mercoledì 29 ottobre 2008

Acqua, energia, pane - considerazioni

 

Accorpiamo questi tre fondamentali argomenti per descrivere più globalmente la situazione in cui Stati e grandi e piccole industrie ci stanno portando. La mia impressione è che, in tempi di magra come questo, si stia tentando di spremere come limoni per arrivare fino al fantomatico osso, che se fosse di prosciutto ci andrebbe di gran lusso.

 

 

Acqua:fonte Liberacittadinanza

Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che sarann
o dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca. 

 Queste poche ma fondamentali righe ci indicano che, finiti cespiti e aziende pubbliche da privatizzare, da ora in poi lo Stato (che dovrebbe tutelare i pochi diritti fondamentali che ci sono rimasti) mette in vendita anche "proprietà" inalienabili. Siamo alla frutta, ma quando le multinazionali inizieranno a farci pagare i loro canoni salatissimi non potremo permetterci nemmeno quella, per non parlare dei morti che queste iniziative causeranno.

 

 

Energia Elettrica:

leggo sui cartelloni pubblicitari delle proposte a mio avviso oscene.

Aziende che anzichè erogare energie alternative ti fa lo sconto a vita se passi sotto la loro "protezione"

Aziende che ti propongono 3 mesi di energia gratuita così "potrai leggere tanti libri gratis o cucinare al forno per un esercito".

Ecco, queste sono strategie sconsiderate e vanno assolutamente contro i principi di risparmio energetico ai quali tutti gli stati dell'Unione  Europea devono aderire, pena il pagamento di pesantissime penali (che andranno a gravare sui nostri stipendiucci da salariati o precari).

Ma non c'è nessuna associazione di consumatori che a questi qui dice qualcosa? Non è un controsenso dire "consuma quanto vuoi, tanto o è gratis per alcuni mesi o hai lo sconto", quando invece dovremmo centellinare gelosamente le scarse risorse che il pianeta ancora ci mette generosamente a disposizione?

 

Pane: fonte Alice

Il grano scende, pane e pasta salgono. E gli italiani ci rimettono 8 miliardi

Il grano diminuisce del 40%, ma il pane aumenta del 30% e la pasta del 35. E' quanto è successo in Italia dall'inizio dell'anno, secondo la denuncia di Coldiretti: perché?

Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) il problema è che "le filiere agroalimentari sono troppo lunghe: dal produttore al consumatore ci sono almeno cinque passaggi (produttore-intermediario-grossista-mercato-dettaglio-consumatore)" e ad ogni tappa scatta la ricarica.

A questo va aggiunto il problema dei trasporti che, in tempi di crisi energetica, si fanno sempre più costosi, complici le infrastrutture insufficienti e sistemi di logistica superati.
Insomma, giù le mani dagli agricoltori (e magari anche dai fornai), è tutta colpa del "sistema" farraginoso, che fa ricadere i costi sui consumatori.

Sta di fatto che dal campo alla tavola, sempre secondo Coldiretti, la pasta aumenta del 369% e il pane addirittura del 1.325%. Il prezzo del grano incide solo per il 10% sul costo finale del pane, tant'è che tale costo varia da città a città nonostante la materia prima abbia un prezzo fissato a livello internazionale dal Chicago Board of Trade.

 

 

Avete letto il passo cruciale? 

Il pane e la pasta aumentano nonostante il grano stia scendendo perchè ci sono troppi intermediazioni e grazie ai vari rincari di energia (vedi sopra) e a strutture ormai troppo antiquate.

 

Un chilo di cereale che l'agricoltore vende a un ipotetico prezzo di un centesimo di euro, arriva trasformato  e pronto sulle nostre allegre (e ormai grame) tavole al costo di 3,69 euro  se decidiamo di consumare pasta, e di 13,25 euro se mangiamo pane. 

Ovviamente non paghiamo 13 euro una pagnotta e tre euro e 70 un chilo di pasta, consideriamo però che per fare un chilo di pane usiamo 500 gr di farina e circa 500 di acqua, da qui derivano i prezzi stratosferici. Che, ovviamente, non potranno che aumentare nel momento in cui le multinazionali dell'acqua batteranno cassa ai panifici e pastifici.

 

 

Ricapitoliamo?

 

- L'acqua viene privatizzata, e venduta a prezzi che decideranno i vari "gestori"

- l'acqua aumenterà di prezzo e colpirà diverse volte i nostri portafogli, sia direttamente che indirettamente

- l'Italia è fuori con l'accuso per quanto riguarda le emissioni di gas serra, e sta pagando/dovrà pagare forti penali 

- nel contempo, si permette a diversi gestori di adottare politiche sprecone e di invitare i cittadini a sprecare fonti non rinnovabili

- chi produce energia elettrica usando la forza dell'acqua a chi dovrà pagare il conto?

- il costo del grano diminuisce, però gli alti costi di infrastrutture, di intermediazioni e di produzione provocano un paradosso assoluto sul costo del prodotto finale, portando pane e pasta a prezzi indegni.

