mercoledì 31 marzo 2010

L'orologio biologico risente del passaggio all'ora legale

Fonte: molecularlab

 

Secondo il progetto EUCLOCK l'orologio biologico dell'organismo si adatta bene all'introduzione dell'ora solare in inverno ma non altrettanto al passaggio all'ora legale in primavera.


Proprio mentre l'Europa si prepara a portare le lancette indietro di sessanta minuti, il progetto EUCLOCK finanziato dall'UE ha buone notizie: in generale l'orologio biologico interno si adatta piuttosto facilmente all'introduzione dell'ora invernale. Purtroppo il passaggio all'ora legale in primavera, quando le lancette avanzano di un'ora, non è altrettanto semplice.

Sebbene un quarto della popolazione mondiale viva in paesi che adottano l'ora legale, sinora pochissimi studi hanno esaminato il suo impatto sulla fisiologia e sul comportamento. Per restare sincronizzato con l'ambiente, l'orologio biologico interno si basa sulla luce naturale e pertanto risente notevolmente del repentino cambiamento dell'orario dell'alba.

«In generale si pensa che ora legale e ora solare introducano una "semplice variazione di un'ora", ma le conseguenze sono più drastiche se inserite nel contesto delle modifiche stagionali dell'orologio circadiano», ha dichiarato il prof.
Till Roenneberg dell'Università Ludwig-Maximilian di Monaco (Germania).

In quest'ultimo studio, pubblicato nella rivista «Current Biology», il prof. Roenneberg e i suoi colleghi hanno esaminato il ritmo sonno-veglia di oltre 50 000 persone, scoprendo che nei giorni non lavorativi esso segue l'andamento dell'alba nel periodo di ora solare, ma non in quello di ora legale.

I ricercatori hanno poi sottoposto a un'analisi dettagliata il ritmo sonno-veglia di 50 persone per otto settimane in occasione dei due cambiamenti di orario. Hanno inoltre tenuto conto del cronotipo individuale dei soggetti, divisi in «allodole mattiniere» e «gufi nottambuli».

Gli studiosi hanno scoperto che il ritmo sonno-veglia si adatta facilmente al passaggio all'ora solare in autunno, ma che l'orario dei picchi di attività non si adegua all'introduzione dell'ora legale in primavera. Il cambiamento influisce negativamente soprattutto sulle persone con cronotipi spostati in avanti, che tendono cioè a coricarsi e ad alzarsi più tardi.

«Dai nostri risultati emerge che l'orologio circadiano umano non si adegua al passaggio all'ora legale», ha dichiarato il prof. Roenneberg. «Esaminando la strutturazione delle attività diurne dei cronotipi tardivi, abbiamo constatato che in primavera il fenomeno li colpisce particolarmente. In sostanza, il loro orologio biologico è impostato sull'ora solare o invernale, ma essi devono adattare per tutta l'estate i loro impegni sociali all'orario spostato in avanti.

È ancora troppo presto per capire se nel lungo periodo l'ora legale influisca seriamente sulla salute, ma i nostri risultati indicano che si tratta di un fenomeno da non sottovalutare e da studiare in modo ancora più approfondito.»


lunedì 29 marzo 2010

Effetti collaterali dell'ora legale

Non è uno studio o un'attenta analisi, per questo vi rimando all'articolo della Stampa:

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201003articoli/53547girata.asp.

E' piuttosto il frutto di pensieri provocati dall'introduzione di questa (in)utilissima trovata.

La prima considerazione che mi è venuta in mente stamattina, quando mi sono svegliata alle cinque e venti ora solare, è che se la civiltà moderna attua questo espediente per consumare meno energia elettrica, per quale motivo la richiesta della stessa cresce ogni anno di più?

Non solo, che risparmio in termini economici potremmo avere dal non consumo di qualche centinaio di kwh se ogni mese il costo dell'energia aumenta? E quanto smog risparmieremmo, se tutti gli edifici comunque con il caldo tengono i condizionatori accesi?

Ma forse il mio è solo astio nei confronti di una trovata che proprio non mi piace. E stamattina, sentendo cantare allegramente gli uccelli, mi sono resa conto che, per fortuna, non tutte le creature terrestri devono sottostare a orari, cambi di orari, calcoli economici. In effetti, a pensarci, è una piccolissima percentuale degli abitanti della terra a essere obbligata a stravolgere i propri ritmi circadiani (a tale proposito suggerisco la lettura di questo bellissimo articolo per cogliere quanto nessuno ci dice, http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5713): i cosidetti esseri civilizzati. Purtroppo, non contenti di fare del male a noi stessi, andiamo a rompere ancora di più le scatole a quelle povere bestie che vivono nei campi di concentramento intensivi che l'uomo moderno chiama "allevamenti": gli animali, forse perchè hanno meno filtri mentali di noi, ne risentono in maniera più evidente.

