giovedì 29 gennaio 2009

Crisi del settore auto

La crisi sta attanagliando il settore auto.
Con un proclama apocalittico, hanno annunciato che 300.000 posti di lavoro saranno presto a rischio, di cui ben 60.000 alla Fiat.
Confindustria chiede aiuti importanti, il ministro Scajola garantisce aiuti entro dieci giorni.
Tra le proposte, rinnovo del parco circolante e sostegno alla ricerca per produrre auto a basso impatto ambientale.

Due considerazioni:
1) per fabbricare una vettura si impiegano tante risorse e si diffondono un bel pacco regalo di emissioni nocive.
2) il rinnovo del parco circolante significa incentivare o obbligare alla rottamazione automobili ancora in grado di percorrere migliaia di chilometri.

Insomma, per garantire ai magnati dell'automobile i soliti osceni introiti, inquineremo ancora di più il pianeta, continueremo a sfruttare le poche risorse rimaste, e a pagare quei trecentomila lavoratori (che tanto manderanno a casa in un modo o nell'altro) stipendi miserrimi. E ci cascano pure i sindacati, dacchè sono chiamati in causa per difendere i posti dei lavoratori ma non capiscono che fanno solo il gioco di queste grandi industrie che stanno erodendo anche gli accantonamenti delle nostre pensioni.

Le città sono gonfie di automobili, le strade non portano più da nessuna parte, tante sono le quattro ruote che le ingolfano ogni giorno e ogni ora, le città sono diventate invivibili, impercorribili, irrespirabili.
Però, anzichè risolvere QUESTI problemi, e consentire a ogni cittadino di vivere una vita pulita, serena e ambientalmente sostenibile, inquinano i nostri pensieri e i nostri sogni con lo spauracchio della recessione, della crisi, dei licenziamenti, della paura costante.

I soldi finiranno prima o poi, e queste industrie dovranno fare i conti con una popolazione che non è più in grado di permettersi un'automobile, o di mantenerla perchè è finito il petrolio. E allora, chi salverà tutti quei lavoratori che avranno prodotto merce che non potrà più essere venduta?

domenica 25 gennaio 2009

Influenza e raffreddori: scocciatura per noi, guadagno per altri

Questo è il periodo più proficuo per i cattivissimi virus e batteri: in un colpo solo riescono ad abbattere intere famiglie, uffici o classi a scuola.

In un ciclo quasi perpetuo, i figli contraggono il temuto virus di turno che, una volta a casa, si trasforma in mega raffreddore o pesante influenza e viene propagato a familiari, colleghi dei familiari, persone che condividono gli spazi pubblici degli "untori" , per poi tornare al mittente.

E così, nel periodo che va da dicembre a fine febbraio, centinaia di migliaia di persone ogni anno di tutte le età ed estrazioni sociali cadono, ripetutamente, malate.

Ed è proprio in questo periodo che le grandi industrie farmaceutiche fanno grassi affari, proponendoci qualsiasi tipo di miracoloso rimedio che possa istantaneamente rimetterci in piedi in quattro e quattr'otto, e che possa restituirci alle nostre consuete attività di consumatori senza permettere ai brutti virus di impedirci di spendere e consumare.

Conosciamo tutti paracetamolo, acido acetilsalicilico, metamizolo sodico (novalgina) e antibiotici vari; tutti sappiamo che questi principi attivi, uniti ad altre diavolerie, ci consentono di abbassare la temuta febbre, di alleviare i sintomi del malanno che ci ha colpiti, e di tornare in fretta nei nostri rispettivi luoghi di sudore e lacrime.

Quello che non sappiamo però è tanto altro: ad esempio ci sono le mille controindicazioni che questi farmaci hanno, oppure dovremmo sapere che andrebbero usati con parsimonia e mirati allo specifico malanno (ma questo tante volte non lo sanno nemmeno i dottori), e che spesso soffocare il sintomo non ci permette di guarire ma anzi allenta sempre di più le nostre difese immunitarie.

La febbre, per dirne una, è una reazione dell'organismo e serve ad uccidere i virus e i batteri causa dell'acciacco che ci ha colpiti; in questo senso è un indispensabile alleato per una sana guarigione. Sedare la febbre e abbassare la temperatura allevia si il sintomo, ma rischia di lasciar passare e far baldoria nell'organismo intero proprio quegli intrusi che il corpo da solo stava cercando di eliminare. Ecco qui che intervenire con un antipiretico piuttosto che con un inutilissimo salicilico alla lunga rischierebbe di compromettere addirittura l'intero sistema immunitario. D'altra parte, sull'uso di un famosissimo farmaco a base di paracetamolo, molti dottori consigliano di assumerlo solo quando la febbre arriva a una temperatura elevata, diciamo quando si superano abbondantemente i 39 gradi; eppure, nonostante le raccomandazioni, quante persone usano per loro e per i loro bambini queste simpatiche suppostine anche con 37 gradi di temperatura?

Perchè abusare in questo modo del nostro corpo? Voglio dire, se ci troviamo davanti una persona giovane, senza nessun problema grave o malattia cronica, per quale motivo dovremmo abusare di farmaci quando la natura potrebbe fare lo stesso decorso con qualche attimo di pazienza?

Ho letto da numerose parti in questi giorni, che per guarire in modo passivo (cioè senza far nulla se non riguardarsi) da un raffreddore ci si impiega 8 giorni; per guarire in  modo attivo (cioè riguardandosi e prendendo farmaci) ce ne vogliono 7. Dove sta il guadagno, se non nelle tasche delle case farmaceutiche? Dove sta il vantaggio di prendere una pasticca e dopo cinque minuti uscire e fare le capriole in strada, quando in quel momento l'organismo dovrebbe stare tranquillo a combattere una battaglia importante?

 

Non è un caso se durante la stagione invernale ci sono tante ricadute, non pensiamo sempre che gli untori siano gli altri; cerchiamo piuttosto di comprendere che, intossicati dai farmaci e non guariti da riposo e cibo leggero, siamo più facilmente esposti agli attacchi dei virus e batteri che continuano a rimanere dentro di noi per tutto il periodo ingiustamente incriminato.

 

Cosa possiamo fare quindi se siamo delle persone adulte, sane, senza patologie strane e ci becchiamo un malanno stagionale?

1) Consultare in ogni caso il proprio medico

2) Non facciamoci prendere dai sensi di colpa per il lavoro abbandonato, per la scuola di tennis saltata, per gli aperitivi con gli amici mancati. L'influenza non è una vergogna sociale da rinnegare o nascondere, è un segnale importante del nostro corpo.

3) Riposare riposare riposare

4) bevande calde a volontà, meglio se tisane preparate in erboristeria con erbe biologiche e con principi adatti ad aiutare il decorso della malattia. Tè a basso tenore di caffeina

5) cibi leggeri, evitare carne e latte e latticini perchè impegnano inutilmente l'organismo in digestioni lunghe e difficili, laddove l'organismo avrebbe bisogno di tutte le sue forze per combattere gli "invasori". Succhi freschi, acqua e limone.

6) Cambiare aria spesso nella camera dove si riposa, aiutarsi magari con un diffusore di olii essenziali calmanti e lenitivi (lavanda, camomilla) ma anche specifici per le vie respiratorie (pino, eucalipto)

7) avere pazienza e non scalpitare: ci capita raramente di riposare e avere "tempo" per stare soli con noi stessi, cerchiamo di cogliere l'occasione che ci viene data.

 

venerdì 16 gennaio 2009

Succhi di frutta pronti - inquinano noi e l'ecosistema

Capita spesso che al bar, al posto dell'ennesimo caffè o dell'aperitivo, ci si orienti verso un più salutare succo di frutta, magari senza zucchero.

In realtà, le insidie che queste innocenti bevande nascondono sono numerose e non sempre conosciute.

Facciamo un "breve elenco" 

 

- vitamine che si degradano nell'arco di poche ore

Le vitamine della frutta sono disponibili epresenti solo se consumate al momento: quante volte abbiamo letto che la spremuta di arance va bevuta entro poco tempo altrimenti perde tutte le sue proprietà? Parecchi frutti e verdure inoltre, anche se non frullati, perdono i loro apporti nutrizionali entro pochissimi giorni  dalla raccolta. Riusciamo ad immaginare quale apporto nutrizionale e vitaminico può darci un succo di frutta spremuto mesi e mesi fa?

- aggiunta di vitamine sintetiche

Le vitamine di sintesi, quelle prodotte in laboratorio, non sono assorbite dall'organismo nello stesso modo in cui lo sono quelle della frutta e verdura fresche. Sopperire quindi alla perdita di elementi causata dalla conservazione con elementi sintetici non apporta in nessun modo la stessa quantità di nutrienti ma tende invece ad aumentare il numero di prodotti di sintesi che inquinano il nostro organismo.

- qualità dei frutti utilizzati non determinabile

 Non avendo la possibilità di vedere le materie prime, potrebbe essere facile che i laboratori industriali utilizzino frutta non maturata (e quindi con poche componenti) o magari troppo matura; non sappiamo da dove vengono quei frutti, se sono stati usati pesticidi e fertilizzanti per crescerli e se le condizioni igienico salutari di tutta la filiera vengano rispettate.

- gran numero di additivi, aromi e coloranti

Ho visto con i miei occhi su almeno un "succo" che la bevanda viene addizionata di sale, per esaltare la sapidità di materia prima forse non  di altissimo livello. L'uso di antiossidanti (acido ascorbico in forma non naturale), acidificanti/conservanti (acido citrico) e in molti casi coloranti (per sopperire ai colori anemici della frutta utilizzata) non ne fanno un prodotto di consumo quotidiano.

Queste bevande inoltre sono piene di tutte le forme di zucchero (sciroppo di glucosio, fruttosio, saccarosio) che aumentano repentinamente i livelli di glucosio nel sangue, squilibrando alla lunga l'equilibrio glicemico; basta guardare negli Usa quanti bambini contraggono il diabete proprio grazie al costante apporto giornaliero di tonnellate di zuccheri.

Per finire, in questi succhi si fa un largo e smodato uso di dolcificanti di sintesi, dei cui rischi ne avevamo già accennato qui 

innumerevoli forme di zucchero sotto forma di sciroppo di glucosio, fruttosio e saccarosio, acido citrico come acidificante

- bassa percentuale di prodotto rispetto all'acqua contenuta

Tranne per i succhi concentrati (e conservati in reparti frigo), tutti gli altri sono un mix di acqua (circa 70%) e frutta (circa 30%). Certo, non possono chiamarsi veramente succhi, infatti vengono denominati "bevanda analcolica a base di frutta", ma a casa mia base sta significa che la maggior componente del prodotto è la frutta, non l'acqua. E' come se noi a casa con un arancio facessimo quattro bicchieri di "aranciata".

In ogni caso, quando andiamo al bar e chiediamo un succo spesso ci danno questo mix di acqua e spremuta al modico prezzo di due euro circa.

 - dulcis in fundo

uno studio spagnolo ha rilevato un alto livello di pesticidi nei succhi di frutta... http://www.aamterranuova.it/article2856.htm

 

 

Qual'è l'alternativa?