- acqua e energia aumentano, e non faranno altro che contribuire ad aumentare il costo di prodotti derivati da cereali e non.

 

 

Cosa possiamo fare noi?

Adottare le regole  della decrescita:

1) Centellinare l'uso della risorsa acqua, non sprecarla e usarla con intelligenza.

2) Scegliere fornitori di energie alternative, e comunque non sprecare nemmeno in questo caso tali risorse

3) Autoproduzione. Se il pane e la pasta costano tanto, facciamoli in casa; un chilo di farina costa niente rispetto ai prodotti finiti. La pasta soprattutto è velocissima da preparare, il pane sarà una scoperta che non lascerete più. E non ci vuole poi così tanto tempo

 

martedì 21 ottobre 2008

Paradossi del consumismo

Riporto oggi un articolo di Alice perchè è sempre utile ribadire certi concetti ;-)

Ah, ringrazio chiunque mi abbia segnalato come blog del giorno, è stata una piccola grande sorpresa!

Fonte:  Alice

 

Paradossi del consumismo, l'imballaggio costa più del prodotto

Si potrebbe risparmiare fino al 60% con le nuove tecnologie, acquistando cibi e bevande sfuse. Spesso l'involucro diventa una tara sul prezzo

Ci sono scelte etiche che da sole stravolgono stili di vita. Sono intriganti le confezioni, gli involucri patinati, i fiocchi dei cibi. Il più delle volte si acquistano "forme" più che prodotti.  Le conferma di un'indagine di Coldiretti. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare a tagliare fino a mille chili di anidride carbonica, contribuendo direttamente all'abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra sulle quali è in atto un serrato tira e molla tra Italia e Unione Europea.

Facendo la spesa in uno dei farmer market di qualità, si nota un ritorno all'acquisto dei prodotti locali, sul cui prezzo finale i costi di trasporto e di imballaggio hanno un'incidenza che tende a zero. Secondo Coldiretti è possibile tagliare i prezzi della spesa fino al 60%, acquistando cibi e bevande sfuse, resi disponibili  grazie alle nuove tecnologie, che consentono la distribuzione e la conservazione naturale degli alimenti.

L'organizzazione calcola che metà dello spazio della pattumiera nelle casse è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa e che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura che si produce ogni anno in Italia.

Dal 2000 ad oggi nella spazzatura è finito un milione di tonnellate (+9%), anche se è cresciuta del 66% la percentuale di riciclaggio. Oltre all'impatto ambientale, l'imballaggio incide profondamente sui prezzi, sia in quanto componente sempre più rilevante del costo del prodotto sia per il fatto che aumenta il peso da trasportare. Il costo dell'imballaggio supera quello del prodotto agricolo in esso contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola dove la confezione incide per il 26% sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi, si arriva al 25%, per il succo di frutta in brick al 20% per cento e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10%. Differenze di prezzo rilevanti si riscontrano anche con i nuovi dispenser che consentono di acquistare come pasta (-34%), riso (-49%), ceci (-11%), fagioli borlotti (-12%) o noci sgusciate (- 23%).

Con gli ultimi ritrovati in fatto di praticità si può perfino abbattere la pervasività del packaging. L'ultimo è il distributore di spremute fai da te, che potrà essere installato nei supermercati. Lo strumento potrebbe replicare il successo del distributore di latte, che consente di abbattere del 60% il prezzo rispetto al latte fresco, normalmente venduto e confezionato. In più c'è il vantaggio concreto di riutilizzare il contenitore impiegato senza doverlo gettare nell'immondizia. Un'operazione che viene evitata  57 volte, a tanto ammonta il consumo medio di un italiano. Scelte che cambiano il modo di fare la spesa appunto.

 

lunedì 20 ottobre 2008

Intossicazioni da metalli pesanti - Alluminio

Controverso quanto energivoro (in fase di estrazione e produzione) metallo, l'alluminio è ormai ovunque nella nostra vita quotidiana; lo troviamo infatti in un simpaticissimo quanto lungo elenco di utensili e non che vi riporto:

Carta da imballaggio in alluminio, utensili per la cottura in ghisa ed in alluminio, medicinali anti-acidi per lo stomaco, deodoranti e antiperspiranti, dialisi renale Si può trovare anche nell'acqua potabile, nel sale da cucina per evitarne l'indurimento, nelle pellicole per avvolgere gli alimenti, negli utensili da cucina, negli attrezzi da lavoro, nei deodoranti, nel lievito come emulsionante, in alcuni formaggi fusi e per sbiancare la farina, negli additivi alimentari
 

Sebbene sia un oligoelemento presente in natura e negli alimenti, e contribuisca nelle dosi tollerate a tonificare il sistema nervoso nonchè come eccellente antitraspirante, l'ingestione quotidiana involontaria causa o può causare una serie di disturbi vari e decisamente gravi, grazie al fatto che le particelle di alluminio che sono negli utensili negli attrezzi e nell'acqua costituiscono un potente "integratore" di questo elemento.

