giovedì 28 novembre 2013

Menù di stagione: insalata di finocchi, broccoli all'agro, patate saltate

Ingredienti e lista della spesa per 4 persone:

  •  1 kg di finocchi   1,75 euro

  • 1 arancia             0,30 euro

  • 100 grammi olive nere 0,70 euro

  • 1 kg di patate       1,00 euro

  • 2 kg di broccoli (siciliano e verde) 2,50 euro

  • fieno greco

  • semi di senape


Totale spesa: 6 euro

 

Antipasto -    Insalata di finocchi:

 



tempo di realizzazione: 5 minuti

dopo aver pulito con cura i finocchi, tagliarli a fette sottili. Tagliare anche l'arancia a piccoli spicchi (con tutta la buccia o senza a seconda delle preferenze).

Condire finocchi e arancia con le olive nere, un filo di olio evo, sale e se lo gradite pepe.

Portata principale (1) - Broccoli misti all'agro

tempo di realizzazione: 10 minuti + 25-30 di cottura

pulire i broccoli siciliani e il broccolo verde, tagliarli a pezzi piuttosto grandi (deve rimanere un bel fiore per pezzo) e immergerli in acqua bollente salata.

Mettere il coperchio alla pentola, controllare con una forchetta la cottura; quando entrerà con facilità nel gambo dei broccoli, toglierli dal fuoco e scolarli.

Servirli a tavola e condirli con olio e limone a piacere al momento di mangiarli

Portata principale (2) - Patate in padella con fieno greco e senape



tempo di realizzazione: 10 minuti +30 di cottura

Sbucciare le patate e tagliarle a dadini.

In una padella antiaderente, tostare mezzo cucchiaio di semi di senape e mezzo di fieno greco per due minuti massimo o appena iniziano a sfrigolare.

Aggiungere olio e aglio,  far riscaldare l'olio e aggiungere le patate e il sale grosso.

Cuocere a fuoco medio avendo cura di girare ripetutamente le patate, durante la cottura coprire la padella con il coperchio. Quando le patate sono appassite e ben cotte, aumentare la fiamma e far saltare per pochi minuti.

 

 

Il menù è completo :-D

 

mercoledì 27 novembre 2013

Menù di stagione: una nuova rubrica

E' difficile a volte conciliare l'idea di una sana alimentazione di stagione con la frenesia delle nostre giornate. Ma con un minimo di organizzazione e soprattutto con una rigorosa lista della spesa, tutto è possibile.

Spesso non cuociamo le verdure perchè pensiamo di avere poco tempo, ma lessare dei broccoli o saltare in padella dei peperoni non richiede effettivamente più di mezz'ora: il tempo che l'acqua della pasta inizi a bollire.

Per facilitarci la vita, è necessario usare dei piccoli "trucchi" che ci faranno risparmiare tempo.

Il primo in ordine di importanza è quello di mettere sempre il coperchio ai cibi in cottura: velocizziamo significativamente i tempi di cottura e risparmiamo gas.

Possiamo poi usare la pentola a pressione, che non tutti amano ma che ci consente di cuocere i legumi rapidamente.

Oppure cuocere a "castello": nella pentola dell'acqua della pasta, inserire un cestello per i vapore e cuocervi le verdure

Questi sono solo degli esempi, ma cucinare sano non è così impossibile come sembra :-D

Per questo, noi di BiosiPuò vogliamo offrirvi una serie di menù sani, gustosi e a costi decisamente contenuti.

Come? Sfruttando la stagionalità dei prodotti, utilizzando una'ampia varietà di cibi per un completo apporto di nutrienti e minerali, e dando indicazioni sui prezzi indicativi dei prodotti.

Noterete inoltre che i nostri menù saranno in prevalenza composti di vegetali, con indicazioni di eventuali sostituzioni animali per chi lo desiderasse.

E' importante soprattutto dare la possibilità al nostro apparato digestivo di elaborare perfettamente quanto ingerito, per cui i nostri menù saranno estremamente "sobri". Qualunque aggiunta vorrete fare è ovviamente a vostra discrezione, il consiglio che possiamo dare è in ogni caso di mangiare la verdura (cruda e cotta) a inizio pasto.

Siete pronti?

Si parte!

 



 

martedì 26 novembre 2013

Acqua di Rose

L'acqua di rose esiste da migliaia di anni: è il frutto delle prime distillazioni conosciute nella storia ed effettuate dagli arabi nel X secolo e costituiva oggetto di un fiorente commercio nel bacino del mediterraneo. All'epoca veniva utilizzata come eau de toilette, per la cura della pelle e in cucina.
Oggi, l'acqua di rose viene utilizzata tuttora per le precedenti indicazioni; in particolar modo in cosmetica dove è indicata per le pelli mature e come alleato contro gli effetti dell'invecchiamento.

BELLEZZA (utilizzo sulla pelle): Astringente, tonifica la pelle. Antirughe, contribuisce a rigenerare l'epidermide. Rinfrescante, attenua i rossori e calma le reazioni allergiche. Viene consigliato per tutte le pelli, in particolar modo per le pelli mature e reattive

SALUTE (uso interno):
Antispasmodico, Antisettico, equilibrante ormonale (agisce sul sistema endocrino e contribuisce a attenuare la sindrome premestruale, crampi e cattivo umore)
Viene consigliato per le bronchiti croniche e per l'appetito eccessivo.

BENESSERE (aromaterapia):
possiede un'affinità con il cuore e la sfera emozionale del corpo e dello spirito. Favorisce l'equilibrio, l'armonizzazione delle emozioni e aiuta a prendere decisioni e completare i progetti avviati.
Euforizzante e armonizzante, calma e diffonde un sentimento d'equilibrio; aiuta a dissipare lo stress e le tensioni nervose.
Fiore della femminilita per eccellenza, la rosa aiuta le donne ad esprimere la propria sessualità.
Indicato per pene amorose, collera, irritazione, perfezionismo, depressione (post parto). (fonte articolo: AromaZone)

giovedì 21 novembre 2013

Guida pratica allo zucchero e ai dolcificanti

 

Lo zucchero è diventato il testimonial indiscusso di tutto ciò che di sbagliato facciamo per la nostra salute.

L’eccessivo consumo di quella dolce povlere bianca è diventata la vergognosa ragione per la quale una innumerevole serie di malattie si è frapposta fra noi e la salute: diabete, obesità, disordini dell’attenzione, atriti, cancro e diversi altri malanni.

Ci chiediamo: tutto lo zucchero è dannoso? E quali alternative ‘dolci’ possono rappresentare la scelta migliore?

 

Guida ai dolcificanti

Quanto segue è una lista degli zuccheri e dolcificanti più conosciuti, il loro indice glicemico (IG) e altri fattori che dovremmo considerare quando decidiamo cosa scegliere:

 

Maltodestrina  (150)   Con un elevatissimo livello di indice glicemico, questo zucchero rappresenta per i diabetici quanto di più vicino a un veleno. E’ presente in molti prodotti confezionati

 

Glucosio (Destrosio)  (100)  Indice glicemico molto alto e equivalente al pane bianco

 

Sciroppo di mais (o di glucosio)  (75)   Per la maggior parte Ogm, con valori nutrizionali irrilevanti. Peggio di lui c’è l’HFCS (sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio)

 

Zucchero da tavola raffinato (65) Quasi tutto Ogm e privato completamente di qualsiasi nutriente benefico, questo zucchero ha un importante azione acidificante sull’organismo e provoca perdita di minerali.

 

Miele  (50-75)  Qui il tipo di miele fa una grande differenza, laddove quello grezzo e non pastorizzato ha un indice glicemico più basso e contiene molti nutrienti. Il miele lavorato non è migliore dello zucchero raffinato.

 

Succo (zucchero) di canna evaporato (55)  migliore dello zucchero bianco, ma sempre raffinato.

 

Melassa scura (55) Sebbene abbia un alto indice glicemico, questo zucchero contiene diversi minerali quali ferro, calcio, rame, magnesio, fosforo potassio e zinco. Il risultato è che diventa un buon alcalinizzante per il corpo.

 

Sciroppo d’acero (54)  Raccolto dalla linfa degli alberi d’acero, questo sciroppo è raffinato e poi processato. E’ comunque più nutriente dello zucchero bianco, sciroppo di mais e zucchero di canna ma andrebbe comunque consumato con parsimonia

 

Zucchero della palma da cocco (35) Ottenuto dai fiori che crescono sugli alberi del cocco, è ricco di nutrienti, con un basso indice glicemico e sostituisce perfettamente lo zucchero bianco. E’ molto popolare tra i salutisti e può essere tranquillamente usato nei prodotti da forno.

 

Nettare d’agave (30) Ci sono molte controversie sull’agave, e il giudizio è che non sembra essere così salutare. Utilizzare in quantità limitate.

 

Xilitolo (7)  Uno zucchero derivato dall’alcool, lo xilitolo ha un bassissimo indice glicemico, tuttavia deve essere usato con cautela sia perché è in gran parte di derivazione OGM, sia per la documentata irritazione intestinale che deriva dal suo largo uso.

 

Stevia (0)  2-300 volte più dolce dello zucchero bianco,  la stevia viene prodotta dalle foglie della pianta omonima. Dal momento che l’indice glicemico è inferiore all’unità, non alimenta la candida e non innesca/peggiora nessuno dei problemi di salute legato al consumo di zuccheri. Questo la rende ideale per i diabetici, per coloro che hanno problemi gastrointestinali e per chiunque è interessato a ridurre l’apporto calorico quotidiano. Adatto per dolcificare te, frullati e succhi aspri quali limoni, lime e cranberries

 

Dolcificanti artificiali (0) (Aspartame, Sucralosio) Tutti i dolcificanti artificiali sono tossici, e, ironicamente, il consumo di questi prodotti ha mostrato un significativo aumento di peso nei soggetti studiati, sebbene l’apporto calorico non fosse aumentato.

 

 

Quando dobbiamo scegliere un dolcificante, dovremmo avere come prima opzione la stevia o lo zucchero di cocco per il loro basso indice glicemico e per l’elevato contenuto di minerali. Dall’altra parte dell’elenco delle scelte, dovremmo evitare i dolcificanti artificiali, zucchero di mais, zucchero raffinato, maltodestrin e destrosio, considerandoli come portatori di malattie: sono tossici, aumentano i picchi di zucchero nel sangue e sono privi di nutrienti.

