mercoledì 30 maggio 2012

Gli italiani, il terremoto, le parate, il calcio

Questo non è affatto un bel periodo per l'Italia. Tra stangate e mazzate, anche la natura ci mette del suo e decide di sconquassare la vita di decine di migliaia di cittadini ai quali nel giro di una settimana è stata tolta una casa, un lavoro, un familiare, la vita.


Come se non bastasse, oltre al danno si aggiunge la beffarda e recente disposizione dell'attuale governo che non stanzierà più fondi per disastri ambientali; abbiamo visto con la città de L'Aquila che anche i fondi servono a poco se a distanza di due anni gran parte delle zone colpite è ancora una maceria, ma se uno Stato decide di togliere anche gli aiuti minimi che sarebbe tenuto a dare, lo Stato delegittima la sua esistenza.


Se scompare il carattere assistenziale, allora viviamo in un moderno regime feudale, dove ti concedono sì di tenerti il "tuo" pezzetto di terra, ma a carissimo prezzo.


Nel frattempo, il caro Monti anzichè parlare dei fondi che non stanzieranno, si preoccupa di pronunciare ipotesi sulla chiusura di un paio di anni del campionato di calcio italiano.


Fondamentalmente, e cercando di evitare quanto più possibile la volgarità, del calco m'importa 'nà ....


Ma evidentemente, il "problema" è così sentito dagli italiani da indurli a parlare e versare fiumi di energie su questo scandalo, che di sconvolgente ha solo il fatto che ancora oggi milioni di persone danno credito e "fede" a un passatempo.


Sprechiamo centinaia di euro, ore e ore di tempo a guardare gente giocare sui prati invece di farlo noi stessi; i gusti son gusti, ma sinceramente  chi ancora crede alla lealtà sportiva e ai valori etici in un mondo dove girano miliardi di euro... è un grullo.


Il potere che abbiamo di cambiare il nostro mondo semplicemente svegliandoci dal torpore mediatico e sociale dell'uomo qualunque è immenso.


Svegliandoci capiremmo che non siamo costretti a farci prendere per il didietro da persone viziate, strapagate e ladrone che truccherebbero anche le partite a dama con la nonna.


Svegliandoci capiremmo che il governo non può fare quello che vuole, e che lo Stato siamo noi e ognuno di noi può contribuire a migliorarlo.


Svegliandoci potremmo dare un segnale forte al Presidente della Repubblica che ritiene la parata militare indispensabile per festeggiare la Repubblica: boicottiamola tutti, e lasciamo solo i politici a "godersela"


Svegliandoci potremmo fare mille milioni di cose, e ricostruire le città terremotate negli stessi tempi e standard qualitativi del Giappone: se lo hanno fatto loro, allora si può!


Svegliamoci, e spegniamo la TV e la falsa informazione!

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