Facile, semplice, probabilmente più economica e sicuramente più salutare: abbiamo i denti per masticare? E allora mangiamola, stà frutta! 

 

 

 

martedì 13 gennaio 2009

Cosa ci mettiamo sulla pelle?

Sebbene sia un articolo fatto da altri e quindi verrà messo in rassegnaecobio, mi sembra essenziale renderlo pubblico per avere maggiore consapevolezza.

 

Fonte: drPeruginibilli 

Cosmetica tossica

Sarebbero circa 175 le diverse sostanze chimiche che ogni donna giornalmente si "spalma" sulla propria pelle, quando si fa bella. L'industria cosmetica, infatti, utilizza circa 13.000 sostanze di sintesi e di emisintesi nei propri prodottii. La cosa che molti non sanno è che la gran parte di queste non è stata sufficientemente studiate sotto il profilo della tossicità.

Il EWG (Environmental Working Group) americano ha calcolato che su 7500 prodotti commerciali solo 28 sono stati testati per la loro sicurezza, che un prodotto ogni 120 contiene una sostanza cancerogena e che un terzo dei prodotti contiene almeno una sostanza classificata come potenzialmente cancerogena.

L'assorbimento del cocktail di cancerogeni, conservanti, mutageni, allergizzanti e metalli pesanti a livello cutaneo è ulteriormente  facilitato dalla presenza nei cosmetici di fattori umettanti e idratanti (che però sono innocui).

Tra le sostanze potenzialmente pericolose, voglio citare i parabeni, utilizzati come conservanti. Sono presenti come metyl-, ethyl-, butyl-, propyl- paraben e sono seriamente sospettati di essere cancerogeni. Lo sarebbero soprattutto quando vengono applicati sulla pelle. L'assorbimento cutaneo, infatti, trasformerebbe queste molecole in una forma attiva cancerogena.

Nel 2004, l'oncologa Drssa Philipa Darbre, dell'Università di Reading (UK) ha trovato i parabeni in tutti i campioni di tessuto cancerogeno mammario da lei analizzati.

Le ridotte dimensioni dello studio (solo 20 campioni), dovute alla mancanza di fondi che la Drssa ha cercato inutilmente per anni, non dimostrano (almeno per ora !) che i parabeni sono la causa del tumore, ma dimostrano con certezza che queste sostanze tendono ad accumularsi nei tessuti.

I parabeni fanno parte di un vasto gruppo di sostanze chimiche denominate xenoestrogeni o "disruttori ormonali", sostanze estranee all'organismo capaci di imitare gli estrogeni, che sono potenti stimolanti della crescita e della trasformazione maligna delle cellule mammarie. Come altri xenoestrogeni, i parabeni una volta nei tessuti umani possono rimanervi per decenni, agire indisturbati e provocare malattie a distanza di 20-30 anni. Alcuni studiosi sono convinti che l'enorme presenza di xenoestrogeni nell'ambiente e nella catena alimentare sia una delle cause del tumore alla mammella (aumentato negli ultimi decenni), delle cisti ovariche, dell'endometriosi, dell'infertilità delle coppie (1 coppia su 5 ha problemi di fertilità e nel 50% dei casi l'origine è maschile) e del cancro ai testicoli (aumentato del 3% negli ultimi anni). I pesticidi presenti nell'alimentazione sono anch'essi dei "disruttori ormonali".

Se andate in un supermercato, in profumeria, in farmacia o in erboristeria noterete che la maggior parte dei cosmetici e dei prodotti per l'igiene contengono parabeni. La cosa raccapricciante è che si trovano anche in molti prodotti cosiddetti "naturali" o spacciati per "ecologici". I parabeni sono nelle creme per il viso, negli struccanti, nei detergenti intimi, nei deodoranti, nei dentifrici e negli shampoo. Molti prodotti per bambini li contengono. Sono anche nelle creme solari e nei doposole. Un recente studio giapponese ha dimostrato che con l'esposizione alla luce UV del sole, i parabeni accelerano l'invecchiamento della pelle.
E' incredibile, ma l'industria del cosmetico finanzia la ricerca contro il cancro alla mammella e nello stesso tempo fa soldi vendendo prodotti che contengono sostanze che il cancro probabilmente lo provocano.
I parabeni sono legalmente autorizzati nell'Unione Europea e l'industria cosmetica giura sulla loro innocuità. Purtroppo, dagli allarmi dei ricercatori ai provvedimenti restrittivi spesso passano decenni. Gli interessi economici e politici sono sempre enormi. La storia recente è piena di sostanze chimiche (farmaci, pesticidi, insetticidi, additivi alimentari, ecc.) che sono state immesse sul mercato come innocue e poi dopo anni vietate perché risultate tossiche o cancerogene. E voi, avete voglia di aspettare ?

Bibliografia

- Dr. Connealy. Beauty to die for: health hazards of cosmetics and skin care products revealed. Jan 20. 2006. http://www.newstarget.com/z016898.html
- Breast Cancer Action Org. www.ThinkBeforeYouPink.org
- Williams RM - Breast cancer and xenoestrogens. Townsend Letters for Doctors and Patients. 2004. www.townsendletter.com
- Chemica Safe Skin Care. www.chemicalsafeskincare.co.uk/chemicals.shtml
- Darbre PD et al. Concentrations of Parabens in Human Breast Tumours J Appl Tox v.24, i.1, 1, jan04. www.mindfully.org/Pesticide/2004/Parabens-Breast-Tumours1jan04.htm
- Anonimo. Allergy warning on cosmetics. Tues, 12 Dec, 2000.
- BBCNEWS. http:news.bbc.co.uk/2/hi/health/1065587.stm
- Thomas P. Toxic toiletries facing up to the truth. WDDTY (Vol 10, Issue 7).
- Thomas P. Killer Cosmetics Dying to look good. WDDTY (Vol.13, Issue 3).

 

 

 

venerdì 9 gennaio 2009

Fast life,fast love, fast food, fast health?

Che questa sia l'epoca del tutto e subito sarebbe inutile ribadirlo in questa sede.

Pretendiamo di vivere intensamente, lavorare duramente e poi andare in palestra/aperitivi/cena/dopocena/teatro.

Cerchiamo l'amore attraverso speed dates o su Internet tramite lo scambio di un pò di posta, ma in fretta che essere singles pare essere una malattia.

Vogliamo mangiare in due minuti, essere serviti in 30 secondi, per poi digerire in comode rate di 12-24-48 ore la plastica che ci ingolliamo.

E, ovviamente, esigiamo sempre dei rimedi miracolosi per rimetterci in sesto dai nostri mille abusi e diecimila acciacchi.

Nello specifico, visto che l'argomento dieta in momenti come questi è molto sentito, molte persone decidono di rivolgersi a centri che promettono dimagrimenti stellari e a prodotti chimici o erboristici che garantiscono perdite colossali. 

Se qualcuno di voi ha mai ottenuto risultati rapidi con queste diete o regimi, vi chiederei di segnalarmelo.

 

Se l'organismo subisce per anni le angherie di una alimentazione scorretta, ci vorrà parecchio tempo prima che si possa tornare alla normalità, non è possibile pensare che con 20 o trenta giorni riusciremo ad ottenere salute e forma perfette.

Muramoto (ma anche i biologi concordano) afferma che un ricambio completo del sangue avviene in 120 giorni: se abbiamo mangiato da troppo tempo male, servono quindi almeno tre mesi per ripulire "solo" il sangue. E lo si può ripulire con una alimentazione che alla maggior parte di noi potrebbe sembra un'assurda cattiveria, ma che ci aiuterebbe a fare il primo passo verso la conquista di una salute eccellente.

Muramoto ci informa anche che per far sì che i muscoli vengano completamente ricostruiti ci voglio tre anni, e sette anni per modificare completamente la struttura del corpo.

 

E' facilmente comprensibile che le diete lampo che garantiscono dimagrimenti rapidi non agiscono assolutamente sulla struttura del corpo (e del problema), che non sono destinate a durare nel tempo e che non apportano affatto benefici in termini di salute. Anzi, se si attraversa un periodo in cui non si è proprio in ottima forma, diete di questo tipo e pillole in genere potrebbero aggravare lo stato di salute. 

 

Qual'è la giusta chiave che ci consente un approccio più idoneo nei confronti del nostro corpo?

Siccome nessuno ha in tasca la formula dell'eterna salute, giovinezza e forma, non sarò io a darla. Posso dire però che la calma, la giusta attitudine mentale, la serenità con cui si affronta un cambiamento (perchè per dimagrire si attraversa un cambiamento) sono dei validi alleati.

Non si inizia una dieta per dovere, non si comincia per motivi futili o con la paura che se non si dimagrisce ci potrà capitare (o aggravare) un malanno.  Non si può pretendere di dare a un organismo intossicato o disabituato del cibo completamente diverso, la dieta deve essere estremamente personalizzata e soprattutto adattata sul medio periodo per far sì che si arrivi con naturalezza e senza scossoni alla completa rigenerazione del corpo. Ricordiamo che ci vogliono sette anni, siemo disposti ad investire tutto questo tempo?

 

Però, prima di rigenerarci completamente, credo che a tutti piacerebbe raccogliere qualche primizia, che fa bene all'umore e all'autostima.

Ritornando ai famosi 120 giorni necessari al completo ricambio del sangue, seguendo un corretto regime alimentare (prevalentemente a base di frutta, verdura, amidi e pochissime proteine animali) per soli 12 giorni, riusciamo ad "alterare" in positivo i valori di un buon 10% e a migliorare sensibilmente il nostro stato di salute.

E' fondamentale, per ottenere risultati duraturi di salute e di dieta, mangiare tutti i giorni frutta e verdura, stando ovviamente attenti a non commettere il fatale errore di mangiare la frutta a fine pasto o durante i pasti e avendo  l'accortezza di consumare almeno una volta al giorno verdure crude a foglia verde come antipasto.

Solo questi accorgimenti possono portarci a miglioramenti significativi del nostro stato di salute, un traguardo difficilmente raggiungibile se si usano integratori taglia fame o si fanno diete preconfezionate e spesso iperproteiche.

 Poi, quali sono gli altri due fattori fondamentali per un dimagrimento sicuro?

1) Mangiare poco se si è abituati a consumare tanti amidi e tante proteine, mangiare il giusto senza mescolare troppi alimenti per chi ha già un'alimentazione più equilibrata.

2) Fare attività fisica. Sembra banale e ripetitivo ma, sebbene il lavoro cerebrale consumi molto più ossigeno di tanti altri organi e muscoli e consumi tanto tanto zucchero, se il corpo non si muove non si riesce a tonificarlo.

 

Sembra semplice ma non lo è, come sempre ci vuole costanza, calma e tranquillità.

 

Buona dieta! 

martedì 6 gennaio 2009

Etica e estetica - quando l'apparire surclassa l'essere

In questi ultimi periodi mi è capitato molto spesso di vedere in giro "strani" esseri plastificati.

Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi , diceva anni fa Frankie Hi Energy, anche se parlava di un'altra categoria di pensatori poco ecologici, i benpensanti.