Per finire, melassa, sciroppo d’acero, di agave, zucchero di canna e miele vanno usati con moderazione. Sebbene contengano nutrienti benefici, sono per lo più raffinati (tranne il miele grezzo).

Naturalmente, queste sono indicazioni di massima, dal momento che lo stato della salute intestinale di ognuno di noi determina l’introito massimo accettabile di zucchero nel nostro corpo. Bisogna fare attenzione alle reazioni del corpo e aggiustare il tiro :-D

Sources for this article include:

http://science.naturalnews.com

http://www.organiclifestylemagazine.com

http://science.naturalnews.com

 

 

Fonte: Natural News

Autore: Derek Henry

Traduzione: Biosipuò

 

 

lunedì 4 novembre 2013

Guida incompleta ai mercati contadini di Roma

Qualcosa cambia nelle abitudini delle persone: la realtà agricola di Roma e dintorni, con una tradizione plurisecolare, è sbarcata da qualche anno sulle piazze cittadine: gruppi di agricoltori e produttori operanti sul territorio si organizzano per offrire al consumatore finale prodotti con una filiera cortissima (dal produttore al consumatore) e pressochè a km 0.
E' così che molte persone hanno trovato un modo diverso di fare spesa, riappropriandosi dell'acquisto all'aperto dal commerciante di fiducia, con il quale scambiare chiacchiere ricette e idee. Molti di questi mercati contadini funzionano anche di domenica e nei giorni festivi: attenzione però a non confondere questo servizio che ognuno degli attori operanti decide in autonomia di prestare o meno con le aperture di quei divertimentifici artificiali dei centri commerciali...
Venerdì 1 novembre ad esempio, il Mercato Contadino dei Castelli Romani ha offerto uno splendido servizio ai numerosissimi clienti accorsi ai richiami di degustazioni gratuite e... cibo fresco e genuino. Ho trovato molto piacevole vedere tanta gente che invece di andarsi a rinchiudere in qualche posto preconfezionato ha preferito godersi la meravigliosa giornata e scegliere di acquistare ingredienti appena raccolti.
Roma ha diversi mercati agricoli sparsi per la città, in questo post ve ne elencherò alcuni. La guida ovviamente non è completa e si accetta qualsiasi suggerimento :-D

Mercati della terra - Ciampino
Circa 20 i produttori presenti, quasi tutti provenienti dalla Provincia di Roma e da quelle vicine di Frosinone e Latina. Frutta e ortaggi, carni, vini, latte crudo, formaggi, pane e prodotti da forno, gelati, salumi, miele, birra artigianale.
Il mercato della terra di Ciampino fa parte di un circuito internazionale.

Il mercato si tiene ogni terza domenica del mese dalle 9 alle 14, presso il Parco Aldo Moro - Via delle Mura dei Francesi a Ciampino.
Per info:
http://www.mercatidellaterra.it/ita/network/ciampino

Mercato contadino dei Castelli Romani
Dal mercoledì alla domenica, questo mercato itineranteoffre un'ampia selezione di prodotti e artigianato.
Il mercato si tiene:

MERCOLEDI' Ariccia - GIOVEDI' Rocca di Papa - VENERDI' Frascati - SABATO Ariccia, Albano, Pavona - DOMENICA, Ariccia e Albano.
Per info:
https://www.facebook.com/pages/Mercato-Contadino-Castelli-Romani/147872315307230

Mercato Contadino Tiburtino
Attivo dal 2009, il mercato Tiburtino offre verdure, frutta, carni, uova, formaggi, olio, vino, aromi e sapori arrivati da tutta la Regione Lazio.
Il mercato si tiene:
parco della Cacciarella, in via di Casal Bruciato 11 il martedì e il sabato.
Per info:
http://www.mercatocontadino.com/

Ognuno di questi mercati, come tantissimi altri, offrono anche iniziative collaterali quali laboratori didattici, incontri formativi, degustazioni e divulgazione.

Se vi avanza un pochino di tempo, provate a visitarli: scoprirete un mondo di gusto e benessere.images?q=tbn:ANd9GcRWGsUlnCKhBEN6O5KEu9hsGVudL8inBbwoIRhX5vosejRAy8wR


martedì 15 ottobre 2013

Vellutata di broccoli siciliani e patate

Non vedevo l'ora che tornasse l'autunno per ricominciare a fare scorpacciate di broccoli siciliani, romaneschi, broccoletti & co.

Tranne rare eccezioni (il cavolo bianco), adoro le brassicacee in tutte le loro forme, e ne mangerei anche a colazione :-D

E' con grande soddisfazione quindi che vi posto la ricetta di questo capolavoro creato dal mio cuoco casalingo di fiducia e, vi assicuro: leccherete il fondo della pentola!!!

 

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Ingredienti per 4 persone

 

  • 700 gr di broccolo siciliano
  • 3 patate medie
  • brodo vegetale fresco (con carote cipolla chiodi di garofano pomodoro e tanto sedano)
  • olio
  • peperoncino
  • sale

 

Procedimento 

  • lessare in due pentole separate e in acqua salata i broccoli siciliani e le patate sbucciate e tagliate a pezzi grossolani. I broccoli vanno cotti molto bene.
  • frullare o lavorare al passapomodoro i broccoli
  • in una pentola di coccio, riscaldare a fiamma bassa olio e peperoncino, e aggiungere le patate lessate. Lasciare insaporire per qualche minuto.
  • frullare le patate con poco brodo vegetale, aggiungere i broccoli e frullare qualche altro secondo per miscelare le verdure.
  • Poco alla volta, aggiungere il brodo vegetale bollente. Poco se si vuole una bella crema densa, di più se si vuole rendere più morbida.
  • versare nei piatti e aggiungere un filo di olio a crudo e crostini di pane a piacere.

 

Buon Appetito!!!

 

 

Costo indicativo per 4 persone: 3 euro

giovedì 10 ottobre 2013

L'ambientopatia

L'ambiente, si sa, influisce moltissimo sulla salute e sulla psiche: carattere, umore, ritmi biologici molto dipendono dalla salubrità dei luoghi in cui viviamo e dalla giusta quantità di luce naturale che i nostri tessuti assorbono.

Tutti noi abbiamo sperimentato la magnifica sensazione di benessere dopo aver trascorso una giornata all'aria aperta, e quella sgradevolissima di una intera giornata passata in un luogo chiuso, mal areato e illuminato artificialmente, seduti per ore e ore.

La differenza c'è e si sente: apatia, dolori, stanchezza visiva, mente annebbiata... sono solo alcune delle differenze che certamente ognuno di noi avrà notato.

 

A volte la scelta dei luoghi in cui sostiamo per pochi minuti o per diverse ore al giorno (se non per svariati anni della nostra vita) non dipende da noi. Altre voltè però, sembra che proviamo un certo sadico gusto nel peggiorare, o non voler migliorare, i luoghi che viviamo.

Che lo si faccia volontariamente per aumentare il livello di disagio proprio e altrui, o involontariamente per semplice abbrutimento, dobbiamo sempre ricordarci che un "brutto" ambiente crea sempre delle conseguenze sulle nostre persone.

Un ambiente malsano o malvestito risucchia energie, idee, voglia di fare.

Quando un datore di lavoro crea appositamente questa tipologia di ambienti credendo così di controllare meglio (o sottomettere) il personale, oppure lo fa per semplice menefreghismo perchè non gli importa molto, sta danneggiando i suoi profitti. Le persone svogliate e prive di energia difficilmente porteranno a termine i propri compiti con la cura e la rapidità di una mente più ossigenata e sana.

Purtroppo, in questi casi, chi vive questo disagio poco può fare, se non cercare di tenere in ordine i propri spazi e apportare dei minimi abbellimenti ove consentito.

Ma tutto possiamo nella scelta dei luoghi da frequentare nel nostro tempo libero: non è detto che siccome trascorriamo diverse ore al giorno in posti orribili lo dobbiamo fare sempre.

Spezzare questo circolo vizioso può aiutarci a trovare soluzioni impreviste, ci può donare guizzi d'ispirazione per cambiare in meglio situazioni che possono apparirci inamovibili. Preferire una passeggiata all'aria aperta rispetto a quella dentro un centro commerciale potrebbe spaesarci, ma a lungo andare saremo entusiasti dei benefici che trarremo.

Una bella corsa su un prato invece di quella sopra un tapis roulant è 20 volte più efficare e ossigena a fondo i nostri polmoni (e tessuti).

Le scelte sono tante, milioni di milioni, e l'ambientopatia si può sconfiggere con aria, sole, e cose belle!

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martedì 1 ottobre 2013

L'uso delle parole nella pubblicità e nella comunicazione poco ecologica

Questo inizio di autunno, anzichè regalarci i dolci frutti della natura, ci sta offrendo dei succosi spunti per capire quanto la pubblicità stravolga il significato delle parole e generi confusione nella pubblica opinione.
Se tempo fa parlai di una reclame radiofonica nella quale ci si vantava di essere delle "fashion vittime" (cioè persone che subiscono passivamente dei danni dalla moda), oggi è salita agli onori delle cronaca la discutibilissima pubblicità di Enel, che ci vuole tutti guerrieri.
Simone Perotti  (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/28/cara-enel-io-non-sono-guerriero/726545/) offre una eccellente riflessione su come certe pubblicità tendano a svilire le persone e inquadrarle in tristi cliché, piuttosto che a trasmettere un messaggio di disperazione e  rassegnazione.
"Siamo i guerrieri della notte e delle sei di mattina, del sottosuolo, dei posti in piedi, delle tangenziali, alle prime armi, in trincee di scaffali, di scartoffie, del lavoro, dell'amore (che non guasta mai citarlo, visto che la rima cuore/amore cattura l'attenzione del pubblico da ormai 150 anni)"
Questa pubblicità usa in maniera molto impattante la parola guerrieri, ripetendola all'infinito per fissare bene il concetto che ogni giorno ognuno di noi è in lotta continua e costante contro le azioni che compie.
Il significato della parola guerra è :
contesa, discordia, questione. E ancora confondere, scompigliare (riferito al significato originario della parola tedesca warre che significa mischia, zuffa).
Azione di eserciti nemici, che si offendono in ogni guisa , avendo per fine la vittoria; o ancora, dissidio tra due Stati i quali non potendosi definire per via di giustizia, si definisce per quella delle armi. (fonte: etimo.it)
Niente di buono o gratificante quindi, dal momento che i guerrieri sono gli attori di una serie di eventi che distruggono l'armonia, la cooperazione, la comprensione del prossimo ma anche di loro stessi.
Noi saremmo guerrieri, secondo la pubblicità, per il semplice fatto di ubbidire a un sistema che ci aliena in corsie di luci artificiali piene di additivi o in code interminabili in autostrada, e volendo continuare a citare gli esempi sarebbero innumerevoli.
E qui l'Enel si sbaglia, perchè confonde i pecoroni (senza voler offendere gli ovini) che giocoforza sono costretti a fare una vita di ubbidienza al sistema con la possibilità infinita di azioni che gli stessi possono compiere nell'arco intero di una giornata (o di una vita).

