venerdì 1 aprile 2011

Farmaci e controindicazioni - Levotiroxina

Stamane, mentre leggevo il bugiardino dell'eutirox, ho visto una sfilza infinita di interazioni e controindicazioni, roba da fare impallidire un vampiro che non vede sole da 6000 anni.

Non è compito del blog parlare di farmaci allopatici, non è questo l'obiettivo. Se però capitano cose eclatanti come questa, spero che nessuno si offenda se ho sentito il desiderio di pubblicarla...

Leggiamo e commentiamo insieme:

"Durante la terapia con l'eutirox non devi assumere contemporaneamente questi medicinali e alimenti:"

Già questo suona male. Ma come, non sono diabetico, non ho colesterolo o altre malattie e devo fare attenzione all'interazione con gli alimenti? Quanti sono i medici che avvertono i pazienti di questa seria avvertenza?

  • Farmaci per il diabete
  • farmaci che regolano la fluidità del sangue
  • farmaci anticolesterolomizzanti
  • farmaci contenenti come principi attivi o eccipienti ferro, alluminio (antiacidi, sucralato), o calcio carbonato
  • antinfiammatori a base di salicilico
  • antidepressivi e barbiturici
  • contraccettivi

Fin qui, non entriamo nel merito delle interazioni con i farmaci perchè sicuramente è materia di qualcuno più esperto di noi, ma è importante evidenziare il fatto che ogni medicinale va preso sotto il controllo del proprio medico, che dovrebbe sapere le varie interazioni e consigliare al meglio. Vorrei però evidenziare il fatto che, se si acquista un semplice farmaco da banco per l'acidità di stomaco, ecco che già potremmo fare qualche danno o inibire l'azione dell'eutirox; nello stesso modo, se assumiamo integratori alimentari di ferro o che contengono calcio carbonato, dobbiamo farlo con cognizione di causa.

Ma andiamo a quello che mi ha colpita davvero:

  • Composti o cibi contenenti soia possono diminuire l'assorbimento di levotiroxina da parte dell'intestino; pertanto, soprattutto all'inizio o alla fine del periodo di assunzione di questi prodotti (=soia) devi modificare la dose di eutirox.

Quante delle persone che assumono soia o derivati e prendono la pillolina di eutirox sanno che la prima inficia gli effetti della seconda?

A me pare un'informazione significativa, non fosse altro che per il fatto che intossichiamo il nostro fegato per assumere un farmaco che potenzialmente dovrebbe darci dei benefici, ma inibiamo la sua azione con un alimento peraltro in forte diffusione.

Informiamoci sempre se proprio dobbiamo assumere farmaci, e limitiamo sempre e comunque le assunzioni allo stretto necessario.

mercoledì 30 marzo 2011

Ma è proprio vero?

Pochi giorni fa ero in metro, e sentivo un ragazzo parlare di un suo amico coetaneo al quale erano stati diagnosticati sei mesi di vita a causa di una bruttissima malattia. E mi è venuto in mente che molto spesso sento queste "previsioni di morte" uscire dalla bocca dei dottori come se fosse l'unica e sola verità.
La loro esperienza ovviamente li induce con molta precisione a determinare il rimanente tempo di vita di un paziente, e quando l'ennesima morte si avvera nei tempi previsti tutti hanno la conferma che le sentenze del medico specialista di turno siano esatte e soprattutto inappellabili.
Ma se è vero quello che dicono ormai tanti ricercatori (Bruce Lipton in testa) che noi siamo quello che crediamo, ascoltare una simile notizia ci predispone psicologicamente e organicamente a spegnerci più o meno nel periodo concessoci da un pronostico che potrebbe avere la stessa valenza di una giocata al superenalotto.
Purtroppo, la maggioranza delle persone che riceve un "pronostico" negativo, reagisce alla notizia programmando il suo corpo alla fine prossima: l'atteggiamento può essere combattivo oppure passivo, ma se il cervello si convince che non c'è più nulla da fare, difficilmente quella persona troverà guarigione.
Eppure, si ha notizia di moltissime persone gravemente invalidate o terminali che come per miracolo, guariscono completamente e, come Martin Brofman (autore di due fantastici libri), avere l'effetto collaterale di guarire anche dalla sua miopia.
Il nostro DNA è influenzato dalle nostre convinzioni, questo è quanto dice l'epigenetica o la nuova biologia delle credenze. Pertanto, se le nostre credenze venissero cambiate, anche la nostra situazione fisico/organica potrebbe farlo. Non è fantasia, poichè dietro a queste teorie ci sono degli scienziati premiati e riconosciuti a livello internazionale.
Il nostro essere reagirebbe probabilmente meglio se avesse di fronte un medico che ci desse qualche possibilità di vita e che ne fosse convinto anche lui, anzichè pronunciare con voce piatta e autorevole la nostra condanna. Ma, se questo non fosse fattibile, vogliamo e dobbiamo credere che ogni diagnosi può essere sconvolta, capovolta, sbugiardata.
Ho conosciuto una donna fantastica alla quale avevano dato senza alcun dubbio 4 mesi di vita tre anni fa; questa donna ha rifiutato la diagnosi, e ha iniziato a fare delle cure alternative che la medicina ufficiale non riconosce, ma soprattutto ad elaborare il motivo che aveva portato il suo organo a sviluppare la malattia. Un lavoro duro, fatto con caparbietà e volontà, che a distanza di tre anni la vede ancora in prima linea e padrona della sua vita (e salute). Un caso? Ce ne sono migliaia di casi come lei, basta solo cercarli...
Miracolo, credenza, fede, volontà. Cosa spinge alcune fortunate persone a ribaltare le sentenze e concedersi di vivere a lungo nonostante tutto?
Non è facile da capire, ma io sono convinta che se ce l'hanno fatta loro, tutti noi, anche quel ragazzo con sei mesi di vita, potremmo riuscire a guarire... Siamo indulgenti verso noi stessi, concediamoci la possibilità di credere nella nostra guarigione; in fondo, se ci hanno concesso di vivere perchè rinunciare senza provare?
Per documentarsi un poco:
Martin Brofman Guarisci la tua vista; Guarire con il sistema corpo specchio
Bruce Lipton La biologia delle credenze; la mente è più forte dei geni
Dawson Church Medicina epigenetica
http://www.healer.ch/it/il_sistema_di_guarigione_corpo_s.htm