Ad esempio, la carta d'alluminio con la quale rivestiamo i nostri alimenti, a contatto con cibo acido (pomodori, limoni) si corrode e cede particelle all'alimento. La padella d'alluminio apprezzata tanto dai cuochi subisce anch'essa questo trattamento quando ci cuciniamo un bel sugo di pomodoro o delle ottime scaloppine agli agrumi, e in più è sollecitata da forchette e forchettoni a cedere ancora più metallo.

Il fantastico deodorante antitraspirante che contiene allume di potassio e ci fa sentire sicuri per tutta la giornata, "attappa" i dotti e veicola attraverso la pelle quantità suppletive di alluminio.

E la moka? Vogliamo parlare della moka con la quale ci prepariamo i nostri tre quattro caffè quotidiani? O vogliamo parlare delle lattine delle bibite, che vengono impercettibilmente (ai nostri occhi) corrose dagli acidi citrici e ortofosforici delle nostre sane bevande? E che dire dei formaggini che tanto fanno bene ai nostri bambini?

Capiremo bene che bastano pochi gesti quotidiani per raggiungere entro le 12.00 l'overdose da alluminio.

Perchè fa male?

 In genere chi e’ affetto dal MORBO di ALZHEIMER o in chi fa EMODIALISI, si trovano alte concentrazioni di alluminio, che da’ come conseguenza l’indebolimento delle OSSA, demenza pre-senile, disturbi del linguaggio e della memoria, danni cerebrali.
L'alluminio tende ad accumularsi nelle arterie, nei polmoni, nel fegato, nella tiroide, nel cervello. 

Si fissa sulle ossa, nel cervello e nello stomaco, se e’ presente in dosi tossiche provoca i seguenti sintomi, nausea, costipazione, coliche, spasmi digestivi, crampi muscolari alle gambe, sudorazione abbondante, paralisi, disturbi nella formazione delle ossa, senilita’ precoce, perdita della memoria, morbo di Alzaimer, alcuni casi di psoriasi e di epilessia, ipoparatiroidismo

Indebolisce essenzialmente il tubo digerente, e tutto il sistema dalla bocca all'ano, Da anche disturbi dermatologici, spasmi muscolari, perdita di energia, irritabilità difficoltà nella concentrazione. Può causare osteomalacia nei dializzati, l'alluminio causa in ogni caso problemi renali, paralisi motoria, intorpidimento di alcune parti del corpo con degenerazione grassa dei reni e nel fegato, infiammazione gastrointestinale, dissoluzione ossea, dolore e intorpidimento muscolare, aumentano da 2 a 5 volte l'emissione di urina 

 

Cosa fare?

Evitare ovviamente tutti i materiali contenenti questo metallo, sostituire le pentole con materiali inerti (vetro e coccio, anche l'acciaio ma con riserva), evitare bibite in lattina (sarebbe bene evitare bibite), utilizzare deodoranti che non contengano allume di potassio o allume in generale, non consumare formaggi lavorati industrialmente, abolire la carta d'alluminio e consumare, come sempre direi, cibo fresco e biologico.

 


 

 

giovedì 16 ottobre 2008

Profumi d'ambiente - una scelta naturale

Alzi la mano chi non ha in casa almeno uno dei centomila spray/candele/liquidi/gel/diffusorielettrici che servono a profumare le nostre stanze.

Lo so che siete lì, alzate la mano e iniziate a contare quante fonti di inquinamento mascherate da deodoranti avete sotto il naso. 

Infatti, la maggior parte dei diffusori e profumatori d'ambiente sono legati a molecole chimiche inquinanti e potenzialmente dannose, e mentre spruzziamo felici pensando di "depurare e rinfrescare" l'aria, in realtà aggiungiamo inquinamento all'interno delle pareti domestiche. 

Ma noi siamo qui per proporre soluzioni, non per parlar male dei dannosissimi prodotti industriali ai quali siamo abituati.

 

Per fortuna, una numerosa serie di  prodotti naturali è pronta a soddisfare le nostre esigenze olfattive.

 

1) Carta Aromatica d'Eritrea: sono dei listelli di carta imbevuta di resine preziose, balsami e alcool vegetale. Questi fogliettini vengono bruciati ed emanano un gradevolissimo e potentissimo profumo che rimane nell'aria per più di 24 ore. Le sostanze così bruciate inoltre sono antisettiche e antibatteriche. Ottimo per allontanare gli insetti, può essere usato anche al posto degli insetticidi in estate, la sua persistenza dovrebbe garantire almeno 8 ore di tranquillità

2) Incensi naturali: da non confondere con gli incensi che compriamo nelle bancarelle o nei negozi a 50 centesimi, sono un mezzo sicuro per deodorare la casa e non intossicarci. Inoltre, fatto da non sottovalutare, le varie profumazioni possono essere adattate alla giornata, alla stagione, all'ambiente da deodorare.

