giovedì 12 maggio 2011

Tra il dire e il fare, c'è di mezzo l'assemblea...

La mia spinta a creare, fare, produrre è inciampata l'altro giorno nel vortice viscoso di un'assemblea condominiale: se c'è un evento che consuma a vuoto energie, tempo e voglia di realizzare, questo è proprio la riunione del condominio. Provate a pensare all'ultima volta che siete usciti da una simile nefandezza sociale con un'aria fresca, riposata, e un sorriso soddisfatto tipico di chi in poco tempo è riuscito a portare a termine un obiettivo.

Per quel che mi riguarda, l'assemblea non è una manifestazione democratica dove chiunque può liberamente esprimere la sua opinione sulla gestione di un luogo in qualche modo condiviso, ma una eccellente valvola di sfogo dove anche le menti più brillanti si trasformano in pallide e anche un pò rabbiose imitazioni umane. In quarant'anni di condominio, a me non è mai capitato di trovarmi di fronte a un gruppo compatto di persone disponibili a risolvere insieme i problemi che via via si presentavano; al contrario, capita sempre che uno più furbo degli altri voglia far valere i suoi diritti abusivi, che qualcuno venga solo per lamentarsi di sciocchezze quali una luce accesa per 15 minuti di troppo, o che l'ennesimo sapientone di turno abbia deciso di illuminare tutti i presenti con la sua sapienza(qualunque essa sia, e talvolta non si capisce bene...).

Se non l'avete capito, odio le riunioni di condominio e le dinamiche che si sviluppano in esse. E, come dicevo prima, La Riunione è l'antitesi del fare, in quanto è la celebrazione del dire (spesso a vanvera).

Non ho soluzioni in tasca, se non quella di ripromettermi di assentarmi distrattamente alla prossima convocazione :-)

 

 

NB: queste poche righe sono dedicate con affetto ai miei meravigliosi amici e vicini Alessandra, Alessia, Gianna, Adriano, Armando, Cesare e Giuseppe. E alle piccoline del palazzo.

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