giovedì 17 marzo 2011

Buon anniversario

Abbasso la Padania, il nucleare, i papponi e la Marcegaglia. E cento di questi anniversari all'Italia!!!

sabato 12 marzo 2011

La cura della lavastoviglie...

Ho avuto modo di vedere di recente una terribile pubblicità che mostra come con gli anni la lavastoviglie possa arrivare ad essere intasata da un qualcosa come dieci chili di grasso e cibo. Le immagini erano molto significative, in quanto mostravano un ambiente sporco, incrostato, assolutamente poco igienico e funzionale.
Se la televisione fosse davvero al servizio delle persone e non di chi vuole aumentare all'infinito i propri guadagni, mostrerebbe una informativa molto simile relativa ad un altrettanto sporco, incrostato, assolutamente poco igienico e funzionale impianto di tubature: il nostro intestino.
Ma l'educazione ci impone di non parlare delle nostre tubature interne perchè non sta bene, non è elegante ed è sempre e soprattutto un fatto privato. Quindi, proporre la visione di un intestino pieno di grasso e cibi non digeriti sarebbe visto come un osceno sacrilegio dal 99% della popolazione guardasse quel programma.
E' per questo motivo che oggi ho deciso di scrivere pochissime righe laddove ci vorrebbero decine di volumi per capire l'importanza del nostro intestino.
Essendo il luogo deputato all'assimiliazione dei nutrienti, il nostro "tubo" deve essere mantenuto pulito, lubrificato e ben curato per tutta la nostra vita; le incrostazioni e i depositi infatti gli impediscono di assimilare ciò che ci serve e di espellere tutti i prodotti di scarto e le tossine.
Avete presente quando per l'appunto la lavastoviglie è sporca, come escono i piatti? Ecco... fate finta che i piatti mal lavati dalla lavastoviglie incrostata siano i nutrienti malassorbiti e ancora con scorie nel nostro intestino: per quanto possiamo mangiare e arrivare ad avere casi di sovrappeso o obesità, rischiamo la malnutrizione proprio perchè il "prodotto" non è stato ben ripulito.
E cosa succede alla lavastoviglie se non le facciamo una periodica pulizia a vuoto con o senza apposito prodotto? Rischia di intasarsi e sfasciarsi, proprio come succede nel momento in cui si inizia a diventare stitici o addirittura ad avere blocchi intestinali (per non parlare delle migliaia di problematiche intermedie). Nello stesso modo, il nostro organismo andrebbe periodicamente preparato e sottoposto alla pulizia intestinale anche con semplicissimi prodotti casalinghi.
E dell'anticalcare, vogliamo parlarne? Per la lavastoviglie usiamo un prodotto, perchè non avere la stessa cura dei depositi di "altro calcare" che ostruiscono il nostro interno?
Quali sono i prodotti alimentari che si attaccano di più alle stoviglie? Avete presente quelle belle teglie dell'arrosto tutte belle unte e incrostate, oppure le ciotole dove è stata impastata la pizza, o i piattini pieni di creme e panne dei dolci? Ecco, tutto quella bella roba carica che con difficoltà si toglie dai piatti, si deposita nello stesso modo nell'idraulica dell'elettrodomestico ma anche in quella del nostro intestino.
I mix letali dei vari cibi associati in maniera errata, non solo non possono essere ben assimilati, ma l'enorme mole di lavoro richiesta all'organismo per smaltirli è troppa anche per un meccanismo perfetto come il nostro apparato digestivo.
E così, oltre che la lavastoviglie, ci ritroviamo ad aver intasato con dieci chili di cibo e grasso anche il nostro corpo.
Solo che al nostro intestino non pensa nessuno (se non quando ricorre a purghe, purghette, lassativi, stimolatori della peristalsi), mentre della lavastoviglie abbiamo massima cura, e ci prodighiamo in ogni modo per evitargli il turpe destino di soccombere al cibo...