 3) Essenze naturali e bruciaessenze: il mio sistema preferito, qualche goccia di essenza naturale o olio essenziale purissimo e si riesce ad ottenere un effetto decisamente gradevole e persistente. Gli oli essenziali inoltre hanno ognuno delle spiccate proprietà che possono essere utilizzate per fare dell'aromaterapia; sarebbe meglio inalarli senza scaldarli, ma per cominciare... Il vantaggio di questo sistema è che una boccetta di olio del costo medio di 5/7 euro dura moltissimo: vanno diluite poche gocce in acqua e vai col profumo!

4) Lampade a combustione catalitica ad alta temperatura: riescono a distruggere le molecole degli odori cattivi e a disinfettare l'aria.  Deodorano e profumano l'ambiente senza privarlo di ossigeno e senza emettere fumi; queste lampade, di cui la Lampe Berger è la regina indiscussa, venivano addirittura usate negli ospedali per evitare contagi. E' sufficiente bruciare l'essenza per mezz'ora per garantire un effetto di otto dieci circa. Diciamo che il costo dei profumi, 13 euro per 500 ml, è abbastanza impegnativo da un punto di vista economico; devo riconoscere però che le profumazioni sono sublimi e che la profumazione Mosquito è uno dei repellenti per insetti più efficace che abbia mai provato.

5) Deodoranti faidate: uno su tutti? Le scorze d'arancio "infilzate" di chiodi di garofano. Ma che soddisfazione c'è a fare un velocissimo, semplice ed economico profumatore per ambienti? Per i più desiderosi, è anche possible mescolare (non conosco le dosi ma posso fornirvele) acqua, alcool e olii essenziali purissimi per fare uno spray ecologico e privo di controindicazioni. 

martedì 14 ottobre 2008

Pellicce - ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

E' di pochi giorni fa un articolo Ansa che parla del ritorno delle pellicce nei "nostri" guardaroba.

In assoluta controtendenza rispetto agli anni passati, il fatturato di concerie e pellicciai sembra aumentare: le pellicce sembrano proprio essere nuovamente tornate alla ribalta.

Non vogliamo lanciare strali ai compratori, ma pacatamente e asetticamente discutere con loro della questione.

1) A parte i Poli, la Siberia, e altre zone altrettanto sfortunate, non fa mai così freddo da avvertire la necessità di "coprirsi" con il manto di un altro animale: perchè quindi toglierlo alle bestie per conservarlo per anni nell'armadio e tirarlo fuori tre giorni l'anno?Soprattutto perchè andiamo incontro ad un riscaldamento globale, che caspita te ne fai quando si alzeranno le temperature?

2) Le pellicce costano, e lo sanno anche i ladri che prelevano volentieri dalle nostre case capi pelosi: così, oltre alla paura che possano rubarci il televisore megagalattico dobbiamo anche preoccuparci per un cappotto. Un cappotto, non so se mi spiego.

3) Le pellicce inquinano: le concerie producono un sacco di residui chimici e i corpi senza vita degli animali senza scalpo sono un rifiuto difficilmente utilizzabile (ma magari chi lo sa, quel cincillà lì è andato proprio dentro la pappa di fuffy...)

4) Le pellicce invecchiano: non ho mai visto una giovine donna con indosso quel cappotto dimostrare la sua vera età, sembrano tutte delle signorotte attempate. Inoltre, se proprio non pesi venti chili, appesantiscono o accorciano tragicamente la silohuette.

5) Le pellicce sono preistoriche, sono un'eredità dei nostri padri che non avevano altro con cui coprirsi, in un'era tecnologica come la nostra e ricca di proposte tessili impalpabili, comode, eteree, le pellicce rappresentano l'ultimo degli anacronismi.

6) Facciamo di tutto per privarci dei nostri peli superflui, ci sottoponiamo a torture immani per apparire glabri come  bambole,  spendiamo centinaia di euro, inorridiamo se nella minestra c'è un capello o u pelo...  per poi "ricoprirci" del pelo  di altre specie?



Al di là delle pacate provocazioni, chi compra una pelliccia dovrebbe essere consapevole che gronda sangue, che per farla è stato ucciso più di un animale e che, se uccidere animali per mangiare può essere una dolorosa necessità, ucciderli per la propria vanità è assolutamente vergognoso. Senza voler essere estremisti, che sensibilità mi posso aspettare da chi se ne frega se per andare agghindata una volta l'anno a teatro ha fatto una strage di rat musquè (allevati in condizioni atroci e morti peggio)?



Ed è altrettanto vergognoso l'articolo che apparirà sul prossimo numero di Vogue America, dove "le top model Lily Donaldson, Coco Rocha, Caroline Trentini e Anna Jagodzinska, saranno tutte ricoperte da sontuosi cappotti di pelliccia naturale. Le modelle sono state immortalate su impervie pareti rocciose mentre tentano di scalarle come animali selvatici su improbabili tacchi e protette da pellicce"

La prossima volta, le scalate sulle pareti fatele fare a chi dentro quella pelliccia ci vive e fa battere il suo cuore.

lunedì 13 ottobre 2008

Sogno di una mattina di mezzo autunno

Ancora stordita dal tranquillo e pacioso fine settimana appena trascorso, stamane sono immediatamente piombata nella dura relatà del lunedì, e quindi oggi "lancio" pensieri sfusi e qualche accidente.

