lunedì 29 dicembre 2008

Cattiva informazione

Ho letto qualche giorno fa questo articolo, che mi ha dato parecchio da pensare su come certe informazioni possano generare dei "mostri".

Certo, era un articolo di economia domestica volto a far risparmiare denaro alla gente, ma decisamente poco lungimirante sul breve e lungo termine, oltre che sugli impatti ambientali (e quindi costi gravanti sulla comunità) di ritorno.

 

Vediamo cosa in particolare proprio non mi è piaciuta:

1) comprare frutta e verdura nei mercati rionali alle 13: si risparmia fino al 50% perché l’invenduto rischia di alterarsi;

Avete mai provato ad andare sul tardi al mercato? Cosa pensate di trovarci, prodotti freschi di giornata o l'invenduto dei giorni precedenti? Perchè dovrei comprare un vegetale striminzito e sfiancato, solo perchè costa la metà? E i valori nutrizionali? E l'occhio che vuole la sua parte?

 

2) nei supermercati comprare solo beni di prima necessità: meglio puntare sui quei prodotti che hanno prezzi bassi per attrarre la clientela;

I prezzi bassi messi lì per attirare la clientela hanno dei pesanti costi sulle loro spalle. Non è possibile produrre sottocosto e vendere sottocosto, a meno che non si facciano pagare i costi sociali ai lavoratori e alla collettività. E poi ci lamentiamo della crisi...

Non solo; se tutti comprassero solo i sottocosto, i supermercati chiuderebbero nell'arco di pochi mesi. 

 

4) provare pasta a bassa prezzo: spesso è un buon prodotto – a patto che sia fatta con grano duro

Non sarebbe il caso di accertarsi da dove provengono le materie prime? Se ad esempio per produrre un chilo di pasta ci vogliono 2 euro, cosa compriamo quando acquistiamo lo stesso chilo a 60 centesimi?

Non sarebbe meglio allora invogliare all'autoproduzione? Tipo comprare dei cereali, macinarli freschi e poi preparare in casa la pasta? 

 

2) evitare le uova biologiche, costano di più e sono tutti da dimostrare i vantaggi per la salute;

Certo, comprate pure le uova a 40 centesimi, tanto se gli animali sono gestiti al peggio del peggio che ci frega. Che ci frega se mangiano mangimi addizionati di tutto e non controllati contro gli ogm?  E del sapore, ne vogliamo parlare? O ci facciamo una frittatina con uova anemiche e zucchine ultramosce, che saremmo costretti a insaporire con etti di sale o spezie?

I valori nutrizionali di cibo allevato come una volta sono di gran lunga superiori a quelli provenienti da allevamenti industriali, non fosse altro per la minore introduzione di medicinali e la migliore igiene, questo punto è scandaloso. 

 

3) non farsi condizionare dalle marche famose: spesso altri prodotti hanno il medesimo livello di qualità;

Io direi: non farsi condizionare dalle marche e dai prodotti confezionati. Ma perchè non c'è nessuno che invogli all'autoproduzione e all'alta qualità?

 

 

 

Come spesso accade, questi consigli potrebbero risultare ottimi alle persone che, ignare, decidessero di applicarli. Senza pensare ovviamente alle conseguenze sulla salute, sull'economia collettiva e sulle conseguenze ambientali.

 

Cosa si potrebbe consigliare, invece?

1) Mangiare meno         è il modo più economico che esista per risparmiare e mantenersi in salute

2) Mangiare cibi freschi e con poche confezioni  il cibo fresco ha tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno (a differenza del confezionato), e soprattutto non ha costi aggiuntivi di packaging che viene sprecato nell'immondizia. 

3) Comprare sempre nei mercati rionali  instaurare un rapporto di fiducia con i venditori e capire in che modo si riforniscono. Comprare ovviamente a tutte le ore, anche se io preferisco andarci la mattina presto: vi assicuro che la scelta che si ha alle sette di mattina alle 13.00 è una chimera. 

4) Consumare poche proteine animali   e quelle poche che siano biologiche. I vantaggi sulla salute ci sono senza dubbio, solo il fatto di sapere che si consuma "cibo sano" è una potente panacea. 

5) Evitare di comprare l'ennesimo cellulare o gadget elettronico. Quanto incide sul bilancio familiare la spesa alimentare rispetto alle simpatiche e numerosissime trovate elettroniche che abbiamo in casa? A voler essere onesti, e guardarci in tasca (o addosso), potremmo scoprire di avere centinaia di euro spesi in gadget e abbigliamento... e allora  avremmo ancora la faccia di osare risparmiare su un atto così fondamentale quale alimentarsi?

6) Mangiare in maniera semplice  come dice F. Libero Manco in questo articolo

7) Diversificare gli acquisti e farsi due conti, si possono scoprire tante belle cose

Come ci insegna sempre Manco:

Ultimamente sono stato ad un supermercato dove tra i vari scaffali non manca quello di macelleria dove un solo kg di carne di vitello costa 20 euro. Ebbene, con la cifra di 20 euro al posto un solo kg di carne ho potuto acquistare: 1 kg di : ceci (3 euro), 1 kg di noci (3 euro), 1 kg di pane (2,5 euro), 1 kg di pasta (2 euro), 1 kg di cicoria (1,5 euro), 1 kg di insalata (1,5 euro),  1 kg di frutta (1,5 euro), 1 kg di patate (1 euro) e 1 litro di olio (4 euro). Con questi quantitativi mi sono assicurato non solo il sostentamento alimentare per quasi una settimana

 

Cos'altro aggiungere?

Leggiamo sempre con attenzione e informiamoci costantemente. 

lunedì 22 dicembre 2008

Ancora sulla consapevolezza - dal punto di vista yogico

Fonte: yoga.it

 

Scegliere la consapevolezza

Come evitare la ripetizione di atti inconsapevoli seguendo la via della chiarezza

 

Se guardiamo indietro nel tempo e ripercorriamo la storia della civiltà, osservando quanto è accaduto nelle varie epoche del mondo, ci accorgiamo che gli accadimenti, le guerre, le distruzioni che periodicamente si sono succedute sono sempre state determinate dalla mente incolta dell'uomo.

Né all'interno della famiglia, né a scuola ci viene insegnato ad essere consapevoli dei nostri atti, ad osservare i nostri sentimenti, a trovare le radici della rabbia, dell'invidia, dell'odio. Cresciamo inconsapevoli, ignorando il significato della vita, pieni di presunzione e di egoismo, percorrendo un sentiero che porta al desiderio, all'oscurità e al dolore.

L'uomo nel corso della sua vita si trova davanti ad un bivio: una via porta alla chiarezza e alla conoscenza attraverso una disciplina interiore; l'altra alla ripetizione di atti inconsapevoli, a cui con il tempo non possiamo più sfuggire e che finisce per travolgerci.

L'inconscio dell'uomo è infatti colmo di semi karmici, derivati da esperienze passate tanto fisiche quanto emotive e mentali ed è condizionato da questi; la legge del karma è sempre in atto: ogni impulso, ogni sensazione, ogni atto scende nell'inconscio, per riemergere, sempre, in azione. Se questo meccanismo inconsapevole si ripete diverse volte, l'impressione mentale diventa samskâra, cioè «seme» o «predisposizione», ed acquisterà forza tale da influenzare le nostre azioni future, producendo in tal modo altro karma.

Nell'ignoranza, ogni attività incrementa il potenziale del deposito karmico che diventa sempre più minaccioso e determina il nostro agire. Ogni ripetizione rinforza il samskâra che premerà per riemergere, ad ogni occasione, più forte.

Ciascuna azione lascia nel nostro inconscio un segno indelebile come la pioggia quando, scorrendo sul terreno, forma dei rivoli; quando pioverà ancora, l'acqua scorrerà in quegli stessi solchi e troverà una resistenza inferiore. E il solco si farà più profondo.

Seneca affermava: «Volentes ducunt fata, nolentes trahunt», nel senso che si può arrivare alla comprensione e divenire in tal modo conduttori della nostra vita oppure essere travolti e distrutti dal nostro agire inconsapevole.

Tutte le azioni, anche quelle che crediamo ci portino verso la felicità, contengono in sè il seme del dolore, perché niente è eterno, tutto è mutamento, perché il nostro ego non si accontenta mai e, nonostante il nostro orgoglio, ci sentiamo fragili.

Gli atti che compiamo meccanicamente sono dettati dall'egoismo, dalla paura, dall'attaccamento, dalla disperazione, che ci rendono sempre più rigidi, incapaci di mutare il corso della nostra vita.

Come fare allora?

Ogni gesto compiuto o subito provoca in noi una «sensazione-reazione» che si deposita nel subconscio. Se non la fermiamo e non la osserviamo, scenderà nell'inconscio, come abbiamo detto, cioè in una zona che è fuori dal nostro controllo, pronta quindi a riemergere all'improvviso in un futuro più o meno lontano; l'istinto infatti non è altro che un'abitudine mai conosciuta, che si è stabilita nel nostro inconscio e che torna a palesarsi ad ogni occasione, e che accettiamo come parte di noi.

Anche gli animali hanno istinti, ma la loro mente non è in grado di distinguere cosa sia giusto o meno. L'uomo lo può fare, sempre ricordando però che le nostre valutazioni sono relative e fino a quando non avremo raggiunto una perfetta discriminazione, il nostro concetto di giustizia continuerà a modificarsi e ad ampliarsi. E' nel subconscio, cioè nel momento in cui possiamo avvertire le reazioni che l'esperienza provoca, che dobbiamo fermare e conoscere la nostra mente, ponendoci quelle domande che ci portano alla chiarezza («Perché ho avuto questa reazione? Come posso modificarla?» ecc.).

Questo processo ci porta ad una vita di consapevolezza e guardando le nostre reazioni distruttive, le nostre dipendenze, impariamo a conoscere e ad affinare gli strumenti di cui disponiamo per superare i nostri condizionamenti.

Occorrono però disciplina, costanza e la volontà di creare un'abitudine positiva di ricerca, di trovare spazi di riflessione giornaliera, intraprendendo un lavoro sistematico che porterà al risveglio del nostro potenziale di bene.

 

 

martedì 16 dicembre 2008

Una parola per il 2009 - Consapevolezza

Mai come in questa "era" è fondamentale essere consapevoli, di chi siamo e delle scelte che ogni giorno compiamo.

Consapevolezza significa pensare con la propria testa, analizzare le svariate fonti da cui provengono le informazioni e districarsi tra i tanti inganni che ogni giorno ci propinano/propongono. Significa poter leggere un libro, un testo, una frase, e avere le armi per capire o sentire se quello che abbiamo davanti agli occhi sia accettabile e veritiero.

Consapevolezza significa assumersi la piena responsabilità delle nostre scelte e azioni, perchè le facciamo essendo ben coscienti di ciò che andiamo a compiere. Una scelta consapevole può anche non essere etica, ma se è fatta con cognizione di causa e non lede il prossimo, va accettata come espressione della piena volontà di chi la compie.

Essere consapevoli significa essere liberi di vivere la propria vita e di fare le nostre scelte in totale libertà, senza condizionamenti esterni e senza subire acriticamente le decisioni altrui. 