Noi non siamo guerrieri, non siamo in lotta con il vicino di fila o con il pendolare che tenta di fregarci il sedile in metro. Siamo molto di più.
E quando la pubblicità utilizza parole fighe che richiamano miti hollywoodiani o battaglie del passato, pensiamoci duecento volte prima di identificarci e incasellarci in definizioni che ci tolgono energie, fantasia, vita.

Make love not war   :-D

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venerdì 27 settembre 2013

Biblioteche di Roma a rischio chiusura - un patrimonio da difendere

 

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Cari lettori del Blog, che voi viviate a Roma o in qualsiasi altro comune d'Italia, è bene che sappiate che nella capitale la cultura e la formazione umanistica di grandi e piccini è cosa di poco conto.

La notizia è questa: il sindaco Alemanno aveva, con la sua precedente giunta, ridotto i fondi a 14 milioni di euro anzichè i 21 necessari. Tra smentite da parte dei diretti interessati, e conferme da parte degli "oppositori" che ora sono alla guida di Roma e ne governano le "borse", la situazione al momento non è molto chiara.

Di fatto, non è ancora certo che Marino possa o voglia annullare/emendare/rappezzare una situazione che, se mantenuta, rappresenterà di fatto la chiusura di molte delle 37 biblioteche di Roma e la riduzione di servizi efficientissimi.

Biblioteche che, attualmente, rappresentano uno dei pochi baluardi della cultura a costo zero per i cittadini romani, e che svolgono brillantemente un fattivo ruolo di raccordo tra tante realtà cittadine (basti pensare alla Biblioteca Casa dei Bimbi dove organizzano letture per i piccoli e attività propedeutiche alla lettura. Oppure al  Teatro Biblioteca Quarticciolo, meravigliosa struttura dove oltre a prendere in prestito libri e multimediali, si possono gustare numerosissimi spettacoli).

 Le biblioteche di Roma rappresentano un'efficientissima rete divulgativa, e un prezioso bene di ogni cittadino.

Quali che siano le decisioni delle varie giunte capitoline, invito tutti voi che leggete a mobilitarvi e diffondere questa notizia che non è salita alla ribalta delle cronache, sopraffatta da ben altra spazzatura mediatica.

Se vi è possibile, girate questo post, e se siete di Roma, recatevi presso la biblioteca a voi più vicina e partecipate alla raccolta firme organizzata dai dipendenti.

 

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_settembre_22/biblioteche-crisi-fondi-roma%20-2223243402796.shtml

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/09/18/news/biblioteche-66836852/

 

http://www.dazebaonews.it/roma-news/item/21018-biblioteche-di-roma-a-rischio-per-i-tagli-della-giunta-alemanno-primi-impegni-del-comune

 

 

 

lunedì 9 settembre 2013

Soliti deliri post ferie - estate 2013

Quest'anno le ferie sono state per me davvero aspettate con ansia e, soprattutto, estrema stanchezza.


Stremata da un anno e mezzo di incertezze contrattuali (non ancora risolte), lontana dal mio amatissimo mare da oltre due anni, non facevo una vacanza come si deve da almeno tre anni.


E per come si deve intendo staccare la spina per 15 benedettissimi giorni, tra bagni di sole e riposo quasi assoluto.


Sono partita con una situazione a dir poco pessima, dove avevo, in ordine sparso,  pesanti mal di testa, sensazione di spossatezza immotivata e depressione mattutina, forti dolori agli occhi con conseguente diminuzione dell'acutezza visiva a partire da metà giornata (a causa della costante illuminazione artificiale e al pc 9 ore al giorno), colorito giallastro, gambe piedi e braccia pallidi, compulsione mangiare in continuazione snack frutta caramelle e altro, dolori articolari da scarsa inattività, orecchie e naso chiusi (dovuti all'aria condizionata dell'ufficio),  sensazione di sentirsi in trappola, rinchiusa troppe ore in una scatola senza finestre.


Durante le vacanze, e alla fine di esse, molti di questi acciacchi e brutte sensazioni se ne sono semplicemente andate, diluite forse nell'acqua di mare o disciolte dal calore del sole.


Non mi sono sorpresa di notare che il mal di testa è scomparso o che gli occhi non mi fanno più male (garantendomi inoltre acume visivo), così come non mi ha sorpreso la possibilità di respirare finalmente a naso libero aria pulita e a... temperatura ambiente.


Mi sono sorpresa invece a pensare qual'è il motivo per il quale per 50 settimane all'anno mi sottopongo a una tortura senza fine che mi toglie energie e idee, che lentamente mi ammala e sottrae forza ai miei sensi, e che lascia una patina di apatia anche sulle mie connessioni cerebrali.


Certo, c'è la casa da mantenere e il mutuo da pagare, ma è davvero sufficiente questo motivo per incatenare la mia vita a luoghi di lavoro o lavori incompatibili con la fisiologia e la psiche umane?


 


Per fortuna,  o per disperazione, ho avuto molte distrazioni che mi hanno distolta da queste considerazioni che sono decisamente molto profonde.


Per elencarne qualcuna, potrei parlarvi del fatto che in ferie guardo la tv, e che leggo tutte le rivistacce femminili che durante l'anno non guardo nemmeno. Lo faccio per documentarmi, e anche per arrabbiarmi un pochino.


Ho riscoperto così che il caro Banderas, idolo della mia gioventù, spergiura a chiunque lo voglia stare ad ascoltare che lui prepara la crema al cioccolato Ogni Giorno. Tralasciando il fatto che da quando la "prepara lui" a quando la "mangiamo noi" potrebbero passare anche diversi mesi, ma tanto chi vuoi che ci faccia caso, quando un testimonial d'eccezione come il bell'Antonio ci dice con voce suadente di esser diventato un sincero pasticciere?


Vorrei anche parlarvi della noia mortale che il 98% degli articoli letti nelle riviste ha suscitato in me, ma invece vi parlerò del solito lavaggio del cervello estivo su quanto sia figo indossare pellicce che stanno male anche addosso alle supermodelle e di quanto trucco io abbia visto addosso a bambine meno che minorenni per pubblicizzare i nuovi capi baby per l'autunno inverno. C'è qualcosa di più perverso del mascherare un bimbo (di solito sempre femmine) e strappargli l'infanzia dal viso pur di vendere di più?


Per il momento, concludo i deliri.


Sono al primo giorno di lavoro, e mi è già tornato il mal di testa...18185124-spiaggia-accessibile.jpg


 

lunedì 19 agosto 2013

Lo strano caso della borsetta negata a mezzogiorno

E' un caso che ha angosciato per almeno una settimana l'intera popolazione mondiale che si dedica abitualmente a farsi gli affari degli altri invece che i propri.


Si è gridato al razzismo, allo scandalo, si sono lanciati strali contro l'incompetenza professionale della commessa che avrebbe compiuto il fattaccio, i giornali ne hanno fatto un caso (quasi) da prima pagina...


Addirittura l'ente svizzero del turismo è intervenuto chiedendo la testa della povera malcapitata e presentando ossequiose scuse alla rana dalla bocca larga che, molto signorilmente, avrebbe fatto più bella figura a starsi zitta una volta tanto.


Qualora qualcuno su questo lato del globo ancora non sapesse, Oprah Winfrey ha raccontato di essere stata vittima di un episodio di razzismo quando, entrata in una boutique di lusso, avrebbe chiesto di vedere una borsetta da 29.000 euro circa e la commessa si sarebbe rifiutata.


Al di là dell'inutilità di tanto clamore e del falso perbenismo che pervade la gente che si scandalizza per la "povera" Winfrey, ci fosse stata una testata o una testa pensante che ha fatto commenti sul prezzo della borsetta. Che era di coccodrillo e che, per l'appunto, costava 29.000 euro.


Il rispetto per le persone deve essere il medesimo sia se abbiamo di fronte un senzatetto che la persona più ricca del mondo, ma avrei empatizzato molto di più con la signora Winfrey se fosse caduta in terra e nessuno le avesse prestato soccorso.


Invece, con il simpatico episodio di una borsa oscenamente cara e crudelmente (in)utile (ditemi voi che bisogno c'è di scuoiare un coccodrillo per farne borse), la famosa riccona d'oltreoceano ha voluto:


1) creare un caso mediatico sul quale ci ricamerà per almeno tre mesi


2) evidenziare il suo status sociale sottolineando che lei può permettersi ben altro che una robina con quel misero prezzo (se lo ricordino tutti quelli che hanno gridato allo scandalo e guadagnano 1000 euri al mese)


3) far presente che lei è una persona di colore e che nella vecchia Europa c'è ancora chi discrimina i neri.  Cara signora, in Europa si discrimina chiunque, stia tranquilla che nel caso sarebbe stata in buona compagnia.


La classe e la signorilità  non sono acqua, e non bastano tutti i soldi di questo mondo per ottenerla, altro che borsetta di pelle!


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giovedì 8 agosto 2013

I superfoods e la discriminazione sociale

Rieccoci qui, dopo tre mesi di latitanza dal blog.


Riprendo il discorso degli integratori e dei supercibi perchè mai come in questo c'è una massiccia campagna marketing intorno a questo novello filone d'oro.