Così, nella giornata che celebra una donna fuori dagli attuali canoni estetici, la nostra cara befana, ho deciso di scrivere due righe sul dilagante fenomeno che sta portando giovani e anziane ad assomigliare tutte a scollacciate e artefatte soubrettes televisive.

Passi per le giovinette, ancora in cerca di una propria identità/personalità e per questo soggette all'influenza di scollature vertiginose, tette pneumatiche, sgambature assassine. Passi anche per le trentenni in carriera, che girano per gli uffici abbigliate e pompate come cloni di Pamela Anderson, causano sì numerosi commenti di sdegno, ma provocando seri problemi di distrazione ai malcapitati che se le trovano intorno.

Passi sì, ma neanche troppo, visto che sarebbe ora che fin da piccole le donne prendessero coscienza del fatto che non si deve per forza mostrare il proprio corpo per essere notate e per farsi strada nella vita. E che magari sarebbe molto più ecologico (per il proprio spirito) seguire dei percorsi di autostima.

Passino le due categorie summenzionate, ma le cinquantenni mi raccontano cosa passa loro per la testa quando si vestono da daisy_duke.jpgDaisy Duke

(giuro di averne viste al supermercato)

 

 

 

 

 

 

 o quando vanno in giro talmente trasparenti da far impallidire le odalische da Mille e una notte?

Si presume che a cinquant'anni  o giù di lì ci si sia formate abbastanza da capire che oltre all'apparire noi siamo qualcosa di più, come è possibile che queste nonne di Aida Yespica corrano a rifarsi le tette, le labbra, i glutei (i cervelli mai, eh?) e non vedano l'ora di mostrarsi come chirurgo le ha fatte, senza lasciare il minimo spazio all'immaginazione?

Ieri abbiamo assistito a una scena incredibile: eravamo al supermercato, una bella signora snella e ben curata si aggirava tra le corsie; aveva il cappotto aperto, e sotto una maglia trasparente con un corpino che lasciava i seni fuori, ovviamente rifattissimi.

Lo spettacolo poteva essere anche gradevole, ma il volto maturo della donna e il contesto stridevano assolutamente con l'aspetto glamour e da starlette che risaltava ai nostri occhi.

Ecco, è a donne come queste che dedico i migliori auguri di buona epifania, che la cara e operosa vecchina porti loro in dono saggezza, amor proprio e un briciolo di dignità.

 

Buona Befana anche a tutte le  donne intelligenti!

lunedì 29 dicembre 2008

Cattiva informazione

Ho letto qualche giorno fa questo articolo, che mi ha dato parecchio da pensare su come certe informazioni possano generare dei "mostri".

Certo, era un articolo di economia domestica volto a far risparmiare denaro alla gente, ma decisamente poco lungimirante sul breve e lungo termine, oltre che sugli impatti ambientali (e quindi costi gravanti sulla comunità) di ritorno.

 

Vediamo cosa in particolare proprio non mi è piaciuta:

1) comprare frutta e verdura nei mercati rionali alle 13: si risparmia fino al 50% perché l’invenduto rischia di alterarsi;

Avete mai provato ad andare sul tardi al mercato? Cosa pensate di trovarci, prodotti freschi di giornata o l'invenduto dei giorni precedenti? Perchè dovrei comprare un vegetale striminzito e sfiancato, solo perchè costa la metà? E i valori nutrizionali? E l'occhio che vuole la sua parte?

 

2) nei supermercati comprare solo beni di prima necessità: meglio puntare sui quei prodotti che hanno prezzi bassi per attrarre la clientela;

I prezzi bassi messi lì per attirare la clientela hanno dei pesanti costi sulle loro spalle. Non è possibile produrre sottocosto e vendere sottocosto, a meno che non si facciano pagare i costi sociali ai lavoratori e alla collettività. E poi ci lamentiamo della crisi...

Non solo; se tutti comprassero solo i sottocosto, i supermercati chiuderebbero nell'arco di pochi mesi. 

 

4) provare pasta a bassa prezzo: spesso è un buon prodotto – a patto che sia fatta con grano duro

Non sarebbe il caso di accertarsi da dove provengono le materie prime? Se ad esempio per produrre un chilo di pasta ci vogliono 2 euro, cosa compriamo quando acquistiamo lo stesso chilo a 60 centesimi?

Non sarebbe meglio allora invogliare all'autoproduzione? Tipo comprare dei cereali, macinarli freschi e poi preparare in casa la pasta? 

 

2) evitare le uova biologiche, costano di più e sono tutti da dimostrare i vantaggi per la salute;

Certo, comprate pure le uova a 40 centesimi, tanto se gli animali sono gestiti al peggio del peggio che ci frega. Che ci frega se mangiano mangimi addizionati di tutto e non controllati contro gli ogm?  E del sapore, ne vogliamo parlare? O ci facciamo una frittatina con uova anemiche e zucchine ultramosce, che saremmo costretti a insaporire con etti di sale o spezie?

I valori nutrizionali di cibo allevato come una volta sono di gran lunga superiori a quelli provenienti da allevamenti industriali, non fosse altro per la minore introduzione di medicinali e la migliore igiene, questo punto è scandaloso. 

 

3) non farsi condizionare dalle marche famose: spesso altri prodotti hanno il medesimo livello di qualità;

Io direi: non farsi condizionare dalle marche e dai prodotti confezionati. Ma perchè non c'è nessuno che invogli all'autoproduzione e all'alta qualità?

 

 

 

Come spesso accade, questi consigli potrebbero risultare ottimi alle persone che, ignare, decidessero di applicarli. Senza pensare ovviamente alle conseguenze sulla salute, sull'economia collettiva e sulle conseguenze ambientali.

 

Cosa si potrebbe consigliare, invece?

1) Mangiare meno         è il modo più economico che esista per risparmiare e mantenersi in salute

2) Mangiare cibi freschi e con poche confezioni  il cibo fresco ha tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno (a differenza del confezionato), e soprattutto non ha costi aggiuntivi di packaging che viene sprecato nell'immondizia. 

3) Comprare sempre nei mercati rionali  instaurare un rapporto di fiducia con i venditori e capire in che modo si riforniscono. Comprare ovviamente a tutte le ore, anche se io preferisco andarci la mattina presto: vi assicuro che la scelta che si ha alle sette di mattina alle 13.00 è una chimera. 

4) Consumare poche proteine animali   e quelle poche che siano biologiche. I vantaggi sulla salute ci sono senza dubbio, solo il fatto di sapere che si consuma "cibo sano" è una potente panacea. 

5) Evitare di comprare l'ennesimo cellulare o gadget elettronico. Quanto incide sul bilancio familiare la spesa alimentare rispetto alle simpatiche e numerosissime trovate elettroniche che abbiamo in casa? A voler essere onesti, e guardarci in tasca (o addosso), potremmo scoprire di avere centinaia di euro spesi in gadget e abbigliamento... e allora  avremmo ancora la faccia di osare risparmiare su un atto così fondamentale quale alimentarsi?

6) Mangiare in maniera semplice  come dice F. Libero Manco in questo articolo

7) Diversificare gli acquisti e farsi due conti, si possono scoprire tante belle cose

Come ci insegna sempre Manco:

Ultimamente sono stato ad un supermercato dove tra i vari scaffali non manca quello di macelleria dove un solo kg di carne di vitello costa 20 euro. Ebbene, con la cifra di 20 euro al posto un solo kg di carne ho potuto acquistare: 1 kg di : ceci (3 euro), 1 kg di noci (3 euro), 1 kg di pane (2,5 euro), 1 kg di pasta (2 euro), 1 kg di cicoria (1,5 euro), 1 kg di insalata (1,5 euro),  1 kg di frutta (1,5 euro), 1 kg di patate (1 euro) e 1 litro di olio (4 euro). Con questi quantitativi mi sono assicurato non solo il sostentamento alimentare per quasi una settimana

 

Cos'altro aggiungere?

Leggiamo sempre con attenzione e informiamoci costantemente. 

lunedì 22 dicembre 2008

Ancora sulla consapevolezza - dal punto di vista yogico

Fonte: yoga.it

 

Scegliere la consapevolezza

Come evitare la ripetizione di atti inconsapevoli seguendo la via della chiarezza

 

Se guardiamo indietro nel tempo e ripercorriamo la storia della civiltà, osservando quanto è accaduto nelle varie epoche del mondo, ci accorgiamo che gli accadimenti, le guerre, le distruzioni che periodicamente si sono succedute sono sempre state determinate dalla mente incolta dell'uomo.

Né all'interno della famiglia, né a scuola ci viene insegnato ad essere consapevoli dei nostri atti, ad osservare i nostri sentimenti, a trovare le radici della rabbia, dell'invidia, dell'odio. Cresciamo inconsapevoli, ignorando il significato della vita, pieni di presunzione e di egoismo, percorrendo un sentiero che porta al desiderio, all'oscurità e al dolore.

L'uomo nel corso della sua vita si trova davanti ad un bivio: una via porta alla chiarezza e alla conoscenza attraverso una disciplina interiore; l'altra alla ripetizione di atti inconsapevoli, a cui con il tempo non possiamo più sfuggire e che finisce per travolgerci.

L'inconscio dell'uomo è infatti colmo di semi karmici, derivati da esperienze passate tanto fisiche quanto emotive e mentali ed è condizionato da questi; la legge del karma è sempre in atto: ogni impulso, ogni sensazione, ogni atto scende nell'inconscio, per riemergere, sempre, in azione. Se questo meccanismo inconsapevole si ripete diverse volte, l'impressione mentale diventa samskâra, cioè «seme» o «predisposizione», ed acquisterà forza tale da influenzare le nostre azioni future, producendo in tal modo altro karma.

Nell'ignoranza, ogni attività incrementa il potenziale del deposito karmico che diventa sempre più minaccioso e determina il nostro agire. Ogni ripetizione rinforza il samskâra che premerà per riemergere, ad ogni occasione, più forte.

Ciascuna azione lascia nel nostro inconscio un segno indelebile come la pioggia quando, scorrendo sul terreno, forma dei rivoli; quando pioverà ancora, l'acqua scorrerà in quegli stessi solchi e troverà una resistenza inferiore. E il solco si farà più profondo.

Seneca affermava: «Volentes ducunt fata, nolentes trahunt», nel senso che si può arrivare alla comprensione e divenire in tal modo conduttori della nostra vita oppure essere travolti e distrutti dal nostro agire inconsapevole.

Tutte le azioni, anche quelle che crediamo ci portino verso la felicità, contengono in sè il seme del dolore, perché niente è eterno, tutto è mutamento, perché il nostro ego non si accontenta mai e, nonostante il nostro orgoglio, ci sentiamo fragili.

Gli atti che compiamo meccanicamente sono dettati dall'egoismo, dalla paura, dall'attaccamento, dalla disperazione, che ci rendono sempre più rigidi, incapaci di mutare il corso della nostra vita.

Come fare allora?

Ogni gesto compiuto o subito provoca in noi una «sensazione-reazione» che si deposita nel subconscio. Se non la fermiamo e non la osserviamo, scenderà nell'inconscio, come abbiamo detto, cioè in una zona che è fuori dal nostro controllo, pronta quindi a riemergere all'improvviso in un futuro più o meno lontano; l'istinto infatti non è altro che un'abitudine mai conosciuta, che si è stabilita nel nostro inconscio e che torna a palesarsi ad ogni occasione, e che accettiamo come parte di noi.