 

Ma vediamo in pratica l'uso della consapevolezza:

  • Sapere cosa mangiamo è diventato fondamentale. Bisogna conoscere quindi cosa significano tutti quelle decine di nomi e numerelli in modo da capire che la maggior parte di loro è un derivato del petrolio. Se foste consapevoli di ingerire petrolio insieme al cibo, lo mangereste ancora? Sapere che un prodotto confezionato, preparato mesi fa e pieno di grassi, oli, coloranti letali non ha praticamente alcun valore nutritivo, potrebbe indurci ad optare per cibi freschi da preparare con le nostre mani.
  • Sapere che i prodotti cosmetici che usiamo inquinano le falde acquifere, uccidono animali (sia per i test che per dispersione nell'ecosistema) e danneggiano anche la nostra salute, potrebbe farci cambiare idea sull'opportunità di usarli ancora
  • Essere coscienti delle principali funzioni fisiologiche del nostro corpo, conoscere profondamente il nostro corpo e il significato dei segnali che le malattie mandano, potrebbe cambiare il nostro status di sudditanza psicologica nei confronti dei medici e iniziare con loro un rapporto costruttivo, fatto di consigli e non solo di pillole. Nessuno meglio di noi è deputato alla conoscenza della propria persona e delle relative percezioni, sensazioni, malattie; perchè non iniziare a rendercene conto e smettere di delegare la gestione della nostra salute a gente che vediamo poche volte l'anno? Se sapeste che i vaccini per l'influenza in realtà fanno più bene che male e che non vi esenteranno dal solito febbrone stagionale, continuereste a prenderli?
  • Se foste un lavoratore sottopagato e sfruttato di una qualsiasi catena di produzion/distribuzione, comprereste dal vostro datore di lavoro? Se i vostri figli subissero questi trattamenti, comprereste dai loro datori di lavoro? Anche sapere in che modo i prodotti che giungono a noi sono ottenuti, è segno di consapevolezza. Le nostre scelte potrebbero cambiare drasticamente.
  • L'economia va a rotoli, la crisi è nera, i suggerimenti degli esperti continuano a parlare di PIL e di aumento dei consumi. Ma se qualcuno ci dicesse che il PIL aumenta ogni qual volta muore una persona (lavoro per le pompe funebri) o c'è un grosso incidente in autostrada o una calamità naturale, saremmo ancora attaccati a questa fonte di iattura? Perchè tante persone sono preoccupate delle scelte etiche e di decrescita di pochi poveri "pazzi", sostenendo che decrescendo chiuderebbero tante fabbriche, aziende, con conseguenze nefaste per il lavoro di decine di migliaia di persone? Vorrei raccontare a queste persone che in questo momento ci sono ben pochi individui che stanno seguendo i consigli di Serge Latouche, eppure Fiat mette in cassa integrazione 48000 dipendenti, Telecom ha esuberi a non finire, Alitalia ormai ci ha lasciati. Per non parlare poi di tutte le piccole realtà locali... Ecco, alla luce di quesi fatti evidenti, possiamo scegliere di continuare a farci prendere in giro oppure di essere consapevoli che una serie di alternative esiste.

 Sono tanti gli esempi che si potrebbero fare, infiniti direi. Come sempre, basta iniziare dalle piccole cose e iniziare a prendere coscienza di noi e delle nostre azioni. Per il 2009 il blog e noi insieme cercheremo di lavorare in questa direzione.

giovedì 11 dicembre 2008

Latte crudo

Vi riporto volentieri l'iniziativa del Consorzio Tutela Latte Crudo, che potrete anche trovare a questo link:

http://www.ipetitions.com/petition/consorziotutelalattecrudo/

 

L’attacco denigratorio contro la vendita diretta del latte crudo ha ottenuto il risultato
L’ordinanza del Sottosegretario Martini prevede:

l’obbligo di riportare sulle macchinette erogatrici in maniera ben visibile ed a caratteri in rosso l’indicazione che “il latte deve essere consumato previa bollitura”.

Questo dopo ben quattro anni, in cui centinaia di migliaia di cittadini, ogni giorno hanno acquistato il latte crudo presso i distributori self service, senza che vi sia stato un solo caso provato di infezione causato dal nostro latte (Voi tutti ne siete testimoni) come dimostrano le migliaia di analisi effettuate dal Servizio Sanitario Pubblico.

OBBEDISCO! ….. Ma non capisco!

Perché chi vende uova, pesce o carne cruda non deve apporre scritte: “Da consumarsi previa bollitura”?

Perché nei ristoranti si può servire capaccio di pesce, o carne, insalate russe e dolci fatti con uova crude?

Perché l’industria non deve far bollire il latte? Ma può scaldarlo a 72 gradi per 15 secondi?

Perché solo il nostro latte deve essere consumato previa bollitura”?

Chiediamolo direttamente al Sottosegretario Martini
tel. 06/ 59945778 – 5779 fax 06/ 59945331

Aiutateci a difendere un modo di vendita trasparente, controllabile, che
permette ai consumatori di avere il miglior prodotto ad un prezzo onesto,
riducendo gli sprechi e salvaguardando l’ambiente.


Consorzio Tutela Latte Crudo
 

 

Io aggiungo una considerazione: è un bene che non sia passata l'ordinanza che avrebbe sospeso addirittura la vendita, ma è assolutamente negativo il fatto che si cerchi di allarmare la gente gridando al batterio. L'escherichia coli, che tanti danni fa oltreoceano, è un batterio che in minima parte è presente negli organismi umani e che si sviluppa in condizioni igieniche scarse.

Guarda caso, il problema più grande che hanno negli Stati Uniti non proviene da produttori di latte bio o crudo, ma dagli allevamenti intensivi che sottopongono gli animali a forti stress fisici ed emotivi. Quando le bestie passano al macello, vengono sbudellate nel giro di pochi secondi; se viene sparso per errore il contenuto degli intestini di un solo animale infetto su un tavolo di lavoro, tutta la carne che passerà su quel tavolo verrà contaminata. Per questo motivo, quando si fanno gli hamburger è facile che l'E. Coli passi in centinaia di polpette, causando problemi gravi e gravissimi nella popolazione.  Il problema quindi, proviene più dai processi di allevamento e trasformazione industriale piuttosto che da un bel bicchiere di latte fresco appena munto, che i nostri nonni bevevano abbastanza tranquillamente. Certo, noi non abbiamo gli organismi abituati, ed è bene in ogni caso evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti gastrointestinali, ma sono le conseguenze di una alimentazione industriale e priva di nutienti naturali che ci porta a non distinguere più il cibo vero da quello di plastica.

 

 

Vi segnalo inoltre l'articolo riportato su AAMTerranuova:

 http://www.aamterranuova.it/article2765.htm

giovedì 4 dicembre 2008

Considerazioni sul natale

Ci siamo, il conto alla rovescia è iniziato da qualche giorno, i supermercati sono pieni di dolci di ogni tipo e strade e centri commerciali sono già addobbati dei classici colori natalizi.

Devo dire la verità, la nota di colore che precede e accompagna il Natale è molto allegra e dona un'atmosfera piacevole al mese di dicembre, se volessi esagerare direi anche un filino magica (tutte quelle lucine poi...).  E poi l'attesa per il periodo di feste, le ferie che i fortunati riusciranno a fare, le serate passate in casa o in famiglia a chiacchierare e mangiucchiare.

Se proprio devo confessarlo, no, non odio il Natale. 

Quello che proprio non mi piace sono gli aspetti meramente consumistici della festività, la corsa al regalo, la tredicesima che vola in compere prima ancora di entrare nelle nostre tasche, l'eccessiva opulenza di troppe tavole, le usanze e tradizioni stravolte da multinazionali che trasformano un simbolo cristiano e prima ancora appartenente ad altre religioni e credenze in un ridicolo omino michelin vestito di rosso e addobbato con la barba bianca.

 

Non mi piace il traffico che blocca la mia città nei primi venti giorni di dicembre, con le persone che sembrano cavallette impazzite e che corrono in ogni dove chissà perchè sempre con la macchina. Non mi piacciono i miliardi di pubblicità che ti spingono a comprare per forza qualcosa o a fare per forza di cose (pena la squalifica sociale) un regalo a parenti, amici, e pure a semplici conoscenti, tiè.

Non mi piace che si cerchi di detassare uno stipendio per favorire lo sperpero in panettoni e botti, per poi ritrovarsi a fine gennaio con conguagli/stangate e il culo per terra.

Non mi piacciono le venti portate a pasto che si propongono nei giorni di festa, l'eccessivo abuso di vite animali e lo sperpero dei troppi avanzi buttati nella pattumiera. E soprattutto non mi piace la puntuale speculazione dei negozianti che, per l'occasione, triplicano o quintuplicano il prezzo di alcuni generi alimentari prendendo per la gola (o per il collo?) chi, per tradizione o per cercare comunque di mettere in tavola un pasto diverso dal solito, si avventura tra i loro "artigli".

Non mi piace che la multinazionale che vende bollicine abbia mandato in pensione l'epifania, la brutta ma snella befana e i suoi frugali ma graditissimi doni per  un opulento, grasso, studiato a tavolino signore che viaggia in slitta (alla faccia di quella poveraccia che si gela sulla scopa) e che ha mille aiutanti. Certo, direte voi, Santa Claus esiste da un bel pò, è una tradizione nordica (come l'albero di natale)... Ma era completamente diverso da quel ciccione che indossa orgoglioso i colori dei suoi frizzanti creatori!

Se proprio devo andare avanti, vi confesso anche che non mi piace l'aria generale di buonismo che permea molti animi; capisco l'atmosfera magica, ma fare gesti gentili tutto l'anno sarebbe meno ipocrita che ricordarsi del prossimo solo dieci giorni l'anno. 

 

A parte queste considerazioni, ritengo che la terza decade di dicembre e la prima settimana dell'anno nuovo siano un periodo ricco di spiritualità e di significati. E' il periodo in cui le giornate ricominciano lentamente ad allungarsi, è il periodo in cui la terra riposa e i semi dormono protetti da essa. E' un momento per riposarci insieme alla natura, per raccogliere le energie necessarie per tirare le somme dell'anno che sta per finire e per costruire quello nuovo: un periodo essenziale per capire chi siamo, che strada abbiamo percorso e quale direzione vogliamo intraprendere. Con la calma (si spera) dei giorni di festa, si può godere della compagnia dei nostri cari (senza però causarci un infarto da eccessi alimentari!) e anche di tempo da dedicare a noi stessi. 

Non voglio fare considerazioni etiche, ecologiche o bio.

Auguro a tutti noi di vivere l'armonia di queste giornate e di ottenerne il meglio. 

martedì 2 dicembre 2008

La verità sugli ormoni - Sherrill Sellman

Mi è capitato per caso durante i miei acquisti di comprare questo libro.

Mi interessava molto perchè, come molte donne, i problemi ormonali mi stanno accompagnando ormai da decenni.

Ho scoperto un mondo e avuto conferme di parecchi miei dubbi: gli ormoni sintetici che vengono somministrati in diverse fasi della nostra vita possono provocare danni che al momento non sono ancora pienamente calcolabili ma che sono tutti molto seri.

Si va dalla maggiore incidenza di tumori al seno e all'utero per proseguire attraverso cardiopatie, disfunzioni ormonali (la tiroide è severamente colpita dall'eccesso di estrogeni) e crisi depressive.

Nel libro si esprime un concetto importante che io (ahimè) non avevo mai sentito prima: Dominio degli estrogeni.

Il dominio degli estrogeni è una condizione nella quale un eccesso di estrogeni (autoprodotti o introdotti) crea uno squilibrio ormonale tale da bloccare diversi processi e soprattutto il giusto bilanciamento con il progesterone. A seguito di questo squilibrio, si incorre in una serie di patologie che il libro descrive alla perfezione ma che raramente ci viene detto dai dottori che ci visitano.

Così, numerosi medici hanno scoperto che la Terapia Ormonale Sostitutiva, così come la pillola anticoncezionale, contribuiscono fattivamente a provocare reazioni a catena che vanno da "semplici" problemi come la SPM, passando per crisi depressive e continuando fino alla comparsa di tumori in figlie di madri che hanno usato queste terapie.