 

E' il secondo lunedì di seguito che la Metro offre un servizio inaccettabile. Il 7 è stato titolato come "lunedì nero" da diversi quotidiani, e oggi per arrivare a Termini si faceva prima in monopattino (45 minuti la tratta Anagnina - Termini, con continue soste e vagoni ultrapieni). La linea B è un carnaio, in estate ma anche no le persone svengono stremate dal caldo e dall'affollamento. Come cittadina e come abbonata mi vergogno e mi indigno per il pessimo servizio che gli amministratori locali ci offrono. Ma perchè a pagare siamo sempre noi?

Non possiamo poi prendercela se tutti decidono di prendere la macchina. Oggi ad esempio l'ho presa: 80 minuti di coda continua per percorrere 25 km tra raccordo e città: arrivi in ufficio che sei già oltre la soglia di sopportazione quotidiana. Abbiamo alternative? Possiamo continuare a passare buona parte della nostra vita intrappolati in scatole grandi o piccole e cercare di svicolare per raggiungere le nostre destinazioni? Le amministrazioni dovrebbero preoccuparsi di garantire una qualità della vita decente, piuttosto che continuare a scaricarsi colpe e lanciarsi accuse.

Per fortuna però, sembra che Roma non sia una città che soffre la crisi, a giudicare dall'elevatissima frequentazione domenicale di centri commerciali e affini. Ieri siamo andati da Decathlon (mi servivano dei calzettoni di cotone, c'era mezzo quartiere. E l'altro mezzo stava da Mediaworld, dove abbiamo tentato di trovare una tastiera per il piccì. File importanti alle casse, code di macchine in attesa di parcheggio. Siamo generosi noi romani, non abbiamo un soldo ma per lo shopping non badiamo a spese.

 

A proposito di spese, confesso che abbiamo esagerato sabato alla Biofiera. Moltissimi stands, scarsa presenza di istituzioni (o erano in pausa pranzo o stavolta non si sono presentate in molte), troppi norcini. Voglio dire: possibile che una regione come il Lazio che ha un'elevatissima percentuale di Agricoltori biologici  radicata nel suo territorio si sia presentata con quattro cinque stands di verdure e 4 e più banchetti di porchetta? Molti produttori di olio (eccellenti tutti quelli provati), tanto formaggio e conserve, un sacco di aziende vinicole, due espositori di ottimi cosmetici e prodotti per la casa ecobio, un pò di artigianato. Tra le altre cose, i vegetali esposti parevano sofferenti, tanto che il porro che abbiamo comprato una volta a casa si è definitivamente ammosciato. Spero, per le prossime edizioni, che ci sia un numero di agricoltori maggiore. Detto questo, la fiera va in ogni caso visitata, i prodotti (a parte il porro) si sono rivelati ottimi e di sicuro sono genuini.

 

lunedì 6 ottobre 2008

Biofiera 2008 9-12 ottobre a Roma

Riprendo le mie attività blogghesche per consigliarvi caldamente di andare a visitare la Biofiera che per ben 4 giorni allieterà il parco della Resistenza (zona Piramide).

Lo scopo di questa fiera è quello di far conoscere ai cittadini il gran numero dei coltivatori/produttori biologici laziali e qualcuno proveniente anche da altre regioni.

Probabilmente non tutti lo sappiamo, ma il Lazio è una delle regioni se non La Regione con il più alto numero di terreno coltivato bio.

La fiera (se è fatta come l'anno scorso) prevede una vastissima area dedicata agli stands gastronomici: tutti chioschi che vendono ogni ben di Bio, frutta e verdura, marmellate e succhi, insaccati e formaggi, creme dolci, frutta secca, prodotti cosmetici. Vi assicuro che non uscirete dalla fiera a mani vuote, vista anche la varietà delle verdure (alcune delle quali di difficile reperibilità nei mercati e nei supermercati) offerte.

La seconda parte è quella dedicate alle istituzioni, che offrono tantissime informazioni utili sull'agricoltura e sull'alimentazione biologica.

Poi, c'è una sala conferenze (ma non c'è il programma) e una parte dedicata ai servizi: interessante vedere tra le tante cose i distributori automatici di snack freschi (frutta e succhi).

In ogni caso, è un appuntamento da non perdere, e se poi si vuole fare un salto alla vicina città dell'Altraeconomia si potrebbe completare il giro :-)

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Vuoi risparmiare? Mangia vegan!

Fonte: AgireOra

 

 

Mangiare vegan costa meno: su un menu-tipo settimanale si risparmia circa un quarto, rispetto a un menu onnivoro.

Questo studio, che valuta i costi di un menu medio settimanale onnivoro e vegan, è stato svolto nei mesi di agosto e settembre 2008 dalla redazione di VegFacile, per rispondere a un insensato tormentone che si sente da più parti: "mangiare vegan costa di più". Questo è assurdo, perché gli ingredienti dei piatti vegan sono mediamente meno costosi di quelli dei piatti onnivori, però visto che questa leggenda metropolitana permane, riportiamo qui i costi reali come dimostrazione pratica.