Un metodo molto equo di salvare capra (noi stessi) e cavoli (l'elettrodomestico), potrebbe sicuramente essere quello di consumare cibi poco elaborati, conditi con grassi vegetali a crudo, cotti a vapore o alla piastra e soprattutto abbondare con frutta e verdura...
Se ci fate caso, lavare un piatto dove si è lasciata della frutta o della verdura senza olio è davvero la cosa più semplice del mondo, basterebbe solo l'acqua e una goccia di detersivo per igienizzare.
Sintetizzando ancora di più, tutto quello che non intasa la lavastoviglie è forse tutto quello che non intasa il nostro intestino?

Basta provare, no?

venerdì 25 febbraio 2011

L'indiscreto fascino delle bibite frizzanti

Le bollicine piacciono a tutti, che siano alcoliche o analcoliche, zuccherate e aromatizzate o inserite semplicemente nell'acqua.

Andiamo pazzi per le bollicine, e le bibite gassate e zuccherate vengono bevute a ogni età e latitudine.

La bibita frizzante disseta, ci tira su, e secondo qualche marchio famoso ci dona anche la felicità che tutti noi andiamo cercando nella vita.

Ma se prendessimo una qualsiasi bibita e la andassimo ad analizzare, potremmo notare che dopo l'acqua il secondo ingrediente è lo zucchero inserito anche in varie forme quali ad esempio sciroppo di glucosio. Noteremmo poi che, oltre alla parte vegetale che a seconda della bibita cambia (arance, chinotto,cole), la bibita contiene i soliti aromi non meglio identificati e una grossa quantità di acidi. Tra questi acidi, l'acido ortofosforico è particolarmente affezionato alle nostre strutture ossee, tanto da cariare denti alla grande e da contribuire bellamente all'osteoporosi delle numerose persone che ogni giorno assumono dosi abbondanti di bibite gassate.

Alcune bibite inoltre contengono degli stimolanti quali la caffeina (ma anche la taurina negli energy drink).

La  caffeina, legata a zucchero e acido ortofosforico, è in grado a lungo andare di provocare eccessiva agitazione e in casi estremi tachicardia (caffeina e zucchero); altre "accoppiate vincenti" ci regalano carie dentali profonde  (zucchero e acido ortofosforico), alterazione del ph dello stomaco (ancora zucchero e ortofosforico), osteoporosi  (zucchero e ortofosforico), sbalzi glicemici dovuti ai picchi creati dall'ingestione di grosse dosi di zucchero e un sacco di altre simpatiche cose.

E' evidente che questo genere di "alimenti" in nessun caso dovrebbero essere assunte dai bambini, tantomeno dal resto della popolazione (fatta eccezione per quella occasione speciale nella quale abbiamo difficoltà a digerire)

Invece, purtroppo, nonostante di informazioni circa i danni delle bibite gassate ce ne siano a bizzeffe, genitori ignari e pure un po' incoscienti offrono a organismi in crescita dei prodotti che nulla hanno dal punto di vista nutritivo ma che contribuiscono a distruggere laddove la natura sta creando.

Come sempre, non è con l'ascetismo che possiamo vivere le nostre vite moderne, ma dovremmo fare attenzione almeno a come consumiamo certe proposte: quando si ha sete, di solito si tende a cercare la bibita gassata perchè la troviamo più completa,gustosa, rinvigorente. Ed èproprio in quel momento che ci spariamo dei bicchieroni carichi di zucchero liquido, e magari li facciamo bere anche a nonni e bambini. Se avessimo l'accortezza di dissetarci completamente con l'acqua o della frutta succosa e solo dopo eventualmente prendere un bicchierino da caffè o anche meno di bibita gassata: il danno c'è comunque, ma è innanzitutto limitato e diluito dall'acqua.

Usando questa accortezza, riusciremmo anche a capire quando la sete è reale o quando la sete nasconde fame o carenza di nutrienti nel corpo.

Ci sarebbero poi ulteriori vantaggi. Se conteggiassimo la spesa annua che ogni famiglia sostiene per le bevande artificiale, il risparmio potrebbe essere impiegato per comprare frutta e verdura e perchè no, attrezzi come centrifuga e frullatore.