Le spiegazioni contenute nel libro sono numerosissime, dettagliate e molto illuminanti, è scioccante comprendere come molti piccoli dettagli nei quali siamo incappate durante la nostra vita possano in realtà essere provocati dalla pillola anticoncezionale piuttosto che dagli estrogeni per "alleviare" la menopausa.

Non vado oltre perchè è meglio comprare il libro, tra l'altro costa solo 6,46 euro, è un investimento che vale davvero la pena fare.

Io ho già convinto tre mie colleghe a leggerlo ;-) 

ormoni.jpg

 

giovedì 27 novembre 2008

Come sta il pesce che mangiamo?

E' piuttosto recente la notizia che il Pangasio, pesce che sta salendo prepotentemente alla ribalta sulle nostre tavole, in realtà sia un prodotto tutt'altro che sano. Per i pochi che ancora non lo sapessero, è un pesce d'acqua dolce che cresce in uno dei fiumi più inquinati del mondo, e la concentrazioe di metalli tossici che accumula nella sua breve esistenza è tale da essere rischioso per la nostra salute. Non solo: vivendo in un fiume, il Mekong, che è la discarica di diversi popolosissimi paesi, il pesce spesso è "ricco" di batteri e microbi non proprio salutari. Certo, costa poco (in realtà in diverse pescherie mica tanto poco), ha un sapore delicato, è facile da preparare. Ma cosa mangiamo?
Mangiamo inquinanti, tossine e qualche grammo di carne, decisamente un prezzo troppo alto. Gli aspetti interessanti di questa notizia sono però molteplici, e cercherò di elencarne qualcuno.

- Ci siamo tutti scandalizzati del fatto che possa nuocerci in prima persona, ma non abbiamo pensato neanche per un minuto che i costi ambientali sostenuti per farci arrivare in tavola questa delizia sono altissimi. Il pesce viene lavorato, congelato, trasportato a migliaia di chilometri di distanza e poi viene decongelato e esposto nei supermercati in banchi refrigerati. La catena energivora è paurosa, un etto di pangasio viene a costare al pianeta molto più di un'intera giornata con la tv accesa.

- I controlli fatti alle frontiere troppo spesso sono superficiali, come dice Conti ne "La leggenda del buon cibo italiano", le dogane sono sottodimensionate e capita spesso che passino alimenti non conformi alle norme di sicurezza alimentare; oltretutto, basta che in uno dei paesi della comunità europea ci siano delle dogane poco attente o compiacenti, ed ecco che in tutta Europa (basta che un paese comunitario dia l'ok che si può entrare ovunque) entra cibo contraffatto o non conforme.


Pesci allevati


- Ci scandalizziamo del pangasio, ma continuiamo come se niente fosse a consumare pesce allevato perchè ci consente di portare a tavola più spesso questo tipo di carne. A questo punto, sarebbe bene sapere che il pesce allevato vive in "gabbie" abominevoli, stipato peggio delle galline, e la scarsa acqua a loro disposizione è altamente inquinata da batteri, germi e microbi, proprio come quella nella quale vive e si riproduce il pangasio. A differenza del Mekong però, la causa dell'inquinamento è dovuta all'alta concentrazione di sostanze "di scarto metabolico" prodotte dai pesci; per dirla in maniera poco elegante, i pesci di allevamento vivono nella cacca. Per sopperire a ciò, vengono loro somministrate dosi di antibiotici e di medicinali vari, che ovviamente vanno poi a finire nei tessuti e negli organi degli umani (o degli animali) che li mangiano. Fosse finita qui, potremmo pure starci. Come mangiano i pesci d'allevamento? Naturalmente diversamente da come farebbero in natura. Mangiano papponi di cereali misti a vitamine misti a medicinali, oli, grassi e farine animali. Avete letto bene, farine animali derivate dagli scarti della macellazione di bovini e pollame. Pollan, nel suo libro "il dilemma dell'onnivoro", sostiene che gli scarti bovini sospetti di causare il morbo della mucca pazza, vengono somministrati ad altre specie; l'autore si chiede però cosa può succedere se un pollo o un pesce che hanno mangiato scarti bovini, a loro volta entrano nella catena alimentare di un altro bovino. Prospettive inquietanti e dai risvolti imprevedibili, ma di questo parleremo in futuro. Tornando ai pesci, abbiamo capito che quelli di allevamento vengono nutriti con cibo che in natura non avrebbero modo di consumare, e le conseguenze sugli organismi e sul consumatore finale, ancora una volta, sono imprevedibili. Senonchè, quando il dottore ci raccomanda di non consumare carne rossa, noi andiamo tranquilli sulla spigoletta senza sapere che abbiamo fatto un miscuglio di tossine micidiale.
- Non parlerei dei costi ambientali degli allevamenti intensivi perchè staremmo qui un anno; ovviamente sono elevatissimi, poichè come detto prima la concentrazione elevatissima di pesce provoca un inquinamento che in natura non esisterebbe.
Quando andiamo a comprare l'oratina o la spigoletta che "fanno tanto bene" quindi, sarebbe opportuno pensare che proprio bene non fanno e dirottare i nostri acquisti su prodotti pescati eticamente. Non ce lo possiamo permettere? Mangiamo pesce meno frequentemente, cereali e legumi sono ottime fonti di proteine e durante l'inverno è un piacere mangiare delle belle zuppe calde.


Gamberetti

-Ultimo punto ma non meno importante.
La maggior parte di gamberi scampi mazzancolle che arrivano sulle nostre tavole e che compriamo a prezzi relativamente bassi, viene dal sud est asiatico. A parte il fatto che per riempire i nostri stomaci con un pasto a base di piccoli crostacei dobbiamo ogni volta commettere un genocidio, questi paesi stanno subendo grossissime perdite da un punto di vista ecologico proprio grazie agli allevamenti intensivi. Addirittura si sostiene che, per far spazio agli allevamenti, abbiano eroso le foreste di mangrovie che erano l'unico baluardo atto a frenare la furia del mare; proprio per questo motivo quando arrivano i maremoti, non trovando ostacoli sul loro cammino, entrano e devastano enormi porzioni di terra (e uccidono centinaia di persone). I gamberetti quindi racchiudono il peggio dei due alimenti sopradescritti (scarsi controlli alla frontiera e conseguenze da allevamento intensivo), ma in più sono responsabili della devastazione di ettari di terre e della morte di esseri umani,
A questo punto mi chiedo, sono i gamberetti i responsabili o noi che continuiamo a mangiarli?




Conclusioni

Al di là del clamore della notizia dell'ultima ora, sarebbe sempre bene informarci su quello che mangiamo: la filiera, in che condizioni ecologiche e lavorative viene prodotto, quali sono gli ingredienti e come sono "cresciuti e nutriti". Essendo il cibo diventato uno dei business più forti e controllati del pianeta, e dovendo le industri e alimentari generare sempre il massimo dei profitti, gli unici controllori di ciò che mangiamo dobbiamo essere noi.
E, sinceramente, se proprio dovessi scegliere tra pesce di dubbia provenienza e qualità e foglie di insalata biologica, saprei di sicuro che le seconde non mi farebbero strani danni oltre che ad arricchirmi di vitamine e minerali.

martedì 25 novembre 2008

Eco gesti - Neutralizzare gli stronzi

In questi mesi abbiamo sempre parlato di salute ed ecologia da un punto di vista fisico.

Influenzata  dal libro che sto leggendo, Il metodo antistronzi (Robert Sutton) e da un altro appena comprato, Vampiri energetici (Mario Corte), mi è venuto in mente che potremmo accennare a una fonte di inquinamento che non ha effetti diretti sull'ambiente (ma indiretti si) e che in compenso devasta l'armonia delle persone: Lo stronzo e altri personaggi affini.

I comportamenti aggressivi, maleducati, prepotenti, causano in noi miriadi di sensazioni sgradevoli; queste persone ci danneggiano perchè violano la nostra tranquillità e il nostro "ecosistema" interno, umiliano la dignità delle persone e se ne fregano delle conseguenze.

Non sono arrivata ancora alla fine del libro, ma ho letto che spesso gli stronzi sono inconsapevoli di esserlo. Diciamo che questo concetto divide in due i miei pensieri:

- E' vero che molta gente è talmente abituata a trattare gli altri come cacche da non rendersi conto degli atteggiamenti assolutamente negativi che assume e dell'aura "buia" che crea intorno a sè. Ma non la giustifico, perchè è troppo comodo pararsi dietro alla presunta "buona fede" e al fatto che non si è "consapevoli". Se non sei consapevole di ciò che sei e delle conseguenze delle tue azioni allora dovresti essere inibito da qualsiasi tipo di carica o di contatto con potenziali vittime.

- E' anche vero che non c'è ormai molto rispetto per il prossimo, che siamo talmente oberati dalla "vita moderna" da non fermarci neanche per fare un sorriso alle persone che incontriamo. Figuriamoci se possiamo pensare ad analizzare i nostri comportamenti e avere "tempo per pentirci".

 

In entrambi i casi, prepotenti, maleducati, persone scortesi si crogiolano nel loro modo di essere perchè essere forti e sgomitare significa farsi largo verso la strada per il successo (?) ; prima che qualcuno riesca a fermarli, sempre che sia nelle intenzioni di qualcuno, lasciano montagne di cadaveri.

 

Cosa possiamo fare noi?

Di sicuro rafforzare la nostra forza interiore, corsi di yoga e meditazione potranno aiutarci moltissimo anche quando dovremmo gestire forti dosi di stress. Poi, fondamentale, seguire un percorso di consapevolezza; è determinante che noi si sia sempre coscienti e consapevoli di ciò che facciamo in ogni momento, è troppo facile a danni fatti dire "ma non l'ho mica fatto apposta". Se siamo sempre consapevoli di chi siamo e delle nostre azioni, ci assumiamo la piena responsabilità  di quanto ci accade e magari potremmo capire che un pò stronzi lo siamo anche noi (e potremmo correggere il tiro!). 

Sarebbe importante anche crescere i nostri figli inculcandogli il rispetto per il prossimo e rispettando loro in prima battuta.

 

Nel frattempo, quando tutto questo non sarà comunque sufficiente, un bel vaffa liberatorio ogni tanto potrebbe anche starci.

 

Ricordiamoci anche che gli stronzi inquinano le nostre menti, spengono le nostre giornate ma loro si comportano così perchè sono più deboli di noi, se fossimo così bravi da individuare i loro punti deboli si potrebbero anche neutralizzare. Però se trovate qualcuno così bravo ditemelo che ho per le mani una pratica ostica :-)

venerdì 14 novembre 2008

Guida al consumo critico - Edizione 2009

Il primo libro che mi dato consistenti informazioni su cosa fosse il consumo critico e come provare a diventare consumatori critici è stato proprio Guida al consumo critico.

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 Con un'analisi attenta e dettagliata di tutti gli scheletri nell'armadio delle multinazionali, questa guida costituisce una preziosa fonte di informazioni per chi inizia o vuole proseguire in un percorso di consapevolezza e di etica. La guida inoltre, cosa nuovissima (almeno per molti di noi) per quegli anni, classificava i prodotti acquistabili in base a un criterio di utilità o futilità. Interessante capire, semmai non ce ne fossimo mai resi conto, che merendine, bibite gassate, diecimila bagno schiuma, o il 90% di quanto troviamo in vendita sia effettivamente superfluo.

 

 

 

 

Oggi, dopo oltre 5 anni, la guida si è aggiornata e ha aggiunto nuove, scottanti e impellenti informazioni che dovrebbero farci ragionare.

Cito dalla descrizione "Nuovi dati sull’industria degli imballaggi: il loro impatto ecologico, il consumo energetico, il grado di reciclabilità dei loro prodotti!" 