Probabilmente la leggenda permane perché di solito il confronto si fa, anziché tra due menu equiparabili vegan e onnivoro, tra un menu vegan a base di ingredienti tutti biologici e con molti piatti pronti o cose "strane" e costose, e un menu onnivoro invece a base di ingredienti non biologici e senza piatti pronti. Cosa ovviamente irragionevole.

Impostazione del menu e costi

Gli ingredienti sono tutti di normale supermercato, lo stesso supermercato sia per quelli onnivori che per quelli vegan, tranne alcuni ingredienti vegan che sono di supermercato biologico (quindi di qualità maggiore) della stessa città.

Le quantità di cibo sono per una singola persona, di "voracità" media, e nella varietà del menu onnivoro si tiene conto del "normale" modo di alimentarsi oggi (non del modo sano e corretto, ma del modo diffuso, perché si vuole prendere in considerazione ciò che avviene nella realtà dei fatti, non nella teoria), cioè con carne o pesce a ogni pasto, e formaggio o uova quasi tutti i giorni.

Dal menu è esclusa la frutta, perché da 1 a 3 frutti al giorno come spuntino devono essere compresi sia in un menu vegan che in uno onnivoro, quindi su questo non c'è differenza ed è inutile fare il confronto.

Il totale per una settimana, considerando 3 pranzi in mensa e 2 a base di panini, una cena in pizzeria e il resto di pranzi e cene cucinati invece a casa a partire da ingredienti freschi (e in piccola parte surgelati) è di 45,40 euro per il menu vegan, e di 61,50 euro per un menu onnivoro con le stesse carattristiche.

Quindi, non solo mangiare vegan NON costa di più, ma costa, com'è logico, di meno. Per la precisione, il 26% in meno, in questo menu di esempio.

Certamente si può elaborare un menu meno costoso rispetto a quello sotto riportato, sia per la parte onnivora che a maggior ragione per quella vegan, o anche uno più costoso scegliendo cibi più ricercati o di qualità maggiore, ma questa è una media ragionevole: cibi non scadenti, ma nemmeno di lusso.

In ogni caso, per qualsiasi menu onnivoro a costo basso se ne può elaborare uno vegan a costo ancora più basso, per forza di cose, perché cereali e legumi, che sono la base dell'alimentazione vegan, sono meno costosi di carne, pesce, uova, formaggi.

Confronto tra onnivoro-vegan, non tra biologico-nonbiologico

Non si considerano qui ingredienti biologici (tranne alcuni per il menu vegan perché esistono solo biologici) perché questo NON è un confronto tra i costi di una dieta basata su ingredienti di agricoltura biologica e una basata su ingredienti di agricoltura "convenzionale". Questi confronti saranno stati sicuramente fatti da altri, ma esulano dallo scopo di questo lavoro, che vuole solo confrontare i costi di un menu vegan e uno onnivoro equiparabili come tipo e qualità di ingredienti.

Sicuramente la differenza tra un menu vegan biologico e uno onnivoro biologico - con la "normale" quantità di carne, uova e latticini consumata oggi in Italia - è ancora maggiore a sfavore delle dieta onnivora.

 

l menu e i conti della spesa

Menu vegan Menu onnivoro
Lunedì

Colazione:

  • Cappuccino con latte di soia
    Costo: caffe' 10c; latte di soia (60g) 12c;
  • 5 biscotti di pasta sfoglia
    Costo: 60c

Totale colazione: 82c

Colazione:

  • Cappuccino
    Costo: caffe' 10c; latte di mucca (60g) 9c;
  • 4 biscotti al burro
    Costo: 60c

Totale colazione: 79c

Pranzo (in mensa):

  • Fusilli al pomodoro
  • Patate e fagiolini al vapore
  • Fagioli borlotti e bianchi di Spagna
  • Pane

Costo: 4,50 euro

Pranzo (in mensa):

  • Fusilli al pomodoro
  • Frittata con rucola
  • Pane

Costo: 5,50 euro

Cena:

  • Insalata russa
    Costo: 1 carota 10c; 1 patata 10c; piselli 20c; maionese 20c = 60c
  • Ceci stufati con cipolle
    Costo: 1/2 scatola di ceci - 45c; 1 cipolla - 6c; olio d'oliva - 5c = 55c
  • Insalata di pomodoro e noci
    Costo: 1 euro
  • Pane
    Costo: 40c

Totale cena: 2.65 euro

Cena:

  • Involtini di pollo e prosciutto
    Costo: 150 g di petto di pollo 1,5 euro; 40 g di prosciutto cotto 1,2 euro
  • Carote al burro
    Costo: 2 carote - 20c; burro - 16c
  • Pane
    Costo: 40c

Totale cena: 3,5 euro

TOT lunedì menu vegan: 7,97 euro TOT lunedì menu onnivoro: 9,85 euro
Martedì

Colazione:

  • Cappuccino
    Costo: 22c (vedi lunedì)
  • Una fetta di torta di mele
    Costo per 1 torta di mele (8 fette): 300 g farina - 24c; 100 g zuccherto - 14c; 300 g latte soia - 57c; 50 g olio di mais - 12c; 1 mela 50c; 1/2 limone - 10c; vaniglia, lievito - 20c; TOT 1,87 euro - diviso 8 fette, 23c a fetta

Totale colazione: 45c

Colazione:

  • Cappuccino
    Costo: 19c (vedi lunedi')
  • Una fetta di torta di mele
    Costo: stesso calcolo del caso vegan, ma latte di mucca al posto del latte di soia (45c) e burro al posto dell'olio di mais (40c); totale per una fetta di torta: 25c

Totale colazione: 44c

Pranzo (in mensa):

  • Patate fritte
  • Ceci stufati
  • Carote, zucchine, fagiolini al vapore
  • Pane

Costo: 4,30 euro

Pranzo (in mensa):

  • Patate fritte
  • Scaloppine al vino bianco
  • Pane

Costo: 5,80 euro

Cena:

  • Pasta al pomodoro fresco e tofu
    Costo: Pasta 80 g - 16c; Pomodoro - 50c; Tofu (biologico, al naturale) 60 g - 50c; olio 5c; TOT 1,21 euro
  • Fagioli borlotti al pomodoro
    Costo: 1/2 scatola di fagioli - 25c; salsa pomodoro 10c; olio 5c
  • Pane
    Costo: 25c

Totale cena: 1,86 euro

Cena:

  • Pasta al pomodoro fresco e mozzarella
    Costo: Pasta 80 g - 16c; Pomodoro - 50c; Mozzarella 60g - 60c; olio 5c; TOT 1,26 euro
  • Bistecca
    Costo: 80g - 1 euro; olio 5 c
  • Pane
    Costo: 25c

Totale cena: 2,71 euro

TOT martedì menu vegan: 6,61 euro TOT martedì menu onnivoro: 8,85 euro
Mercoledì

Colazione:

  • latte di riso e orzo solubile
    Costo: 200 g latte di riso - 40c; orzo solubile e zucchero - 5c
  • fette biscottate con marmellata
    Costo: 4 fette - 10c; marmellata 15c
  • Totale colazione: 70c

Colazione:

Come colazione vegan, ma latte di mucca anziché di riso (30c anziche' 40c)

Totale colazione: 60c

Pranzo (panini):

  • 2 panini con paté di ceci e olive
    Costo: 1 scatola di ceci - 90c; olive - 20c; maionese vegan - 30c; pane - 60c

Totale pranzo: 2 euro

Pranzo (panini):

  • 2 panini al prosciutto cotto e maionese
    Costo: prosciutto cotto 80g - 2,5 euro; maionese - 10c; pane - 60c

Totale pranzo: 3,20 euro

Cena:

  • Sformato di miglio e fagiolini
    Costo: 100 g fagiolini - 20c; 80 g miglio - 25c; olio di oliva - 10c; TOT 55c
  • Insalata di rucola, radicchio rosso, noci
    Costo: rucola - 30c; radicchio rosso - 35c; noci - 20c; olio - 10c; TOT 95c
  • Pane
    Costo: 40c

Totale cena: 1,90 euro

Cena:

  • Spezzatino con verdure
    Costo: 200 g carne di manzo - 2 euro; 1 carota - 10c; 1 patata - 10c; 1 zucchina - 10c; olio - 10c; TOT 2,40 euro
  • Formaggio fontina
    Costo: 80 g - 50c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena 3,20 euro

TOT mercoledì menu vegan: 4,6 euro TOT mercoledì menu onnivoro: 7 euro
Giovedì

Colazione:

  • Latte di riso e corn flakes
    Costo: Latte di riso - 200g: 40c; corn flakes - 30g: 15c

Totale colazione: 55c

Colazione:

  • Latte di mucca e corn flakes
    Costo: Latte di mucca - 200g: 30c; corn flakes - 30g: 15c

Totale colazione: 45c

Pranzo (in mensa):

  • Crema di carote e patate con crostini
  • Melanzane al funghetto
  • Bieta e erbette all'olio d'oliva
  • Pane

Costo: 4,50 euro

Pranzo (in mensa):

  • Salsiccia al forno
  • Melanzane al funghetto
  • Pane

Costo: 5,50 euro

Cena:

  • Risotto di piselli
    Costo: riso 80g - 20c; olio d'oliva - 10c; 1/2 scatola piselli - 40c; TOT 70c
  • Bruschette al pomodoro
    Costo: pane 30c; pomodoro fresco 40c;

Totale cena: 1,40 euro

Cena:

  • Insalata di riso
    Costo: riso 80g - 20c; verdure varie - 20c; formaggio e wurstel - 40c; olio - 10c; TOT 90c
  • Caprese
    Costo: 1 mozzarella - 1 euro; pomodoro fresco - 40c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena: 2,6 euro