E se considerassimo l'impatto ambientale di ogni bottiglia (per fare un litro di aranciata ci vogliono 7 litri di acqua, per produrre la bottiglia in plastica 4 più l'inquinamento della fabbrica che produce la bottiglia e  per lo smaltimento negli inceneritori), alla fine di ogni anno il nostro fardello in termini di impronta ecologica sarebbe decisamente meno pesante.

Beviamo l'acqua, non lo zucchero!

giovedì 24 febbraio 2011

Work in progress

Work in progress in casa Biosipuo!

Stiamo creando il nuovo sito www.ecoarmonie.it e anche l'associazione culturale. Scopo dell'associazione sarà quello di diffondere le ecoculture e la consapevolezza alimentare, scopo del sito offrire un servizio a 360 gradi di consulenze e di informazioni.

Speriamo di fare cosa gradita e vi preghiamo di diffondere il più possibile!

 

Lo staff

 

venerdì 18 febbraio 2011

Basta uno sguardo...

Oggi sono andata nel negozio di articoli per animali a comprare la droga del gatto di famiglia, propinata sotto forma di cibo in crocchette.

Questi graziosi luoghi hanno la peculiarità di ospitare fino alla vendita numerose specie di esseri viventi; ospitare è una parola grossa, se consideriamo le anguste gabbie di vetro in cui sono chiusi dei luoghi... ospitali.

Ho avuto un intenso scambio visivo con un pesce pietra, abbarbicato in un angusto angolo del piccolo acquario che era la sua temporanea residenza. Quello sguardo mi ha trasmesso tutta l'insofferenza dell'animale e la sorpresa nel trovarsi in un luogo che non è casa sua, una prigione di qualche litro e dei vetri sui quali ci sono disegnati degli strani simboli,  che vanno a quantificare il valore della sua vita in termini di insignificante carta (straccia) moneta. Quello sguardo mi chiedeva con quale diritto lui è stato prelevato da un paradiso fatto di migliaia di km di acqua sabbia e tanti amici e prede per essere trasportato in un altro continente e reso schiavo per il divertimento di un altro essere vivente. Mi ha chiesto, il pesce, quale specie al mondo è così crudele da tenere in cattività lui e i suoi simili, gli esotici camaleonti di qualche vetrina più avanti o i teneri criceti che aveva di fronte. Il pesce continuava a mantenere alto e fiero il suo sguardo, voleva risposte, credo. Io personalmente, non gliene ho sapute dare, ho dovuto abbassare il mio di sguardo, pieno di pena e di vergogna. Posso però portare la sua richiesta disperata di sapere il PERCHE' di tanta inutile e sciocca crudeltà alla nostra/vostra attenzione.

Se qualcuno ha una risposta, il pesce pietra e i suoi compagni gliene sarebbero infinitamente grati.

mercoledì 16 febbraio 2011

Lo yogurt più buono del mondo

Aggiornamento del 1.03.2012:


Ai naviganti che per caso capitassero su questa pagina, suggerisco prima di postare eventuali altri commenti senza desiderio alcuno che quello di difendere a spada tratta questo prodotto, di leggere qualcosa in più su questo blog e capirne lo spirito. Eccezion fatta per Lelio, che ringrazio per i suoi spunti, gli altri commenti sono privi di spessore e dettati più dal desiderio di convincere se stessi della validità delle proprie scelte piuttosto che dalla voglia di capire quello che qui è stato scritto.


Facendo un riassunto for dummies, lo scopo di questo post è quello di ragionare sulle tante frottole che ci propinano in tv e cercare di riconoscere le false informazioni. L'ecologia, il biologico, i km zero sono diventati di moda e vendono, ed è per questo che tutte le aziende infilano queste paroline magiche in ogni modo, andando pure a cercare il cavillo o il dettaglio più insignificante.


Invito inoltre i naviganti sostenitori dei liofilizzati per adulti a non scrivere il nome del prodotto nei loro commenti, e iniziare a spegnere la televisione e accendere il cervello.


 


 


-----------------------------------------


 


 


 


Solo ieri ho visto la televendita di un sensazionale yogurt disidratato che a contatto con l'acqua ridiventa il fantastico alimento che tutti anelano consumare, e nella sola giornata di ieri le mie povere orecchie hanno dovuto subire un processo mediatico infarcito di notizie false, buttate lì solo per vendere il prodotto.


Il prodotto in questione è uno yogurt liofilizzato che viene prodotto in Nuova Zelanda a partire dal latte di mucche locali allevate all'aperto; la televendita ci decantava le virtù di un prodotto naturale, ogm free, senza coloranti o addensanti e soprattutto a chilometri zero.


Sono rimasta veramente incantata da questi imbonitori che durante la trasmissione si sono strafogati decine di cucchiaiate di questo dessert e che addirittura asserivano che mangiarne mezzo chilo al giorno aveva portato loro benefici fisici mai riscontrati prima.