E per fortuna, direi, che c'è il Centro Nuovo Modello di sviluppo che riesce sempre a pungolare la nostra coscienza etica.

La nuova guida, a breve disponibile, potrebbe essere un ottimo regalo di Natale o meglio ancora pre-natalizio da dare a parenti e amici che troppo spesso idolatrano lo shopping, o si nutrono di junk food, senza curarsi minimamente delle conseguenze.

Potrebbe essere una valida lettura per tutti coloro (e in rete ce ne sono davvero tanti) che si preoccupano delle conseguenze economiche che potrebbero derivare dalla chiusura, ad esempio, di una fabbrica di imballaggi (perdita di business, perdita di posti di lavoro e ripercussioni economiche sul tessuto sociale): persone che considerano il mero aspetto monetario, ma che tralasciano gli impatti ecologici, di salute, e di costi aggiuntivi che ogni giorno gravano sulle nostre tasche.

Potrebbe essere un aiuto per quella mamma che ama tanto i propri figli ma che, ignara, compra prodotti fabbricati da bambini più piccoli dei suoi solo perchè costano meno. La stessa mamma potrebbe essere incentivata a comprare meno ma etico e di qualità.

Insomma, come avrete capito è una lettura che mi sento assolutamente di consigliare e dalla quale non dovremmo mai separarci.

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mercoledì 12 novembre 2008

Consumo di carne

Riporto un articolo postato su Forumetici riguardo il consumo di carne.

E' apocalittico e datato, certo, ma spero che possa instillare un piccolo dubbio in ognuno di noi sulla validità effettiva di rimpinzarci di proteine animali. Soprattutto perchè molte di queste affermazioni che possono apparire strampalate sono state in realtà riprese a distanza di anni o riproposte più volte nel tempo. Come sempre, ovviamente, invito tutti noi a valutare sempre ciò che leggiamo e a documentarci il più possibile.

In grassetto troverete evidenziato un passo per me sorprendente ma significativo.

 

I rischi nel mangiare carne
Dottor George Clements – “Scienza & Salute”, giugno 1989



"La carne è stata a lungo sospettata di essere un cibo povero. Un'ampia esperienza sta provando che il sospetto è fondato. L'avvertimento di solito era: mangia meno carne. Ora è: non mangiare la carne.
Gli uomini un tempo credevano che la carne fosse necessaria per produrre sangue. Ora è noto che la frutta fresca, le bacche e le verdure forniscono il corpo di materiale migliore di quello che danno le migliori bistecche.

Il brodo di manzo è stato a lungo considerato un valido tonico e stimolante, quasi indispensabile per i malati deboli. Ora è noto che è vero il contrario. Secondo un eminente medico francese, il brodo di manzo è una «vera soluzione di veleni». Il dottor Austin Flint, dei Bellevue Hospital College, uno dei più importanti medici d'America, fece un'analisi chimica dei brodo di manzo, e scoprì che il risultato era praticamente lo stesso di un'analisi dell'urina.
E' inevitabile che sia così, perchè il brodo di manzo, il brodo di carne, il brodo di pollo, il bollito e gli estratti di carne di tutti i tipi sono dei veri e propri tessuti disintegrati, preparati artificialmente, proprio come l'urina, che è composta da tessuti disintegrati, prodotti dal metabolismo dei corpo. Il brodo di manzo, perciò, è un veleno che intossica. Non ha proprietà nutritive; il suo uso non è mai indicato; né ha la capacità di aiutare i malati deboli o i convalescenti.


Bouchard scoprì che aggiungendo la carne nel regime dietetico, la tossicità dell'urina aumentava del 50%, e se la dieta consisteva interamente di carne, la tossicità aumentava dei 400%. Sterling scoprì che mangiare carne aumentava il contenuto di acido urico dell’urina da tre a dieci volte. Alla luce di questo, è da ricordare che l'acido urico, in combinazione con altre tossine, è considerato da molti ricercatori il più attivo di tutte le sostanze che producono le malattie.

Un tempo si supponeva che la carne fosse particolarmente salutare nella cura della tisi. Qualche anno fa un tedesco entusiasta fondò un'istituzione col proposito di nutrire i tisici esclusivamente con la carne, usando principalmente carne cruda. L'iniziativa fallì in sei mesi.
La carne si decompone nel tratto digestivo; il veleno risultante viene assorbito e il sangue contaminato, con risultati disastrosi. Questa è la principale causa che predispone al cancro, alla tisi e ad altri tipi di anormalità.

Gli esami post mortem, fatti in centinaia di casi al Phipps Institute di Philadelphia, hanno dimostrato che l'86% di tutti i malati di tisi avevano anche i reni malati, e in uno stadio abbastanza avanzato. L'indebolimento dei reni è, infatti, fra la cause più comuni di morte nella tubercolosi polmonare. Ed è sempre la carne ad essere in genere responsabile dei morbo di Bright e di altre disfunzioni renali.
"Nella dieta di frutta, noci e verdure, i malati di cancro hanno nelle loro mani i mezzi per liberarsi largamente, se non interamente, dalla paura che accompagna questa terribile malattia. lo l'ho verificato molte volte nella mia esperienza, e nella cura di questa malattia mi si è aperta una porta ancora più ampia da quando ho conosciuto il valore di una dieta simile". (George Biack, M.D.).
“Il cibo animale, l'abuso del quale si fa ogni giorno più grande, non è un cibo in nessun senso, ma un veleno continuo". (Prof. Dr. Huchard).
“Se non fosse per la carne, noi dottori avremmo poco da fare. - (Dr. Allison, esperto in alimentazione).

Per più di un centinaio di anni, i medici ostinatamente sostennero che una dieta composta principalmente di carne, era essenziale per la cura vittoriosa dei diabete. Di questa assurda teoria Trall osserva: “Io non posso qui fare a meno di alludere ad un perfezionato regime dietetico che è stato recentemente proposto dall'Accademia francese di Medicina, e discusso nel giornali di medicina di questo paese, per la cura della malattia chiamata diabete. Questo miglioramento consiste nel nutrire il paziente con la carne di animali carnivori - gatti, cani, volpi, ecc.. E allo stesso scopo di vincere il pregiudizio che la mente o il palato dei paziente potrebbero avere contro l'alimentazione al sangue, si propone poi di condirla abbondantemente con brandy e spezie. Tali scoperte nella scienza medica hanno il potere di portarci indietro nel Medio Evo, piuttosto che condurci a dei risultati utili nel futuro". - (Il corretto cibo dell'uomo).

Ancora abbastanza recentemente era usuale per i medici nutrire i diabetici quasi esclusivamente con la carne. Questa è una ragione per cui questi malati non guariscono mai. I dottori "senza farmaci" hanno provato che, una dieta di carne peggiora la malattia, aumenta la presenza di zucchero nell'urina e, comunque, peggiora lo stato del paziente.

Una dieta di carne magra è stata a lungo considerata benefica nel casi di obesità. Ora è noto che in simili casi di anormalità c'è una tendenza a sviluppare il diabete, e questo aumenta mangiando la carne. Commentando i pericoli nel mangiare la carne magra, Hindhede disse: “Noi abbiamo provato anche a vivere di sola carne. Ma dopo esserci nutriti di carne magra, cotta o arrostita, tre volte al giorno, In soli tre giorni stavamo così male che nessuno di noi volle continuare. Quale fu la causa? Dunque, quando gli intestini sono pieni di carne magra, il risultato è la putrefazione, che si manifesta in diarrea e feci maleodoranti. Attraverso questo processo sono probabilmente prodotte delle tossine, che una volta assorbite, causano un avvelenamento. Una dieta di sola carne magra è velenose per l'uomo, non ci sono dubbi su questo".
Hindhede ha condannato anche le uova e il latte con queste parole: “ClO' CHE E' STATO DETTO SULLA CARNE E'VALIDO PER LE UOVA E IN PARTE PER IL LATTE”.

Il beri-beri, lo scorbuto, il rachitismo e la pellagra sono malattie da deficienza, e spesso risultano dal mangiare troppa carne. Tutti i tipi di carne mancano di molti elementi che il corpo deve avere per costruire dei tessuti sani. La carne è molto carente di vitamine e di sali di calce. D'altra parte, la frutta fresca le bacche e le verdure sono ricche sia di vitamine che di sali, e mangiandole si assumono tutte le vitamine e i sali di cui il corpo ha bisogno.
Qualche anno fa uno specialista dello stomaco fece trasalire il mondo della medicina affermando che "l'ulcera dello stomaco è una malattia di chi mangia la carne”. Il cancro dello stomaco e degli intestini ha origine dalla stessa causa - quando non è prodotto dalla vaccinazione o dalla inoculazione.
“Il 75% delle malattie più terribili di cui soffriamo, sono in pratica avvelenamenti causati da cibi non naturali. La natura dice, in un modo che non può essere frainteso, che l'uomo è un animale frugivoro e non carnivoro". - (Alexander Haig M.A.,F.R.C.P.).

Quei mangiatori di carne, che sono troppo deboli per abbandonarne l'abitudine, e quelli i cui dividendi dipendono dall'industria che inscatola la carne, sono sempre pronti a fare una grande pubblicità ad ogni informazione che sembra aiutare la loro causa.
Molte persone credono che per avere forza e vigore è necessario mangiare carne rossa. Sembrano dimenticare che i buoi e gli elefanti prendono la loro grande forza e il sangue dall'erba e dalle foglie, ricche di vitamine, di calcio, di ferro e di altri sali minerali. I deboli, i magri e gli anemici, invece di nutrirsi di fegato di vitello e di olio di fegato di merluzzo, dovrebbero trovare i cibi vitali nel regno vegetale, per la mancanza dei quali il loro sangue sta morendo di fame e il loro corpo si sta ammalando.

Le informazioni relative al rischi nel mangiare la carne, dovrebbero essere sufficienti a ridurre di molto il consumo della carne. Ma se i rischi si limitassero solo a quanto scritto sopra, l'argomento sarebbe di così poca importanza da ricevere poca attenzione da parte nostra.
E' stato recentemente dimostrato da Moore, nei laboratori di Fisiologia di Harvard, che una dieta di carne causa un'accelerazione dei battito cardiaco sorprendente per velocità e durata.
Dopo un pasto di carne, l'aumento dei battiti cardiaci va regolarmente dal 25 al 50% sopra il livello rispetto al digiuno, e persiste, in soggetti sperimentali, da 15 a 20 ore, raggiungendo un totale di molte migliaia di battiti in più.
Moore mostrò che un pasto di proteine causa un sovraccarico di lavoro per il cuore, che è paragonabile, in estensione, all'attività totale del cuore di due o tre ore; ciò ha portato Moore ad affermare che una dieta con molte proteine è incompatibile coi riposo cardiaco.

La carne, scendendo nello stomaco e nelle budella dell'uomo, è come se giacesse sotto il sole estivo al margine della strada, e ciò di certo causa danni maggiori di quanto sia mai stato detto o scoperto.
Uno dei prodotti della carne decomposta è l'urina, e non ha importanza se la carne si è decomposta nello stomaco, nella pentola o dal macellaio. I prodotti secondari della carne decomposta passano nel sangue dei consumatori di carne, e devono essere filtrati ed eliminati dai reni come uno scarto velenoso, che serve solo ad indebolire il corpo e a logorare i reni, portando al morbo di Bright e ad altre malattie renali.