Gli altri, i popoli "selvaggi", gli animali liberi, piante, batteri e microorganismi vari se la ridono allegramente di questi strane abitudini di qualche abitante della terra.

 

E a proposito di ritmi circadiani sballati, mi veniva in mente che forse quell'ora in avanti può accentuare disturbi di varia natura mentale a chi è già ampiamente predisposto. So che questa è un'idea strampalata, ma visto che il caldo non è ancora arrivato, non spiegherei diversamente le tante stranezze che ho visto da domenica mattina.

Sarà per questo che, parlando con il collega di stanza, ci è venuto in mente che forse mai come in questo periodo le persone avrebbero bisogno di frequentare per qualche giorno delle scuole di riappropriamento mentale, dove è possibile aumentare la concentrazione, stimolare il pensiero  ed evitare di andare in giro a disturbare il prossimo. Non sia mai che ci riescano...

E mi auguro che ci riesca anche il signor Bunthawee Siangwong, che per hobby cerca di infilarsi in bocca il più velocemente dei millepiedi velenosi: durante le prove uno di questi animaletti lo avrebbe  morso sul palato, e pare che questo abbia provocato al poveretto (?) dei dolori lancinanti. La cosa lancinante, per un essere che si considera senziente e cosciente, è che tale signore poco dopo ha ripreso le prove e addirittura battuto il suo precedente record. Talvolta certe notizie mi costernano...

 

A questo punto, ritengo doveroso andare a meditarci su, può darsi che st'ora mi stia facendo davvero del male...

 

venerdì 26 marzo 2010

Benedetta Primavera

Domenica, almeno a Roma, è decisamente entrata la primavera.

Una brezza leggera e dolce mi ha consentito di fare del sano giardinaggio da balcone e, sebbene non splendesse il sole in cielo, era veramente una gioia stare all'aperto.

Quando ho visto un bambino di una casa che abbiamo di fronte giocare spensierato sull'asfalto con il suo nuovo mini quad  anzichè uscire per campi, ho capito che abbiamo poco tempo per provare a cambiare il mondo.

Ma, anzichè arrabbiarmi a lungo e rimuginarci su, ho ripensato alle parole di un libro (o di qualcuno?) che dicevano che se volevamo migliorare le cose dovevamo farlo con amore e non con rabbia. Quindi, applicando il successivo suggerimento, e con un bel pò di foto che il gruppo Roma sparita ci concede, ho iniziato a pensare che la nostra città, e non solo quella, potrebbero tornare come erano cento e più anni fa, ricche di verde e decisamente a misura di natura (non uso il termine a misura d'uomo perchè, ahimè, è chiaro che di misura non ne abbiamo).

Con uno "sconcertante" ottimismo riesco a bearmi delle piante che incontro, e intanto mi disegno grandi prati al posto dei centri commerciali,  case/condomini di massimo tre piani con orto autosufficiente, prati e parchi al posto degli uffici, e distese di coltivazioni sul raccordo. Se mi spingo in là con il pensiero, potrei anche arrivare a pensare a gruppi di persone alimentarmente ed energeticamente autonome, che lavorano fuori casa solo 15 ore a settimana per il bene della collettività.

Certo, è un'immagine piuttosto impegnativa da tenere a mente, ma di sicuro se già sappiamo cosa vorremmo una volta che ci sarà da decidere se comprare le moto ai bambini di 5 anni o farli stare all'ombra di un bell'albero, non ci sarà storia.

Nel frattempo, e proprio per provare in piccolo a concretizzare qualcosa, ho piantato cetrioli, pomodori e basilico, e reso ancora più verde il mio rilassante balcone.

venerdì 19 marzo 2010

NON E’ VERO - di F.L. Manco

(di Franco Libero Manco)

Non è vero che ci sono problemi più importanti che interessarsi di animali: la cosa più importante per un individuo è la propria salute, il proprio benessere psicofisico, la propria vita; come  la cosa più importante per un popolo è la sua evoluzione morale, civile e spirituale: questo processo è inconciliabile con l’alimentazione carnea, con lo sfruttamento ed il massacro di miliardi di animali innocenti che come l’essere umano hanno sentimenti, sono in grado di soffrire, di amare la vita ed avere terrore della morte.

Non è vero che l’essere umano è superiore agli animali: la vera superiorità si manifesta solo nella compassione e nella condivisione delle esigenze vitali dei più deboli.