 


Comincio subito con il suggerire di verificare sempre la lista degli ingredienti del cibo che ci accingiamo ad acquistare, potremmo avere moltissime sorprese. Ho avuto delle difficoltà a reperire queste informazioni perchè il sito italiano di televendita non rende facilmente disponibili queste informazioni... dunque sono andata direttamente sul sito del produttore.


Il tanto decantato yogurt naturalissimo contiene nelle versioni bianco, light o greco quasi il 100% di yogurt disidratato, addizionato di fermenti lattici; fin qui andrebbe quasi bene... se non fosse che gli altri gusti (quelli dolci e/o al gusto di frutta) contengono yogurt solo per una percentuale che va dal 59% circa al 68% circa. E il restante 40%, di cosa è composto? Spulciando tra i vari gusti proposti, troviamo Lecitina di soia (un emulsionante), coloranti naturali estratti dai vegetali e non meglio precisati aromi, dei quali non si sono nemmeno presi la briga di farci capire se siano naturali o meno, anche se nel caso di aromi naturali si sarebbero precipitati a sbandierarlo ai quattro venti.


Quindi oltre un terzo del contenuto della bustina liofilizzata non è yogurt ed è composto da un mix di ingredienti non tutti naturali. La cosa veramente brutta è che il sito italiano decanta la totale assenza di coloranti;  è vero che sono naturali, ma è anche vero che non sono assenti. Il sito afferma anche un'altra notizia imprecisa, cioè l'assenza di collanti. La lecitina, seppur non si possa considerare un collante, serve a tenere unite le molecole di questo yougurt e a dargli una consistenza omogenea, liscia, uniforme... quasi un collante, insomma.


Passiamo al metodo di conservazione: nulla da eccepire sulla liofilizzazione in quanto mantiene tutti o quasi i nutrienti, ma essendo un processo che richiede una grande quantità di energia non è assolutamente sostenibile, se si pensa che uno yogurt fresco fatto in casa con il latte crudo delle cooperative locali ha un costo ambientale decisamente minore (a parità di tutti gli altri costi ambientali e sociali).


Devo però fare un appunto al simpatico conduttore che ieri, come un disco rotto, continuava a dire che il prodotto liofilizzato era la forma più sicura di conservazione (nulla di dire) perchè in fondo anche ai bambini danno il latte liofilizzato. Ecco, al signor conduttore che ha ripetuto più di una volta questa fantastica verità, dico che ai bambini va dato il più possibile il latte materno, che quello liofilizzato delle mucche non è adatto nè alla crescita e tantomeno in età adulta.


E poi, veniamo alla chicca finale: la ripetizione continua del fatto che questo era uno yogurt freschissimo a chilometri zero perchè ce lo facevamo in casa...


Sinceramente io ho un'opinione leggermente diversa del freschissimo, molto lontana dal reidratare un alimento come fossi un'astronauta o abitassi a cento chilometri da qualsiasi centro abitato. E a dirla tutta un prodotto che viaggia in aereo per migliaia di chilometri per arrivare ad un centro di smistamento e da lì arrivare a casa mia... ditemi voi se si può avere la sfacciataggine di considerarlo a chilometri zero.


Questo voler sfruttare alcuni termini ecologici per vedere roba che è l'esatto contrario dimostra come la cultura ecologica e dell'alimentazione è ancora molto lontana dalle coscienze di troppe persone, che si fanno abbindolare da un bel programmino colorato che gli rifila una serie di castronerie mai sentite prima.


Il chilometro zero è il consumo di prodotti freschi provenienti dall'agricoltore più vicino possibile a casa, un prodotto fresco e naturale lo è quando si consuma entro poche ore o giorni dalla sua produzione o raccolta e non viene addizionato di nulla.


E' molto semplice, e non c'è bisogno di un brutto thermos e di bustine care come l'oro per avere la salute a tavola.

lunedì 7 febbraio 2011

Leggiamo insieme le etichette - Gomme da masticare

La gomma americana, quale meravigliosa invenzione per la civiltà umana...

Per risalire all'origine del qualcosa masticato in bocca per ore e ore dovremmo tornare indietro di un paio di migliaia di anni nella storia dell'uomo, ma ci accontenteremo di dire che prima dell'avvento delle multinazionali del sintetico, l'uomo masticava un particolare tipo di lattice estratto da un abete rosso e bollito prima di essere consumato.

MAsticare qualcosa significa introdurre energia, nutrienti, stimolanti (come nel caso delle foglie di coca consumate in Perù). Saliva e denti sciolgono e scindono i contenuti dell'alimento e li mandano nello stomaco che, in virtù dell'atto masticatorio, ha già preparato i succhi gastrici per digerire quanto stanno per ricevere attraverso il tubo digerente.

Quindi, nel caso della radice, della resina o delle foglie lo stomaco digerirebbe qualcosa, nel caso delle gomme moderne non ci sarebbe nulla da digerire, e lo stomaco quindi andrà a lavorare a vuoto per ore e ore, vista l'attitudine di molta gente a slogarsi la mandibola pur di raggiungere l'obiettivo dei diecimila "mastichi" al giorno (al posto dei più salutari passi...).