La carne, scendendo nel tratto digestivo che è di una bellezza teatrale, dipinto con tutti i colori di una bambola di cera, forma uno dei veleni più mortali che i chimici abbiano mai conosciuto, e dà al respiro un odore nauseante che si tenta di correggere masticando caramelle e gomme profumato. Il dentista dica che il cattivo odore proviene dal denti malati, mostrando quanto abbia ancora da imparare.
Quando il sangue diventa così contaminato da questi veleni, la pelle viene in suo soccorso e, in un processo di emergenza, crea un'eruzione; i dottori possono definirla morbillo, varicella, eczema, e così via, e cercano di "curare la malattia” con altri veleni sottotorma di farmaci e sieri.
Non c'è da stupirsi se il grande Metchnikoff, dopo una vita di studi sull'argomento, abbia dichiarato che la putrefazione alimentare sia responsabile della morte prematura, che è causa di tutte le malattie, perchè questi pericolosi veleni passano dal canale alimentare nella linfa e nel sangue, e da questi sono condotti in tutto le parti dei corpo - il fegato, i polmoni, i reni, il cuore e il cervello.

L'origine di tutte le malattie giace nella putrefazione alimentare, disse Metchnikoff. Qual è il rimedio sicuro? La rimozione della causa, non l'uso di farmaci, sieri e bisturi.
Molti studi sperimentali hanno indicato che mangiare carne causa la nefrite cronica. Il professor Newburg, dell'università dei Michigan, ha dichiarato che una piccola porzione di proteine della carne, come il 20%, porta ad un logoramento dei reni.
Le esigenze dell'ultima guerra sono servito a dimostrare il valore di una dieta poco proteica. Maiali e bestiame furono uccisi in Europa con lo scopo di conservare le provviste di cibo, e le popolazioni si nutrirono per un certo periodo soprattutto di frutta e verdura. Il risultato fu una riduzione di un terzo della mortalità, oltre a una grande riduzione delle malattie. Alcune malattie come il diabete, l'obesità, la gotta, i disturbi digestivi, i problemi dei fegato e dei reni e altre malattie dei l'alimentazione sparirono quasi completamente.
La gente rovina la propria salute mangiando carne, poi paga i dottori per farsi curare i sintomi che provengono da questo abuso. Molti medici ignorano la causa che si nasconde dietro i sintomi di alcune malattie, perché anche loro mangiano liberamente la carne come molti dei loro pazienti, e soffrono e muoiono prematuramente per la stessa "malattia”.

martedì 4 novembre 2008

Acqua e limone - una bibita semplice ma preziosa

Un vecchio detto, ma non tanto vecchio, recita "Una mela al giorno leva il medico di torno".

In realtà Michael Pollan sostiene (nel suo libro La Botanica del desiderio) che questo proverbio sia stato appositamente ideato a cavallo tra l'800 e il '900 dai produttori americani per venire incontro ai venti proibizionisti (dalle tante mele che producevano si otteneva il sidro, e i governi dell'epoca avevano iniziato a vietare gli alcolici) pur mantenendo i loro profitti. Così, smesso di consumare le mele sotto forma di bevanda alcolica, gli americani e il mondo intero hanno iniziato a mangiarle.

 

Tutto sommato consumare mele male non fa, poichè apporta zuccheri biodisponibili, fibre, acqua e tanti minerali e vitamine.

Ma cosa fa invece il limone?

Tante cose, in confronto alle quali la mela ne esce con il torsolo rotto. 

 

Il limone è una fonte biodisponibile di vitamina C, è un disinfettante naturale e un regolatore della funzione intestinale. Avete letto bene, regolatore; ma cosa significa?  Significa che se assunto regolarmente (ad esempio nella misura di mezzo o uno al giorno), riesce ad aiutare casi di stipsi così come di eccessive evacuazioni.

Diversamente, in casi di attacchi forti e frequenti visite al bagno, due o tre limoni spremuti e bevuti al momento aiutano a bloccare le scariche, oltre che a disinfettare l'intestino.

Il limone inoltre ha la facoltà di equilibrare l'equilibrio acido/basico dell'organismo, fondamentale per il benessere: sangue e organismo acidi sono fonte di innumerevoli patologie, riportare i tessuti ad un livello alcalino anche grazie al limone è un favore che costa poco e ci renderà molto.

Il limone disseta, ma questo l'abbiamo già scritto, e aiuta se assunto regolarmente a sciogliere i depositi di muco. Aiuta l'organismo a combattere i radicali liberi, e la famosa cura del limone ha risultati sorprendenti su pelle e organismo.

 

Poche righe per descrivere le proprietà più importanti, in realtà sono stati scritti libri e libri per descrivere un frutto prezioso nonchè instancabile alleato.

 

Come usarlo?

La mattina a digiuno spremerne mezzo o uno intero in un bicchiere d'acqua (rigorosamente pura)

Durante la giornata se si ha parecchia sete, sempre nella misura di mezzo frutto.

 

Ovviamente usate solo frutti non trattati o meglio ancora bio, e non superate la quantità di un limone al giorno se non siete abituati o se non avete prima fatto la cura dei limoni.

 

Alla salute! 

mercoledì 29 ottobre 2008

Acqua, energia, pane - considerazioni

 

Accorpiamo questi tre fondamentali argomenti per descrivere più globalmente la situazione in cui Stati e grandi e piccole industrie ci stanno portando. La mia impressione è che, in tempi di magra come questo, si stia tentando di spremere come limoni per arrivare fino al fantomatico osso, che se fosse di prosciutto ci andrebbe di gran lusso.

 

 

Acqua:fonte Liberacittadinanza

Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che sarann
o dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca. 

 Queste poche ma fondamentali righe ci indicano che, finiti cespiti e aziende pubbliche da privatizzare, da ora in poi lo Stato (che dovrebbe tutelare i pochi diritti fondamentali che ci sono rimasti) mette in vendita anche "proprietà" inalienabili. Siamo alla frutta, ma quando le multinazionali inizieranno a farci pagare i loro canoni salatissimi non potremo permetterci nemmeno quella, per non parlare dei morti che queste iniziative causeranno.

 

 

Energia Elettrica:

leggo sui cartelloni pubblicitari delle proposte a mio avviso oscene.

Aziende che anzichè erogare energie alternative ti fa lo sconto a vita se passi sotto la loro "protezione"

Aziende che ti propongono 3 mesi di energia gratuita così "potrai leggere tanti libri gratis o cucinare al forno per un esercito".

Ecco, queste sono strategie sconsiderate e vanno assolutamente contro i principi di risparmio energetico ai quali tutti gli stati dell'Unione  Europea devono aderire, pena il pagamento di pesantissime penali (che andranno a gravare sui nostri stipendiucci da salariati o precari).

Ma non c'è nessuna associazione di consumatori che a questi qui dice qualcosa? Non è un controsenso dire "consuma quanto vuoi, tanto o è gratis per alcuni mesi o hai lo sconto", quando invece dovremmo centellinare gelosamente le scarse risorse che il pianeta ancora ci mette generosamente a disposizione?

 

Pane: fonte Alice

Il grano scende, pane e pasta salgono. E gli italiani ci rimettono 8 miliardi

Il grano diminuisce del 40%, ma il pane aumenta del 30% e la pasta del 35. E' quanto è successo in Italia dall'inizio dell'anno, secondo la denuncia di Coldiretti: perché?

Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) il problema è che "le filiere agroalimentari sono troppo lunghe: dal produttore al consumatore ci sono almeno cinque passaggi (produttore-intermediario-grossista-mercato-dettaglio-consumatore)" e ad ogni tappa scatta la ricarica.

A questo va aggiunto il problema dei trasporti che, in tempi di crisi energetica, si fanno sempre più costosi, complici le infrastrutture insufficienti e sistemi di logistica superati.
Insomma, giù le mani dagli agricoltori (e magari anche dai fornai), è tutta colpa del "sistema" farraginoso, che fa ricadere i costi sui consumatori.

Sta di fatto che dal campo alla tavola, sempre secondo Coldiretti, la pasta aumenta del 369% e il pane addirittura del 1.325%. Il prezzo del grano incide solo per il 10% sul costo finale del pane, tant'è che tale costo varia da città a città nonostante la materia prima abbia un prezzo fissato a livello internazionale dal Chicago Board of Trade.

 

 

Avete letto il passo cruciale? 

Il pane e la pasta aumentano nonostante il grano stia scendendo perchè ci sono troppi intermediazioni e grazie ai vari rincari di energia (vedi sopra) e a strutture ormai troppo antiquate.

 

Un chilo di cereale che l'agricoltore vende a un ipotetico prezzo di un centesimo di euro, arriva trasformato  e pronto sulle nostre allegre (e ormai grame) tavole al costo di 3,69 euro  se decidiamo di consumare pasta, e di 13,25 euro se mangiamo pane. 

Ovviamente non paghiamo 13 euro una pagnotta e tre euro e 70 un chilo di pasta, consideriamo però che per fare un chilo di pane usiamo 500 gr di farina e circa 500 di acqua, da qui derivano i prezzi stratosferici. Che, ovviamente, non potranno che aumentare nel momento in cui le multinazionali dell'acqua batteranno cassa ai panifici e pastifici.

 

 

Ricapitoliamo?

 

- L'acqua viene privatizzata, e venduta a prezzi che decideranno i vari "gestori"

- l'acqua aumenterà di prezzo e colpirà diverse volte i nostri portafogli, sia direttamente che indirettamente

- l'Italia è fuori con l'accuso per quanto riguarda le emissioni di gas serra, e sta pagando/dovrà pagare forti penali 

- nel contempo, si permette a diversi gestori di adottare politiche sprecone e di invitare i cittadini a sprecare fonti non rinnovabili

- chi produce energia elettrica usando la forza dell'acqua a chi dovrà pagare il conto?

- il costo del grano diminuisce, però gli alti costi di infrastrutture, di intermediazioni e di produzione provocano un paradosso assoluto sul costo del prodotto finale, portando pane e pasta a prezzi indegni.

- acqua e energia aumentano, e non faranno altro che contribuire ad aumentare il costo di prodotti derivati da cereali e non.

 

 

Cosa possiamo fare noi?

Adottare le regole  della decrescita:

1) Centellinare l'uso della risorsa acqua, non sprecarla e usarla con intelligenza.

2) Scegliere fornitori di energie alternative, e comunque non sprecare nemmeno in questo caso tali risorse

3) Autoproduzione. Se il pane e la pasta costano tanto, facciamoli in casa; un chilo di farina costa niente rispetto ai prodotti finiti. La pasta soprattutto è velocissima da preparare, il pane sarà una scoperta che non lascerete più. E non ci vuole poi così tanto tempo

 

martedì 21 ottobre 2008

Paradossi del consumismo

Riporto oggi un articolo di Alice perchè è sempre utile ribadire certi concetti ;-)

Ah, ringrazio chiunque mi abbia segnalato come blog del giorno, è stata una piccola grande sorpresa!

Fonte:  Alice

 

Paradossi del consumismo, l'imballaggio costa più del prodotto

Si potrebbe risparmiare fino al 60% con le nuove tecnologie, acquistando cibi e bevande sfuse. Spesso l'involucro diventa una tara sul prezzo

Ci sono scelte etiche che da sole stravolgono stili di vita. Sono intriganti le confezioni, gli involucri patinati, i fiocchi dei cibi. Il più delle volte si acquistano "forme" più che prodotti.  Le conferma di un'indagine di Coldiretti. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare a tagliare fino a mille chili di anidride carbonica, contribuendo direttamente all'abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra sulle quali è in atto un serrato tira e molla tra Italia e Unione Europea.

Facendo la spesa in uno dei farmer market di qualità, si nota un ritorno all'acquisto dei prodotti locali, sul cui prezzo finale i costi di trasporto e di imballaggio hanno un'incidenza che tende a zero. Secondo Coldiretti è possibile tagliare i prezzi della spesa fino al 60%, acquistando cibi e bevande sfuse, resi disponibili  grazie alle nuove tecnologie, che consentono la distribuzione e la conservazione naturale degli alimenti.

