposti per "darci la carica e poter lavorare 72 ore al giorno".
  • Praticare sport, e se siamo sottoposti al costante stress e logorìo della vita moderna, provare a praticare tecniche che possono portarci ad uno stato di relax o a meglio gestire lo stress, come ad esempio l'ormai celeberrimo yoga, il training autogeno, tecniche di meditazione o respirazione, taj chi kuan, ginnastica dolce, feldenkrais, stretching dei meridiani, eccetera. Il nostro corpo comunque ha bisogno di muoversi in ogni suo più piccolo osso o muscolo per potersi mantenere lubrificato ed allenato, se non usate le varie parti si arrugginiranno.
  • Ricaricarci al sole, e smettere di demonizzarlo come fosse la fonte primaria di ogni nostro problema di pelle. Come dicevamo in un altro post, il sole aiuta a rigenerare spirito e corpo e a fissare la vitamina D. Così come dovremmo usufruire dei benefici del sole, dovremmo sempre prendere in considerazione l'idea di passare del tempo all'aria aperta, se il tempo ce lo consente naturalmente. Passare per  le mattinate o i pomeriggi dentro i centri commerciali non ci aiuta certo a fare "prevenzione attiva" e a migliorare il nostro stato di benessere.
  • Considerare la nostra persona come un tutt'uno tra il corpo e la mente, ed essere sempre consapevoli di ciò che siamo e di come ci muoviamo nel nostro spazio. In questo modo sarà molto facile ascoltare le nostre esigenze psicofisiche e provare a soddisfarle nel modo giusto. Talvolta i nostri malesseri sono frutto di insoddisfazioni non comprese, di stili di vita stressanti o di contaminazioni mentali che provengono dall'esterno. Se siamo coscienti di chi siamo e di come siamo, riusciremmo a risparmiarci molti problemi.

Il primo e l'ultimo punto sono fondamentali per fare vera prevenzione; naturalmente sintetizzare in poche righe l'obiettivo di una vita intera è  quantomeno pretenzioso, ma questo vuole provare ad essere uno spunto per ragionare in maniera diversa e cominciare ad approfondire le tematiche di questo nuovo significato della parola.

Non è facile, soprattutto se pensiamo che ne uccide più il cibo che la spada, intraprendere una via che ci porterà a quella che ai nostri occhi di occidentali intasati dagli additivi può sembrare un regime alimentare strettissimo. Non è facile neanche pensare di rinunciare per sempre al nostro caffè, ai quintali di bistecche, ai chili di cibo conservato che ogni anno intasano il nostro apparato gastrointestinale; potrebbe sembrare una punizione troppo grande per noi. E Se mangiamo precotto per la mancanza di tempo, figuriamoci se potremmo mai riuscire a trovare del tempo per meditare, stare all'aria aperta o guardare dentro noi stessi.

Come al solito, è con i piccoli passi che si fanno lunghi percorsi. Il piccolo gesto di iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida, seguito da acqua e limone può essere un buon inizio; fare la pausa pranzo a leggere nel giardino sotto l'ufficio anzichè stare l'intera ora chiusi in una tavola calda è un "sacrificio" del quale non faremmo a meno in breve tempo, trovare il tempo per fare cinque minuti di ginnastica al giorno ce la possiamo fare tutti.

Cominciamo piano, sapendo che chi va piano va sano, va lontano e ha bisogno di andare meno dal medico!