Che lo stomaco secerna succhi gastrici a vuoto non è propriamente un bene, dal momento che a lungo andare si può incorrere in gastriti e addirittura ulcere. Ma che i succhi gastrici secreti vadano a digerire aria addizionata delle più svariate molecole sintetiche forse è ancora peggio...

Cosa contiene la gomma adesso lo andremo a scoprire...

Un confetto qualsiasi (non voglio fare pubblicità) contiene:

Edulcoranti - Sorbitolo, Isomalto, mannitolo, sciroppo di maltitolo, xilitolo, aspartame, acesulfame k, sucralosio.

In principio c'era lo zucchero, ora ci sono 8 dolcificanti di cui alcuni totalmente sintetici, alcuni assolutamente sconsigliati in gravidanza per la fenilchenoturia e altri accusati di provocare diarree. Attenzione, è poco furbo sottovalutare certe avvertenze sugli alimenti, se sono lì non è perchè il produttore è magnanimo con noi, è obbligato suo malgrado dallo Stato che avrà constatato problemi con questi prodotti.

Senza parlare del famigerato aspartame sul quale si sono fatti numerosissimi studi, dobbiamo sapere che anche acesulfame k e sucralosio non sono il massimo del salubre, mentre invece sorbitolo e mannitolo (specialmente il secondo che è un estratto di un lassativo) sono dei lassativi. Quindi, solo per questa prima parte di ingredienti sarebbe opportuno escludere dal consumo di questo prodotto donne in gravidanza, persone con colon infiammabile/irritabile/colitico, bambini.

http://www.dica33.it/argomenti/nutrizione/dieta_salute/dieta30.asp

http://www.dietologica.it/2008/02/splenda-sucralosio-o-veleno/

Gomma Base

- Addensante: gomma arabica, Aromi: estratto di liquirizia stabilizzante: glicerolo

Qui il produttore è stato onesto, perchè usa come base un ingrediente naturale quale la gomma arabica e l'estratto di liquirizia per aromatizzarla. Il glicerolo è abbastanza tranquillo, anche se fonti ritengono che l'assunzione di glicerolo è controindicata in soggetti ipertesi, diabetici e nefropatici.

Proseguiamo con gli ingredienti:

Coloranti E171, E133, Estratti vegetali, lecitine di soia (emulsionanti), cera carnauba come rivestimento, E320 come antiossidante.

 

La lista, per fortuna, termina solo con 17 ingredienti, pochi in realtà per un prodotto lavorato, ma in questo caso abbiamo avuto la fortuna di avere un produttore che ha usato la gomma base naturale.

Però, e prendo questa informazione anche dal blog mondobimbi, l'antiossidante E320 meglio conosciuto come BHA è un potenziale cancerogeno vietato in alcuni paesi. Non solo, anche l'unione europea in futuro ne farà limitare l'uso perchè studi hanno dimostrato che il BHA associato a elevate concentrazioni di vitamina C forma radicali liberi. E già qui dovremmo analizzare il fatto che un antiossidante naturale come la vitamina C sia indotto a svolgere il compito opposto a quello che fa in natura a causa di un suo "collega" di sintesi. Ma se ciò non bastasse, immaginate una persona raffreddata o febbricitante che assume per giorni dosi di C e mastica in continuazione gomme... Usando un paradosso alla fine della malattia potrebbe ritrovarsi con più danni di prima.

Per finire, passiamo ai coloranti: l'E171 è diossido di titanio, abbastanza tranquillo se usato in piccole dosi (e sulla pelle come schermo solare), ma che si deposita nell'organismo e soprattutto nei linfonodi e che in Germania è vietato. L'E133 invece è il colore Blu brillante, che in natura appare ai nostri occhi solo dopo aver fumato crack. Insieme all'E102 (giallo) pare essere una delle concause dell'ADHD nei bambini, capirete quindi che è sempre più inappropriato far consumare certi prodotti agli infanti e aggiungerei a tutto il genere umano. Se non bastasse questa avvertenza, sappiate che nella maggior parte dei paesi dell'unione europea questo colorante è vietato:

http://www.ukfoodguide.net/e133.htm

 

Se qualcuno ancora ritiene che le gomme da masticare possano essere un ottimo antistress o un palliativo per chi sta a dieta, forse dovrebbe rivedere qualcosa nelle proprie convinzioni. Per la dieta, si può masticare dell'ottimo sedano o dei gustosi finocchi, per lo stress sappiamo bene che non è sufficiente un semplice, compulsivo, consuma mandibole, ripetitivo atto meccanico. Anche perchè  persone sorridenti e riappacificate col mondo solo perchè mangiano chewing gum io non le ho mai viste...

venerdì 28 gennaio 2011

Sano, malsano, balzano...