Anche gli animali hanno istinti, ma la loro mente non è in grado di distinguere cosa sia giusto o meno. L'uomo lo può fare, sempre ricordando però che le nostre valutazioni sono relative e fino a quando non avremo raggiunto una perfetta discriminazione, il nostro concetto di giustizia continuerà a modificarsi e ad ampliarsi. E' nel subconscio, cioè nel momento in cui possiamo avvertire le reazioni che l'esperienza provoca, che dobbiamo fermare e conoscere la nostra mente, ponendoci quelle domande che ci portano alla chiarezza («Perché ho avuto questa reazione? Come posso modificarla?» ecc.).

Questo processo ci porta ad una vita di consapevolezza e guardando le nostre reazioni distruttive, le nostre dipendenze, impariamo a conoscere e ad affinare gli strumenti di cui disponiamo per superare i nostri condizionamenti.

Occorrono però disciplina, costanza e la volontà di creare un'abitudine positiva di ricerca, di trovare spazi di riflessione giornaliera, intraprendendo un lavoro sistematico che porterà al risveglio del nostro potenziale di bene.

 

 

martedì 16 dicembre 2008

Una parola per il 2009 - Consapevolezza

Mai come in questa "era" è fondamentale essere consapevoli, di chi siamo e delle scelte che ogni giorno compiamo.

Consapevolezza significa pensare con la propria testa, analizzare le svariate fonti da cui provengono le informazioni e districarsi tra i tanti inganni che ogni giorno ci propinano/propongono. Significa poter leggere un libro, un testo, una frase, e avere le armi per capire o sentire se quello che abbiamo davanti agli occhi sia accettabile e veritiero.

Consapevolezza significa assumersi la piena responsabilità delle nostre scelte e azioni, perchè le facciamo essendo ben coscienti di ciò che andiamo a compiere. Una scelta consapevole può anche non essere etica, ma se è fatta con cognizione di causa e non lede il prossimo, va accettata come espressione della piena volontà di chi la compie.

Essere consapevoli significa essere liberi di vivere la propria vita e di fare le nostre scelte in totale libertà, senza condizionamenti esterni e senza subire acriticamente le decisioni altrui. 

 

Ma vediamo in pratica l'uso della consapevolezza:

  • Sapere cosa mangiamo è diventato fondamentale. Bisogna conoscere quindi cosa significano tutti quelle decine di nomi e numerelli in modo da capire che la maggior parte di loro è un derivato del petrolio. Se foste consapevoli di ingerire petrolio insieme al cibo, lo mangereste ancora? Sapere che un prodotto confezionato, preparato mesi fa e pieno di grassi, oli, coloranti letali non ha praticamente alcun valore nutritivo, potrebbe indurci ad optare per cibi freschi da preparare con le nostre mani.
  • Sapere che i prodotti cosmetici che usiamo inquinano le falde acquifere, uccidono animali (sia per i test che per dispersione nell'ecosistema) e danneggiano anche la nostra salute, potrebbe farci cambiare idea sull'opportunità di usarli ancora
  • Essere coscienti delle principali funzioni fisiologiche del nostro corpo, conoscere profondamente il nostro corpo e il significato dei segnali che le malattie mandano, potrebbe cambiare il nostro status di sudditanza psicologica nei confronti dei medici e iniziare con loro un rapporto costruttivo, fatto di consigli e non solo di pillole. Nessuno meglio di noi è deputato alla conoscenza della propria persona e delle relative percezioni, sensazioni, malattie; perchè non iniziare a rendercene conto e smettere di delegare la gestione della nostra salute a gente che vediamo poche volte l'anno? Se sapeste che i vaccini per l'influenza in realtà fanno più bene che male e che non vi esenteranno dal solito febbrone stagionale, continuereste a prenderli?
  • Se foste un lavoratore sottopagato e sfruttato di una qualsiasi catena di produzion/distribuzione, comprereste dal vostro datore di lavoro? Se i vostri figli subissero questi trattamenti, comprereste dai loro datori di lavoro? Anche sapere in che modo i prodotti che giungono a noi sono ottenuti, è segno di consapevolezza. Le nostre scelte potrebbero cambiare drasticamente.
  • L'economia va a rotoli, la crisi è nera, i suggerimenti degli esperti continuano a parlare di PIL e di aumento dei consumi. Ma se qualcuno ci dicesse che il PIL aumenta ogni qual volta muore una persona (lavoro per le pompe funebri) o c'è un grosso incidente in autostrada o una calamità naturale, saremmo ancora attaccati a questa fonte di iattura? Perchè tante persone sono preoccupate delle scelte etiche e di decrescita di pochi poveri "pazzi", sostenendo che decrescendo chiuderebbero tante fabbriche, aziende, con conseguenze nefaste per il lavoro di decine di migliaia di persone? Vorrei raccontare a queste persone che in questo momento ci sono ben pochi individui che stanno seguendo i consigli di Serge Latouche, eppure Fiat mette in cassa integrazione 48000 dipendenti, Telecom ha esuberi a non finire, Alitalia ormai ci ha lasciati. Per non parlare poi di tutte le piccole realtà locali... Ecco, alla luce di quesi fatti evidenti, possiamo scegliere di continuare a farci prendere in giro oppure di essere consapevoli che una serie di alternative esiste.

 Sono tanti gli esempi che si potrebbero fare, infiniti direi. Come sempre, basta iniziare dalle piccole cose e iniziare a prendere coscienza di noi e delle nostre azioni. Per il 2009 il blog e noi insieme cercheremo di lavorare in questa direzione.

giovedì 11 dicembre 2008

Latte crudo

Vi riporto volentieri l'iniziativa del Consorzio Tutela Latte Crudo, che potrete anche trovare a questo link:

http://www.ipetitions.com/petition/consorziotutelalattecrudo/

 

L’attacco denigratorio contro la vendita diretta del latte crudo ha ottenuto il risultato
L’ordinanza del Sottosegretario Martini prevede:

l’obbligo di riportare sulle macchinette erogatrici in maniera ben visibile ed a caratteri in rosso l’indicazione che “il latte deve essere consumato previa bollitura”.

Questo dopo ben quattro anni, in cui centinaia di migliaia di cittadini, ogni giorno hanno acquistato il latte crudo presso i distributori self service, senza che vi sia stato un solo caso provato di infezione causato dal nostro latte (Voi tutti ne siete testimoni) come dimostrano le migliaia di analisi effettuate dal Servizio Sanitario Pubblico.

OBBEDISCO! ….. Ma non capisco!

Perché chi vende uova, pesce o carne cruda non deve apporre scritte: “Da consumarsi previa bollitura”?

Perché nei ristoranti si può servire capaccio di pesce, o carne, insalate russe e dolci fatti con uova crude?

Perché l’industria non deve far bollire il latte? Ma può scaldarlo a 72 gradi per 15 secondi?

Perché solo il nostro latte deve essere consumato previa bollitura”?

Chiediamolo direttamente al Sottosegretario Martini
tel. 06/ 59945778 – 5779 fax 06/ 59945331

Aiutateci a difendere un modo di vendita trasparente, controllabile, che
permette ai consumatori di avere il miglior prodotto ad un prezzo onesto,
riducendo gli sprechi e salvaguardando l’ambiente.


Consorzio Tutela Latte Crudo
 

 

Io aggiungo una considerazione: è un bene che non sia passata l'ordinanza che avrebbe sospeso addirittura la vendita, ma è assolutamente negativo il fatto che si cerchi di allarmare la gente gridando al batterio. L'escherichia coli, che tanti danni fa oltreoceano, è un batterio che in minima parte è presente negli organismi umani e che si sviluppa in condizioni igieniche scarse.

Guarda caso, il problema più grande che hanno negli Stati Uniti non proviene da produttori di latte bio o crudo, ma dagli allevamenti intensivi che sottopongono gli animali a forti stress fisici ed emotivi. Quando le bestie passano al macello, vengono sbudellate nel giro di pochi secondi; se viene sparso per errore il contenuto degli intestini di un solo animale infetto su un tavolo di lavoro, tutta la carne che passerà su quel tavolo verrà contaminata. Per questo motivo, quando si fanno gli hamburger è facile che l'E. Coli passi in centinaia di polpette, causando problemi gravi e gravissimi nella popolazione.  Il problema quindi, proviene più dai processi di allevamento e trasformazione industriale piuttosto che da un bel bicchiere di latte fresco appena munto, che i nostri nonni bevevano abbastanza tranquillamente. Certo, noi non abbiamo gli organismi abituati, ed è bene in ogni caso evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti gastrointestinali, ma sono le conseguenze di una alimentazione industriale e priva di nutienti naturali che ci porta a non distinguere più il cibo vero da quello di plastica.

 

 

Vi segnalo inoltre l'articolo riportato su AAMTerranuova:

 http://www.aamterranuova.it/article2765.htm

giovedì 4 dicembre 2008

Considerazioni sul natale

Ci siamo, il conto alla rovescia è iniziato da qualche giorno, i supermercati sono pieni di dolci di ogni tipo e strade e centri commerciali sono già addobbati dei classici colori natalizi.

Devo dire la verità, la nota di colore che precede e accompagna il Natale è molto allegra e dona un'atmosfera piacevole al mese di dicembre, se volessi esagerare direi anche un filino magica (tutte quelle lucine poi...).  E poi l'attesa per il periodo di feste, le ferie che i fortunati riusciranno a fare, le serate passate in casa o in famiglia a chiacchierare e mangiucchiare.

Se proprio devo confessarlo, no, non odio il Natale. 

Quello che proprio non mi piace sono gli aspetti meramente consumistici della festività, la corsa al regalo, la tredicesima che vola in compere prima ancora di entrare nelle nostre tasche, l'eccessiva opulenza di troppe tavole, le usanze e tradizioni stravolte da multinazionali che trasformano un simbolo cristiano e prima ancora appartenente ad altre religioni e credenze in un ridicolo omino michelin vestito di rosso e addobbato con la barba bianca.

 

Non mi piace il traffico che blocca la mia città nei primi venti giorni di dicembre, con le persone che sembrano cavallette impazzite e che corrono in ogni dove chissà perchè sempre con la macchina. Non mi piacciono i miliardi di pubblicità che ti spingono a comprare per forza qualcosa o a fare per forza di cose (pena la squalifica sociale) un regalo a parenti, amici, e pure a semplici conoscenti, tiè.

Non mi piace che si cerchi di detassare uno stipendio per favorire lo sperpero in panettoni e botti, per poi ritrovarsi a fine gennaio con conguagli/stangate e il culo per terra.

Non mi piacciono le venti portate a pasto che si propongono nei giorni di festa, l'eccessivo abuso di vite animali e lo sperpero dei troppi avanzi buttati nella pattumiera. E soprattutto non mi piace la puntuale speculazione dei negozianti che, per l'occasione, triplicano o quintuplicano il prezzo di alcuni generi alimentari prendendo per la gola (o per il collo?) chi, per tradizione o per cercare comunque di mettere in tavola un pasto diverso dal solito, si avventura tra i loro "artigli".