Basta andare sul web e cercare una a caso tra tante paroline magiche per vedere quante offerte ci sono e quanto miracolosi siano gli effetti di questi prodotti; così, tanto per citarne alcuni, possiamo parlare di Acai, moringa, chetoni di lamponi, caffè verde, mango africano, goji, mangostano, chia...


Tutti frutti (o semi o bacche) dalle favolose proprietà salutari e perchè no, anche salvifiche.


C'è, però, qualche problema in questa rincorsa al cibo migliore del pianeta.



  • Il primo, da non sottovalutare assolutamente, è quello della discriminazione sociale: questi supercibi costano tanto, tantissimo. Spesso arrivano dall'altra parte del mondo, e tra mille intermediazioni arriva sulle nostre tavole a prezzi decuplicati rispetto al costo originario. Capita così di cercare sul web un modo per disintossicarsi in maniera naturale o per ricaricarsi di vitamine "buone" e di scontrarsi con la dura realtà del costo troppo elevato. Per fare un esempio (uno solo), la polvere di Acai viene venduta al modico prezzo di 14 euro per 65 grammi, e non è neanche il prezzo più assurdo che mi è capitato di individuare.


Così, mentre una piccola rappresentanza del nostro pianeta potrà permettersi di beneficiare di questi fantastici prodotti senza doversi preoccupare di arrivare a fine mese con i soldi contati, il resto delle persone dovrà fare grandi sacrifici economici per provare ciò.


Se c'è una cosa che però ho imparato, è che la salute e il benessere dovrebbero essere a portata di tutti, non di pochi. E se un alimento è davvero efficace, limitatamente alla sua produzione su scala mondiale e a dazi, tasse e balzelli vari, lo si deve rendere di facile accesso (o acquisto). Altrimenti diventa moda, elìte, discriminazione.



  • Il secondo problema è che ogni anno le ditte che vendono supercibi (o integratori o altro), tirano fuori dal cilindro l'asso della manica che farà loro mantenere il fatturato alto per i successivi 12 mesi. E' il caso dei chetoni di lampone che quest'estate hanno invaso l' Italia (e da 14 mesi circa il resto del mondo occidentale) e che pare vadano per la maggiore come miracolo dimagrante dell'anno. Oppure, del Caffè verde spacciato come risoluzione definitiva e assoluta novità dimagrante mentre in Sud America e nel Sud Est Asiatico le donne lo usano da decenni  (pare con discreti risultati ma ricordate sempre che di caffeina si tratta)


Così, siamo bombardati da ogni parte di informazioni circa l'ennesimo prodotto superultrafantaefficace che non ha niente a che vedere con quelli degli anni passati perchè questo è la soluzione definitiva. A tutto.


E noi cadiamo nella loro rete, schiavi della moda e dei bilanci aziendali, rischiando di perderci quei frutti (o semi o bacche) che davvero, perle rare tra milioni di biglie di plastica, possono apportarci notevoli benefici.


In ogni caso, io diffido sempre dall'integratore che costa uno sproposito: se non si hanno problemi di salute, perchè buttare i soldi nel cesso quando con 10 euro si può andare al mercato ortofrutticolo e fare il pieno di vitamine, minerali e antiossidanti?



  • E qui veniamo all'ultimo punto: molti di questi superfoods ritenuti tali in occidente sono semplicissimi cibi con ottime proprietà nei loro paesi di origine. Ma invece di consumare i prodotti di casa nostra, così familiari e ormai scontati, preferiamo rivolgerci alle proprietà un pochino misteriose del prodotto esotico che tanto ci attira.   Ripeto: molti prodotti come ad esempio le bacche di goji sono ricchissime di nutrienti e hanno uno spiccato potere antiossidante. Ma provate voi a mangiare 100 grammi di bacche di goji in un giorno, se ci riuscite, o invece a mangiare 300 grammi di semi di melograno piuttosto che una ricchissima spremuta di 3/4 arance (nella loro stagione) due volte al giorno.


Oltre ad accorgervi che 100 grammi potrebbero costarvi almeno 6 euro, contro i 2 di 1,5 kg di arance o di un bel melograno, vi accorgerete che 100 grammi di bacche vi inchioderebbero al wc per un'intera giornata.


Quindi, ben vengano i cibi esotici dalle spiccate caratteristiche nutrizionali, ma attenti alle comparazioni ingannevoli che tendono sempre a farne un prodotto miracoloso a scapito di ciò che abbiamo già a disposizione quotidianamente e a buon prezzo.


 


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martedì 7 maggio 2013

Il mito delle diete, dei bibitoni e degli integratori dimagranti

Il corpo umano è fatto per essere usato. Perfezionato da milioni di anni di evoluzione, è dotato di due gambe molto resistenti e due braccia forti per correre, saltare, arrampicarsi. Per altrettanti milioni di anni, ci siamo cibati dei doni che la terra ci ha regalato e più tardi con la scoperta del fuoco, anche la novità delle proteine animali.


Questo post non affronterà l'argomento carnismo o veganesimo, ma vuole ribadire semmai ce ne fosse ancora bisogno, che il corpo umano è progettato per assimilare cibo fresco, poco elaborato.


Il nostro organismo, ahinoi, necessita ancora di molte ore al giorno di esercizio o movimento e, allo stesso livello d'importanza, ancora di cibo ricco di sostanze nutritive naturali. Abbiamo altresì anche bisogno di tanta luce solare per regolare i processi metabolici e mantenere costante il livello dell'umore. E, non ultimo, abbiamo anche bisogno di una connessione quotidiana con l'energia magnetica della terra (piedi scalzi) nonchè di continue full immersion nella natura.


Cosa significa questo? Significa che i lavori che ci costringono immobili (seduti o in piedi) per più della metà della giornata e che ci costringono troppo spesso a frettolose spese alimentari, fanno danni su tutti i livelli:



  • sul piano fisico perchè ci indeboliscono con la mancanza di esercizio e posizioni innaturali (in piedi fermi o seduti sul bacino)

  • sempre sul piano fisico perchè mangiamo in fretta quello che ci capita senza ragionare i pasti da un punto di vista di nutrienti freschi e "vivi". Questo ci porta ad avere squilibri prima all'apparato gastroenterico per poi espandersi su tutti gli altri apparanti causando una larga fetta delle malattie che affliggono il genere umano moderno/civile. La conseguenza più evidente, e quella a cui pare teniamo di più è che questo stile di vita ci fa prendere molto peso

  • sul piano mentale perchè non assistiamo più all'alternarsi delle stagioni e delle fasi della giornata, chiusi come siamo in luoghi privi di aria vitale e di contatto con la natura

  • sul piano emozionale, perchè il contatto con la natura è parte integrante della nostra vita, e sebbene non ce ne rendiamo conto razionalmente, ne risentiamo ogni giorno di più

  • sul piano energetico, perchè l'assenza di sole sulla pelle e di contatto con la terra di fatto ci disconnette dal perfetto sistema di energie nel quale siamo nati.


Lo stile di vita sedentario e disconnesso che le ultime generazioni (mia compresa) hanno adottato è malsano e ci priva della lucidità mentale necessaria per fare scelte consapevoli e ragionate; solo con la mente annebbiata infatti si può sopravvivere all'orrore di non poter godere appieno delle facoltà mentali e fisiche che la natura ci ha dato in potenziale.


Non muoviamo il nostro corpo e ingrassiamo, lo nutriamo con quello che sconosciuti preparano e ingrassiamo, e non abbiamo stimoli, idee e tempo per riacquistare la forma fisica e la salute dei nostri 15 anni.


E' in questo ciclo continuo di cause e concause che, disperati, ci affidiamo alle diete del momento, ai beveroni sostitutivi del pasto, agli integratori scioglipancia.


Ne ho parlato spesso su questo blog: non esiste la pillola miracolosa che risolve i nostri problemi, nemmeno se si tratta di dimagrire.


La dieta che promette di farci perdere 15 chili in tre giorni, il beverone ricco di tante sostanze benefiche o l'incantesimo della strega sono tutti espedienti nei confronti dei quali ci affidiamo spegnendo il cervello, e abbandonando ogni responsabilità nelle mani del primo che capita.


Ho partecipato a una discussione ieri su un social network, a proposito di una famosa ditta di prodotti famosi per il frullato proteico: è incredibile leggere come tanta gente definisce sana un'alimentazione basata su polveri e integratori. Può funzionare, certo. Potresti anche dimagrire tanti chili.


Ma come fai a pensare di fare del bene al tuo corpo ingollando ingredienti processati, lavorati, addizionati di vitamine e minerali a loro volta estrapolati attraverso diverse lavorazioni?


Come può essere più sano di una dieta ricca di frutta e verdure fresche consumate in grande quantità, di cereali interi, legumi e semi?


Ci stanno raccontando un mucchio di palle quando ci propinano diete miracolose o pillole stupefacenti, se non cambiamo radicalmente lo stile di vita il dimagrimento risulterà una mera illusione.


Per quale motivo è più facile credere allo stregone che si professa consulente dell'alimentazione  piuttosto che a qualcuno che ti dice di mangiare il cibo naturale dell'uomo? Se proprio vogliamo ancora credere nelle favole, affidiamoci a un bel libro di narrativa per bambini, ma riprendiamoci la responsabilità della nostra salute e la cultura alimentare.


E' importante sapere che nulla di artificiale potrà mai eguagliare la perfezione della più insignificante delle bacche commestibili, ed è da sciocchi anche solo paragonare una mela "inquinata" con una polvere preparata anni prima. La mela inquinata la sbucci e te la mangi, la polvere "dei secoli" dalla a qualche mummia che è meglio.


 


La chiave unica, e consapevolmente percorribile, è quella che ci aprirà le porte del vero benessere e della forma fisica: tanto movimento e tanti cibi freschi.


Se poi volete saperne di più, la rete e le librerie sono piene di gente seria che fa ottenere risultati duraturi ai suoi assistiti.