Non è vero che gli animali non hanno un’anima: nessuno è in grado di verificare la presenza o no dell’anima. Se Dio avesse dota questa prerogativa solo gli esseri umano sarebbe un Dio ingiusto, dalla parte dei forti, dei predatori e non degli ultimi e dei deboli come affermava Gesù. L’anima è un’ essenza comune a tutti gli esseri viventi, o a nessuno. Non è vero che il loro dolore o la loro vita hanno meno valore della nostra: ogni specie, anello della catena biologica, ha la medesima importanza nella manifestazione della vita sul pianeta.

 

Non è vero che gli animali sono fatti per l’uomo, come non è vero che i neri sono fatti per i bianchi, le donne per gli uomini, gli schiavi per i padroni. Ogni specie vive per se stessa in armonia con il creato, con lo scopo di procedere nella via della propria evoluzione.

 

Non è vero che l’uomo è un animale onnivoro: se così fosse avrebbe succhi gastrici adeguati, sarebbe dotato dell’enzima uricasi, avrebbe uno stomaco non saccoluto e un intestino della lunghezza adatta a smaltire rapidamente l’elemento carneo; avrebbe insensibilità alla vista del sangue e capacità anatomiche a squartare e divorare il corpo palpitante della preda. Gli animali considerati onnivori, come l’orso, il cane, gli uccelli, le formiche ecc. non sono strutturati come noi per poterci considerare onnivori.

Non è vero che l’uomo ha sempre mangiato la carne: per milioni di anni i nostri antenati sono vissuti da fruttariani nella foresta e quando per necessità di sopravvivenza hanno dovuto includere nella loro dieta anche la carne, nella misura del 20% circa, c’è stato un calo a picco della vita media e lo sviluppo di molte malattie umane. Negli ultimi millenni la carne è stata appannaggio solo delle classi abbienti (che venivano colpiti da gotta e cancro) mentre la popolazione consumava tale prodotto sono in circostanze festive o rituali.

 

Non è vero che per stare in buona salute occorre mangiare di tutto: se così fosse dovremmo consumare carne, pesce, affettati, fritti, cibi industriali, burro, bere bibite zuccherate, gasate, ecc.: praticamente continuare a consumare alimenti riconosciuti come la causa delle peggiori patologie: l’essere umano deve nutrirsi con ciò che è compatibile con la sua natura di essere fruttariano, con cibi biologici, freschi e preferibilmente crudi.

 

Non è vero che i bambini hanno bisogno della carne, del pesci o dei latticini. I bambini hanno bisogno dei nutrienti adatti alla nostra specie. Nessun cucciolo necessita di alimenti diversi a quelli compatibili con la sua natura. Abituare il bambino al consumo di carne significa inquinare il suo organismo e predisporlo alle malattie.

 

Non è vero che la carne ha bisogno di essere sostituita: la carne, come la droga, il fumo di sigaretta o un qualunque veleno non va  sostituito ma eliminato. Inoltre la carne è un alimento altamente scompensato sotto il rifilo nutrizionale: manca di carboidrati, di fibra, di glucidi, vitamina C, enzimi, è acidificante, causa putrefazione, fermentazione, aumento del battito cardiaco.

 

Non è vero che per stare bene in salute è necessario mangiare carne, pesce o derivati animali: se così fosse coloro che non mangiano queste sostanze dovrebbero accusare carenze nutrizionali invece i vegetariani godono di una salute eccellente, migliore degli onnivori.  La carne non ha nulla che non sia presente nel mondo vegetale, anzi essendo priva di  carboidrati, zuccheri, amidi, fibre e vitamina C è una sostanza altamente squilibrata che causa leucocitosi, crisi enzimatica, acidificazione del sangue, putrefazione intestinale, aumento di radicali liberi ecc.

 

Non è vero che solo le proteine della carne sono di “alto valore biologico” perché contengono tutti gli aminoacidi essenziali: l’accoppiata di due o più diversi alimenti produce proteine di qualità migliori perché più assimilabili e più digeribili, senza i danni conclamati della carne. Se un alimento è carente un particolare aminoacido è sufficiente mangiare un quantitativo maggiore di quella sostanza. E’ dai vegetali che gli animali erbivori traggono gli aminoacidi essenziali, altrimenti come farebbero a costruire le loro possenti masse muscolari?

 

Non è vero che la carne dà energia e rende più forti: la carne ha effetti dopanti, l’illusione di energia è data dalla reazione dell’organismo nel tentativo di difendersi da una sostanza nociva,  che crea dipendenza, come la droga, il caffè o gli zuccheri raffinati. Gli animali più forti e resistenti alle fatiche, oltre i più prolifici e i più miti, sono erbivori, come il bisonte, il rinoceronte, l’elefante, il toro, il cavallo ecc.