Una discussione di pochi giorni fa mi ha fatto ricordare alcune considerazioni espresse da persone che stimo moltissimo, Franco Libero Manco e Valdo Vaccaro.

In realtà, il gruppo è nutrito, e le considerazioni che si fanno sono molto semplici.

Qual'è il concetto di persona sana o persona malata?

Siamo stati abituati a credere che avere continui raffreddori o acciacchi di altra natura sia ordinaria amministrazione: denti cariati, artrosi, calcoli, difficoltà digestive, respiratorie, evacuatorie, rappresenterebbero addirittura per la maggior parte della gente il piccolo prezzo da pagare per avere una vita più longeva dei nostri nonni o bisnonni.

Molti affermano che la medicina negli ultimi cento anni ha fatto sì che l'età media si alzasse di molto, che le morti alla nascita siano diminuite considerevolmente e che in ogni caso la qualità della vita grazie alla medicina sia migliorata.

Gli stessi che affermano ciò, si vedono morire intorno parenti e amici a età di gran lunga inferiori a quelle che le medie ci propongono.

Sempre gli stessi, hanno un armadietto in casa pieno di medicinali da prendere in ogni occasione: tosse, raffreddore, mal di testa, mal di stomaco, stitichezza, colite, ritenzione idrica, unghie incarnite, infiammazioni echipiùnehapiùnemetta. Come se non bastasse, portano con loro un bel kit di medicinali quando sono in vacanza, non sia mai succeda qualcosa: eritemi, punture d'insetto, diarrea del viaggiatore, febbre, scottature, traumi, infezioni, morsi di tracine e sailcielocos'altro.

Sono poche le persone che viaggiano libere dall'angoscia del "portiamoci le medicine", e sono pochissime quelle che non prendono un farmaco almeno una volta a settimana.

Inoltre, molte delle poche fortunate persone che riescono a superare i 70 anni, hanno le giornate scandite da tutta una serie di medicinali comodamente racchiusi in un portapillole di 30 cm di lato, da prendere a qualsiasi ora possibile di veglia (ma anche di sonno).

Se il concetto di salute è questo, nel mio piccolo credo che forse abbiamo travisato qualcosa lungo la nostra strada. Per quanto siamo convinti della validità della medicina moderna (che ha solo 150 anni ed essendo un'arte e non una scienza è tutto fuochè perfetta), non crediamo alle parole dei fortunati che affermano di avere una salute di ferro e di non avere un malanno nemmeno a provocarselo.

Ebbene, il concetto di sano è proprio questo: una persona priva di qualsiasi (anche sciocco) malessere e un organismo che assimila alla perfezione i nutrienti ricavandone  la giusta energia e vitalità. Talvolta abbiamo la fortuna di incontrarle queste persone, e le riconosciamo subito dalla bellezza della loro pelle, dalla luce particolare degli occhi; purtroppo, siamo talmente "rosiconi" da pronunciare spesso frasi del tipo "Eh, adesso sorride, ma poi vedrai che la prima volta che si ammala ci rimane secco..."

Se invece di star lì a roderci dall'invidia seguissimo il loro esempio, ci accorgeremmo che la salute è a portata di tutti, che vivere senza dieci  medicinali al giorno è possibile, e che in un corpo veramente sano il cervello riuscirebbe addirittura a sopportare meglio lo stress, o per meglio dire a dare la giusta valutazione agli eventi che ci accadono quotidianamente. Più lucidi e vitali, forse ci salterebbe addirittura in mente che la nostra età media avrebbe la seria possibilità di superare i cento anni...

Questo però dipende solo da noi, sta a noi scegliere la confortevole coperta del farmaco a ogni passo oppure intraprendere la via della consapevolezza e della responsabilità nei nostri confronti.

lunedì 24 gennaio 2011

Gli Additivi alimentari - parte quarta

Gli antiossidanti

e i due casi limite BHA e BHT

Gli antiossidanti servono a conservare i prodotti contenenti grassi ossidabili.

Vengono di conseguenza utilizzati per conservare/impedire l’irrancidimento di oli vegetali, grassi animali, spezie, frutta secca, carni preparate e snack.

I prodotti ricchi di acidi grassi polinsaturi ossidano facilmente, dando luogo a processi potenzialmente dannosi se vengono cotti. Per questo è fondamentale, nella preparazione industriale dei cibi, che ci siano antiossidanti. In alcuni fortunati casi, ci viene in aiuto la natura, fornendoci di antiossidanti quali la vitamina C e la vit. E.

Per i casi peggiori, ci si affida a prodotti di sintesi dai dubbi benefici.

E300: Acido Ascorbico (Vitamina C)

La vitamina C è un antiossidante naturale.

E’ essenziale per la crescita, la salute di denti, gengive, ossa, pelle e circolazione sanguigna.