L'organizzazione calcola che metà dello spazio della pattumiera nelle casse è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa e che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura che si produce ogni anno in Italia.

Dal 2000 ad oggi nella spazzatura è finito un milione di tonnellate (+9%), anche se è cresciuta del 66% la percentuale di riciclaggio. Oltre all'impatto ambientale, l'imballaggio incide profondamente sui prezzi, sia in quanto componente sempre più rilevante del costo del prodotto sia per il fatto che aumenta il peso da trasportare. Il costo dell'imballaggio supera quello del prodotto agricolo in esso contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola dove la confezione incide per il 26% sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi, si arriva al 25%, per il succo di frutta in brick al 20% per cento e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10%. Differenze di prezzo rilevanti si riscontrano anche con i nuovi dispenser che consentono di acquistare come pasta (-34%), riso (-49%), ceci (-11%), fagioli borlotti (-12%) o noci sgusciate (- 23%).

Con gli ultimi ritrovati in fatto di praticità si può perfino abbattere la pervasività del packaging. L'ultimo è il distributore di spremute fai da te, che potrà essere installato nei supermercati. Lo strumento potrebbe replicare il successo del distributore di latte, che consente di abbattere del 60% il prezzo rispetto al latte fresco, normalmente venduto e confezionato. In più c'è il vantaggio concreto di riutilizzare il contenitore impiegato senza doverlo gettare nell'immondizia. Un'operazione che viene evitata  57 volte, a tanto ammonta il consumo medio di un italiano. Scelte che cambiano il modo di fare la spesa appunto.

 

lunedì 20 ottobre 2008

Intossicazioni da metalli pesanti - Alluminio

Controverso quanto energivoro (in fase di estrazione e produzione) metallo, l'alluminio è ormai ovunque nella nostra vita quotidiana; lo troviamo infatti in un simpaticissimo quanto lungo elenco di utensili e non che vi riporto:

Carta da imballaggio in alluminio, utensili per la cottura in ghisa ed in alluminio, medicinali anti-acidi per lo stomaco, deodoranti e antiperspiranti, dialisi renale Si può trovare anche nell'acqua potabile, nel sale da cucina per evitarne l'indurimento, nelle pellicole per avvolgere gli alimenti, negli utensili da cucina, negli attrezzi da lavoro, nei deodoranti, nel lievito come emulsionante, in alcuni formaggi fusi e per sbiancare la farina, negli additivi alimentari
 

Sebbene sia un oligoelemento presente in natura e negli alimenti, e contribuisca nelle dosi tollerate a tonificare il sistema nervoso nonchè come eccellente antitraspirante, l'ingestione quotidiana involontaria causa o può causare una serie di disturbi vari e decisamente gravi, grazie al fatto che le particelle di alluminio che sono negli utensili negli attrezzi e nell'acqua costituiscono un potente "integratore" di questo elemento.

Ad esempio, la carta d'alluminio con la quale rivestiamo i nostri alimenti, a contatto con cibo acido (pomodori, limoni) si corrode e cede particelle all'alimento. La padella d'alluminio apprezzata tanto dai cuochi subisce anch'essa questo trattamento quando ci cuciniamo un bel sugo di pomodoro o delle ottime scaloppine agli agrumi, e in più è sollecitata da forchette e forchettoni a cedere ancora più metallo.

Il fantastico deodorante antitraspirante che contiene allume di potassio e ci fa sentire sicuri per tutta la giornata, "attappa" i dotti e veicola attraverso la pelle quantità suppletive di alluminio.

E la moka? Vogliamo parlare della moka con la quale ci prepariamo i nostri tre quattro caffè quotidiani? O vogliamo parlare delle lattine delle bibite, che vengono impercettibilmente (ai nostri occhi) corrose dagli acidi citrici e ortofosforici delle nostre sane bevande? E che dire dei formaggini che tanto fanno bene ai nostri bambini?

Capiremo bene che bastano pochi gesti quotidiani per raggiungere entro le 12.00 l'overdose da alluminio.

Perchè fa male?

 In genere chi e’ affetto dal MORBO di ALZHEIMER o in chi fa EMODIALISI, si trovano alte concentrazioni di alluminio, che da’ come conseguenza l’indebolimento delle OSSA, demenza pre-senile, disturbi del linguaggio e della memoria, danni cerebrali.
L'alluminio tende ad accumularsi nelle arterie, nei polmoni, nel fegato, nella tiroide, nel cervello. 

Si fissa sulle ossa, nel cervello e nello stomaco, se e’ presente in dosi tossiche provoca i seguenti sintomi, nausea, costipazione, coliche, spasmi digestivi, crampi muscolari alle gambe, sudorazione abbondante, paralisi, disturbi nella formazione delle ossa, senilita’ precoce, perdita della memoria, morbo di Alzaimer, alcuni casi di psoriasi e di epilessia, ipoparatiroidismo

Indebolisce essenzialmente il tubo digerente, e tutto il sistema dalla bocca all'ano, Da anche disturbi dermatologici, spasmi muscolari, perdita di energia, irritabilità difficoltà nella concentrazione. Può causare osteomalacia nei dializzati, l'alluminio causa in ogni caso problemi renali, paralisi motoria, intorpidimento di alcune parti del corpo con degenerazione grassa dei reni e nel fegato, infiammazione gastrointestinale, dissoluzione ossea, dolore e intorpidimento muscolare, aumentano da 2 a 5 volte l'emissione di urina 

 

Cosa fare?

Evitare ovviamente tutti i materiali contenenti questo metallo, sostituire le pentole con materiali inerti (vetro e coccio, anche l'acciaio ma con riserva), evitare bibite in lattina (sarebbe bene evitare bibite), utilizzare deodoranti che non contengano allume di potassio o allume in generale, non consumare formaggi lavorati industrialmente, abolire la carta d'alluminio e consumare, come sempre direi, cibo fresco e biologico.

 


 

 

giovedì 16 ottobre 2008

Profumi d'ambiente - una scelta naturale

Alzi la mano chi non ha in casa almeno uno dei centomila spray/candele/liquidi/gel/diffusorielettrici che servono a profumare le nostre stanze.

Lo so che siete lì, alzate la mano e iniziate a contare quante fonti di inquinamento mascherate da deodoranti avete sotto il naso. 

Infatti, la maggior parte dei diffusori e profumatori d'ambiente sono legati a molecole chimiche inquinanti e potenzialmente dannose, e mentre spruzziamo felici pensando di "depurare e rinfrescare" l'aria, in realtà aggiungiamo inquinamento all'interno delle pareti domestiche. 

Ma noi siamo qui per proporre soluzioni, non per parlar male dei dannosissimi prodotti industriali ai quali siamo abituati.

 

Per fortuna, una numerosa serie di  prodotti naturali è pronta a soddisfare le nostre esigenze olfattive.

 

1) Carta Aromatica d'Eritrea: sono dei listelli di carta imbevuta di resine preziose, balsami e alcool vegetale. Questi fogliettini vengono bruciati ed emanano un gradevolissimo e potentissimo profumo che rimane nell'aria per più di 24 ore. Le sostanze così bruciate inoltre sono antisettiche e antibatteriche. Ottimo per allontanare gli insetti, può essere usato anche al posto degli insetticidi in estate, la sua persistenza dovrebbe garantire almeno 8 ore di tranquillità

2) Incensi naturali: da non confondere con gli incensi che compriamo nelle bancarelle o nei negozi a 50 centesimi, sono un mezzo sicuro per deodorare la casa e non intossicarci. Inoltre, fatto da non sottovalutare, le varie profumazioni possono essere adattate alla giornata, alla stagione, all'ambiente da deodorare.

 3) Essenze naturali e bruciaessenze: il mio sistema preferito, qualche goccia di essenza naturale o olio essenziale purissimo e si riesce ad ottenere un effetto decisamente gradevole e persistente. Gli oli essenziali inoltre hanno ognuno delle spiccate proprietà che possono essere utilizzate per fare dell'aromaterapia; sarebbe meglio inalarli senza scaldarli, ma per cominciare... Il vantaggio di questo sistema è che una boccetta di olio del costo medio di 5/7 euro dura moltissimo: vanno diluite poche gocce in acqua e vai col profumo!

4) Lampade a combustione catalitica ad alta temperatura: riescono a distruggere le molecole degli odori cattivi e a disinfettare l'aria.  Deodorano e profumano l'ambiente senza privarlo di ossigeno e senza emettere fumi; queste lampade, di cui la Lampe Berger è la regina indiscussa, venivano addirittura usate negli ospedali per evitare contagi. E' sufficiente bruciare l'essenza per mezz'ora per garantire un effetto di otto dieci circa. Diciamo che il costo dei profumi, 13 euro per 500 ml, è abbastanza impegnativo da un punto di vista economico; devo riconoscere però che le profumazioni sono sublimi e che la profumazione Mosquito è uno dei repellenti per insetti più efficace che abbia mai provato.

5) Deodoranti faidate: uno su tutti? Le scorze d'arancio "infilzate" di chiodi di garofano. Ma che soddisfazione c'è a fare un velocissimo, semplice ed economico profumatore per ambienti? Per i più desiderosi, è anche possible mescolare (non conosco le dosi ma posso fornirvele) acqua, alcool e olii essenziali purissimi per fare uno spray ecologico e privo di controindicazioni. 

martedì 14 ottobre 2008

Pellicce - ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

E' di pochi giorni fa un articolo Ansa che parla del ritorno delle pellicce nei "nostri" guardaroba.

In assoluta controtendenza rispetto agli anni passati, il fatturato di concerie e pellicciai sembra aumentare: le pellicce sembrano proprio essere nuovamente tornate alla ribalta.

Non vogliamo lanciare strali ai compratori, ma pacatamente e asetticamente discutere con loro della questione.

1) A parte i Poli, la Siberia, e altre zone altrettanto sfortunate, non fa mai così freddo da avvertire la necessità di "coprirsi" con il manto di un altro animale: perchè quindi toglierlo alle bestie per conservarlo per anni nell'armadio e tirarlo fuori tre giorni l'anno?Soprattutto perchè andiamo incontro ad un riscaldamento globale, che caspita te ne fai quando si alzeranno le temperature?

2) Le pellicce costano, e lo sanno anche i ladri che prelevano volentieri dalle nostre case capi pelosi: così, oltre alla paura che possano rubarci il televisore megagalattico dobbiamo anche preoccuparci per un cappotto. Un cappotto, non so se mi spiego.

3) Le pellicce inquinano: le concerie producono un sacco di residui chimici e i corpi senza vita degli animali senza scalpo sono un rifiuto difficilmente utilizzabile (ma magari chi lo sa, quel cincillà lì è andato proprio dentro la pappa di fuffy...)

4) Le pellicce invecchiano: non ho mai visto una giovine donna con indosso quel cappotto dimostrare la sua vera età, sembrano tutte delle signorotte attempate. Inoltre, se proprio non pesi venti chili, appesantiscono o accorciano tragicamente la silohuette.

5) Le pellicce sono preistoriche, sono un'eredità dei nostri padri che non avevano altro con cui coprirsi, in un'era tecnologica come la nostra e ricca di proposte tessili impalpabili, comode, eteree, le pellicce rappresentano l'ultimo degli anacronismi.

6) Facciamo di tutto per privarci dei nostri peli superflui, ci sottoponiamo a torture immani per apparire glabri come  bambole,  spendiamo centinaia di euro, inorridiamo se nella minestra c'è un capello o u pelo...  per poi "ricoprirci" del pelo  di altre specie?