 

Non è vero che per assicurasi il calcio è necessario mangiare latticini, è vero il contrario: l’alto contenuto di calcio dei latticini uniti alle proteine animali aumentano la calciuria riducendone la fissazione del calcio nel tessuto osseo. Il calcio del latte nel tubo digerente precipita sotto forma di fosfato di calcio e quindi eliminato. Non è importante quanto calcio contiene un alimento ma quanto viene assimilato. Solo il 30% del calcio dei latticini è assimilabile perché legato alla caseina, base di una delle più potenti colle usate per il legno delle navi. Il latte e i suoi derivati sono alimenti altamente acidificanti, abbassano il pH del sangue e costringono l’organismo a sottrarre calcio alle ossa causando osteoporosi. Ladri di calcio sono tutte le sostanze acidificanti: proteine, farmaci, integratori, problemi alla tiroide, disfunzione ormonale, carenza di vitamina D, sesso, menopausa, alcolici, steroidi.

 

Non è vero che la dieta vegetariana causa carenza di Ferro: nel mondo 500 milioni di persone soffrono di carenze di ferro indipendentemente dalla dieta ed è molto più facile trovare una persona anemica tra gli onnivori che tra i vegetariani. Ciò che consente l’assimilazione di questo minerale è la presenza di vit C, Rame e Cobalto, presenti in abbondanza nei vegetali. La causa della carenza di Ferro è da ricercare non tanto nel quantitativo ingerito quanto nella disfunzione del metabolismo, l’uso di alimenti voluttuari, acidificanti, problemi digestivi, farmaci, integratori, carenza di calcio, emorroidi, polipi intestinali, carenze della vitamina C, E, e P, eccessi di B12 (antitetica col ferro e con la vitamina C). Il nostro organismo richiede il Ferro non eme dei vegetali,  poco assimilabile, nei tempi e nella quantità adatta. Eccessi di ferro si depositano nel cuore, fegato e pancreas procurando danni seri alla nostra salute.

 

Non è vero che i vegani soffrono di carenza di vitamina B12:  non solo perché un organismo sano (come quello appunto dei vegani) ha riserve per moltissimi anni ma perché il nostro organismo, per il fattore intrinseco, è in grado di fabbricare le percentuali infinitesimali di cui ha bisogno. Nella peggiore delle ipotesi è molto meglio ingerire settimanalmente un integratore che rischiare le molte patologie correlate al consumo di grassi animali.

Non è vero che gli acidi grassi polinsaturi Omega 3 del pesce siano necessari alla nostra salute. Solo gli omega 3 dei vegetali sono benefici e salutari per il nostro organismo, mentre gli omega 2 di derivazione animale sono dannosi perché sviluppano acido arachidonico che causa aggregazioni piastriniche che favoriscono ictus e infarti. I grassi monoinsaturi del pesce sottoposti a cottura diventano saturi, perdono l’enzima lipase, necessario per l’assimilazione e la digestione. Il grasso cotto forma creatina, dannosa per il fegato. L’omega 3 del pesce fa calare il colesterolo ma fa aumentare i trigliceridi.

 

Non è vero che il cibo cotto sia più digeribile. Come potrebbe essere più digeribile se la cottura distrugge gran parte degli enzimi digestivi, vitamine, e sali minerali? Anche se gli amidi risultano più digeribili, il cibo cotto resta comunque un cibo povero di nutrienti essenziali che vengono sottratti all’organismo.         

Non è vero che mangiare la carne è una scelta come un’altra. L’uso del mangiar carne richiede la privazione della libertà di esseri innocenti e la loro terribile uccisione, oltre che la distruzione dell’ambiente, l’inquinamento che ne consegue e la responsabilità di produrre la fame nei paesi poveri.

Non è vero che sia un sacrificio rinunciare alla carne. La consapevolezza di non nuocere, di non causare sofferenza, di non essere responsabili della morte di creature innocenti, di non essere responsabili della distruzione delle foreste e della fame nel mondo, compensa grandemente la rinuncia ad un piacere gastronomico.

Non è vero che se non uccidessimo gli animali si moltiplicherebbero a dismisura. La natura non ha bisogno della violenza degli umani per conservare il suo universale ed eterno equilibrio. Più si allevano animali e più si è costretti a macellarli.

Non è vero che senza sfruttare gli animali non ci sarebbe progresso per l’uomo. Il vero progresso tecnologico o scientifico separato dall’etica, dal rispetto del diverso e dalla tutela dei più deboli, rende l’uomo incapace di dar vita alla vera civiltà e ad un progresso morale e spirituale.