Non mi piace che la multinazionale che vende bollicine abbia mandato in pensione l'epifania, la brutta ma snella befana e i suoi frugali ma graditissimi doni per  un opulento, grasso, studiato a tavolino signore che viaggia in slitta (alla faccia di quella poveraccia che si gela sulla scopa) e che ha mille aiutanti. Certo, direte voi, Santa Claus esiste da un bel pò, è una tradizione nordica (come l'albero di natale)... Ma era completamente diverso da quel ciccione che indossa orgoglioso i colori dei suoi frizzanti creatori!

Se proprio devo andare avanti, vi confesso anche che non mi piace l'aria generale di buonismo che permea molti animi; capisco l'atmosfera magica, ma fare gesti gentili tutto l'anno sarebbe meno ipocrita che ricordarsi del prossimo solo dieci giorni l'anno. 

 

A parte queste considerazioni, ritengo che la terza decade di dicembre e la prima settimana dell'anno nuovo siano un periodo ricco di spiritualità e di significati. E' il periodo in cui le giornate ricominciano lentamente ad allungarsi, è il periodo in cui la terra riposa e i semi dormono protetti da essa. E' un momento per riposarci insieme alla natura, per raccogliere le energie necessarie per tirare le somme dell'anno che sta per finire e per costruire quello nuovo: un periodo essenziale per capire chi siamo, che strada abbiamo percorso e quale direzione vogliamo intraprendere. Con la calma (si spera) dei giorni di festa, si può godere della compagnia dei nostri cari (senza però causarci un infarto da eccessi alimentari!) e anche di tempo da dedicare a noi stessi. 

Non voglio fare considerazioni etiche, ecologiche o bio.

Auguro a tutti noi di vivere l'armonia di queste giornate e di ottenerne il meglio. 

martedì 2 dicembre 2008

La verità sugli ormoni - Sherrill Sellman

Mi è capitato per caso durante i miei acquisti di comprare questo libro.

Mi interessava molto perchè, come molte donne, i problemi ormonali mi stanno accompagnando ormai da decenni.

Ho scoperto un mondo e avuto conferme di parecchi miei dubbi: gli ormoni sintetici che vengono somministrati in diverse fasi della nostra vita possono provocare danni che al momento non sono ancora pienamente calcolabili ma che sono tutti molto seri.

Si va dalla maggiore incidenza di tumori al seno e all'utero per proseguire attraverso cardiopatie, disfunzioni ormonali (la tiroide è severamente colpita dall'eccesso di estrogeni) e crisi depressive.

Nel libro si esprime un concetto importante che io (ahimè) non avevo mai sentito prima: Dominio degli estrogeni.

Il dominio degli estrogeni è una condizione nella quale un eccesso di estrogeni (autoprodotti o introdotti) crea uno squilibrio ormonale tale da bloccare diversi processi e soprattutto il giusto bilanciamento con il progesterone. A seguito di questo squilibrio, si incorre in una serie di patologie che il libro descrive alla perfezione ma che raramente ci viene detto dai dottori che ci visitano.

Così, numerosi medici hanno scoperto che la Terapia Ormonale Sostitutiva, così come la pillola anticoncezionale, contribuiscono fattivamente a provocare reazioni a catena che vanno da "semplici" problemi come la SPM, passando per crisi depressive e continuando fino alla comparsa di tumori in figlie di madri che hanno usato queste terapie.

Le spiegazioni contenute nel libro sono numerosissime, dettagliate e molto illuminanti, è scioccante comprendere come molti piccoli dettagli nei quali siamo incappate durante la nostra vita possano in realtà essere provocati dalla pillola anticoncezionale piuttosto che dagli estrogeni per "alleviare" la menopausa.

Non vado oltre perchè è meglio comprare il libro, tra l'altro costa solo 6,46 euro, è un investimento che vale davvero la pena fare.

Io ho già convinto tre mie colleghe a leggerlo ;-) 

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giovedì 27 novembre 2008

Come sta il pesce che mangiamo?

E' piuttosto recente la notizia che il Pangasio, pesce che sta salendo prepotentemente alla ribalta sulle nostre tavole, in realtà sia un prodotto tutt'altro che sano. Per i pochi che ancora non lo sapessero, è un pesce d'acqua dolce che cresce in uno dei fiumi più inquinati del mondo, e la concentrazioe di metalli tossici che accumula nella sua breve esistenza è tale da essere rischioso per la nostra salute. Non solo: vivendo in un fiume, il Mekong, che è la discarica di diversi popolosissimi paesi, il pesce spesso è "ricco" di batteri e microbi non proprio salutari. Certo, costa poco (in realtà in diverse pescherie mica tanto poco), ha un sapore delicato, è facile da preparare. Ma cosa mangiamo?
Mangiamo inquinanti, tossine e qualche grammo di carne, decisamente un prezzo troppo alto. Gli aspetti interessanti di questa notizia sono però molteplici, e cercherò di elencarne qualcuno.

- Ci siamo tutti scandalizzati del fatto che possa nuocerci in prima persona, ma non abbiamo pensato neanche per un minuto che i costi ambientali sostenuti per farci arrivare in tavola questa delizia sono altissimi. Il pesce viene lavorato, congelato, trasportato a migliaia di chilometri di distanza e poi viene decongelato e esposto nei supermercati in banchi refrigerati. La catena energivora è paurosa, un etto di pangasio viene a costare al pianeta molto più di un'intera giornata con la tv accesa.

- I controlli fatti alle frontiere troppo spesso sono superficiali, come dice Conti ne "La leggenda del buon cibo italiano", le dogane sono sottodimensionate e capita spesso che passino alimenti non conformi alle norme di sicurezza alimentare; oltretutto, basta che in uno dei paesi della comunità europea ci siano delle dogane poco attente o compiacenti, ed ecco che in tutta Europa (basta che un paese comunitario dia l'ok che si può entrare ovunque) entra cibo contraffatto o non conforme.


Pesci allevati


- Ci scandalizziamo del pangasio, ma continuiamo come se niente fosse a consumare pesce allevato perchè ci consente di portare a tavola più spesso questo tipo di carne. A questo punto, sarebbe bene sapere che il pesce allevato vive in "gabbie" abominevoli, stipato peggio delle galline, e la scarsa acqua a loro disposizione è altamente inquinata da batteri, germi e microbi, proprio come quella nella quale vive e si riproduce il pangasio. A differenza del Mekong però, la causa dell'inquinamento è dovuta all'alta concentrazione di sostanze "di scarto metabolico" prodotte dai pesci; per dirla in maniera poco elegante, i pesci di allevamento vivono nella cacca. Per sopperire a ciò, vengono loro somministrate dosi di antibiotici e di medicinali vari, che ovviamente vanno poi a finire nei tessuti e negli organi degli umani (o degli animali) che li mangiano. Fosse finita qui, potremmo pure starci. Come mangiano i pesci d'allevamento? Naturalmente diversamente da come farebbero in natura. Mangiano papponi di cereali misti a vitamine misti a medicinali, oli, grassi e farine animali. Avete letto bene, farine animali derivate dagli scarti della macellazione di bovini e pollame. Pollan, nel suo libro "il dilemma dell'onnivoro", sostiene che gli scarti bovini sospetti di causare il morbo della mucca pazza, vengono somministrati ad altre specie; l'autore si chiede però cosa può succedere se un pollo o un pesce che hanno mangiato scarti bovini, a loro volta entrano nella catena alimentare di un altro bovino. Prospettive inquietanti e dai risvolti imprevedibili, ma di questo parleremo in futuro. Tornando ai pesci, abbiamo capito che quelli di allevamento vengono nutriti con cibo che in natura non avrebbero modo di consumare, e le conseguenze sugli organismi e sul consumatore finale, ancora una volta, sono imprevedibili. Senonchè, quando il dottore ci raccomanda di non consumare carne rossa, noi andiamo tranquilli sulla spigoletta senza sapere che abbiamo fatto un miscuglio di tossine micidiale.
- Non parlerei dei costi ambientali degli allevamenti intensivi perchè staremmo qui un anno; ovviamente sono elevatissimi, poichè come detto prima la concentrazione elevatissima di pesce provoca un inquinamento che in natura non esisterebbe.
Quando andiamo a comprare l'oratina o la spigoletta che "fanno tanto bene" quindi, sarebbe opportuno pensare che proprio bene non fanno e dirottare i nostri acquisti su prodotti pescati eticamente. Non ce lo possiamo permettere? Mangiamo pesce meno frequentemente, cereali e legumi sono ottime fonti di proteine e durante l'inverno è un piacere mangiare delle belle zuppe calde.


Gamberetti

-Ultimo punto ma non meno importante.
La maggior parte di gamberi scampi mazzancolle che arrivano sulle nostre tavole e che compriamo a prezzi relativamente bassi, viene dal sud est asiatico. A parte il fatto che per riempire i nostri stomaci con un pasto a base di piccoli crostacei dobbiamo ogni volta commettere un genocidio, questi paesi stanno subendo grossissime perdite da un punto di vista ecologico proprio grazie agli allevamenti intensivi. Addirittura si sostiene che, per far spazio agli allevamenti, abbiano eroso le foreste di mangrovie che erano l'unico baluardo atto a frenare la furia del mare; proprio per questo motivo quando arrivano i maremoti, non trovando ostacoli sul loro cammino, entrano e devastano enormi porzioni di terra (e uccidono centinaia di persone). I gamberetti quindi racchiudono il peggio dei due alimenti sopradescritti (scarsi controlli alla frontiera e conseguenze da allevamento intensivo), ma in più sono responsabili della devastazione di ettari di terre e della morte di esseri umani,
A questo punto mi chiedo, sono i gamberetti i responsabili o noi che continuiamo a mangiarli?




Conclusioni

Al di là del clamore della notizia dell'ultima ora, sarebbe sempre bene informarci su quello che mangiamo: la filiera, in che condizioni ecologiche e lavorative viene prodotto, quali sono gli ingredienti e come sono "cresciuti e nutriti". Essendo il cibo diventato uno dei business più forti e controllati del pianeta, e dovendo le industri e alimentari generare sempre il massimo dei profitti, gli unici controllori di ciò che mangiamo dobbiamo essere noi.
E, sinceramente, se proprio dovessi scegliere tra pesce di dubbia provenienza e qualità e foglie di insalata biologica, saprei di sicuro che le seconde non mi farebbero strani danni oltre che ad arricchirmi di vitamine e minerali.

martedì 25 novembre 2008

Eco gesti - Neutralizzare gli stronzi

In questi mesi abbiamo sempre parlato di salute ed ecologia da un punto di vista fisico.

Influenzata  dal libro che sto leggendo, Il metodo antistronzi (Robert Sutton) e da un altro appena comprato, Vampiri energetici (Mario Corte), mi è venuto in mente che potremmo accennare a una fonte di inquinamento che non ha effetti diretti sull'ambiente (ma indiretti si) e che in compenso devasta l'armonia delle persone: Lo stronzo e altri personaggi affini.