Al di là delle pacate provocazioni, chi compra una pelliccia dovrebbe essere consapevole che gronda sangue, che per farla è stato ucciso più di un animale e che, se uccidere animali per mangiare può essere una dolorosa necessità, ucciderli per la propria vanità è assolutamente vergognoso. Senza voler essere estremisti, che sensibilità mi posso aspettare da chi se ne frega se per andare agghindata una volta l'anno a teatro ha fatto una strage di rat musquè (allevati in condizioni atroci e morti peggio)?



Ed è altrettanto vergognoso l'articolo che apparirà sul prossimo numero di Vogue America, dove "le top model Lily Donaldson, Coco Rocha, Caroline Trentini e Anna Jagodzinska, saranno tutte ricoperte da sontuosi cappotti di pelliccia naturale. Le modelle sono state immortalate su impervie pareti rocciose mentre tentano di scalarle come animali selvatici su improbabili tacchi e protette da pellicce"

La prossima volta, le scalate sulle pareti fatele fare a chi dentro quella pelliccia ci vive e fa battere il suo cuore.

lunedì 13 ottobre 2008

Sogno di una mattina di mezzo autunno

Ancora stordita dal tranquillo e pacioso fine settimana appena trascorso, stamane sono immediatamente piombata nella dura relatà del lunedì, e quindi oggi "lancio" pensieri sfusi e qualche accidente.

 

E' il secondo lunedì di seguito che la Metro offre un servizio inaccettabile. Il 7 è stato titolato come "lunedì nero" da diversi quotidiani, e oggi per arrivare a Termini si faceva prima in monopattino (45 minuti la tratta Anagnina - Termini, con continue soste e vagoni ultrapieni). La linea B è un carnaio, in estate ma anche no le persone svengono stremate dal caldo e dall'affollamento. Come cittadina e come abbonata mi vergogno e mi indigno per il pessimo servizio che gli amministratori locali ci offrono. Ma perchè a pagare siamo sempre noi?

Non possiamo poi prendercela se tutti decidono di prendere la macchina. Oggi ad esempio l'ho presa: 80 minuti di coda continua per percorrere 25 km tra raccordo e città: arrivi in ufficio che sei già oltre la soglia di sopportazione quotidiana. Abbiamo alternative? Possiamo continuare a passare buona parte della nostra vita intrappolati in scatole grandi o piccole e cercare di svicolare per raggiungere le nostre destinazioni? Le amministrazioni dovrebbero preoccuparsi di garantire una qualità della vita decente, piuttosto che continuare a scaricarsi colpe e lanciarsi accuse.

Per fortuna però, sembra che Roma non sia una città che soffre la crisi, a giudicare dall'elevatissima frequentazione domenicale di centri commerciali e affini. Ieri siamo andati da Decathlon (mi servivano dei calzettoni di cotone, c'era mezzo quartiere. E l'altro mezzo stava da Mediaworld, dove abbiamo tentato di trovare una tastiera per il piccì. File importanti alle casse, code di macchine in attesa di parcheggio. Siamo generosi noi romani, non abbiamo un soldo ma per lo shopping non badiamo a spese.

 

A proposito di spese, confesso che abbiamo esagerato sabato alla Biofiera. Moltissimi stands, scarsa presenza di istituzioni (o erano in pausa pranzo o stavolta non si sono presentate in molte), troppi norcini. Voglio dire: possibile che una regione come il Lazio che ha un'elevatissima percentuale di Agricoltori biologici  radicata nel suo territorio si sia presentata con quattro cinque stands di verdure e 4 e più banchetti di porchetta? Molti produttori di olio (eccellenti tutti quelli provati), tanto formaggio e conserve, un sacco di aziende vinicole, due espositori di ottimi cosmetici e prodotti per la casa ecobio, un pò di artigianato. Tra le altre cose, i vegetali esposti parevano sofferenti, tanto che il porro che abbiamo comprato una volta a casa si è definitivamente ammosciato. Spero, per le prossime edizioni, che ci sia un numero di agricoltori maggiore. Detto questo, la fiera va in ogni caso visitata, i prodotti (a parte il porro) si sono rivelati ottimi e di sicuro sono genuini.

 

lunedì 6 ottobre 2008

Biofiera 2008 9-12 ottobre a Roma

Riprendo le mie attività blogghesche per consigliarvi caldamente di andare a visitare la Biofiera che per ben 4 giorni allieterà il parco della Resistenza (zona Piramide).

Lo scopo di questa fiera è quello di far conoscere ai cittadini il gran numero dei coltivatori/produttori biologici laziali e qualcuno proveniente anche da altre regioni.

Probabilmente non tutti lo sappiamo, ma il Lazio è una delle regioni se non La Regione con il più alto numero di terreno coltivato bio.

La fiera (se è fatta come l'anno scorso) prevede una vastissima area dedicata agli stands gastronomici: tutti chioschi che vendono ogni ben di Bio, frutta e verdura, marmellate e succhi, insaccati e formaggi, creme dolci, frutta secca, prodotti cosmetici. Vi assicuro che non uscirete dalla fiera a mani vuote, vista anche la varietà delle verdure (alcune delle quali di difficile reperibilità nei mercati e nei supermercati) offerte.

La seconda parte è quella dedicate alle istituzioni, che offrono tantissime informazioni utili sull'agricoltura e sull'alimentazione biologica.

Poi, c'è una sala conferenze (ma non c'è il programma) e una parte dedicata ai servizi: interessante vedere tra le tante cose i distributori automatici di snack freschi (frutta e succhi).

In ogni caso, è un appuntamento da non perdere, e se poi si vuole fare un salto alla vicina città dell'Altraeconomia si potrebbe completare il giro :-)

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Vuoi risparmiare? Mangia vegan!

Fonte: AgireOra

 

 

Mangiare vegan costa meno: su un menu-tipo settimanale si risparmia circa un quarto, rispetto a un menu onnivoro.

Questo studio, che valuta i costi di un menu medio settimanale onnivoro e vegan, è stato svolto nei mesi di agosto e settembre 2008 dalla redazione di VegFacile, per rispondere a un insensato tormentone che si sente da più parti: "mangiare vegan costa di più". Questo è assurdo, perché gli ingredienti dei piatti vegan sono mediamente meno costosi di quelli dei piatti onnivori, però visto che questa leggenda metropolitana permane, riportiamo qui i costi reali come dimostrazione pratica.

Probabilmente la leggenda permane perché di solito il confronto si fa, anziché tra due menu equiparabili vegan e onnivoro, tra un menu vegan a base di ingredienti tutti biologici e con molti piatti pronti o cose "strane" e costose, e un menu onnivoro invece a base di ingredienti non biologici e senza piatti pronti. Cosa ovviamente irragionevole.

Impostazione del menu e costi

Gli ingredienti sono tutti di normale supermercato, lo stesso supermercato sia per quelli onnivori che per quelli vegan, tranne alcuni ingredienti vegan che sono di supermercato biologico (quindi di qualità maggiore) della stessa città.

Le quantità di cibo sono per una singola persona, di "voracità" media, e nella varietà del menu onnivoro si tiene conto del "normale" modo di alimentarsi oggi (non del modo sano e corretto, ma del modo diffuso, perché si vuole prendere in considerazione ciò che avviene nella realtà dei fatti, non nella teoria), cioè con carne o pesce a ogni pasto, e formaggio o uova quasi tutti i giorni.

Dal menu è esclusa la frutta, perché da 1 a 3 frutti al giorno come spuntino devono essere compresi sia in un menu vegan che in uno onnivoro, quindi su questo non c'è differenza ed è inutile fare il confronto.

Il totale per una settimana, considerando 3 pranzi in mensa e 2 a base di panini, una cena in pizzeria e il resto di pranzi e cene cucinati invece a casa a partire da ingredienti freschi (e in piccola parte surgelati) è di 45,40 euro per il menu vegan, e di 61,50 euro per un menu onnivoro con le stesse carattristiche.

Quindi, non solo mangiare vegan NON costa di più, ma costa, com'è logico, di meno. Per la precisione, il 26% in meno, in questo menu di esempio.

Certamente si può elaborare un menu meno costoso rispetto a quello sotto riportato, sia per la parte onnivora che a maggior ragione per quella vegan, o anche uno più costoso scegliendo cibi più ricercati o di qualità maggiore, ma questa è una media ragionevole: cibi non scadenti, ma nemmeno di lusso.

In ogni caso, per qualsiasi menu onnivoro a costo basso se ne può elaborare uno vegan a costo ancora più basso, per forza di cose, perché cereali e legumi, che sono la base dell'alimentazione vegan, sono meno costosi di carne, pesce, uova, formaggi.

Confronto tra onnivoro-vegan, non tra biologico-nonbiologico

Non si considerano qui ingredienti biologici (tranne alcuni per il menu vegan perché esistono solo biologici) perché questo NON è un confronto tra i costi di una dieta basata su ingredienti di agricoltura biologica e una basata su ingredienti di agricoltura "convenzionale". Questi confronti saranno stati sicuramente fatti da altri, ma esulano dallo scopo di questo lavoro, che vuole solo confrontare i costi di un menu vegan e uno onnivoro equiparabili come tipo e qualità di ingredienti.

Sicuramente la differenza tra un menu vegan biologico e uno onnivoro biologico - con la "normale" quantità di carne, uova e latticini consumata oggi in Italia - è ancora maggiore a sfavore delle dieta onnivora.

 

l menu e i conti della spesa

Menu vegan Menu onnivoro
Lunedì

Colazione:

  • Cappuccino con latte di soia
    Costo: caffe' 10c; latte di soia (60g) 12c;
  • 5 biscotti di pasta sfoglia
    Costo: 60c

Totale colazione: 82c

Colazione:

  • Cappuccino
    Costo: caffe' 10c; latte di mucca (60g) 9c;
  • 4 biscotti al burro
    Costo: 60c

Totale colazione: 79c

Pranzo (in mensa):

  • Fusilli al pomodoro
  • Patate e fagiolini al vapore
  • Fagioli borlotti e bianchi di Spagna
  • Pane

Costo: 4,50 euro

Pranzo (in mensa):

  • Fusilli al pomodoro
  • Frittata con rucola
  • Pane

Costo: 5,50 euro

Cena:

  • Insalata russa
    Costo: 1 carota 10c; 1 patata 10c; piselli 20c; maionese 20c = 60c
  • Ceci stufati con cipolle
    Costo: 1/2 scatola di ceci - 45c; 1 cipolla - 6c; olio d'oliva - 5c = 55c
  • Insalata di pomodoro e noci
    Costo: 1 euro
  • Pane
    Costo: 40c

Totale cena: 2.65 euro

Cena:

  • Involtini di pollo e prosciutto
    Costo: 150 g di petto di pollo 1,5 euro; 40 g di prosciutto cotto 1,2 euro
  • Carote al burro
    Costo: 2 carote - 20c; burro - 16c
  • Pane
    Costo: 40c

Totale cena: 3,5 euro

TOT lunedì menu vegan: 7,97 euro TOT lunedì menu onnivoro: 9,85 euro
Martedì

Colazione:

  • Cappuccino
    Costo: 22c (vedi lunedì)
  • Una fetta di torta di mele
    Costo per 1 torta di mele (8 fette): 300 g farina - 24c; 100 g zuccherto - 14c; 300 g latte soia - 57c; 50 g olio di mais - 12c; 1 mela 50c; 1/2 limone - 10c; vaniglia, lievito - 20c; TOT 1,87 euro - diviso 8 fette, 23c a fetta

Totale colazione: 45c

Colazione:

  • Cappuccino
    Costo: 19c (vedi lunedi')
  • Una fetta di torta di mele
    Costo: stesso calcolo del caso vegan, ma latte di mucca al posto del latte di soia (45c) e burro al posto dell'olio di mais (40c); totale per una fetta di torta: 25c

Totale colazione: 44c

Pranzo (in mensa):

