"Un po' se lo merita" è il pensiero di diversa gente di fronte alle tragedie che colgono gli altri.
Sei stata stuprata perchè indossavi una gonna sopra il ginocchio? "Un po' te lo meriti..."
Sei stato tritato da una macchina mentre andavi in bicicletta? "Un po' te lo sei meritato..."
E così via, accumulando una serie di scrollate di spalle e giudizi privi di pietas, neanche fossimo degli spietati serial killer che hanno perso ogni tipo di sensibilità.
Stamattina, di fronte all'ennesima notizia dell'ennesimo incidente mortale provocato da pirati che non si fermerebbero nemmeno se mettessero sotto la madre, sono andata sul web a cercare notizie.
E ho letto la lungimirante risposta di un certo Massimo, che vi riporto:
"
CICLABILI
Ciclisti sulle ciclabili.
...
R: R: CICLABILI
Ci sono ci sono, faranno schifo ma ci sono e comunque non si può andare in bici sulle strade, dispiace per la dipartita ma, sopratutto su certe strade, un po' se le cercano."
Quello che il signor Massimo ha dimenticato insieme alla sua umanità, è che se la gente con le macchine va a 150 km/h sulla Colombo non è colpa di pedoni, scooteristi, ciclisti o altro, è solo ed esclusivamente colpa di chi guida.
Come si fa a giustificare dei comportamenti che contravvengono la legge e umiliano, feriscono, uccidono le persone, scaricando la responsabilità su queste ultime, le vittime?
Come siamo arrivati a fregarcene della vita di un'altra persona, della sua dignità, della sua integrità?
Come si arriva a fare violenza su altri esseri viventi?
E se fosse il degrado culturale nel quale siamo immersi fino al collo, a trascinarci in questo desolante baratro?
Noi pensiamo che mangiare carne vissuta in maniera atroce e uccisa peggio che barbaramente sia un privilegio che acquisiamo alla nascita. Ma non pensiamo mai che queste "vibrazioni" di terrore, disonore e morte siano poi le stesse che portano a considerare la carne di una donna alla stessa stregua, e che porta qualcuno di noi a prendere questa "carne" come fosse al supermercato e consumarla come più gli aggrada, senza ascoltare il netto rifiuto che la vittima gli oppone.
Noi pensiamo che uccidere un piccolo animale con le nostre potenti vetture non sia in alcun modo un evento significante. Ma è proprio quando non ci fermiamo a soccorrere un animale morente (a causa nostra) che perdiamo un pezzo di anima e anche il valore e il rispetto di una vita.
E' azzardato dire che chi non si ferma a soccorrere un animale potenzialmente lo farà con un uomo, ma è esattamente la stessa "vibrazione" cerebrale: non ci rendiamo più conto, anzi ce ne freghiamo.
Io non credo alle lacrime di chi, beccato dopo i fatti, si dichiara pentito, sconvolto, pronto a pagare i debiti con la giustizia. E' troppo facile piangere dopo aver lasciato morire (in senso metaforico o fisico) qualcuno fregandosene beatamente.
Non ci dovrebbe essere nessuna attenuante per queste persone, ma una vita di lavori forzati ai servizi sociali quali smaltimento dei rifiuti.
Già, perchè anche il fatto che siamo in un paese allo sbando, con un'emergenza rifiuti che sarà sempre più scottante, con le bellezze millenarie che vanno disgregrandosi e le risorse naturali che vengono predate, non influisce sui nostri comportamenti civici e umani.
Ma il paese allo sbando, in fondo, siamo noi a legittimarlo. E questo si, che un po' ce lo meritiamo....
Mi piace quello che scrivi e lo condivido in toto.
RispondiEliminaUn abbraccio
Franbcesca
P.S. Mi piace la nuova veste grafica del blog!!!