I comportamenti aggressivi, maleducati, prepotenti, causano in noi miriadi di sensazioni sgradevoli; queste persone ci danneggiano perchè violano la nostra tranquillità e il nostro "ecosistema" interno, umiliano la dignità delle persone e se ne fregano delle conseguenze.

Non sono arrivata ancora alla fine del libro, ma ho letto che spesso gli stronzi sono inconsapevoli di esserlo. Diciamo che questo concetto divide in due i miei pensieri:

- E' vero che molta gente è talmente abituata a trattare gli altri come cacche da non rendersi conto degli atteggiamenti assolutamente negativi che assume e dell'aura "buia" che crea intorno a sè. Ma non la giustifico, perchè è troppo comodo pararsi dietro alla presunta "buona fede" e al fatto che non si è "consapevoli". Se non sei consapevole di ciò che sei e delle conseguenze delle tue azioni allora dovresti essere inibito da qualsiasi tipo di carica o di contatto con potenziali vittime.

- E' anche vero che non c'è ormai molto rispetto per il prossimo, che siamo talmente oberati dalla "vita moderna" da non fermarci neanche per fare un sorriso alle persone che incontriamo. Figuriamoci se possiamo pensare ad analizzare i nostri comportamenti e avere "tempo per pentirci".

 

In entrambi i casi, prepotenti, maleducati, persone scortesi si crogiolano nel loro modo di essere perchè essere forti e sgomitare significa farsi largo verso la strada per il successo (?) ; prima che qualcuno riesca a fermarli, sempre che sia nelle intenzioni di qualcuno, lasciano montagne di cadaveri.

 

Cosa possiamo fare noi?

Di sicuro rafforzare la nostra forza interiore, corsi di yoga e meditazione potranno aiutarci moltissimo anche quando dovremmo gestire forti dosi di stress. Poi, fondamentale, seguire un percorso di consapevolezza; è determinante che noi si sia sempre coscienti e consapevoli di ciò che facciamo in ogni momento, è troppo facile a danni fatti dire "ma non l'ho mica fatto apposta". Se siamo sempre consapevoli di chi siamo e delle nostre azioni, ci assumiamo la piena responsabilità  di quanto ci accade e magari potremmo capire che un pò stronzi lo siamo anche noi (e potremmo correggere il tiro!). 

Sarebbe importante anche crescere i nostri figli inculcandogli il rispetto per il prossimo e rispettando loro in prima battuta.

 

Nel frattempo, quando tutto questo non sarà comunque sufficiente, un bel vaffa liberatorio ogni tanto potrebbe anche starci.

 

Ricordiamoci anche che gli stronzi inquinano le nostre menti, spengono le nostre giornate ma loro si comportano così perchè sono più deboli di noi, se fossimo così bravi da individuare i loro punti deboli si potrebbero anche neutralizzare. Però se trovate qualcuno così bravo ditemelo che ho per le mani una pratica ostica :-)

venerdì 14 novembre 2008

Guida al consumo critico - Edizione 2009

Il primo libro che mi dato consistenti informazioni su cosa fosse il consumo critico e come provare a diventare consumatori critici è stato proprio Guida al consumo critico.

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 Con un'analisi attenta e dettagliata di tutti gli scheletri nell'armadio delle multinazionali, questa guida costituisce una preziosa fonte di informazioni per chi inizia o vuole proseguire in un percorso di consapevolezza e di etica. La guida inoltre, cosa nuovissima (almeno per molti di noi) per quegli anni, classificava i prodotti acquistabili in base a un criterio di utilità o futilità. Interessante capire, semmai non ce ne fossimo mai resi conto, che merendine, bibite gassate, diecimila bagno schiuma, o il 90% di quanto troviamo in vendita sia effettivamente superfluo.

 

 

 

 

Oggi, dopo oltre 5 anni, la guida si è aggiornata e ha aggiunto nuove, scottanti e impellenti informazioni che dovrebbero farci ragionare.

Cito dalla descrizione "Nuovi dati sull’industria degli imballaggi: il loro impatto ecologico, il consumo energetico, il grado di reciclabilità dei loro prodotti!" 

E per fortuna, direi, che c'è il Centro Nuovo Modello di sviluppo che riesce sempre a pungolare la nostra coscienza etica.

La nuova guida, a breve disponibile, potrebbe essere un ottimo regalo di Natale o meglio ancora pre-natalizio da dare a parenti e amici che troppo spesso idolatrano lo shopping, o si nutrono di junk food, senza curarsi minimamente delle conseguenze.

Potrebbe essere una valida lettura per tutti coloro (e in rete ce ne sono davvero tanti) che si preoccupano delle conseguenze economiche che potrebbero derivare dalla chiusura, ad esempio, di una fabbrica di imballaggi (perdita di business, perdita di posti di lavoro e ripercussioni economiche sul tessuto sociale): persone che considerano il mero aspetto monetario, ma che tralasciano gli impatti ecologici, di salute, e di costi aggiuntivi che ogni giorno gravano sulle nostre tasche.

Potrebbe essere un aiuto per quella mamma che ama tanto i propri figli ma che, ignara, compra prodotti fabbricati da bambini più piccoli dei suoi solo perchè costano meno. La stessa mamma potrebbe essere incentivata a comprare meno ma etico e di qualità.

Insomma, come avrete capito è una lettura che mi sento assolutamente di consigliare e dalla quale non dovremmo mai separarci.

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mercoledì 12 novembre 2008

Consumo di carne

Riporto un articolo postato su Forumetici riguardo il consumo di carne.

E' apocalittico e datato, certo, ma spero che possa instillare un piccolo dubbio in ognuno di noi sulla validità effettiva di rimpinzarci di proteine animali. Soprattutto perchè molte di queste affermazioni che possono apparire strampalate sono state in realtà riprese a distanza di anni o riproposte più volte nel tempo. Come sempre, ovviamente, invito tutti noi a valutare sempre ciò che leggiamo e a documentarci il più possibile.

In grassetto troverete evidenziato un passo per me sorprendente ma significativo.

 

I rischi nel mangiare carne
Dottor George Clements – “Scienza & Salute”, giugno 1989



"La carne è stata a lungo sospettata di essere un cibo povero. Un'ampia esperienza sta provando che il sospetto è fondato. L'avvertimento di solito era: mangia meno carne. Ora è: non mangiare la carne.
Gli uomini un tempo credevano che la carne fosse necessaria per produrre sangue. Ora è noto che la frutta fresca, le bacche e le verdure forniscono il corpo di materiale migliore di quello che danno le migliori bistecche.

Il brodo di manzo è stato a lungo considerato un valido tonico e stimolante, quasi indispensabile per i malati deboli. Ora è noto che è vero il contrario. Secondo un eminente medico francese, il brodo di manzo è una «vera soluzione di veleni». Il dottor Austin Flint, dei Bellevue Hospital College, uno dei più importanti medici d'America, fece un'analisi chimica dei brodo di manzo, e scoprì che il risultato era praticamente lo stesso di un'analisi dell'urina.
E' inevitabile che sia così, perchè il brodo di manzo, il brodo di carne, il brodo di pollo, il bollito e gli estratti di carne di tutti i tipi sono dei veri e propri tessuti disintegrati, preparati artificialmente, proprio come l'urina, che è composta da tessuti disintegrati, prodotti dal metabolismo dei corpo. Il brodo di manzo, perciò, è un veleno che intossica. Non ha proprietà nutritive; il suo uso non è mai indicato; né ha la capacità di aiutare i malati deboli o i convalescenti.


Bouchard scoprì che aggiungendo la carne nel regime dietetico, la tossicità dell'urina aumentava del 50%, e se la dieta consisteva interamente di carne, la tossicità aumentava dei 400%. Sterling scoprì che mangiare carne aumentava il contenuto di acido urico dell’urina da tre a dieci volte. Alla luce di questo, è da ricordare che l'acido urico, in combinazione con altre tossine, è considerato da molti ricercatori il più attivo di tutte le sostanze che producono le malattie.

Un tempo si supponeva che la carne fosse particolarmente salutare nella cura della tisi. Qualche anno fa un tedesco entusiasta fondò un'istituzione col proposito di nutrire i tisici esclusivamente con la carne, usando principalmente carne cruda. L'iniziativa fallì in sei mesi.
La carne si decompone nel tratto digestivo; il veleno risultante viene assorbito e il sangue contaminato, con risultati disastrosi. Questa è la principale causa che predispone al cancro, alla tisi e ad altri tipi di anormalità.

Gli esami post mortem, fatti in centinaia di casi al Phipps Institute di Philadelphia, hanno dimostrato che l'86% di tutti i malati di tisi avevano anche i reni malati, e in uno stadio abbastanza avanzato. L'indebolimento dei reni è, infatti, fra la cause più comuni di morte nella tubercolosi polmonare. Ed è sempre la carne ad essere in genere responsabile dei morbo di Bright e di altre disfunzioni renali.
"Nella dieta di frutta, noci e verdure, i malati di cancro hanno nelle loro mani i mezzi per liberarsi largamente, se non interamente, dalla paura che accompagna questa terribile malattia. lo l'ho verificato molte volte nella mia esperienza, e nella cura di questa malattia mi si è aperta una porta ancora più ampia da quando ho conosciuto il valore di una dieta simile". (George Biack, M.D.).
“Il cibo animale, l'abuso del quale si fa ogni giorno più grande, non è un cibo in nessun senso, ma un veleno continuo". (Prof. Dr. Huchard).
“Se non fosse per la carne, noi dottori avremmo poco da fare. - (Dr. Allison, esperto in alimentazione).

Per più di un centinaio di anni, i medici ostinatamente sostennero che una dieta composta principalmente di carne, era essenziale per la cura vittoriosa dei diabete. Di questa assurda teoria Trall osserva: “Io non posso qui fare a meno di alludere ad un perfezionato regime dietetico che è stato recentemente proposto dall'Accademia francese di Medicina, e discusso nel giornali di medicina di questo paese, per la cura della malattia chiamata diabete. Questo miglioramento consiste nel nutrire il paziente con la carne di animali carnivori - gatti, cani, volpi, ecc.. E allo stesso scopo di vincere il pregiudizio che la mente o il palato dei paziente potrebbero avere contro l'alimentazione al sangue, si propone poi di condirla abbondantemente con brandy e spezie. Tali scoperte nella scienza medica hanno il potere di portarci indietro nel Medio Evo, piuttosto che condurci a dei risultati utili nel futuro". - (Il corretto cibo dell'uomo).

Ancora abbastanza recentemente era usuale per i medici nutrire i diabetici quasi esclusivamente con la carne. Questa è una ragione per cui questi malati non guariscono mai. I dottori "senza farmaci" hanno provato che, una dieta di carne peggiora la malattia, aumenta la presenza di zucchero nell'urina e, comunque, peggiora lo stato del paziente.