In particolare:


Eat to live - mangiare per vivere di Joel Furhman


The China Study - Colin T. Campbell


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giovedì 4 aprile 2013

Tutta la verità sul glutine

 


Di Kelsey Kale, Chef di cucina naturale e nutrizionista e Mike Geary


Tradotto da BiosiPuò


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Una delle più comuni obiezioni che le persone mi pongono quando parlo loro dei benefici di seguire una dieta priva di glutine o grano è :”va bene, d’accordo, potrei eliminarli ma… io non ho problemi con il glutine…”


 


Sebbene questo possa essere vero per una piccola percentuale della popolazione, sempre più studi stanno dimostrando che anche quelli di noi che pensano di non aver problemi con il glutine, stanno in realtà sperimentando l’effetto collaterale di un depauperamento delle risorse vitali mangiando glutine, sebbene ancora non ne siano consapevoli.


Non sempre i sintomi della dieta con il glutine sono silenti (anche se alcune persone affette da celiachia non hanno effetti visibili dopo l’ingestione): molto spesso ci lamentiamo di questi sintomi attribuendoli a qualcos’altro, dimenticandoci di considerare il glutine come la fonte del problema.


 


Le vie segrete attraverso le quali il glutine ti danneggia

Considera questi fatti::

>> La risposta gastrointestinale all’ingestione di farina può essere suddivisa in tre tipologie… Iniziamo con le basi...


C’è una differenza sostanziale tra essere “allergici al glutine”, essere affetti da celiachia o essere sensibilizzati al glutine.
Le risposte allergiche come rush cutanei o disturbi della respirazione sembrano essere collegati a un range specifico di proteine del grano. Gli studi fatti con proteine del grano purificate, che tracciano specifici anticorpi autommuni sul sangue dei pazienti, hanno mostrato che il 60% degli analizzati ha una risposta antigena alle alfa gliadine e alle beta gliadine, il 55% a γ-gliadine, e 48% alle ω-gliadine.


Da un altro punto di vista, alcune reazioni al grano come la WDEIA, sono sindromi conosciute per essere causate da una specifica proteina del grano, la ω5-gliadine


E’ importante evidenziare che coloro il cui organismo è sensibile al glutine non sperimentano la loro reazione nello stesso modo di coloro che sono affetti da celiachia, la sensibilità al glutine non ha infatti la stessa risposta autoimmune. Le persone con sensibilità al glutine hanno più di una reazione, magari saltuaria e avvertita come qualcosa di irritante, mentre l’organismo dei celiaci allerta il sistema immunitario  e sviluppa specifici anticorpi al glutine per far si che ogni volta che si ingerisce grano/frumento/etc, l'organismo sia costantemente preparato alla lotta.


 


 



>> La Celiachia negli ultimi cinquant’anni è aumentata del 400%*



Dottori e scienziati evidenziano che la popolarità delle diete senza glutine non è una semplice mania, dal momento che il numero di persone con una reale risposta autoimmune al glutine cresce costantemente. Una risposta autoimmune è purtroppo molto più seria di una comune intolleranza, dal momento che fa sì che il corpo attacchi le proprie cellule. Un’intolleranza o sensibilizzazione al glutine è sicuramente meno severa e il corpo reagisce attaccando il nemico esterno (il cibo ingerito) come se stesse aggredendo un parassita o un raffreddore, anziché attaccare le proprie cellule.


L’aumento della celiachia è probabilmente dovuto a una combinazione tra i continui esperimenti e ibridizazzioni delle piante (per far aumentare quantità e diminuire il tempo di crescita) e l’aumentato e quotidiano consumo di prodotti a base di frumento o farine nella dieta della popolazione (sebbene in paesi come la Cina l’alimentazione fosse a base di riso, l’introduzione di cibi a base di grano ha iniziato a “insediare” un buon numero di malattie collegate al glutine).


Inoltre, poiché non ci sono test di misurazione per determinare quanto gli organismi geneticamente modificati possano essere sani per il consumo umano o se essi abbiano effetti collaterali, va evidenziato ci alimentiamo con cibi che non sono neanche lontanamente imparentati con le piante che 50 anni fa nutrivano i nostri nonni.


 * Un'amica che ne sa molto sull'argomento mi ha chiesto di segnalare quanto segue:


" Posso segnalarti un'inesattezza? Scrivi ch la celiachia negli ultimi cinquant'anni è aumentata del 400%, questo non lo possiamo sapere con certezza: fino a una quindicina di anni fa la celiachia era infatti considerata malattia pediatrica e tutti quelli che sviluppavano la malattia in età adulta erano quindi diagnosticati diversamente. Possiamo dire con certezza che le diagnosi sono aumentate del 400%, ma non sappiamo quanti, in passato, avevano la malattia celiaca senza saperlo"   (biosipuo)



>> Più del  29% delle persone può avere una allergia o intolleranza al glutine senza esserne a conoscenza.



In uno studio pubblicato nel 2007, dei ricercatori hanno effettuato delle biopsie intestinali su pazienti celiaci e su persone che non avevano sintomi collegati al glutine.


Cinque pazienti su sei di coloro “senza sintomi” mostravano reazioni  infiammatorie nelle proteine del grano  quando venivano esposti alla gliadina (proteina del glutine).


Studi analoghi fatti nelle popolazioni inglesi e tedesche hanno dimostrato che, quando analizzate, molte persone si sono rivelate sensibili al glutine sebbene non ne avessero la percezione.

Queste “proteine autoimmuni del sangue” sono markers che ci dicono che il corpo crea una risposta immunitaria di tipo infiammatorio (specialmente nell’intestino). Questo accade per due ragioni: la prima è che la reazione dell'organismo ci aiuta a espellere il glutine dannoso il più velocemente possibile; la seconda, il corpo ci sta mandando un messaggio di dolore per segnalarci di non mangiare ancora quel cibo.


Questa infiammazione che coinvolge l’intero organismo crea stress nel nostro tratto digestivo e può sviluppare dei piccoli fori nel nostro intestino (sindrome conosciuta come intestino poroso) che consentono a piccole particelle di cibo indigerito di raggiungere il flusso sanguigno. Questo causa spesso infiammazioni in tutto il corpo; questa infiammazione inoltre uccide nel nostro intestino le cellule deputate all’assorbimento dei nutrienti, il che porta conseguentemente alla malnutrizione, denutrizione, fame di nutrienti sebbene si possa essere sovrappeso (sembra un controsenso ma un numero sempre crescente di persone è affetto da denutrizione sebbene si alimenti almeno tre volte al giorno e abbia consistenti scorte di grasso).
Alcuni ricercatori hanno stimato che per ogni persona affetta da celiachia (negli USA ce ne sono circa 1,8 milioni), ci potrebbero essere almeno sei o sette persone con sensibilità al glutine. Questo significa che la sensibilizzazione al glutine potrebbe coinvolgere fino al 10-12% dell’intera popolazione americana (altri 10.8 - 12.6 milioni di persone!).

Mangiare glutine può condurci ad altre allergie

>> la sensibilità al glutine potrebbe causare intolleranza al latte. Questo perché l’enzima lattasi (necessario per digerire il lattosio contenuto nel latte) viene creato dalle cellule presenti nell’intestino tenue, le quali possono essere uccise dall’infiammazione scatenata dall’eccessiva assunzione di glutine.


 >>Per ultimo, la celiachia è determinata dal numero di markers di anticorpi presenti nelle feci o nel sangue. Il riferimento dal quale partire per diagnosticare la celiachia, attraverso un esame del sangue, è il valore superiore a 30 nella conta degli anticorpi. Se per caso le vostree analisi hanno questo valore (o più alto), è facile che vi venga diagnosticata la celiachia; se il valore è 29, tecnicamente non siete affetti da celiachia ma sicuramente avvertirete tutti gli effetti negativi (dolori, disagi, sintomi) del mangiare glutine.
NOTA: Non sempre un valore elevato di questa proteina nel sangue equivale a celiachia, per questo motivo è necessario contattare il vostro medico e fare una serie di analisi invece di autodiagnosticarvi la malattia.


 


La somma degli effetti.

La vostra reazione al glutine potrebbe non essere abbastanza forte da causarvi disturbi. Un po’ di meteorismo qua, un leggero  gonfiore articolare là… nulla di preoccupante, solo leggermente fastidioso… giusto?  Sbagliato.


Dopo un po’ di tempo (diciamo qualche anno), i piccoli focolai di infiammazione nel corpo iniziano ad “organizzarsi” e sommarsi. Sebbene non accusiate nessun effetto negativo immediato quando mangiate glutine (o la reazione del vostro corpo risulti “tollerabile”), potreste star provocando dei danni sul lungo termine.


Come esempio, ricordate che questa infiammazione può neutralizzare le cellule dell’intestino tenue programmate per assorbire i nutrienti, la qual cosa può rendervi contemporaneamente grassi e denutriti. E l’infiammazione cronica, ovunque si trovi nel corpo, ha effetti su tutto l’organismo (l’infiammazione cronica è stata collegata a malattie terminali quali cancro e malattie cardiache). Ogni morso che facciamo conta.


 ***


Nota di Mike Geary:


 


Diffidate dei numerosi cibi elaborati e confezionati con dicitura “gluten free” presenti sul mercato… Molte volte, questi cibi processati contengono semplicemente farine altamente raffinate: riso, tapioca e amido di mais che hanno gravi conseguenze sui livelli di insulina e di zucchero nel sangue. Molti dei cibi industriali privi di glutine contengono infatti livelli di zucchero elevatissimi.


 


E’ possibile guarire un intestino danneggiato dal glutine?
Qualche considerazione dell’autore con qualche nota di BiosiPuò...

1.  L’autore di questo articolo pubblicizza un probiotico contenente un ingrediente chiamato Actazina. L’actazina è polvere di kiwi standardizzata, indicata come un valido aiuto per la rigenerazione delle cellule danneggiate dell’intestino. Si potrebbe  ipotizzare che l’assunzione quotidiana di due frutti a digiuno possa di sicuro aiutare il nostro intestino quantomeno a disintossicarsi.

2.  E’ risaputo che l’assunzione regolare di kefir può avere un potente effetto rigenerante sul sistema digestivo grazie ai suoi probiotici unici. Il kefir è anche solitamente privo di lattosio (al 99%) dal momento che i microbi consumano quasi tutto il lattosio nel processo di fermentazione, in ogni caso è bene provare con il kefir preparato con acqua limone e zuccheri naturali.

