venerdì 21 agosto 2009

Considerazioni sul caldo

A pensarci bene, quest'anno il caldo è veramente terribile.

Quanti di noi hanno giurato in primavera di non lamentarsi più dell'incessante pioggia e del freddo, per poi sbugiardarsi in queste torride giornate?

Lo confesso, sono la prima della lista. Non so se è la vecchiaia o il fatto che la maggior parte delle ferie ce le siamo fatte in città, ma proprio non tollero più la calura e l'afa. E allora, da queste onde che avvolgono e annebbiano la mia mente, sono uscite alcune cosiderazioni, alcune scontate tipo "non ci sono più le mezze stagioni", altre forse un pochino più strampalate.

E' così che ho iniziato a pensare che da bambina prima e da giovine poi passavo le ore a giocare sotto il sole cocente, senza soffrire minimamente; era forse che un organismo giovane reagisce meglio alle sollecitazioni climatiche? Il ragionamento non mi tornava, perchè andava a cozzare con il fatto che tante persone di età anche avanzata lavorano all'aperto con tutte le condizioni climatiche possibili (anche le elevate temperature dei mezzogiorni di luglio/agosto) epperò sopravvivono.

E allora ho iniziato a pensare che forse c'erano due motivi fondamentali alla mia/nostra disabitudine al caldo: l'aria condizionata che ormai ci accompagna ovunque e la maniacale attitudine dell'uomo a radere al suolo tutto ciò che è verde manco fosse Attila.

L'aria condizionata venti anni fa ce l'avevano solo gli uffici e i ricchi, adesso ce la portiamo ovunque. Siamo sotto il sole a 35 gradi ad aspettare un autobus, ed ecco che poi saliamo in un ambiente a 25 gradi per poi scendere di nuovo e ritrovarci i 35. Certo... se consideriamo le condizioni pietose del nostro sistema di trasporto pubblico, l'aria condizionata in metro e bus ti evita il collasso e le camicie zuppe di sudore alle otto di mattina.

Poi, entriamo in ufficio (questo discorso vale per tutti tranne per me, che lavoro in un fatiscente palazzo di vetro dove l'aria condizionata non funziona e c'è scarsissimo ricambio d'aria) e ci ristoriamo con le temperature spesso polari delle nostre stanze. Poi usciamo per un caffè o per il pranzo, saliamo magari in macchina che segna 40 gradi al sole e accendiamo l'aria condizionata, scendiamo al caldo e rientriamo in un ibernante centro commerciale. E così via fino alla sera a casa, dove a questo punto siamo costretti ad accendere la nostra aria sintetica per riuscire a dormire con un minimo di tranquillità.

Magari, e dico magari, il nostro sistema di regolazione termica non sa più a che santo votarsi con tutti questi sbalzi; certo, siamo tutti preoccupati dal mal di gola o dal raffreddore da aria condizionata, ma ce ne freghiamo allegramente del fatto che senza condizionamento non saremo più in grado di vivere come hanno vissuto per migliaia di anni fino a due decenni fa tutti gli umani.

E' anche vero che i nostri antenati non hanno mai costruito agglomerati urbani così grandi da provocare l'abbattimento di alberi, boschi, campagne, radure (fatta eccezione per gli antichi romani che pare abbiano contribuito a gettare le basi delle attuali deforestazioni).

Sappiamo tutti che gli alberi riescono a creare una sorta di protezione termica nella zona in cui vivono; la differenza tra lo stare con la capoccia al sole e sotto le fronde di un albero la conosciamo tutti... fa caldo anche sotto l'albero però molto meno. Inoltre provate, termometro alla mano, a misurare la temperatura di una città come Roma e quella di una zona verde nelle immediate vicinanze: la differenza c'è sempre, ovviamente non a vantaggio della città.

E' ovvio che queste strade deserte, cementificate amplificano e propagano il calore ovunque, è naturale che palazzi di vetro circondati dal nulla anzichè da alberi facciano da forni a microonde per i due neuroni rimasti sani di chi ci lavora dentro.

Cosa possiamo fare allora per sopportare meglio il caldo che si fa sempre più insistente e prolungato?

Provare a stare di più all'aria aperta, magari con un cappello, ed evitare di accendere l'aria condizionata in macchina anche per fare 200 mt.

Mettere, laddove possibile, delle tende che impediscono al sole diretto di battere sui vetri e se proprio si deve accendere l'aria, scegliere una temperatura non eccessivamente bassa, azionando magari il deumidificatore.

Piantare alberi: sembra assurdo e improponibile ma ci vuole poco. Comprare o scambiare dei semi di alberi è facile, seminarli e vederli crescere è un'ottima scuola per noi e per i bambini, scegliere il pezzo di terra dove farli dimorare non impossibile: i guerrilla gardener possono darci tante dritte, ma possiamo provare anche noi a metterli nei giardini comunali un pò spogli o anche in quelle strisce d'erba che dividono le corsie delle strade.

Piantando alberi contribuiamo a ridurre le emissioni di co2 e rendiamo la zona in cui abitiamo più bella e accogliente, e magari fra qualche anno potremo riposare sotto le fronde di quel piccolo seme che abbiamo accudito con tanto amore.

 

1 commento:

  1. Hai perfettamente ragione. Purtroppo in ufficio io sono costretta ad usarla, ci picchia il sole tutto il giorno e non ho un buon riscontro d'aria. Ma a casa non c'è l'ho e se riusciamo a piantare qualche alberello in giardino vedremo se possiamo evitarla, anche perchè di giorni veramente caldi saranno stati si e no una settimana e solo per due notti ho sentito veramente caldo.
    Ciao ciao e buon fine agosto :)

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