Una dieta di carne magra è stata a lungo considerata benefica nel casi di obesità. Ora è noto che in simili casi di anormalità c'è una tendenza a sviluppare il diabete, e questo aumenta mangiando la carne. Commentando i pericoli nel mangiare la carne magra, Hindhede disse: “Noi abbiamo provato anche a vivere di sola carne. Ma dopo esserci nutriti di carne magra, cotta o arrostita, tre volte al giorno, In soli tre giorni stavamo così male che nessuno di noi volle continuare. Quale fu la causa? Dunque, quando gli intestini sono pieni di carne magra, il risultato è la putrefazione, che si manifesta in diarrea e feci maleodoranti. Attraverso questo processo sono probabilmente prodotte delle tossine, che una volta assorbite, causano un avvelenamento. Una dieta di sola carne magra è velenose per l'uomo, non ci sono dubbi su questo".
Hindhede ha condannato anche le uova e il latte con queste parole: “ClO' CHE E' STATO DETTO SULLA CARNE E'VALIDO PER LE UOVA E IN PARTE PER IL LATTE”.

Il beri-beri, lo scorbuto, il rachitismo e la pellagra sono malattie da deficienza, e spesso risultano dal mangiare troppa carne. Tutti i tipi di carne mancano di molti elementi che il corpo deve avere per costruire dei tessuti sani. La carne è molto carente di vitamine e di sali di calce. D'altra parte, la frutta fresca le bacche e le verdure sono ricche sia di vitamine che di sali, e mangiandole si assumono tutte le vitamine e i sali di cui il corpo ha bisogno.
Qualche anno fa uno specialista dello stomaco fece trasalire il mondo della medicina affermando che "l'ulcera dello stomaco è una malattia di chi mangia la carne”. Il cancro dello stomaco e degli intestini ha origine dalla stessa causa - quando non è prodotto dalla vaccinazione o dalla inoculazione.
“Il 75% delle malattie più terribili di cui soffriamo, sono in pratica avvelenamenti causati da cibi non naturali. La natura dice, in un modo che non può essere frainteso, che l'uomo è un animale frugivoro e non carnivoro". - (Alexander Haig M.A.,F.R.C.P.).

Quei mangiatori di carne, che sono troppo deboli per abbandonarne l'abitudine, e quelli i cui dividendi dipendono dall'industria che inscatola la carne, sono sempre pronti a fare una grande pubblicità ad ogni informazione che sembra aiutare la loro causa.
Molte persone credono che per avere forza e vigore è necessario mangiare carne rossa. Sembrano dimenticare che i buoi e gli elefanti prendono la loro grande forza e il sangue dall'erba e dalle foglie, ricche di vitamine, di calcio, di ferro e di altri sali minerali. I deboli, i magri e gli anemici, invece di nutrirsi di fegato di vitello e di olio di fegato di merluzzo, dovrebbero trovare i cibi vitali nel regno vegetale, per la mancanza dei quali il loro sangue sta morendo di fame e il loro corpo si sta ammalando.

Le informazioni relative al rischi nel mangiare la carne, dovrebbero essere sufficienti a ridurre di molto il consumo della carne. Ma se i rischi si limitassero solo a quanto scritto sopra, l'argomento sarebbe di così poca importanza da ricevere poca attenzione da parte nostra.
E' stato recentemente dimostrato da Moore, nei laboratori di Fisiologia di Harvard, che una dieta di carne causa un'accelerazione dei battito cardiaco sorprendente per velocità e durata.
Dopo un pasto di carne, l'aumento dei battiti cardiaci va regolarmente dal 25 al 50% sopra il livello rispetto al digiuno, e persiste, in soggetti sperimentali, da 15 a 20 ore, raggiungendo un totale di molte migliaia di battiti in più.
Moore mostrò che un pasto di proteine causa un sovraccarico di lavoro per il cuore, che è paragonabile, in estensione, all'attività totale del cuore di due o tre ore; ciò ha portato Moore ad affermare che una dieta con molte proteine è incompatibile coi riposo cardiaco.

La carne, scendendo nello stomaco e nelle budella dell'uomo, è come se giacesse sotto il sole estivo al margine della strada, e ciò di certo causa danni maggiori di quanto sia mai stato detto o scoperto.
Uno dei prodotti della carne decomposta è l'urina, e non ha importanza se la carne si è decomposta nello stomaco, nella pentola o dal macellaio. I prodotti secondari della carne decomposta passano nel sangue dei consumatori di carne, e devono essere filtrati ed eliminati dai reni come uno scarto velenoso, che serve solo ad indebolire il corpo e a logorare i reni, portando al morbo di Bright e ad altre malattie renali.


La carne, scendendo nel tratto digestivo che è di una bellezza teatrale, dipinto con tutti i colori di una bambola di cera, forma uno dei veleni più mortali che i chimici abbiano mai conosciuto, e dà al respiro un odore nauseante che si tenta di correggere masticando caramelle e gomme profumato. Il dentista dica che il cattivo odore proviene dal denti malati, mostrando quanto abbia ancora da imparare.
Quando il sangue diventa così contaminato da questi veleni, la pelle viene in suo soccorso e, in un processo di emergenza, crea un'eruzione; i dottori possono definirla morbillo, varicella, eczema, e così via, e cercano di "curare la malattia” con altri veleni sottotorma di farmaci e sieri.
Non c'è da stupirsi se il grande Metchnikoff, dopo una vita di studi sull'argomento, abbia dichiarato che la putrefazione alimentare sia responsabile della morte prematura, che è causa di tutte le malattie, perchè questi pericolosi veleni passano dal canale alimentare nella linfa e nel sangue, e da questi sono condotti in tutto le parti dei corpo - il fegato, i polmoni, i reni, il cuore e il cervello.

L'origine di tutte le malattie giace nella putrefazione alimentare, disse Metchnikoff. Qual è il rimedio sicuro? La rimozione della causa, non l'uso di farmaci, sieri e bisturi.
Molti studi sperimentali hanno indicato che mangiare carne causa la nefrite cronica. Il professor Newburg, dell'università dei Michigan, ha dichiarato che una piccola porzione di proteine della carne, come il 20%, porta ad un logoramento dei reni.
Le esigenze dell'ultima guerra sono servito a dimostrare il valore di una dieta poco proteica. Maiali e bestiame furono uccisi in Europa con lo scopo di conservare le provviste di cibo, e le popolazioni si nutrirono per un certo periodo soprattutto di frutta e verdura. Il risultato fu una riduzione di un terzo della mortalità, oltre a una grande riduzione delle malattie. Alcune malattie come il diabete, l'obesità, la gotta, i disturbi digestivi, i problemi dei fegato e dei reni e altre malattie dei l'alimentazione sparirono quasi completamente.
La gente rovina la propria salute mangiando carne, poi paga i dottori per farsi curare i sintomi che provengono da questo abuso. Molti medici ignorano la causa che si nasconde dietro i sintomi di alcune malattie, perché anche loro mangiano liberamente la carne come molti dei loro pazienti, e soffrono e muoiono prematuramente per la stessa "malattia”.

martedì 4 novembre 2008

Acqua e limone - una bibita semplice ma preziosa

Un vecchio detto, ma non tanto vecchio, recita "Una mela al giorno leva il medico di torno".

In realtà Michael Pollan sostiene (nel suo libro La Botanica del desiderio) che questo proverbio sia stato appositamente ideato a cavallo tra l'800 e il '900 dai produttori americani per venire incontro ai venti proibizionisti (dalle tante mele che producevano si otteneva il sidro, e i governi dell'epoca avevano iniziato a vietare gli alcolici) pur mantenendo i loro profitti. Così, smesso di consumare le mele sotto forma di bevanda alcolica, gli americani e il mondo intero hanno iniziato a mangiarle.

 

Tutto sommato consumare mele male non fa, poichè apporta zuccheri biodisponibili, fibre, acqua e tanti minerali e vitamine.

Ma cosa fa invece il limone?

Tante cose, in confronto alle quali la mela ne esce con il torsolo rotto. 

 

Il limone è una fonte biodisponibile di vitamina C, è un disinfettante naturale e un regolatore della funzione intestinale. Avete letto bene, regolatore; ma cosa significa?  Significa che se assunto regolarmente (ad esempio nella misura di mezzo o uno al giorno), riesce ad aiutare casi di stipsi così come di eccessive evacuazioni.

Diversamente, in casi di attacchi forti e frequenti visite al bagno, due o tre limoni spremuti e bevuti al momento aiutano a bloccare le scariche, oltre che a disinfettare l'intestino.

Il limone inoltre ha la facoltà di equilibrare l'equilibrio acido/basico dell'organismo, fondamentale per il benessere: sangue e organismo acidi sono fonte di innumerevoli patologie, riportare i tessuti ad un livello alcalino anche grazie al limone è un favore che costa poco e ci renderà molto.

Il limone disseta, ma questo l'abbiamo già scritto, e aiuta se assunto regolarmente a sciogliere i depositi di muco. Aiuta l'organismo a combattere i radicali liberi, e la famosa cura del limone ha risultati sorprendenti su pelle e organismo.

 

Poche righe per descrivere le proprietà più importanti, in realtà sono stati scritti libri e libri per descrivere un frutto prezioso nonchè instancabile alleato.

 

Come usarlo?

La mattina a digiuno spremerne mezzo o uno intero in un bicchiere d'acqua (rigorosamente pura)

Durante la giornata se si ha parecchia sete, sempre nella misura di mezzo frutto.

 

Ovviamente usate solo frutti non trattati o meglio ancora bio, e non superate la quantità di un limone al giorno se non siete abituati o se non avete prima fatto la cura dei limoni.

 

Alla salute! 

mercoledì 29 ottobre 2008

Acqua, energia, pane - considerazioni

 

Accorpiamo questi tre fondamentali argomenti per descrivere più globalmente la situazione in cui Stati e grandi e piccole industrie ci stanno portando. La mia impressione è che, in tempi di magra come questo, si stia tentando di spremere come limoni per arrivare fino al fantomatico osso, che se fosse di prosciutto ci andrebbe di gran lusso.

 

 

Acqua:fonte Liberacittadinanza

Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che sarann
o dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca. 

 Queste poche ma fondamentali righe ci indicano che, finiti cespiti e aziende pubbliche da privatizzare, da ora in poi lo Stato (che dovrebbe tutelare i pochi diritti fondamentali che ci sono rimasti) mette in vendita anche "proprietà" inalienabili. Siamo alla frutta, ma quando le multinazionali inizieranno a farci pagare i loro canoni salatissimi non potremo permetterci nemmeno quella, per non parlare dei morti che queste iniziative causeranno.

 

 

Energia Elettrica:

leggo sui cartelloni pubblicitari delle proposte a mio avviso oscene.

Aziende che anzichè erogare energie alternative ti fa lo sconto a vita se passi sotto la loro "protezione"

Aziende che ti propongono 3 mesi di energia gratuita così "potrai leggere tanti libri gratis o cucinare al forno per un esercito".

Ecco, queste sono strategie sconsiderate e vanno assolutamente contro i principi di risparmio energetico ai quali tutti gli stati dell'Unione  Europea devono aderire, pena il pagamento di pesantissime penali (che andranno a gravare sui nostri stipendiucci da salariati o precari).

