lunedì 14 maggio 2012

Il Cae, la festa dei vegetariani, e pensieri sparsi

Domenica 13 maggio a Roma si è svolta la decima edizione della festa dei Vegetariani, un momento d'incontro, informazione e riflessione su cosa significa essere vegetariani e perchè dovremmo esserlo. La manifestazione è stata ospitata presso la Città dell'altre economia , una realtà in piedi da anni ma che sembra purtroppo rischiare la chiusura grazie al disinteresse più totale di questa amministrazione cittadina che sembra evidentemente poco sensibile alla realtà in questione (e non solo).


Ma procediamo per argomenti senza mescolare troppo le cose.


La festa dei vegetariani: quest'anno mi è parsa leggermente sotto tono, ma come sempre ho avuto modo di fare conoscenza con diverse persone e scoprire delle realtà molto vive che si muovono nella nostra metropoli. Catering vegetariani, corsi di cucina crudista, banchetti animalisti e persino uno stand che vendeva cibo per animali veg. Ho usufruito di un trattamento gratuito di Pranic Healing che mi ha rimessa al mondo, e ringrazio le gentilissime operatrici che me lo hanno offerto.


L'esperienza principale di queste occasioni resta comunque quella di conoscere altre persone che condividono lo stesso percorso, e fare "rete" per diffondere questo stile di vita.


Già che c'ero, vista la concomitanza con il Biomercato, mi sono fatta un giretto nello spazio adiacente la festa, ricco (almeno da lontano) di invitanti banchetti. Devo dire la verità: sono rimasta parecchio delusa. Se biomercato deve essere, logica vorrebbe che su 20 stand 18 siano di prodotti biologici, in particolar modo alimentari. Invece, come purtroppo capita spesso, la rappresentanza del mondo alimentare e soprattutto vegetale era limitata a due stand che alle 13:00 si erano praticamente finiti tutto, a un meraviglioso banco con panificazioni naturali di tutti i tipi, al "porchettaro" e un venditore di formaggi bio.


Il resto, con tutto il rispetto per esso, era rappresentato da beni di ...seconda necessità.


Interessante però il laboratorio di creazione di pasta modellabile (il didò per intenderci) che alcune ragazze stavano facendo con dei bambini... un'esperienza da replicare sicuramente!


Proseguendo con il mio giro, ho deciso di visitare gli spazi della Città dell'Altra economia. Tenete presente che il consorzio che gestisce lo spazio all'interno dell'Ex mattatoio è sotto sfratto e continua ad "abitare" questo luogo solo grazie a piccole proroghe dell'ultimo minuto che però non consentono una pianificazione accurata e a lungo termine di eventi, manifestazioni, incontri.


Come dicevo prima, l'amministrazione attuale di questa città ha scarso interesse a mantenere vivo un luogo di incontro, relazioni e crescita che parla di economie alternative: questa amministrazione in realtà ha interessi solo dove può lucrare, cosa potrebbe farsene del CAE?


E' però paradossale che in una città come Roma, talmente ricca di agricoltura da essere la città europea con il maggior territorio agricolo, le amministrazioni non riescano a capire quanta "economia" questa situazione potrebbe creare. Paradossale e assolutamente miope, visto che sempre più cittadini si interessano di argomenti come la decrescita, il commercio etico, l'agricoltura biologica.


In ogni caso, devo dire che la biobottega mi ha delusa. Certo, lo spazio è molto grande e hanno un settore vini/oli spettacolare, per non parlare delle centinaia di tipi di conserve e di scatolame vario. Ma io vivo dell'illusione che la decrescita e l'altra economia debba essere frutto di uno stile di vita che predilige il fresco, l'appena colto. Vedere la zona ortaggi e frutta relegata in 20 metri quadrati e completamente sguarnita mi ha confuso le idee: in un giorno di grande affluenza come queste domeniche, mi sarei quantomeno aspettata che ci fosse qualcosa in più di tre vaschette di fragole, 5 chili di fave e qualche patata. Mi sarebbe piaciuto acquistare uno o due frutti e mangiarmeli al sole, ma anche fare un pò di spesa da portare a casa: per lo scatolame, attraverso la strada e il supermercato davanti casa me ne offre in abbondanza.


Non è andato meglio il biobar: proponeva moltissimi panini e focacce, con i soliti prezzi allucinanti. Un euro e 50 per una pizzetta di 7 cm di diametro e del peso scarso di 80 grammi, due euro e 50 per saccottino di 130 gr ripieno di verdure. L'acqua (di Nepi e in plastica), un euro per mezzo litro. Se fossero corretti toglierebbero il prefisso bio.


 


Comunque sia, se è il messaggio che conta, e lo spazio per fare rete e "numero" la Città dell'Altra Economia è un punto cruciale d'incontro, ed eventi come la festa dei Vegetariani importanti momenti d'informazione.


 


 


 


Ava: http://www.vegetariani-roma.it/


Città dell'Altra Economia: http://www.cittadellaltraeconomia.org/index.php

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