Non e’ vero che Gesu’ mangiava il pesce o ’agnello: chi mangia un animale ha anche il coraggio di uccidere l’animale e in questo caso Gesù avrebbe dimostrato meno compassione di qualunque essere umano, avrebbe accettato di procurare a se stesso un piacere a danno della vita e del dolore di un animale innocente. Non solo, ma nei vangeli apocrifi Gesù dice: "Chi uccide un animale uccide suo fratello e la carne degli animali uccisi nel suo corpo diventerà la sua stessa tomba. Chi si nutre della carne degli animali uccisi mangia un corpo di morte. Io vi chiederò conto di ogni animale ucciso come di ogni uomo”.

Non è vero che per essere vegetariani occorre farsi seguire da un nutrizionista: nessuna generazione che ci ha preceduto ha avuto bisogno di nutrizionisti che gli indicassero cosa e quanto mangiare: ogni animale riconosce per istinto il cibo adatto alla sua dieta e gli animali liberi e allo stato naturale non si ammalano mai a differenza dell’uomo che è flagellato da 40.000 diverse  malattie.

martedì 16 marzo 2010

Proteggi il tuo seno

Fonte: Miglioriamo.it

 

Ho trovato questo interessante articolo, del quale "corsiverò" le frasi che mi hanno colpita.

Autore: Francesca Forcella Cillo

Proteggi il tuo seno, usa bene il reggiseno!

La consapevolezza del proprio corpo, dei suoi bisogni e delle giuste cure per mantenerlo sempre in salute è una parte importante del tuo percorso di miglioramento personale.

A cominciare dall’alimentazione e dal corretto stile di vita: scelte che posso influenzare fortemente il tuo stato di salute, come spiego nel mio programma Energy Training.

Ma anche quando scegli il tuo abbigliamento devi saper fare le scelte migliori per la tua salute. Per esempio, il reggiseno.

Secondo alcune ricerche, circa il 75% delle donne occidentali indossa un reggiseno della misura sbagliata e sottopone quotidianamente il proprio seno a costrizioni innaturali e fastidiose.

Per prima cosa, quindi, accertati che il tuo reggiseno sia della taglia giusta. In Italia, le misure sono indicate genericamente come prima, seconda, terza e così via. Ma sono misure che non tengono conto delle diverse costituzioni del fisico femminile.

Le misure migliori sono quelle francesi che incrociano due dati: misura del torace sotto il seno e coppa. Il primo è un numero a due cifre (per esempio 75, 80, 85), mentre il secondo è indicato da una lettera (A, B, C).

Quando acquisti un reggiseno scegli bene la misura: non deve stringere ma deve sostenere comodamente, il seno deve essere contenuto comodamente nella coppa e una volta chiuso devi poter infilare due dita sotto le fasce laterali.

Una volta acquistato, poi, va usato correttamente: in nessun caso va tenuto per dormire e non andrebbe portato più di 12 ore al giorno.

Bisogna anche toglierlo quando fai ginnastica e a casa puoi senz’altro approfittarne per far respirare un po’ il tuo seno.

Periodicamente inoltre è utile massaggiarsi il seno, specie dopo che togli il reggiseno. Fai attenzione anche quando hai il ciclo, poiché di solito il volume del seno aumenta e potrebbe soffrire maggiormente la compressione.

Non sceglierlo mai solo perché è carino o ti piace il colore se lo senti troppo stretto: la compressione di un reggiseno sbagliato può fare molti danni a causa della continua compressione che attua sui grandi gruppi di linfonodi posti nelle ascelle e nella parte alta del torace.

Secondo Soma and Syd Singers, autori di Dressed To Kill: The Link Between Breast Cancer and Bras (”Vestito per uccidere: il legame fra tumori al seno e reggiseno”) i dotti linfatici sono molto sottili e particolarmente sensibili alla pressione, quindi si possono comprimere con facilità, impedendo loro di esercitare la funzione di pulizia dei tessuti del seno e di espellere le tossine dall’organismo. Dopo 15-20 anni di pressione costante, questa costrizione può causare conseguenze molto gravi come il cancro.

Gli autori hanno svolto una ricerca durata 30 mesi e condotta su un campione di 4000 donne in 5 grandi città degli USA.

Le intervistate erano tutte di età compresa tra i 30 e i 79 anni, di ceto medio e bianche. A metà di queste era stato diagnosticato un tumore al seno.

Quasi tutte le donne si dichiaravano insoddisfatte del loro seno, ma la parte del gruppo che dichiarava di scegliere il reggiseno per l’apparenza, ignorando completamente gonfiori, dolori e fastidi, aveva il doppio di incidenza del tumore rispetto alle altre.