  • Patate fritte
  • Ceci stufati
  • Carote, zucchine, fagiolini al vapore
  • Pane

Costo: 4,30 euro

Pranzo (in mensa):

  • Patate fritte
  • Scaloppine al vino bianco
  • Pane

Costo: 5,80 euro

Cena:

  • Pasta al pomodoro fresco e tofu
    Costo: Pasta 80 g - 16c; Pomodoro - 50c; Tofu (biologico, al naturale) 60 g - 50c; olio 5c; TOT 1,21 euro
  • Fagioli borlotti al pomodoro
    Costo: 1/2 scatola di fagioli - 25c; salsa pomodoro 10c; olio 5c
  • Pane
    Costo: 25c

Totale cena: 1,86 euro

Cena:

  • Pasta al pomodoro fresco e mozzarella
    Costo: Pasta 80 g - 16c; Pomodoro - 50c; Mozzarella 60g - 60c; olio 5c; TOT 1,26 euro
  • Bistecca
    Costo: 80g - 1 euro; olio 5 c
  • Pane
    Costo: 25c

Totale cena: 2,71 euro

TOT martedì menu vegan: 6,61 euro TOT martedì menu onnivoro: 8,85 euro
Mercoledì

Colazione:

  • latte di riso e orzo solubile
    Costo: 200 g latte di riso - 40c; orzo solubile e zucchero - 5c
  • fette biscottate con marmellata
    Costo: 4 fette - 10c; marmellata 15c
  • Totale colazione: 70c

Colazione:

Come colazione vegan, ma latte di mucca anziché di riso (30c anziche' 40c)

Totale colazione: 60c

Pranzo (panini):

  • 2 panini con paté di ceci e olive
    Costo: 1 scatola di ceci - 90c; olive - 20c; maionese vegan - 30c; pane - 60c

Totale pranzo: 2 euro

Pranzo (panini):

  • 2 panini al prosciutto cotto e maionese
    Costo: prosciutto cotto 80g - 2,5 euro; maionese - 10c; pane - 60c

Totale pranzo: 3,20 euro

Cena:

  • Sformato di miglio e fagiolini
    Costo: 100 g fagiolini - 20c; 80 g miglio - 25c; olio di oliva - 10c; TOT 55c
  • Insalata di rucola, radicchio rosso, noci
    Costo: rucola - 30c; radicchio rosso - 35c; noci - 20c; olio - 10c; TOT 95c
  • Pane
    Costo: 40c

Totale cena: 1,90 euro

Cena:

  • Spezzatino con verdure
    Costo: 200 g carne di manzo - 2 euro; 1 carota - 10c; 1 patata - 10c; 1 zucchina - 10c; olio - 10c; TOT 2,40 euro
  • Formaggio fontina
    Costo: 80 g - 50c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena 3,20 euro

TOT mercoledì menu vegan: 4,6 euro TOT mercoledì menu onnivoro: 7 euro
Giovedì

Colazione:

  • Latte di riso e corn flakes
    Costo: Latte di riso - 200g: 40c; corn flakes - 30g: 15c

Totale colazione: 55c

Colazione:

  • Latte di mucca e corn flakes
    Costo: Latte di mucca - 200g: 30c; corn flakes - 30g: 15c

Totale colazione: 45c

Pranzo (in mensa):

  • Crema di carote e patate con crostini
  • Melanzane al funghetto
  • Bieta e erbette all'olio d'oliva
  • Pane

Costo: 4,50 euro

Pranzo (in mensa):

  • Salsiccia al forno
  • Melanzane al funghetto
  • Pane

Costo: 5,50 euro

Cena:

  • Risotto di piselli
    Costo: riso 80g - 20c; olio d'oliva - 10c; 1/2 scatola piselli - 40c; TOT 70c
  • Bruschette al pomodoro
    Costo: pane 30c; pomodoro fresco 40c;

Totale cena: 1,40 euro

Cena:

  • Insalata di riso
    Costo: riso 80g - 20c; verdure varie - 20c; formaggio e wurstel - 40c; olio - 10c; TOT 90c
  • Caprese
    Costo: 1 mozzarella - 1 euro; pomodoro fresco - 40c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena: 2,6 euro

TOT giovedì menu vegan: 6,45 euro TOT giovedì menu onnivoro: 8,55 euro
Venerdì

Colazione:

  • The e fette biscottate con burro di arachidi
    Costo: the - 5c; 4 fette - 10c; burro di arachidi - 20c;

Totale colazione: 35c

Colazione:

  • The e fette biscottate con burro e marmellata
    Costo: the - 5c; 4 fette - 10c; burro - 10c; marmellata - 15c

Totale colazione: 40c

Pranzo (panini):

  • 2 panini con affettato vegetale biologico
    Costo: 100 g affettato - 3,25 euro; pane 60 c

Totale pranzo: 3,85 euro

Pranzo (panini):

  • 2 panini con prosciutto crudo
    Costo: 100g prosciutto crudo - 4 euro; pane 60c

Totale pranzo: 4,60 euro

Cena:

  • Seitan impanato Costo: seitan alla piastra 80g - 1,25 euro; farina 5c; olio d'oliva 5c; TOT 1,35
  • Pure' di patate
    Costo: patate 40c; latte di soia 100g - 19c; olio d'oliva - 10c; TOT 69c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena 2,34 euro

Cena:

  • Tonno
    Costo: 80g - 2 euro
  • 2 uova al tegamino
    Costo: 2 uova - 50c; burro 8c; TOT 2,58 euro
  • Pure' di patate
    Costo: patate - 40c; latte 100g - 15c; burro - 15c; TOT 70c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena 3,58 euro

TOT venerdì menu vegan: 6,54 euro TOT venerdì menu onnivoro: 8,58 euro
Sabato

Colazione:
come giovedì

Totale colazione: 55c

Colazione:
come giovedì

Totale colazione: 45c

Pranzo:

  • Pasta alle zucchine
    Costo: pasta 80g - 16c; 2 zucchine - 20c; 1 cipolla - 10c; TOT 56c
  • Lenticchie al pomodoro
    Costo: lenticchie - 25c; pomodoro - 10c; olio d'oliva - 10c; TOT 45c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale pranzo: 1,31 euro

Pranzo:

  • Pasta al ragù
    Costo: pasta 80 g - 16c; pomodoro - 10c; carne ragù 60g - 60c; 1/2 cipolla + 1/2 carota - 10c; olio - 10c; formaggio grana - 10c; TOT 1,16 euro
  • 1 braciola di maiale
    Costo: braciola 160 g - 1,3 euro
  • Zucchine trifolate
    Costo: 2 zucchine - 20c olio - 10 c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale pranzo: 3,06 euro

Cena:

  • Mega insalata con radicchio rosso, rucola, pomodoro, fagioli cannelluni, noci, lievito in scaglie
    Costo: rucola - 40c; radicchio rosso - 40c; pomodoro - 60c; fagioli - 70c; noci - 30c; lievito - 5c; olio - 10c; TOT 2,55
  • Pane
    Costo: 45c

Totale cena: 3 euro

Cena:

  • Scaloppine di vitello al vino bianco
    Costo: 100 g vitello - 2 euro; farina - 5c; olio - 10c; vino - 10c; TOT 2,25
  • Ricotta
    Costo: 100g - 60c
  • Piccola insalata mista
    Costo: rucola - 20c; radicchio rosso - 20c; pomodoro - 20c; olio - 5c; TOT 65c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena: 3,8 euro

TOT sabato menu vegan: 4,86 euro TOT sabato menu onnivoro: 7,41 euro
Domenica

Colazione:
come lunedi'

Totale colazione: 89 c

Colazione:
come lunedi'

Totale colazione: 79 c

Pranzo:

  • cous cous alle verdure
    Costo: 80 g couscous - 15c; 1 zucchina - 10c; 1 carota - 10c; piselli - 20c; 1 cipolla - 5c; olio - 5c; TOT 65c
  • frittata di ceci con cipolle
    Costo: farina di ceci 50g - 20c; cipolle - 10c; olio - 10c; TOT 40c
  • Spinaci all'olio
    Costo: spinaci surgelati 200g - 70c; olio - 10c
  • pane
    Costo: 20c

Totale pranzo: 2,05 euro

Pranzo

  • Risotto con salsiccia
    Costo: riso 80g - 20c; salsiccia 60g - 36c; burro - 10c; formaggio grana - 20c; TOT 86c
  • Pesce al vapore
    Costo: Filetti di nasello surgelati 200 g - 3 euro; olio - 5c
  • Spinaci al burro
    Costo: spinaci surgelati 200g - 70c; burro: 16 c
  • pane
    Costo: 20c

Totale pranzo: 4,97 euro

Cena:

  • Pizza alle verdure senza mozzarella

Totale cena: 5,50 euro

Cena:

  • Pizza capricciosa

Totale cena: 5,50 euro

TOT domenica menu vegan: 8,37 euro TOT domenica menu onnivoro: 11,26 euro
Totale settimanale
Menu vegan: 45,40 euro Menu onnivoro: 61,50 euro

martedì 23 settembre 2008

Earth Overshoot Day, la Terra è in rosso

Di solito non amo le notizie di Virgilio, però questa è sicuramente da segnalare:

 

Fonte: Virgilio 

 

23 settembre: il giorno in cui superiamo la capacità del pianeta di produrre risorse rinnovabili

Dal 23 settembre siamo in debito verso il pianeta.
Significa che da quel giorno cominciamo a consumare più risorse di quelle che la natura è in grado di riprodurre, viviamo al di sopra delle nostre possibilità ecologiche.
Si chiama Earth Overshoot Day - giorno del "superamento" - e la data è stata calcolata dal Global Footprint Network, l'organizzazione che misura l'impronta ecologica ("footprint" appunto) che noi umani lasciamo sulla Terra.

Dall'Earth Overshoot Day in poi consumiamo risorse non più rinnovabili e scarichiamo il debito sulle spalle dei nostri figli e nipoti.
Andiamo in rosso, come se si trattasse di un conto in banca, solo che nessuna operazione finanziaria è in grado di rimetterci in sella.

Dal 23 settembre 2008 ogni albero che abbattiamo, cetriolo che addentiamo, pollo che spenniamo, pesce che spiniamo, finisce in conto alla nostra discendenza. Siamo la prima generazione a vivere sulle spalle di chi probabilmente non è ancora al mondo.

Infatti, il giorno del "superamento" non c'è sempre stato e, da quando esiste, arriva ogni anno un po' prima: il primo fu il 31 dicembre 1986.
Nel 1995 era il 21 novembre, nel 2005 il 2 ottobre e quest'anno, appunto, il 23 settembre.

Prima del 1986, la Terra ci bastava. Oggi, secondo i calcoli del Network, se tutti gli abitanti del pianeta vivessero come cittadini Usa, ci vorrebbero 5,4 "Terre" per garantire la rinnovabilità delle risorse; 4,2 se fossimo tutti canadesi, 3,1 se vivessimo come britannici e 2,5 come tedeschi.

Noi italiani siamo un po' meno distruttivi, ma se tutta la popolazione del mondo vivesse secondo i nostri standard ci vorrebbero comunque 2,2 Terre per reggere l'urto.
Bisognerebbe forse prendere esempio dagli indiani: il loro stile di vita esteso alla totalità degli umani comporterebbe il consumo di 0,4 Terre, cioè la possibilità per il nostro pianeta di rinnovarsi costantemente.

E se non sapete qual è la vostra personalissima impronta ecologica sul pianeta, sul sito del Global Footprint Network è possibile accedere a un apposito calcolatore che farà il vostro identikit di consumatori di risorse. C'è solo un piccolo problema: per ora funziona solo per australiani e statunitensi.