3.  Se ci capita di viaggiare e non poter fare a meno di mangiare cibi a base di glutine, è molto utile assumere per qualche giorno al bisogno (due giorni dopo aver assunto glutine) un prodotto multi enzimatico. C’è anche da dire però che un consumo occasionale di cibi contenenti glutine, seguito da abbondante consumo di verdura cruda, non è grave. A meno che non si è celiaci.


 


4. Ultimo ma non meno importante: ognuno di noi dovrebbe provare gli effetti di una dieta totalmente priva di glutine sul nostro organismo. Solo in questo modo potremmo vedere ma soprattutto toccare con mano la differenza. Molte persone, con dieci giorni di dieta (realmente) gluten free, sperimentano diminuzione delle infiammazioni a carico dell’apparato respiratorio, pelle più luminosa, regolarità intestinale, attenuazione di dolori articolari e muscolari. Delle tattiche e tecniche per una dieta priva di glutine parleremo in un prossimissimo post.


 

mercoledì 3 aprile 2013

Mens sana in pelle sana

 Mens sana in corpore sano: la frase più antica che ci testimonia l'età millenaria delle cure olistiche.


Un corpo sano produce idee vitali, pensieri lucidi e azioni ponderate. Ed è, peraltro, molto facile da sperimentare: bastano tre mesi di impegno e chiunque può vederne gli evidenti risultati.


Il corpo sano si costruisce con quello che mangiamo: cibi adatti alla nostra fisiologia, combinazioni alimentari corrette, utilizzo di prodotti di qualità e quanto più possibile freschi (leggasi vegetali).


Acqua, spremute, frutta e verdure crude, cereali interi, semi oleosi ci aiuteranno a ripulire e a risanare il nostro corpo da dentro, donandoci nel tempo una meravigliosa quanto incredibile per chi non l'ha mai provata sensazione di benessere e presenza mentale.


Ma il corpo ha anche bisogno di cure esterne e, senza scivolare in eccessi cosmetici o modaioli, va coccolato e "trattato" attraverso la pelle che, essendo l'organo più grande ed esteso che abbiamo, ci aiuterà a mantenerci in salute o tornarci.


Aver cura della propria pelle, carezzare letteralmente il nostro corpo, stimola i recettori del piacere e attiva le endorfine; mantenerla pulita attraverso frizioni, gommage e pulizia con prodotti rigorosamente semplici e ecobiologici inoltre ci aiuterà a far si che svolga la funzione emuntoria, regalandoci un organismo più pulito dentro e fuori.


Così come un bel massaggio rilassante ci regala un fantastico senso di benessere, le quotidiane cure casalinghe ci doneranno un bel sorriso di duratura soddisfazione; è importante quindi dedicare ogni giorno una mezz'ora a pulire, drenare e trattare tutto il corpo, insistendo sulle zone che spesso trascuriamo. Come fare?



  • con uno scrub casalingo bisettimanale a base di olio, poco zucchero di canna e due tre gocce di oli essenziali. In alternativa, un gommage con un detergente delicatissimo e sali basici

  • con una pulizia quotidiana usando un sapone vegetale neutro o un bagnodoccia non schiumogeno contenente oli vegetali

  • con l'applicazione di una crema leggerissima a base di aloe e pochissimo altro. Se si vuole fare un'azione aromaterapica/cosmetica, aggiungere oli essenziali anticellulite e massaggiare le gambe dal basso verso l'alto per la zona bassa del corpo, aggiungere oli essenziali dolci e energizzanti/calmanti che verranno massaggiati su busto e braccia.

  • con una cura attenta della pelle del viso, usando delicatissimi gommage, detergenti emollienti e con applicazione di acque aromatiche da usare come tonico e poi creme, oli vegetali e sieri leggerissimi. Questo perchè la pelle non va coperta eccessivamente altrimenti non riesce a traspirare; va semmai aiutata ad espellere liquidi e tossine.

  • anche il cuoio capelluto vuole la sua parte, per questo motivo non scordiamoci di lavarlo a fondo ma sempre con prodotti delicati e privi di chimica o cose inutili. Un bel massaggio con la punta delle dita aiuterà anche a migliorare la circolazione periferica e stimolare i bulbi capillari. Valido l'uso di un'acqua aromatica al rosmarino da usare frizionandola sul cuoio in piccole quantità dopo il lavaggio.

  • periodicamente, sarebbe utile applicare su tutto il corpo massaggiando delicatamente un olio vegetale leggero o in alternativa puro gel d'aloe


In questi modi, ma in tanti altri altrettanto dolci, riusciremo a creare le condizioni per avere una pelle sana che conterrà un corpo e una mente altrettanto in salute. Avremo anche la sensazione di stare dentro la nostra pelle, e stimoleremo il nostro cervello e la nostra psiche affinchè continuino nel percorso di benessere e salute che ci eravamo prefissati.





 Dobbiamo avere cura di noi stessi, perchè nessuno saprebbe farlo meglio.


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giovedì 28 marzo 2013

Festa Internazionale della Zuppa a Roma

Segnalo con piacere un'interessante iniziativa.

fonte: Bioagricoltura Notizie

 

zuppa.jpegDomenica 14 aprile 2013 dalle 10.30, si terrà la quinta edizione del Festival Internazionale della Zuppa di Roma. Torna presso gli spazi de La Città dell’Utopia, in Via Valeriano 3f (zona San Paolo) l'atteso evento culturale e gastronomico dedicato alle zuppe che, nella passata edizione, ha visto la presenza di 30 associazioni, 120 artisti, 46 zuppe in gara e circa 1.000 persone partecipanti.

L'evento si inserisce in un circuito internazionale: il primo festival della zuppa è nato nel 2001 a Lille, nel Nord della Francia, per poi diffondersi progressivamente a Berlino, Cracovia, Barcellona, Madrid, Francoforte e, nel 2004, a Bologna. Dal 2008 il festival è arrivato anche a Roma, organizzato dal Servizio Civile Internazionale.

E’ un’occasione di festa intorno a un piatto popolare, genuino e multiculturale. Aperto a chiunque voglia partecipare per condividere insieme saperi e sapori da tutto il mondo, passando una giornata tra teatro, musica e arte di strada, a impatto zero sull’ambiente.

Quest’anno il tema principale sarà il ri-uso, il ri-ciclo e il rispetto dell’ambiente che sarà ancora più centrale rispetto alle precedenti edizioni, attraverso l’utilizzo di bevande alla spina, la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, acqua gratis, vari laboratori e incursioni comunicative sull’argomento.

 

Il Festival invita a partecipare con la propria zuppa o come assaggiatori le associazioni, famiglie e singoli cittadini.

Ad accompagnare la giornata ci saranno concerti, artisti di strada, laboratori di marionette, un’asta popolare, giochi per adulti e bambini…e il profumo delle zuppe in gara!: tutto il possibile per riscoprire la dimensione di stare insieme in uno spazio aperto e pubblico, con una trasversalità di genere, età, ed esperienza.

Per informazioni visitare il sito www.lacittadellutopia.it

 

mercoledì 20 marzo 2013

PPV - Shampoo al cocco Dr Organic

Dr Organic è un'azienda molto conosciuta in UK. Da qualche anno, grazie a una famosa catena di negozi, viene proposta anche in Italia.


Io ho acquistato una bella scorta di shampoo approfittando di un'ottima offerta, e oggi nella rubrica Provati Per Voi vorrei parlare dello Shampoo al cocco.


La filosofia del produttore è quella  di "mettere a disposizione dei consumatori una vasta gamma di prodotti per l'igiene e la cura della persona che rispondesse alle sempre crescenti esigenze di naturalità e di efficacia degli stessi".


Dr Organic garantisce di non usare prodotti nocivi alla salute e si assume l'impegno di usare solo sostanze organiche naturali.


Per quale motivo faccio questa premessa lo scoprirete a breve. Passiamo per il  momento allo shampoo.


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Il prodotto si presenta in una discreta confezione trasparente, con un comodo tappo a pressione che ci consentirà di utilizzare la giusta quantità di prodotto anche in... condizioni estreme.


La profumazione è delicatissima, un vago sentore di olio di cocco e agrumi. La consistenza dello shampoo è piuttosto densa, mi raccomando di fare attenzione alla quantità perchè ne serve davvero pochissimo.


Suggerisco di metterne poco sulle mani, passarlo in testa e aprire per qualche istante il getto dell'acqua: questo accorgimento ci consentirà di far "sciogliere" lo shampoo e distribuirlo su tutto il cuoio capelluto. Se serve e si hanno i capelli lunghi, aggiungere qualche altra microdose e procedere con altra acqua.


Sconsiglio di diluirlo preventivamente in acqua perchè il gel d'aloe contenuto in cospicua quantità all'interno del prodotto non fornisce una grande performance così trattato.


Una sola passata di shampoo consente di pulire a fondo capelli e cuoio capelluto, consiglio quindi di non esagerare con la pulizia se non strettamente necessario.


Lo shampoo è nutriente, grazie agli estratti di papaya in esso contenuti e all'olio di cocco stesso; tuttavia, se avete capelli lievemente stressati da colorazioni o dall'umido inverno, suggerisco di passare una piccola dose di balsamo dopo la detersione, altrimenti i capelli potrebbero risultare leggermente stopposi.


L'inci sarebbe stato piuttosto buono, se non fosse per uno degli ingredienti, il Palmitamidopropyltrimonium chloride, che ha  un'altissima tossicità per gli organismi acquatici.


Non è quindi il prodotto ideale per chi è giustamente attento alle tematiche ambientali oltre che alla salute personale, e faccio qui il mio mea culpa per non aver letto prima di acquistare...


 


 


 


Giudizio:


consistenza - gradevole, densa   8/10


profumazione - delicatissima        8/10


durata - ne basta pochissimo        9/10


gradevolezza -  ottima                 8/10              


risultati                                       7/10


Attenzione all'ambiente                2/10


 


 


Inci:


loe barbadensis leaf juice, aqua, cocamidopropyl betaine, sodium cocamphoacetate, sodium lauroyl sarcosinate, coco glucoside, glyceryl oleate, palmitami dopropyltrimonium chloride, glycerin, caprylyl/capryl glucoside, sorbitan sesquicaprilate, cocos nucifera fruit extract, carica papaya (papaya) fruit extract, mangifera indica (mango) fruit extract, theobroma cacao (cocoa) seed extract, garcinia mangosteena (mangosteen) fruit extract, ficus carica (fig) fruit extract, citrus aurantium dulcis, citrus aurantium bergamia (bergamot) fruit oil, citrus limon peel oil, gamma undecalactone, maltol, 3-hexanol, gamma octlactone, diacetyl natural, sodium hydroxymethylglycinate, potassium sorbate, ascorbic acid, citric acid, limonene.


