Chi dice che è impossibile fare il pane in casa? Ultimamente sempre meno gente, visto che molti di noi hanno la miracolosa macchina che impasta e cuoce tutto sommato del buon pane.
Ma se volessimo spingerci un po' oltre, e andare al di là del cubotto magico che esce dalla macchina del pane, potremmo incontrare mille difficoltà, culturali in primis. Ma come ben sappiamo, spesso le difficoltà e i limiti sono solo delle illusioni, e bastano due ragazze pronte a condividere la loro esperienza per scoprire che panificare naturalmente è un'azione a portata di tutti i forni e che bastano "pochi minuti" per farlo.
Le ragazze in questione, Giada e Annalisa, fanno parte di un progetto più ampio, la casa del cibo : quella di cui fanno parte (e copio intestazione del loro sito) è un'associazione agri-urbana per la diffusione della cucina popolare.
Per dirla molto brevemente, l'associazione Casa del cibo intende ri-diffondere le conoscenze e le sapienze perdute negli ultimi anni, e riassegnare il giusto ruolo che il cibo (come nutrimento e momento di condivisione) dovrebbe avere nella società.
Per tornare al corso (tempeste di farina), cinque interessanti ore di spiegazioni e informazioni varie, abbiamo appreso come in realtà sia alla portata di tutti impastare e infornare: certo, quello che il pane a lievitazione naturale ci insegna è di aver pazienza, in quanto necessita di un paio di fasi di stasi (lievitazione) che durano svariate ore. Il pane ci insegna a rispettare le farine, a dar loro i giusti enzimi per predigerirle e consentire a noi di trarne il massimo vantaggio nutrizionale; come spiegava Giada, il lievito di birra non riesce a fare questo ma soprattutto non riesce, nelle infarinate con farina integrale, a scomporre l'acido fitico, sostanza che se mangiata in grandi quantità inibisce l'assorbimento del ferro.
Il pane e le ragazze ci hanno insegnato anche che preparare da mangiare insieme ad altre persone è un'esperienza intensamente ricca di spunti, sorprese, informazioni: si potrebbe affermare che, insieme alla pagnotta messa a lievitare, lievitino anche le nostre menti.
Condividere, diffondere, riappropriarsi delle proprie radici: niente male per una domenica pomeriggio...
Io sono una "panificatrice" ormai da un annetto buono. Non ho la macchina del pane, preferisco farlo a mano; c'è più soddisfazione. Per un certo periodo ho usato la Pasta Madre fatta da me e poi di volta in volta fatta rinvenire e il pane era miracoloso... ma non piaceva ai miei figli!!! Adesso uso un lievito biologico che richiede almeno 6 ore di lievitazione... Ci vuole pazienza per fare il pane, ma non è affatto difficile. E' una cosa per chi non ha fretta!!!
RispondiEliminaUn abbraccio
Francesca