Ma non c'è nessuna associazione di consumatori che a questi qui dice qualcosa? Non è un controsenso dire "consuma quanto vuoi, tanto o è gratis per alcuni mesi o hai lo sconto", quando invece dovremmo centellinare gelosamente le scarse risorse che il pianeta ancora ci mette generosamente a disposizione?

 

Pane: fonte Alice

Il grano scende, pane e pasta salgono. E gli italiani ci rimettono 8 miliardi

Il grano diminuisce del 40%, ma il pane aumenta del 30% e la pasta del 35. E' quanto è successo in Italia dall'inizio dell'anno, secondo la denuncia di Coldiretti: perché?

Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) il problema è che "le filiere agroalimentari sono troppo lunghe: dal produttore al consumatore ci sono almeno cinque passaggi (produttore-intermediario-grossista-mercato-dettaglio-consumatore)" e ad ogni tappa scatta la ricarica.

A questo va aggiunto il problema dei trasporti che, in tempi di crisi energetica, si fanno sempre più costosi, complici le infrastrutture insufficienti e sistemi di logistica superati.
Insomma, giù le mani dagli agricoltori (e magari anche dai fornai), è tutta colpa del "sistema" farraginoso, che fa ricadere i costi sui consumatori.

Sta di fatto che dal campo alla tavola, sempre secondo Coldiretti, la pasta aumenta del 369% e il pane addirittura del 1.325%. Il prezzo del grano incide solo per il 10% sul costo finale del pane, tant'è che tale costo varia da città a città nonostante la materia prima abbia un prezzo fissato a livello internazionale dal Chicago Board of Trade.

 

 

Avete letto il passo cruciale? 

Il pane e la pasta aumentano nonostante il grano stia scendendo perchè ci sono troppi intermediazioni e grazie ai vari rincari di energia (vedi sopra) e a strutture ormai troppo antiquate.

 

Un chilo di cereale che l'agricoltore vende a un ipotetico prezzo di un centesimo di euro, arriva trasformato  e pronto sulle nostre allegre (e ormai grame) tavole al costo di 3,69 euro  se decidiamo di consumare pasta, e di 13,25 euro se mangiamo pane. 

Ovviamente non paghiamo 13 euro una pagnotta e tre euro e 70 un chilo di pasta, consideriamo però che per fare un chilo di pane usiamo 500 gr di farina e circa 500 di acqua, da qui derivano i prezzi stratosferici. Che, ovviamente, non potranno che aumentare nel momento in cui le multinazionali dell'acqua batteranno cassa ai panifici e pastifici.

 

 

Ricapitoliamo?

 

- L'acqua viene privatizzata, e venduta a prezzi che decideranno i vari "gestori"

- l'acqua aumenterà di prezzo e colpirà diverse volte i nostri portafogli, sia direttamente che indirettamente

- l'Italia è fuori con l'accuso per quanto riguarda le emissioni di gas serra, e sta pagando/dovrà pagare forti penali 

- nel contempo, si permette a diversi gestori di adottare politiche sprecone e di invitare i cittadini a sprecare fonti non rinnovabili

- chi produce energia elettrica usando la forza dell'acqua a chi dovrà pagare il conto?

- il costo del grano diminuisce, però gli alti costi di infrastrutture, di intermediazioni e di produzione provocano un paradosso assoluto sul costo del prodotto finale, portando pane e pasta a prezzi indegni.

- acqua e energia aumentano, e non faranno altro che contribuire ad aumentare il costo di prodotti derivati da cereali e non.

 

 

Cosa possiamo fare noi?

Adottare le regole  della decrescita:

1) Centellinare l'uso della risorsa acqua, non sprecarla e usarla con intelligenza.

2) Scegliere fornitori di energie alternative, e comunque non sprecare nemmeno in questo caso tali risorse

3) Autoproduzione. Se il pane e la pasta costano tanto, facciamoli in casa; un chilo di farina costa niente rispetto ai prodotti finiti. La pasta soprattutto è velocissima da preparare, il pane sarà una scoperta che non lascerete più. E non ci vuole poi così tanto tempo

 

martedì 21 ottobre 2008

Paradossi del consumismo

Riporto oggi un articolo di Alice perchè è sempre utile ribadire certi concetti ;-)

Ah, ringrazio chiunque mi abbia segnalato come blog del giorno, è stata una piccola grande sorpresa!

Fonte:  Alice

 

Paradossi del consumismo, l'imballaggio costa più del prodotto

Si potrebbe risparmiare fino al 60% con le nuove tecnologie, acquistando cibi e bevande sfuse. Spesso l'involucro diventa una tara sul prezzo

Ci sono scelte etiche che da sole stravolgono stili di vita. Sono intriganti le confezioni, gli involucri patinati, i fiocchi dei cibi. Il più delle volte si acquistano "forme" più che prodotti.  Le conferma di un'indagine di Coldiretti. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare a tagliare fino a mille chili di anidride carbonica, contribuendo direttamente all'abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra sulle quali è in atto un serrato tira e molla tra Italia e Unione Europea.

Facendo la spesa in uno dei farmer market di qualità, si nota un ritorno all'acquisto dei prodotti locali, sul cui prezzo finale i costi di trasporto e di imballaggio hanno un'incidenza che tende a zero. Secondo Coldiretti è possibile tagliare i prezzi della spesa fino al 60%, acquistando cibi e bevande sfuse, resi disponibili  grazie alle nuove tecnologie, che consentono la distribuzione e la conservazione naturale degli alimenti.

L'organizzazione calcola che metà dello spazio della pattumiera nelle casse è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa e che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura che si produce ogni anno in Italia.

Dal 2000 ad oggi nella spazzatura è finito un milione di tonnellate (+9%), anche se è cresciuta del 66% la percentuale di riciclaggio. Oltre all'impatto ambientale, l'imballaggio incide profondamente sui prezzi, sia in quanto componente sempre più rilevante del costo del prodotto sia per il fatto che aumenta il peso da trasportare. Il costo dell'imballaggio supera quello del prodotto agricolo in esso contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola dove la confezione incide per il 26% sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi, si arriva al 25%, per il succo di frutta in brick al 20% per cento e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10%. Differenze di prezzo rilevanti si riscontrano anche con i nuovi dispenser che consentono di acquistare come pasta (-34%), riso (-49%), ceci (-11%), fagioli borlotti (-12%) o noci sgusciate (- 23%).

Con gli ultimi ritrovati in fatto di praticità si può perfino abbattere la pervasività del packaging. L'ultimo è il distributore di spremute fai da te, che potrà essere installato nei supermercati. Lo strumento potrebbe replicare il successo del distributore di latte, che consente di abbattere del 60% il prezzo rispetto al latte fresco, normalmente venduto e confezionato. In più c'è il vantaggio concreto di riutilizzare il contenitore impiegato senza doverlo gettare nell'immondizia. Un'operazione che viene evitata  57 volte, a tanto ammonta il consumo medio di un italiano. Scelte che cambiano il modo di fare la spesa appunto.

 

lunedì 20 ottobre 2008

Intossicazioni da metalli pesanti - Alluminio

Controverso quanto energivoro (in fase di estrazione e produzione) metallo, l'alluminio è ormai ovunque nella nostra vita quotidiana; lo troviamo infatti in un simpaticissimo quanto lungo elenco di utensili e non che vi riporto:

Carta da imballaggio in alluminio, utensili per la cottura in ghisa ed in alluminio, medicinali anti-acidi per lo stomaco, deodoranti e antiperspiranti, dialisi renale Si può trovare anche nell'acqua potabile, nel sale da cucina per evitarne l'indurimento, nelle pellicole per avvolgere gli alimenti, negli utensili da cucina, negli attrezzi da lavoro, nei deodoranti, nel lievito come emulsionante, in alcuni formaggi fusi e per sbiancare la farina, negli additivi alimentari
 

Sebbene sia un oligoelemento presente in natura e negli alimenti, e contribuisca nelle dosi tollerate a tonificare il sistema nervoso nonchè come eccellente antitraspirante, l'ingestione quotidiana involontaria causa o può causare una serie di disturbi vari e decisamente gravi, grazie al fatto che le particelle di alluminio che sono negli utensili negli attrezzi e nell'acqua costituiscono un potente "integratore" di questo elemento.

Ad esempio, la carta d'alluminio con la quale rivestiamo i nostri alimenti, a contatto con cibo acido (pomodori, limoni) si corrode e cede particelle all'alimento. La padella d'alluminio apprezzata tanto dai cuochi subisce anch'essa questo trattamento quando ci cuciniamo un bel sugo di pomodoro o delle ottime scaloppine agli agrumi, e in più è sollecitata da forchette e forchettoni a cedere ancora più metallo.

Il fantastico deodorante antitraspirante che contiene allume di potassio e ci fa sentire sicuri per tutta la giornata, "attappa" i dotti e veicola attraverso la pelle quantità suppletive di alluminio.

E la moka? Vogliamo parlare della moka con la quale ci prepariamo i nostri tre quattro caffè quotidiani? O vogliamo parlare delle lattine delle bibite, che vengono impercettibilmente (ai nostri occhi) corrose dagli acidi citrici e ortofosforici delle nostre sane bevande? E che dire dei formaggini che tanto fanno bene ai nostri bambini?

Capiremo bene che bastano pochi gesti quotidiani per raggiungere entro le 12.00 l'overdose da alluminio.

Perchè fa male?

 In genere chi e’ affetto dal MORBO di ALZHEIMER o in chi fa EMODIALISI, si trovano alte concentrazioni di alluminio, che da’ come conseguenza l’indebolimento delle OSSA, demenza pre-senile, disturbi del linguaggio e della memoria, danni cerebrali.
L'alluminio tende ad accumularsi nelle arterie, nei polmoni, nel fegato, nella tiroide, nel cervello. 

Si fissa sulle ossa, nel cervello e nello stomaco, se e’ presente in dosi tossiche provoca i seguenti sintomi, nausea, costipazione, coliche, spasmi digestivi, crampi muscolari alle gambe, sudorazione abbondante, paralisi, disturbi nella formazione delle ossa, senilita’ precoce, perdita della memoria, morbo di Alzaimer, alcuni casi di psoriasi e di epilessia, ipoparatiroidismo

Indebolisce essenzialmente il tubo digerente, e tutto il sistema dalla bocca all'ano, Da anche disturbi dermatologici, spasmi muscolari, perdita di energia, irritabilità difficoltà nella concentrazione. Può causare osteomalacia nei dializzati, l'alluminio causa in ogni caso problemi renali, paralisi motoria, intorpidimento di alcune parti del corpo con degenerazione grassa dei reni e nel fegato, infiammazione gastrointestinale, dissoluzione ossea, dolore e intorpidimento muscolare, aumentano da 2 a 5 volte l'emissione di urina 

 

Cosa fare?

Evitare ovviamente tutti i materiali contenenti questo metallo, sostituire le pentole con materiali inerti (vetro e coccio, anche l'acciaio ma con riserva), evitare bibite in lattina (sarebbe bene evitare bibite), utilizzare deodoranti che non contengano allume di potassio o allume in generale, non consumare formaggi lavorati industrialmente, abolire la carta d'alluminio e consumare, come sempre direi, cibo fresco e biologico.