domenica 9 settembre 2012

Diario di Gaia

Data: quattromiliardiseicentomilionesima circa rotazione intorno all'astro di fuoco, periodo astronomico prossimo all'equinozio d'autunno.


Fra poche rotazioni sul mio asse inizierà il periodo che gli umani di una delle mie metà chiamano autunno, e nel quale la terra inizierà a far tesoro dei baci ardenti che il sole le ha generosamente regalato e a prepararsi per il meritato riposo.


Pochi respiri fa ho avuto una strana visione: un animale femmina della specie umana ha cercato di immedesimarsi in me e provare a capire quello che passa per le fronde dei miei alberi. Tentativo ambizioso il suo, ma lasciamola fare, ho abbastanza anzianità di servizio alle mie spalle per poter sopportare questa intrusione.


Mi sento strana, mi guardo allo specchio e mi vedo ogni giorno più spelacchiata, disidratata, con un velo di smog sulla pelle. Ne ho passate di peggio, la mia infanzia è stata scoppiettante, la mia adolescenza caustica, e ho vissuto per millenni con uno spesso cappotto di ghiaccio in compagnia di un esiguo numero di esseri viventi.


Mi piace la compagnia, è un dare e ricevere reciproco: amo ogni stelo/pelo d'erba che cresce sul mio corpo, ogni albero/capello che prospera sul mio terroso cuoio capelluto, ogni organismo che respira e si nutre/mi nutre dell'energia del cosmo e dei miei frutti.


Non amo però che coloro che colonizzano le pieghe della mia pelle si prendano certe libertà non autorizzate: perchè stanno strappando la mia erba, estirpando con tenaglie i miei denti di roccia, prendendo il mio scalpo verde? Perchè in nome di un concetto astratto, il "progresso", vogliono distruggere la mia pluri-pluri-pluri millenaria manifestazione fisica e ricostruirla senza interpellarmi?


Questa specie inizia ad essere più fastidiosa di un'invasione epidemica di pulci e pidocchi, più dannosa di una letale peste bubbonica, più stupida di quei burloni a due teste di stxyumpyx che mi sono premurata di estinguere eoni orsono.


Non c'è molto scambio con questi esseri, di sicuro il loro dare è infinitamente minore rispetto a quello che si prendono da me, sottraendolo senza chiedere e nemmeno ringraziare.


E poi... Parlano parlano parlano, e quando non parlano infastidiscono il mio cervello e le mie orecchie con miliardi di onde modulate che contengono minchiate; si eccitano davanti a un vetro che consente loro di vedere i loro pari nudi o in atteggiamenti equivoci, o si esaltano davanti a loro simili abbigliati in maniera grottesca e artigli artificiali ai piedi che corrono senza sosta appresso a un pomo artificiale.


Parlano di spread, di utili, di bond, di concessioni minerarie, di privatizzazione delle mie risorse... Se non fossi io il mondo ospitante, chiederei loro "Ma in che mondo vivete? Non sapete che questa è casa mia?"


Che strani esseri, cosa mai sarà andato male nella loro evoluzione al punto da causare una simile mostruosità genetica?


Cosa avrò mai fatto di male nei confronti del Padre Universo da meritare una simile punizione?


Sono all'inferno? Sono in purgatorio?


Di certo Sono in grado di scrollarmeli di dosso con poche scrollate di spalle, un paio di eruzioni di bile rosso fuoco, qualche pioggerella insistente.


Mah... staremo a vedere!


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(...continua)


 


 


 


 


 

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