Non volevo scomodare Ken Loach per questo post, ma mai titolo mi pareva più adeguato.
Sabato scorso mia madre mi chiede di acquistarle del cibo per la nostra sorella pelosa che è leggermente sovrappeso.
Obesity, si chiama lo strano prodotto, e io mi reco al vicino ipermercato degli animali (grande più del supermercato a fianco) a svolgere la comanda.
C'ero entrata tante volte in quel magazzino, ma giusto per vedere con pena i poveri animali rinchiusi nelle gabbie (non avete idea di come i topi e gli scoiattoli impazziscano in quei pochi cm quadrati) e per progettare la loro fuga. Non avevo quindi mai contemplato il reparto "pet food".
Sarebbe stato meglio aver evitato la scoperta, perchè mi sono ritrovata tra lunghe e numerose file di scaffali piene di ogni sorta di cibo per animali. Che poi, se vai a guardare, si riduce a: croccantini, umido, snack, polveri. Per i più fortunati, bigattini e cavie vive o surgelate.
Quintali di roba che entrava a malapena in quei sofferenti cunicoli, cibopergattinidai3ai6giornichesonomaschihannoilpelomaculatoeunocchioapertoel'altrochiuso, croccantiniperaristocratichecagneanzianeconlacodaapomponeproblemidimeteorismo, bastonciniallapelledibufalodelpianetaVegaperdentisensibilidifurettidepressi.
Sono indecisa nella definizione di ciò che ho visto, oscillo tra lo schifo e la vergogna.
Mi chiedo se un furetto o un gatto in natura si possano mai porre il problema del tartaro ai denti piuttosto che del sovrappeso, e se nel caso lo facessero sarei curiosa di vedere se aspetterebbero l'arrivo del castoro farmacista o userebbero prodotti naturali, piuttosto che fare più movimento.
Umanizzare i nostri amici animali è sicuramente pratica contro natura, più grave di quella tanto odiata dalla Chiesa.
"Nutrire" gli animali che abbiamo in casa con cibo innaturale significa condannarli ad accusare centinaia di patologie, che poi verranno curate con farmaci (sperimentati su altri animali) che troppo spesso non hanno l'effetto sperato.
Ne sappiamo qualcosa noi in casa, abbiamo avuto una gatta curata (dopata?) con l'EPO che dopo costosissimi e penosissimi mesi di iniezioni è morta comunque, un'altra gatta martirizzata a causa delle cure inutili e costose come un mutuo contro la FELV (morta dopo pochi mesi di atroci sofferenze).
Nonostante ciò, quella che ci è rimasta continua ad essere nutrita con robaccia che costa un rene e che serve a poco.
Il business che gira intorno agli animali è identico se non più immorale a quello che gira intorno a noi: mangia roba che vale due soldi ma che bella impacchettata ti rivendo con un prezzo maggiorato del 3000%, cura le malattie che quel cibo ti procura con medicine che hanno disparati effetti iatrogeni, consuma consuma consuma.
Bene, se questo ci appare normale a noi umani, abituati ad essere considerati prima di tutto consumatori, poi cittadini, poi elettori, poi lavoratori e forse all'ultimo persone, non può andar bene per le bestie.
Se noi abbiamo desiderio di intossicarci tutti i santi giorni della nostra vita, lasciamo agli animali la possibilità di vivere secondo la loro natura, lasciamo loro il diritto di mangiare in maniera animale, e la dignità di ammalarsi e morire senza essere sviliti dalle inutili cure che con amore pensiamo di dovergli.
Lasciamo, quindi, che gli animali restino tali.
Non posso che essere d'accordo quando dici che i nostri animali da compagnia hanno degli inalienabili diritti che spesso dimentichiamo perché mancano a noi stessi. Un gatto non conosce la locuzione "accanimento terapeutico", ma comprende che è una crudeltà. Però occhio perché l'ultima frase è un'arma a doppio taglio e può diventare una scusa. Molte persone pensano anche che non sia necessario sterilizzare o dare cibo, perché tanto "se non riesce a procurarsi il cibo da solo, allora vuol dire che non era destnato a vivere".
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