TOT giovedì menu vegan: 6,45 euro TOT giovedì menu onnivoro: 8,55 euro
Venerdì

Colazione:

  • The e fette biscottate con burro di arachidi
    Costo: the - 5c; 4 fette - 10c; burro di arachidi - 20c;

Totale colazione: 35c

Colazione:

  • The e fette biscottate con burro e marmellata
    Costo: the - 5c; 4 fette - 10c; burro - 10c; marmellata - 15c

Totale colazione: 40c

Pranzo (panini):

  • 2 panini con affettato vegetale biologico
    Costo: 100 g affettato - 3,25 euro; pane 60 c

Totale pranzo: 3,85 euro

Pranzo (panini):

  • 2 panini con prosciutto crudo
    Costo: 100g prosciutto crudo - 4 euro; pane 60c

Totale pranzo: 4,60 euro

Cena:

  • Seitan impanato Costo: seitan alla piastra 80g - 1,25 euro; farina 5c; olio d'oliva 5c; TOT 1,35
  • Pure' di patate
    Costo: patate 40c; latte di soia 100g - 19c; olio d'oliva - 10c; TOT 69c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena 2,34 euro

Cena:

  • Tonno
    Costo: 80g - 2 euro
  • 2 uova al tegamino
    Costo: 2 uova - 50c; burro 8c; TOT 2,58 euro
  • Pure' di patate
    Costo: patate - 40c; latte 100g - 15c; burro - 15c; TOT 70c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena 3,58 euro

TOT venerdì menu vegan: 6,54 euro TOT venerdì menu onnivoro: 8,58 euro
Sabato

Colazione:
come giovedì

Totale colazione: 55c

Colazione:
come giovedì

Totale colazione: 45c

Pranzo:

  • Pasta alle zucchine
    Costo: pasta 80g - 16c; 2 zucchine - 20c; 1 cipolla - 10c; TOT 56c
  • Lenticchie al pomodoro
    Costo: lenticchie - 25c; pomodoro - 10c; olio d'oliva - 10c; TOT 45c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale pranzo: 1,31 euro

Pranzo:

  • Pasta al ragù
    Costo: pasta 80 g - 16c; pomodoro - 10c; carne ragù 60g - 60c; 1/2 cipolla + 1/2 carota - 10c; olio - 10c; formaggio grana - 10c; TOT 1,16 euro
  • 1 braciola di maiale
    Costo: braciola 160 g - 1,3 euro
  • Zucchine trifolate
    Costo: 2 zucchine - 20c olio - 10 c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale pranzo: 3,06 euro

Cena:

  • Mega insalata con radicchio rosso, rucola, pomodoro, fagioli cannelluni, noci, lievito in scaglie
    Costo: rucola - 40c; radicchio rosso - 40c; pomodoro - 60c; fagioli - 70c; noci - 30c; lievito - 5c; olio - 10c; TOT 2,55
  • Pane
    Costo: 45c

Totale cena: 3 euro

Cena:

  • Scaloppine di vitello al vino bianco
    Costo: 100 g vitello - 2 euro; farina - 5c; olio - 10c; vino - 10c; TOT 2,25
  • Ricotta
    Costo: 100g - 60c
  • Piccola insalata mista
    Costo: rucola - 20c; radicchio rosso - 20c; pomodoro - 20c; olio - 5c; TOT 65c
  • Pane
    Costo: 30c

Totale cena: 3,8 euro

TOT sabato menu vegan: 4,86 euro TOT sabato menu onnivoro: 7,41 euro
Domenica

Colazione:
come lunedi'

Totale colazione: 89 c

Colazione:
come lunedi'

Totale colazione: 79 c

Pranzo:

  • cous cous alle verdure
    Costo: 80 g couscous - 15c; 1 zucchina - 10c; 1 carota - 10c; piselli - 20c; 1 cipolla - 5c; olio - 5c; TOT 65c
  • frittata di ceci con cipolle
    Costo: farina di ceci 50g - 20c; cipolle - 10c; olio - 10c; TOT 40c
  • Spinaci all'olio
    Costo: spinaci surgelati 200g - 70c; olio - 10c
  • pane
    Costo: 20c

Totale pranzo: 2,05 euro

Pranzo

  • Risotto con salsiccia
    Costo: riso 80g - 20c; salsiccia 60g - 36c; burro - 10c; formaggio grana - 20c; TOT 86c
  • Pesce al vapore
    Costo: Filetti di nasello surgelati 200 g - 3 euro; olio - 5c
  • Spinaci al burro
    Costo: spinaci surgelati 200g - 70c; burro: 16 c
  • pane
    Costo: 20c

Totale pranzo: 4,97 euro

Cena:

  • Pizza alle verdure senza mozzarella

Totale cena: 5,50 euro

Cena:

  • Pizza capricciosa

Totale cena: 5,50 euro

TOT domenica menu vegan: 8,37 euro TOT domenica menu onnivoro: 11,26 euro
Totale settimanale
Menu vegan: 45,40 euro Menu onnivoro: 61,50 euro