Inoltre, a 3 donne su 4 che dichiaravano di dormire con il reggiseno (portandolo quindi ininterrottamente per lunghi periodi) era stato diagnosticato questo tumore.

Sempre secondo le stesse ricerche, solo una donna su 168, tra quelle che non portavano reggiseno, contraeva questo tumore: la stessa percentuale degli uomini!

Quindi resta in ascolto del tuo corpo ed evita come la peste i reggiseni di bassa qualità, troppo stretti o che ti danno fastidio. Non sottovalutare mai il tuo disagio, né tantomeno gonfiori e dolori.

Naturalmente, ci sono anche altri fattori che aumentano la possibilità di tumore al seno, come l’uso di contraccettivi ormonali, il consumo di alcool costante, la mancanza di attività fisica, l’obesità, il fumo attivo e passivo, un’alimentazione ricca di proteine animali, oltre alla storia personale e familiare della donna.

In ogni caso, tenersi sempre informati è già un ottimo punto di partenza per praticare una sana prevenzione.

mercoledì 10 marzo 2010

Buona Pasqua... ma senza ammazzare nessuno

Fonte: AgireOra

La Pasqua sarà davvero "buona" solo se si elimina la crudele usanza di ammazzare i giovani agnellini!

Pensaci un attimo: gli agnellini ci ispirano tenerezza quando li vediamo, eppure a un mese di vita vengono strappati alle madri, costretti a lunghi viaggi terribili ed estenuanti su TIR strapieni, per arrivare a un lurido macello in cui gli animali terrorizzati vengono immobilizzati, storditi, appesi a un gancio per una zampa, e lasciati dissanguare.

Prima di essere appesi sentono l'odore del sangue e le urla di terrore dei loro compagni.

Tutto questo, perché? Solo perché a molti piace mangiarli! Non potrebbe esistere un motivo più futile per sottoporre questi cuccioli a tanta sofferenza, e alla morte.

Ogni anno a Pasqua vengono uccisi 900 mila tra agnelli, capre e pecore. Animali che arrivano quasi tutti dai paesi dell'est, con lunghi "viaggi della morte", stipati in camion in condizioni insostenibili (molti arrivano al macello più morti che vivi) e mai sottoposti a controlli.

Cosa puoi fare tu?

Tu puoi salvarli! Non mangiare agnello a Pasqua!

Non mangiare nessun animale, gli animali sono tutti uguali, uguali al cane o gatto che hai a casa o che conosci dai tuoi amici. Tutti provano sentimenti: paura, dolore, ma anche gioia, affetto, amore. Non c'è giustificazione per ammazzarli.

Impara come iniziare passo-passo un'alimentazione "senza crudeltà" dal sito: www.vegfacile.info.

Così la tua Pasqua sarà davvero "buona".

Menu di Pasqua

Ecco una proposta di un gustoso menu di Pasqua con ingredienti 100% vegetali. Si tratta di ricette facili ma d'effetto, per preparare un menu completo, dall'antipasto al dolce, "buone" in tutti i sensi: buone come sapore, e buone perché non uccidono nessuno, né gli agnellini massacrati a centinaia di migliaia a Pasqua, né altri animali, altrettanto innocenti.

Antipasto: Barchette d'indivia
Primo: Maccheroncini zafferano e menta
Secondo: Pasticcio di patate e melanzane
Contorno: Spinaci all'indiana
Dolce: Budino d'arancia

venerdì 5 marzo 2010

Intervista a: Madre Natura Bio

Da oggi apriamo una nuova rubrica, dedicata alle realtà che si occupano veramente di bio, ambiente, ecologia.

Iniziamo intervistando Angela, proprietaria del negozio online e fisico Madre Natura Bio (http://madrenaturabio.com/).

Il negozio fisico si trova a Bellizzi, in provincia di Salerno.

Angela oggi ci parlerà della cosmesi eco biologica e del suo negozio.


Biosipuò:

"Innanzitutto, spiegaci cosa significa ecobio e perchè hai deciso di occuparti di questa particolare competenza nell'ampio settore della cosmesi"

Angela:

"Per me la cosmesi eco bio è stata una bella e sconcertante scoperta. Io ero un'accanita consumatrice di cosmesi di profumeria e confesso che prima ci passavo le ore nei negozi a scegliermi la cremina adatta e il makeup. Poi, navigando in rete, mi sono imbattuta in alcuni forum di cosmesi naturale e li mi si è aperto un mondo.
Non solo ho imparato a leggere gli INCI dei prodotti cosmetici ma anche a capire quanto la cosmesi tradizionale fosse vuota e a volte dannosa per la nostra pelle.
Ho imparato che ecobio significa rispetto per la salute della pelle e dell'ambiente perchè i cosmetici che usiamo non solo penetrano nella nostra pelle ma finiscono anche nella pattumiera e negli scarichi dove vanno ad inquinare terra ed acqua.
Ho scelto questa branca della cosmetica perchè so che molti dei problemi che la nostra pelle ha oggi sono dovuti ad anni di cosmesi petrolifera e siliconica. Le grandi case cosmetiche hanno venduto per anni cremine fatte con materie prime scadenti e sintetiche pagate dal consumatore a peso d'oro. Certo che la cosmesi bio non fa miracoli ma almeno ha un ottimo rapporto qualità/prezzo ed è compatibile con la nostra pelle.”

