mercoledì 16 settembre 2009

Sana 2009 - pensieri sciolti

Sono andata al Sana, il salone internazionale del naturale che ogni anno si tiene a Bologna.

Sono tornata con un raffreddore stellare, ma questa è un'altra storia che non c'entra niente.

La fiera si prefigge di diffondere il biologico, il naturale e l'ecoetica sul territorio italiano, e devo dire che di carne al fuoco ce n'è sempre molta, sebbene ogni anno che passa diminuiscono gli stands di cultura, cosmesi, benessere per fare posto a sempre più numerosi stand gastronomici o di alimentari. Che poi, cosa c'è di più innaturale di un prodotto inscatolato, anche se lo stesso di fregia dell'etichetta del biologico?

Per non essere ipocrita, devo confessare che ho portato a casa un discreto bottino di guerra, composto per lo più da verdure trasformate in salse da bruschetta.

Mi sarei aspettata di tornare a casa con un consistente quantitativo di contatti, di spunti per fare meglio, ma più che altro sono tornata a casa rotolando per i troppi spunti...ni offerti dai generosi stand dell'alimentazione (sempre quella conservata o inscatolata).

Mi sarei aspettata di trovare nel padiglione della cosmesi un notevole numero di produttori ecobio, invece abbiamo notato con la solita vena di disillusione che su 100 stands ci saranno state si e no dieci linee ecobio.

Mi sarei aspettata che ci fossero diverse espositori di bioedilizia, invece c'era poco e niente, e quel poco erano per la maggior parte venditori di cuscini di noccioli di ciliege e di materassi.

Mi sarei aspettata di tutto, tranne che di trovare porchette, salumi, salsiccie (bio e non bio). Immaginatevi il mio stupore quando, arrivata davanti agli stands della regione Lazio, mi sono trovata una porchetta di un metro e mezzo affettata da un allegro esercente.

Ecco... qualcuno per favore mi spieghi dov'è il bio, il benessere, il naturale in una porchetta. Ma a quanto pare, il porchettaro di Ariccia sembra essere diventato un must in tutte le fiere, se anche la Biofiera a Roma lo accoglie con calore.

E' stata un'esperienza negativa? Assolutamente no. Perchè comunque si riesce a capire dove va l'interesse della gente, che si cura poco di quello che si mette sulla pelle o nello stomaco ma che comunque vuole cibo "sano".

Da parte mia, ho raccolto tutto sommato parecchio materiale informativo, gli stand dell'editoria sono stati i più generosi fra tutti e regalavano gli ultimi numeri delle loro pubblicazioni (alcune del prezzo di 6 euro all'edicola), le scuole alternative sono state molto disponibili e qualche chiacchierata me la sono fatta.

Menzione speciale per LaLeva, che offre un'informazione di altissima qualità.

Sono tornata a casa con chili di carta che mi sto leggendo piano piano ma con tre campioni di cosmetici. Gli espositori più tirchi d'Europa pare si fossero riuniti tutti al Sana perchè non c'era nessuno (a parte Hauscha) che ha regalato nemmeno una prova dei propri prodotti. Che poi, a cercare di capire la loro logica, se io non provo le tue cose come faccio a convincermi a comprarle?

 

2 commenti:

  1. confermo che anche io sono rimasta piuttosto perplessa dall'assenza di campioni e disponibilità degli espositori! Addirittura quando sono andata io c'erano aree come Officinalia che erano interdette ai non-operatori! Ma! Bisognerà ricordargli che siamo noi che compriamo, non gli operatori!!!

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  2. torno a leggerti con piacere. E leggendo di Porchetta mi è venuta l'acquolina in bocca. a quando una bella biocena ? (senza porchetta)

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