 

giovedì 14 marzo 2013

La vita ai tempi dello smartphone

NB: Questo post lo dedico a tutte quelle persone che quando lo leggeranno potrebbero in alcuni punti identificarcisi: non siete esattamente voi, anche se ho preso qualche aneddoto dalla vita quotidiana. :-D


 


 


C'è un nuovo lavoro emerso negli ultimi anni:


ci prende parecchi minuti (se non ore della nostra giornata)


è assolutamente non retribuito, quasi sempre siamo noi a pagare per usufruirne


ci fa assumere comportamenti compulsivi e anche un poco assurdi.


Parliamo della malsana abitudine di stare incollati ad uno smartphone.


Come la palla al piede dei carcerati, lo smartphone ci accompagna in ogni momento e in ogni luogo: dal bagno al letto, dal matrimonio al funerale, dal tragitto a piedi a quello in treno e ne siamo talmente legati da ritenere sacrosanto l'utilizzo urbi et orbi.


Sembra quasi che sia diventata impellente nell'essere umano l'esigenza di avere sempre qualcosa in mano, piuttosto che riempire quei tre secondi di tempo libero che altrimenti potremmo utilizzare per riflettere o semplicemente staccare la spina.


Difficilmente riusciamo a staccarci da questo singolare gadget che quando serve realmente (leggasi per fare telefonate) o è scarico o si è impallato, e altrettanto difficilmente ci rendiamo conto che lo stare sempre con la testa chinata su di esso e la colonna raggobbita ci portano a tre conseguenze poco piacevoli. La prima è rappresentata dagli inevitabili danni alla cervicale dovuti a una posizione innaturale,  la seconda è la costante esposizione alle onde radio emesse dal telefono a causa dell'eccessiva vicinanza al corpo; la terza è che a furia di guardare in basso o di stare sempre con quel gadget in mano, non riusciamo mai a vivere realmente l'attimo. Dovendo scrivere/giocare/scattare/postare, procediamo come ciechi zombies lungo la strada immersi in una costante nuvola di perenne distrazione, che ci distoglie dal cogliere piccoli o grandi particolari, incontrare persone (o evitare di scontrarcisi), guardare fisicamente e metaforicamente al di là del proprio naso.


Ci sono persone (visto con i miei occhi) che durante i concerti, le partite o altri eventi scattano migliaia di foto, riprendono ore di spettacolo e poi non si ricordano degli odori, dei colori e di quanto gli è accaduto intorno in quel contesto. Completamente annebbiati dal dovere di "documentare" si dimenticano il motivo per il quale sono andati a vedere lo spettacolo.


Lo smartphone inoltre è un incredibile strumento di controllo sociale: chiunque può sapere in tempo reale dove ti trovi grazie alla localizzazione dei social network che scrivono da che zona inserisci i tuoi post o grazie a solerti presenze che fanno i check pure al gabinetto e poi scrivono che erano con te.


Così, se tu non vuoi far sapere a tuo marito, al tuo datore di lavoro o banalmente al ladro dove ti trovi in un dato momento, puoi star sicuro di fallire nell'impresa: come un Grande Fratello, la tua vita sociale potrà essere monitorata fin nel più piccolo particolare.


Cosa comporta questo compulsivo atteggiamento alla pubblicazione a ogni costo?


Di sicuro un ripetuto perpetrarsi della violazione della privacy delle persone coinvolte, e altrettanto sicuramente si creeranno "crisi diplomatiche" di varia natura e gaffes incredibili.


C'è gente che è stata licenziata o non assunta per condotta non allineata alle esigenze aziendali, persone che sono state cornificate quasi in dirette, gente che ha saputo della morte di cari amici con un laconico messaggio pubblicato sulla bacheca di qualcun altro. Ci sono anche episodi più leggeri...


Per fare un piccolo esempio: se abbiamo detto ai nostri parenti che avremmo saltato la cena di famiglia per un turno di notte e poi vieni fotografato in un locale circondato da amici e con un bel bicchiere in mano, potresti perdere quell'aureo alone di figlio affidabile nonchè indefesso lavoratore astemio che ti sei costruito con tanta fatica negli anni.


Oppure, se stai organizzando una semplice cena e non puoi invitare tutti gli amici per evidenti limiti di spazio, ci sarà sempre qualcuno che, non appena varcata la soglia di casa tua, scatterà foto o scriverà che era con te insieme ad altre persone a casa tua. Con buona pace della diplomazia che tanto si appoggia, almeno per alcune tipologie di persone che hanno bisogno di mille spiegazioni e rassicurazioni per i mancati inviti, al vecchio detto cinese "occhio non vede cuole non duole"


Lo smartphone poi ti trasmette un altro virus che non è informatico ma caratteriale. A furia di non vivere l'attimo e smaniare per pubblicare tutto quello che i pollici del telefono inquadrano, si crea un'ansia da anticipazione. Si anticipano cioè gli eventi prima che accadano, annullando sorprese, rovinando scherzi, bruciando il fattore sorpresa.


Mi è capitato di recente di aver fatto un innocente scherzo ad un amico approfittando della sua momentanea assenza per una sigaretta e scrivendo una cosa sulla sua tovaglietta. Ebbene... Nel tempo che l'amico era fuori, un altro ha fotografato la tovaglia, ha pubblicato la foto e lo ha taggato. Quando l'amico è rientrato, senza neanche guardare il suo posto è venuto a chiedermi "ma chi è stato?"


Naturalmente è una piccola cosa sulla quale ridere, ma non sempre è così.


Dare spiegazioni, giustificare, sprecare fiumi di parole solo a causa di estrema leggerezza nel valutare le conseguenze a breve e lungo termine, è fonte di notevole disagio.


L'utente di smartphone però non sembra capirlo, e continua zigzagando per la sua strada a pubblicare questo e quell'altro, a chattare con tizio e con caio o sfidare gli amici a ruzzle, dimenticandosi spesso di fare due chiacchiere con la persona che gli sta accanto.


E' a questo utente che rivolgo un appello: lascia ogni tanto il telefono spento, goditi semplicemente la cena o la giornata o lo scherzo come si faceva "una volta" (cioè fino a 4 anni fa), rispetta l'etica e la privacy delle persone tenendo per te le loro foto e la loro localizzazione, evita di taggare gente senza chiedere il loro permesso. E, ultimo ma il più importante, raddrizza la testa e guarda dritto avanti a te, fosse anche solo per cercare il wc in un ristorante.


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mercoledì 13 marzo 2013

Provati per voi: Detergente intimo Extravergine Saponi naturali

Inauguro oggi una nuova rubrica che tratterà tutti quei prodotti, rigorosamente ecobio e possibilmente provenienti da piccoli produttori, che le nostre manine sante non riescono ad autoprodursi.


Spesso è un piacere fare acquisti presso alcuni negozianti, ed è altrettanto piacevole scegliere delle realtà emergenti che mettono cura e attenzione nei prodotti che offrono.


Oggi vi parlerò del Detergente Intimo all'olio extravergine di oliva  con estratto di calendula e tea tree oil, dela ditta Extravergine Saponi Naturali di Spadafora.


Da anni ormai utilizzo cosmesi ecobio, e per l'igiene intima sono piuttosto rigorosa: il contatto con le mucose di detergenti aggressivi o chimici sappiamo che non è decisamente salutare.


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Quello che vedete è il flacone da 250 ml, io ho comprato 500 ml all'accessibilissimo prezzo di 7,00 euro.


 


Il prodotto ha una gradevolissima consistenza viscosa, non schiumogena, e un leggerissimo aroma di tea tree oil. Ne basta veramente pochissimo per lavare a fondo e lasciare una gradevole sensazione di freschezza e pulizia. Il fatto che non faccia schiuma e la presenza massiva di olio extravergine di oliva, lo rende particolarmente delicato e non essiccante.


Lo uso da due settimane, e ne avrò consumato un ventesimo circa, per cui se mantengo questo ritmo il detergente si esaurirà forse per la fine dell'anno, portando un notevole risparmio nelle mie povere tasche.


Gli ingredienti sono pochi, ma preziosissimi:


 aqua, sodium olivate, colophonium, glycerin, calendula officinalis extract, melaleuca alternifolia oil.


 


Il produttore avverte che, data l'alta percentuale di olio, a basse temperature il prodotto tende a solidificare. In effetti ho avuto modo di sperimentarlo di persona, ma basta qualche ora a temperatura ambiente e l'accortezza di agitare sempre il prodotto prima dell'uso per ovviare a questo minimo inconveniente.


Giudizio:


consistenza - gradevole, viscosa   8/10


profumazione - delicatissima        8/10


durata - ne basta pochissimo        7/10


gradevolezza -  ottima                 9/10              


risultati                                       8/10


 


 


Il sito dove trovare tutte le descrizioni è il seguente:


http://www.extraverginesaponi.com/intimocal.htm


 

lunedì 11 marzo 2013

Decluttering room by room - la stanza ospiti/studio

Era tanto che non mi dedicavo alla "cura" dello spazio vitale della mia casa, ma una piacevolissima visita e la primavera alle porte ci hanno indotti a svuotare la stanza degli ospiti che abitualmente usiamo come studio.

Come nelle migliori tradizioni televisive di Sepolti in casa, avevamo un letto singolo completamente ricoperto di cose delle quali non ricordavo neanche l'esistenza; così ci siamo messi di buona lena e abbiamo ridato forma a una stanza imbarazzantemente piena di... non so ancora bene cosa.