Biosipuò:

Certo che la cosmesi bio non fa miracoli ma almeno ha un ottimo rapporto qualità/prezzo ed è compatibile con la nostra pelle.


E' interessante questa tua considerazione, visto l'atteggiamento miracolistico che le case cosmetiche hanno per ogni loro creazione.
Mi sento di confermare la tua frase e di consigliare ai lettori di fare molta attenzione alle trappole che la pubblicità ci tende e di badare alla sostanza.
E a proposito di sostanza, vuoi parlarci del tuo progetto negozio fisico/online e dei criteri di selezione dei prodotti che proponi?”

Angela:

“Il negozio fisico l'ho aperto alcuni mesi fa ed è esattamente il negozio che avrei voluto trovare come consumatrice: carino, plurimarche e dai prezzi contenuti.
I prodotti che ho scelto (e continuo a scegliere) sono per la maggior parte quelli di cui si parla di più on line. Marche come la Weleda, La Lavera e la Sante sono abbastanza popolari nel mondo bio ma ci sono anche marche emergenti e di successo come la Fitocose, la Verdesativa, la Bioearth, la Tea etc che fanno proprio dei bei cosmetici naturali e che stanno conquistando fiducia presso clientela. Alcuni prodotti li avevo già provati, altri invece vado a leggerne le recensioni per capire se piacciono o meno.
Infine ci sono quelli che scelgo anche solo per una buona impressione sperando abbiano un riscontro positivo.”

Biosipuò:

. "Come risponde il consumatore a queste proposte? E' informato, riesce a percepire la differenza tra il cosmetico commerciale o di successo e quello ecobio?"


Angela:

“Il consumatore locale purtroppo non ha molta conoscenza della cosmesi biologica perciò sto incontrando alcune difficoltà a promuovere i miei prodotti. La gente è ancora troppo presa da ciò che le propina la pubblicità e se non ha specifici problemi dermatologici non si avventura nel campo del naturale.
Diverso è il discorso per il consumatore che usa internet. Di solito le persone che vanno in rete e partecipano ai forum di bio eco hanno già un background di conoscenze base e sono orientati a provare i prodotti e magari a "convertirsi" del tutto al naturale. La maggior parte della mia clientela proviene dalla rete e sa già quello che vuole.”


Biosipuò:

“E' importante quindi fare una campagna che sensibilizzi le persone che non vanno sul web.
Un'ultima domanda: cosa consiglieresti alle persone che per la prima volta approcciano il mondo del cosmetico ecobioetico? Dacci uno "starter kit" di prodotti che non devono mancare in un beauty”


Angela:

“Ai nuovi clienti io consiglio sempre di provare i prodotti e infatti ho dato campioncini a destra e a manca perchè più delle chiacchiere contano i fatti e le recensioni d'uso. Poi consiglio d'imparare almeno ad evitare determinate sostanze che si trovano nei cosmetici commerciali che possono essere allergizzanti e non salutari per la pelle.
Nel beauty non dovrebbero mai mancare un buon prodotto detergente (che sia latte, sapone o schiume) e uno idratante (creme o gel) adatti al tipo di pelle. Anche se non ci si trucca bisogna comunque pulire la pelle e darle la giusta idratazione per conservarla sana e bella per molto tempo.”


Biosipuò:

"Grazie per il tempo che ci hai dedicato e buon lavoro".

Il negozio lo potete trovare online all'indirizzo: www.madrenaturabio.com/

martedì 2 marzo 2010

AGNELLINO, PANE E VINO

Vi giro volentieri questo breve articolo di Benetazzo, che incontra perfettamente le considerazioni che ho fatto in questi ultimi giorni.

