Devo ringraziare uno di quei raptus che colgono noi donne più o meno una volta al mese se ieri a pranzo sono entrata in un famoso fast food. Il mio istinto (?) mi ha spinta verso il trash, dovevo riempire il mio corpo di robe che terrò in corpo per almeno una settimana, vista la difficoltà che avrà il mio sistema digestivo a smaltirle. Così almeno ci sarà qualcosa a farmi compagnia durante la "settimana santa".
Arrivo alla cassa, sperando di trovare un pasto (leggasi panino) vegetariano che ovviamente non c'era, prendo un hamburger e patatine.
Il primo morso dell'hamburger è stato terrificante. Giuro. Un bolo di carne non ben identificata mischiata a insalata, pomodoro e salsa mi è arrivato in bocca e poi in gola graffiandomi. Acidissimo, il sapore più rancido che abbia mai provato ultimamente; senza voler esagerare, mi ha provocato la stessa sensazione di bruciore del vomito a stomaco vuoto. Una persona normale avrebbe buttato il panino, ma oggi la mia razionalità e il mio istinto sono andati a farsi benedire. Io invece mi sono fatta dominare dal marketing e dall'industria degli aromi, e dopo il primo cloridrico morso, inspiegabilmente il panino ha iniziato a cambiare sapore, ed è diventato gradevole. Tanto ha potuto quel mix, che alla fine e nonostante tutte le mie elucubrazioni etiche (stavo mangiando carne, e carne più che sfruttata, stavo mangiando cibo ecocida, stavo contribuendo ad inquinare il mio corpo per i prossimi sei giorni e il mondo per molto altro tempo), panino e patatine sono scomparsi.
Credo che il meccanismo scattato nella mia mente e dentro la bocca non sia stato un caso; il fenomeno fast food è stato analizzato e rianalizzato in decine di ottimi libri (fast food nation, i figli di Mc Donald's, ecocidio, supersize me, eccetera), e non è necessario fare retorica su un argomento tanto sviscerato. Ma ritengo che per mangiare un certo tipo di cibo molto conta la strategia alimentare che c'è dietro le cucine (e dentro i laboratori).
La cucina dei fast food è ricca di esaltatori di sapidità e di aromi artificiali o naturali estratti artificialmente decisamente invitanti(Schlosser nel suo Fast food nation lo racconta egregiamente in un capitolo).
Come ho avuto modo di verificare oggi di persona, l'ingrediente principale di un fast-menu è il sale. Un panino ne contiene 2,6 grammi (che rappresenterebbe il 52% della dose giornaliera raccomandata), una confezione medio-piccola di patatine 2,2 gr (il 44%).
Un panino e una dose di patatine raggiungono la soglia strepitosa di 4,8 gr di sale, che è la percentuale massima giornaliera raccomandata per un adulto. Per non aggiungere poi lo zucchero della bibita (più o meno l'equivalente di 10 zollette di zucchero, 39 gr http://www.sugarstacks.com/) e l'acido ortofosforico che bene non fa assolutamente.
Attenzione però, abbiamo detto dose raccomandata per un adulto, ma anche qui sarebbe da specificare "consumare con estrema moderazione junk food ed evitare di arrivare a consumare ogni giorno 5 gr di sale".
E se fosse un bambino a mangiare questo cibo? E se il bambino lo consumasse, mettiamo il caso, una volta a settimana?
Rischieremmo di ritrovarci con futuri ipertesi, futuri diabetici, e con palati precocemente sfioriti e bruciati dal sale e dallo zucchero.
Proseguo con l'analisi del mio caro menù, e noto che il panino contiene 27 gr di grassi (ritengo per la maggior parte saturi in quanto provenienti da carne, similformaggio e salse) e le patatine addirittura 28 (tutti saturi o comunque rifritti). Cioè, l'82% di grassi giornalieri.
Mi sembra strano che nell'analisi del panino e delle patatine non sia menzionato lo zucchero, ma sono sicura (visto il sapore estremamente dolce) che almeno nel pane lo zucchero ci sia.
Insomma, con un solo pasto ho intasato il mio stomaco, ingerito una mole di sale e grassi impressionanti, e se voglio rimanere in linea con calorie e altre percentuali stasera dovrò limitarmi a guardare mangiare, mentre sgranocchio una lattuga dissalata.
Ma, almeno, so come dovrò comportarmi nei prossimi giorni o al prossimo raptus (chili e chili di frutta a portata di zampa).
Purtroppo, non sarà lo stesso per i tanti ragazzi che diverse volte a settimana mangiano questi pasti ipertutto; giorno dopo giorno, i loro organismi si riempiranno di calorie che non riusciranno a smaltire del tutto perchè i tessuti dei loro organismi saranno intrisi di liquidi che saranno "ritenuti" all'interno e non espulsi a causa del troppo sale. Il loro corpo inizierà a gonfiarsi e ad accumulare i troppi ingeriti grassi che non riuscirà a smaltire con la giusta velocità e precisione. Lo zucchero, amatissimo veleno, arriverà piano piano a superare la soglia minima di tolleranza per il nostro organismo, causando a più di qualcuno problemi diabetici.
Ma non è colpa dei fast food naturalmente. La colpa è dei genitori che non controllano quello che mangiano i loro figli e consegnano loro del denaro delegandogli la responsabilità del pasto , la colpa è delle scuole che non insegnano educazione alimentare.
No, la colpa non è dei fast food. Sebbene potrebbero fare qualcosa in merito abbassando quantomeno le quantità di sale, grassi e zuccheri dei pasti che offrono.