Con una mezza giornata di duro lavoro sono riuscita a riempire due scatoloni di:


  • libri mai iniziati (che andranno in vendita o in regalo)

  • libri letti e accantonabili (stessa sorte di cui sopra)

  • materiale informativo risalente a 5 anni fa del quale non ne sentivamo evidentemente il bisogno

  • borse maglioni e abbigliamento vario che sta passando un'attenta selezione prima di essere gettato oppure regalato

  • riviste, blocchi per gli appunti usati, penne esaurite e un sacco di materiale da "ufficio"

  • scarpe e ciabatte ovunque (riposte in un armadio)



La stanza ora si presenta come un gradevole luogo di svago, lavoro e riposo notturno, e si nota assolutamente la differenza di atmosfera tra il prima e il pulitissimo dopo.

I trucchi per mantere in ordine una stanza del genere?


  • tenere sempre in ordine la scrivania, limitando al minimo la presenza di penne, forbici, blocchi

  • stampare meno materiale possibile se si ha la possibilità di tenerlo su un hard disk o sul pc (fate i backup, mi raccomando)

  • tenere il letto sempre sgombro, facendo finta che chiunque potrebbe venire a trovarvi da un momento all'altro

  • trovare un posto dedicato alle scarpe e non lasciarle fuori di esso

  • considerare la stanza degli ospiti al pari di quella propria



Spero di continuare la mia opera nel resto della casa, prossimamente parlerò del balcone e degli spazi all'aperto.

decluttering, pulire la stanza degli ospiti

giovedì 14 febbraio 2013

Vivere "nonostante" il lavoro

Ho scritto molte volte su questo blog dei post riguardanti il mondo del lavoro e di quanto troppo spesso il dedicare 40 e oltre ore settimanali a quest'unica forma di impegno/impiego ci provochi una serie di conseguenze più o meno gravi in termini di salute psicofisica.


Ricordo come fosse oggi il mio primo lavoro: a 19 anni fui assunta per un periodo di sei mesi in una grande multinazionale, e l'orario di lavoro variava dalle 9 alle 12 ore giornaliere. E ricordo con dovizia di particolari la conversazione che ebbi con la mia insegnante di tecnica bancaria:


"Mi sento priva di forze, non ho le energie per fare altro, non riesco più a leggere come facevo quando andavo a scuola e a vedere la luce del sole. Cosa posso fare per sopravvivere a tutto questo orrore?"


Lei mi rispose "E' così che vanno le cose, devi solo farci l'abitudine"


E così, per circa 22 anni, ho fatto l'abitudine al senso di smarrimento, di ingiustizia, alla mancanza di movimento e all'inconsapevolezza dell'alternarsi delle stagioni. Ho imparato bene a spegnere i segnali del mio corpo e a "soffrire poco" per la mancanza di luce naturale, ho fatto l'abitudine a uscire di casa con il buio e tornarci con il buio, ai mefitici pranzi fuori casa e alle cene arrangiate a tarda ora, alla mancanza di tempo per ragionare riposare agire.


Decine di migliaia di ore passate in cubicoli troppo caldi in inverno e troppo freddi in estate, migliaia di ore passate in coda dentro una macchina o un mezzo pubblico, un numero impossibile da determinare di interazioni sociali con persone che incontri magari una sola volta nella vita, o che invece te la stressano (la vita) per anni. Questo e molto altro è il prezzo da pagare per il "benessere" dell'uomo moderno, che oltre all'enorme logorio dato da condizioni di vita innaturali deve poi arrabattarsi tra tasse, balzelli, e spese infinite.


 


Quasi tre anni fa, ci fu una svolta nella mia "carriera" lavorativa grazie alla quale ebbi modo di "riposare" un anno.


Ho avuto la possibilità di alzarmi senza sveglie, stare quante ore volevo all'aria aperta e alla luce del sole, e alla tenera età di 41 ho riscopertoche esistono le stagioni, esiste la primavera, con la sua carica di colori, luci e promesse.


C'è un altro mondo fuori degli uffici (ma anche dei supermercati, delle fabbriche o dei call center), un mondo fatto di tempo per leggere e coltivare i propri interessi, di tempo dedicato all'attività fisica e alla cura della persona. Un mondo fatto di notizie da cercare per avere maggiore conoscenza e consapevolezza, un mondo dove si può esprimere la propria personalità e anche costruire il proprio futuro fuori dai grigi binari imposti dalla società.


Un mondo bello, pieno di idee e di persone di ogni età ed esperienza, un mondo dove seguire i ritmi che l'istinto ti detta e, ultimo ma primo in ordine di importanza, un mondo dove fare la spesa al mercato tutti i giorni e mangiare fresco e salutare.


Stavo davvero bene, ero rifiorita, la differenza si notava a metri di distanza.


Poi, ho ricominciato a lavorare...


Dopo la breve e distruttiva esperienza in un call center, ho ripreso la vecchia strada lavorativa che tanta vita mi aveva tolto e mi sono ritrovata di nuovo in un luogo privo di luce naturale, con orari imposti da altri, seduta per ore e alla mercè di tutte le perturbazioni atmosferiche causate dagli impianti di condizionamento. In un anno ho racimolato svariati raffreddori, tre febbroni da cavallo, un notevole aumento di peso e dolori articolari in tutto il corpo. Ma non solo: la mia creatività si è spenta, la voglia di approfondire attenuata dalla troppa stanchezza mentale, e i miei occhi implorano pietà per il troppo tempo passato davanti ad un monitor. Il tutto per uno stipendio considerevolmente più basso rispetto a quello abbandonato pochi anni prima.


Il mondo lavorativo è pieno di squali, e mai come in questo momento è preferibile investire su se stessi o lavorare con piccolissime realtà piuttosto che affidarsi a crudeli venditori di schiavi che sfruttano il tuo lavoro. Per non parlare di quello che considero uno dei maggiori mali della realtà lavorativa italiana: le aziende di subappalto. Diffidate da chi vi offre un contratto di terza o seconda mano, voi ancora non la vedete ma la fregatura c'è ed è compresa nel prezzo.


Se qualche giovane oggi venisse da me e  ponesse la mia argomentazione di 25 anni fa, forse gli direi:


"E' così che ora va il mondo, ma non è detto che sia il modo giusto o che duri per sempre. Segui la tua pancia, senti quello che il tuo corpo ti dice e non rinunciare mai al diritto di respirare aria fresca e di godere della luce del sole. Rinforza il tuo corpo, studia per diventare consapevole e acquista fiducia in te stessa/o. Mangia sano, ritagliati il tempo per le tue passioni, vivi la tua vita e non farti condizionare dalle paure degli altri e dalle subdole imposizioni della società. Non svendere al ribasso un bene prezioso qual'è il tuo tempo: dagli il giusto valore e fallo pagare a chi ti "affitta" per svolgere un lavoro. Non accettare troppi compromessi e non fare del lavoro la tua unica ragione di vita se il tuo corpo ti dà un feedback diverso. Infine, vivi e fai che gli altri ti lascino vivere"


 


 


E visto che non è troppo tardi, questo consiglio lo darei anche a me stessa ;-)


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mercoledì 6 febbraio 2013

Un piccolo passo per l'uomo...

"...Un grande passo per l'umanità", declamò il recente compianto Neil Armstrong nell'ormai lontano 1969.


Certo, quella fu un'impresa fuori della portata di quasi tutta la popolazione mondiale, ma i nostri piccoli passi quotidiani possono essere altrettanto importanti di un'impronta sulla luna.


Ci troviamo spesso a lamentarci di come il sistema politico, amministrativo e sociale sia allo sbando: governato da persone insensibili, gestito da corrotti che pensano solo al loro benessere, deturpato dall'incuria e dalla scarsistà di pecunia. L'esempio non è dei migliori per noi cittadini, ma non sempre l'esempio che ci danno coloro che ci "guidano" deve essere seguito.


Dal momento che non siamo ancora del tutto decerebrati, potremmo iniziare noi a costruire il buon esempio, agendo consapevolmente nelle piccole azioni quotidiane, nei piccoli gesti.


Non serve impegnarsi più di tanto, basta agire con consapevolezza e responsabilità, e comportarci civilmente nelle occasioni quotidiane. Qualche esempio?



  • evitiamo di gettare le cartacce in terra. Basta poco per raggiungere il cestino o il cassonetto più vicino, e cancellare dalle nostre abitudini questo atto di inciviltà veramente obsoleta

  • rispettiamo le regole stradali: che semafori, sensi di marcia, attraversamenti pedonali diventino per noi qualcosa di concreto e non un'occasione per una trasgressione da poveri d'animo

  • evitiamo di usare la macchina anche per attraversare la strada: l'aria che respiriamo dipende da noi e dai nostri consumi, usarla meno alla lunga farà la differenza

  • compriamo solo le cose che ci servono, il cibo necessario, l'abbigliamento che saremo sicuri di indossare


 


Non svalutiamo i piccoli singoli gesti, anche il mare è composto da minuscole gocce d'acqua che unite formano una forza inarrestabile.Onde-Mare-917785.jpg

martedì 8 gennaio 2013

Buon anno del risveglio e delle azioni

Scrivere un post a volte è molto difficile, soprattutto se negli ultimi mesi la testa si è riempita di cifre, dati, incertezze e perplessità.


Ma le incertezze sono più o meno passate, cifre, dati e preoccupazioni stanno per sfumare lasciando il posto (spero) a un anno ricco di azione.


Nonostante tutto questo turbinio di lavoro cerebrale, una singolare calma interiore è riuscita ad impossessarsi di me in molti momenti per permettermi di godere degli ultimi giorni di buio prima della morte del sole e della sua rinascita.


Mai come in questo inizio d'inverno, ho amato molto le giornate corte e goduto appieno del giusto riposo necessario in questi giorni: casa, cibo caldo sotto forma di abbondanti zuppe e minestre, tanti libri e la comprensiva compagnia del santo che vive insieme a me.


Oggi che siamo nel nuovo anno e le giornate stanno rapidamente diventando più lunghe, è tempo di agire.


Agire e non reagire, risvegliarsi e non delegare, fare e non lasciarsi soffocare dai pensieri.


Non è facile, è ovvio, ma abbiamo un intero anno per tentare. L'importante, ovviamente, è agire: è l'azione che ci tiene in vita, è il movimento che ci fa evolvere.


Buon anno a tutti, e che sia il meraviglioso e proficuo anno delle azioni!