Ultimamente molte riflessioni sul mondo del lavoro si affacciano alla mia mente, per cui perdonatemi se in questo periodo potrei assillarvi con questo argomento. D'altro canto, se è vero che trovare un lavoro è diventato un evento più raro di una vincita al superenalotto, è altrettanto vero che i fortunati che ce l'hanno incorrono in tutta una serie di problematiche poco considerate sia dal lavoratore che, a maggior ragione, dal datore di lavoro.
Per questo post, prendo spunto da una pubblicità vista su un giornale scroccato alla suocera per parlare della nuova campagna che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha avviato per portare alla conoscenza dei lavoratori due tipologie di malattie professionali estremamente diffuse: distubi muscolo scheletrici e malattie respiratorie.
L'incipit della nuova campagna del ministero del lavoro è altamente significativo:
"Sono latenti e lente nella loro manifestazione, pericolose e spesso sottovalutate. Sono le malattie professionali, patologie che i lavoratori contraggono per effetto dei lavori svolti"
Per poi continuare, nei manifesti della campagna stampa:
"Le malattie professionali non si manifestano subito. Per prevenirle i datori di lavoro e i lavoratori devono conoscere, adottare e applicare le misure di protezione e di tutela della salute"
Nella fattispecie, la campagna è rivolta a lavoratori agricoli, della grande distribuzione e agli addetti ai trasporti. Banalmente, può e deve assolutamente essere estesa a tutti.
Fortunatamente, oserei dire, perchè i privilegiati che svolgono il loro lavoro prettamente in ufficio, davanti ad un computer e comodamente seduti per otto ore.
Ma il nostro sistema osteoarticolare non è assolutamente predisposto per rimanere seduto così a lungo e tantomeno per guardare uno schermo luminoso per tutte quelle ore. Ecco qua che molti di noi animali da ufficio soffrono di tensioni cervicali, cefalee da stress visivo, compressioni lungo la colonna., piccole allergie... quando ci dice bene. Tutto questo si acutizza se l'ambiente di lavoro non è a norma e se le postazioni di lavoro non forniscono appoggi ergonomici, giusta illuminazione e adeguato ricambio d'aria.
Come dice il manifesto, le malattie professionali non si manifestano subito. E' quindi fondamentale attuare tutte le strategie possibili per prevenirle.
E qui viene il bello... Alzi la mano chi si sente veramente tutelato sotto questo aspetto: quante persone riescono ad avere postazioni di lavoro adatte? E quanti fanno turni che non danneggiano la loro salute? Quanti ancora riescono a pretendere dalle aziende le minime condizioni climatiche giuste?
Personalmente, in 24 anni che frequento uffici in tutta Italia, raramente mi è capitato di avere le condizioni ottimali per poter tornare a casa senza acciacchi, occhi disidratati, raffreddori.
Ho lavorato presso grandissimi clienti, alcuni dei quali così prestigiosi da costituire il fiore all'occhiello dei miei datori di lavoro. In tutti questi luoghi, pochissimi esclusi, laddove al dipendente viene garantita la prevenzione minima, il consulente è carne da macello della quale un pò tutti se ne fregano. E siccome se tu sei da un cliente e ti lamenti delle condizioni misere in cui svolgi le tue ore lavorative rischi che lo stesso cacci te e la tua azienda, moltissime società giocano su questo schifoso ricatto moral ed economico per indurre i propri dipendenti a soffocare la voce del proprio diritto alla salute.
PEr fare un brevissimo esempio, vi elenco le perle della mia esperienza, facilmente riportabile alle centinaia di colleghi e amici che ho incontrato lungo la strada:
- ambienti destinati a uso magazzino, ced,sgabuzzino o discarica, con scarsa illuminazione naturale o totalmente assente
- stanze che superavano facilmente in estate le temperature massime previste dalla legge 81/08. Senza condizionatori e con decine di pc, era anche difficile respirare
- stanze in ale di palazzi abbandonati dai dipendenti del cliente, con servizi igienici sporchi per l'assenza del personale di pulizia e animali morti lungo i corridoi (piccioni, topi).
- stanze con pioggia di sterco di piccioni proveniente dalle finestre
- stanze così affollate da non avere nemmeno la metà delle dimensioni minime previste dalla legge
- stanze con decine e decine di cavi in terra, con sedie risalenti alle guerre puniche rotte e assolutamente non ergonomiche
- stanze con scrivanie e suppellettili spolverate una volta l'anno, e filtri sostituiti una volta ogni due
- utilizzo di pc e cuffie da parte di più lavoratori, senza mai avere il tempo di effettuare le opportune procedure di sterilizzazione
- aria condizionata (le poche volte che c'è) ad altezza cervicale
- scrivanie disposte alla rinfusa, con illuminazioni inadeguate e nocive per la salute degli occhi
- etc etc etc
Le conseguenze, su di me e su altre persone, vanno dalla semplice sciatalgia alla deformazione della colonna, per passare a episodi di gravi problemi respiratori o danni alla vista.
Tutto questo potrete leggerlo nei link sottostanti, ma la mia domanda, che rivolgo a voi e al ministero del lavoro è:
in questo periodo di crisi, quanti di noi troverebbero il coraggio di denunciare condizioni di lavoro non sicure, con il rischio di perdere un lavoro ottenuto con tanta fatica?
E nel caso, a chi rivolgersi quando il danno è fatto, se lo stato italiano non ha nemmeno i soldi per pagare gli invalidi?
Per finire, facciamo sempre attenzione ai segnali del nostro corpo: ripetute influenze, cefalee, dolori articolari oltre ad essere conseguenza di cattiva alimentazione e scarso movimento possono nascondere l'insorgere di una malattia professionale.
Valutiamo anche quanto il nostro lavoro ci costa in salute, energie vitali e medici/farmaci. Pi, se possiamo permettercelo, scegliamo la salute.
"....metto la testa a posto,vado avanti,rigo dritto scelgo la vita, già adesso non vedo l'ora,diventerò esattamente come voi;il lavoro,la famiglia,il maxi televisore,del cazzo,la lavatrice,la macchina,il cd e l'apriscatola elettrico; buona salute, colesterolo basso,polizza vita,mutuo,prima casa,moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio,bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale tirando avanti lontano dai guai in attesa del giorno in cui morirai..."
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/Notizie/20120606_Nuova_Campagna_malattie_professionali.htm
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/SicurezzaLavoro/MalattieProfessionali/default.htm
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/SicurezzaLavoro/MalattieProfessionali/Campagne/default.htm