 

Fonte: Eugenio Benetazzo

 

Per una volta tanto non voglio parlare di economia, ma di una tematica alimentare di cui mi faccio portavoce durante il mio ultimo show “Funny Money”. Non posso fare a meno di intervenire a seguito del recente allontanamento di Beppe Bigazzi dai palinsesti RAI: questo dovuto per aver raccontato uno spaccato di vita e storia italiana dei primi decenni del secolo scorso, quando la preoccupazione principale non era la perdita del posto di lavoro o la solvibilità di un prestiro obbligazionario, quanto piuttosto che cosa si sarebbe dato da mangiare ai propri figli. Per chi non avesse ancora capito a che cosa mi sto riferendo, Bigazzi durante una puntata della “Prova del Cuoco” ha descritto sommariamente che cosa avveniva, in epoca di guerra e non solo, quando si mangiavano i gatti per necessità o povertà.

Nella mia provincia (Vicenza appunto), questo episodio è rieccheggiato fragorosamente a livello mediatico per ovvie motivazioni folkoristiche (chi non si ricorda gli sfottò durante il servizio militare “vicentino maledetto hai mangiato il mio micetto”). Non che sia a favore o giustifichi questi episodi (sono un devoto sostenitore della LAV) ed usanze alimentari del passato stile “L'albero degli zoccoli”, tuttavia mi ha fatto molto più adirare come le cronache mediatiche abbiano scritto fior di pagine sull'accaduto (più che altro perchè è stato coinvolto un personaggio noto della televisione), mentre non si soffermano un minuto a far comprendere, a tutti quelli che inorridiscono per un povero micio cucinato al vapore, la mattanza dei poveri agnellini che sta avvenendo proprio in questi giorni nei macelli italiani, per consentire di celebrare nel conviviale calore della propria famiglia un rituale altrettanto barbarico come quello della (Sanguinosa) Pasqua Cristiana.

In Italia alleviamo, cuciniamo e mangiano i conigli: per altre popolazioni questo è grande segno di inciviltà in quanto il coniglio è considerato un animale di affezione al pari del cane o del gatto, quindi guai a chi sogna di mangiarlo. Lo stesso a mio modo di vedere si potrebbe dire anche per il povero agnellino al quale viene riservato un trattamento piuttosto crudele: prima viene stordito, poi issato per una zampa, successivamente gli viene incisa la giugulare, e quando sopraggiunge la morte per iugulazione, allora passa alla operazioni di macellazione e porzionatura. Questo dovrebbe avvenire in teoria secondo il regolamento sanitario che definisce l'attività di macellazione, poi in pratica la fase di stordimento spesso viene “tralasciata” o "dimenticata” passando tosto alla recisione della giugulare da vivo ed in pieno stato di coscienza.

E tutto questo per consentire a tutte quelle mamme e ragazzini, recentemente indignati nel sentire in televisione di come si cucinava un gatto in tempi di fame e guerra, di poter gustare un abbacchio scottadito o un agnello al forno con patate alla menta nella Santa e Barbarica celebrazione della Pasqua Cristiana. Volete veramente trasmettere un messaggio di rinascita e resurrezione (intesa come una nuova epoca per risorgere) quale ci si aspetterebbe per la Pasqua ? Beh, allora smettete di ingozzarvi di carne e di sostenere con la vostra attività consumistica la proliferazione degli allevamenti intensivi a cominciare dai vitellini, finendo con i poveri ed innocenti agnellini. Che senso ha sostenere con il proprio comportamento consumistico un modello di sviluppo alimentare drogato quando un agnello per crescere di 1Kg in peso necessita di 10kg di cereali ? Ha senso in ottica cristiana decretare carestie, miseria e fame in paesi che non possono produrre il proprio sostentamento alimentare in quanto i terreni ed i loro raccolti di cereali sono asserviti all'ingrasso degli animali da reddito nei paesi occidentali. Così è chiamato oggi un agnellino: animale da reddito e non di affezione come il gatto.

Alla prossima Pasqua volete veramente abbracciare il pensiero cristiano e farlo vostro ? Volete contrastare la fame nel mondo ? Volete ridimensionare l'impatto ambientale dell'agricoltura e dell'allevamento intensivo ? Volete avere acque di falda più pulite ? Volete salvare l'Amazzonia dalla deforestazione ? Volete limitare l'effetto serra ? Per chi non lo sapesse, le deiezioni gassose dei bovini sono la principale causa dell'effetto serra sul pianeta. La soluzione a tutto questo esiste. Si chiama contingentamento del consumo di carne animale da allevamento intensivo (o meglio ancora la totale abolizione): il reale male del pianeta e la causa di moltissime patologie che colpiscono l'uomo in questi ultimi decenni. Cercate d'ora in poi, cominciando con quest'anno,  di celebrare una Santa Pasqua e non una Sanguinosa Pasqua Barbarica: diventate anche voi fautori di un cambiamento per migliorare il nostro pianeta e preservarlo da quello che è considerata la peggiore minaccia per la sua stessa sopravvivenza.  Preserve our planet: it's up to you.