Aiuta ad assorbire il ferro, e si trova in natura in tantissimi frutti e vegetali.

Per la conservazione degli alimenti, viene sintetizzata/estratta in diversi modi, tuttavia uno in particolare è rilevante: il processo di estrazione avviene da un processo fermentativo che usa il materiale genetico di due enzimi provenienti da diversi batteri e inseriti in un singolo batterio. Proviene cioè da un OGM.

L’acido ascorbico e i suoi Sali di sodio calcio e potassio sono comunemente usati come antiossidanti nell'industria di fabbricazione della birra poichè ne limita la torbidità, come preservatore di colore nell’industria della carne, nella produzione di prodotti da forno e anche per evitare scolorimenti nella frutta tagliata o nei succhi di frutta. Può essere aggiunto anche a prodotti che possono perdere la vitamina C durante il processo di trasformazione (fiocchi di patate)

Viene utilizzato inoltre durante il processo di maturazione delle farine, e incrementa la forza del glutine, rendendo più adatta alla panificazione anche una farina piuttosto debole. Da ricordare inoltre che è in grado di contrastare la reazione tra amine e nitriti, limitando considerevolmente la formazione di nitrosamine nel nostro organismo.

E306 Tocoferolo (Vitamina E)

La vitamina E, è liposolubile ed è un mix di alfa-, beta-, gamma- e delta- tocoferoli.

Sebbene otto sostanze chimicamente simili abbiano le stesse funzioni della vitamina E, l’alfa-tocoferolo è il più attivo tra esse. Si trova in natura in parecchi cibi ed è abbondante nei chicchi integrali di cereali, mais e semi di lino, nella carne e nel latte.

Viene esatta attraverso la distillazione sottovuoto da semi di cotone, germe di riso, fagioli di soia, germe di grano, ma può provenire anche da fonti geneticamente modificate.

Grazie alla sinergia antiossidante con l’Ascorbym Palmitate, viene spesso usata in combinazione con l’ E304.

Come antiossidante, viene usato per gli acidi grassi polinsaturi di origine animale, sciroppi e oli vegetali. Aiuta inoltre a proteggere altri nutrienti dall’ossidazione (Vit. A) ma viene quasi interamente distrutta durante il congelamento.

E’ interessante sapere che il tocoferolo viene usato in cosmetica in creme e lozioni poiché si ritiene che giochi un ruolo importante nei processi rigenerativi della pelle sia riducendo esiti cicatriziali che lenendo danni da scottature.

E310 Propile gallato

Viene usato per prevenire l’irrancidimento di sostanze oleose.

Può causare irritazioni gastriche o dermiche; non è consentito il suo utilizzo in cibo per neonati e bambini poiché interferisce negativamente sul trasporto dell’ossigeno nel sangue, trasformando l’emoglobina in metaemoglobina.

Viene impiegato in oli, margarina, lardo e condimento per insalate, talvolta usato nelle confezioni.

E320 Butile-idrossi-anisolo (BHA)

Il BHA è stato il primo antiossidante sintetico; si tratta di una miscela di sostanze derivate dal petrolio molto stabili e non solubili in acqua, alle quali per l’impiego vengono aggiunti altri additivi antiossidanti.

E’ impiegato nell'industria alimentare come antiossidante, per esempio nelle patatine fritte e nelle gomme da masticare; agisce meglio in coppia con gallati o butilidrossitoluene, l'E321. Il prodotto industrialmente utilizzato è una miscela di due isomeri:

  • il 2-t-butil-4-idrossianisolo
  • il 3-t-butil-4-idrossianisolo

Dal punto di vista chimico, i due componenti del BHA sono fenoli e, in quanto tali, reagiscono rapidamente con i radicali liberi, preservando i cibi cui sono addizionati dall'ossidazione e dall'alterazione delle caratteristiche organolettiche (colore, odore, sapore, consistenza), soprattutto delle sostanze grasse, in cui sono molto solubili.

La metabolizzazione del BHA produce metaboliti potenzialmente carcinogeni. Per questo la FDA ne limita le quantità nel modo seguente:

  • il BHA non deve superare lo 0,02% dei grassi totali
  • può essere aggiunto come antiossidante agli aromi, in quantità non superiori allo 0.5% della sostanza grassa volatile totale dell'aroma
  • Massimo contenuto nella margarina: 0.02% in peso
  • Quantità ammessa: tra 2 e 1000 ppm

Viene largamente usato dall’industria dolciaria per la preparazione delle gomme da masticare, per conservare oli, margarina, noci, purè e pellicole per alimenti in polietilene. Congiuntamente al BHT, viene utilizzato anche nell'industria cosmetica, soprattutto come antiossidante nelle creme e nei rossetti.

Non è consentito utilizzarlo per la preparazione di cibo per l’infanzia e può provocare reazioni allergiche o intolleranze, oltre che iperattività e ipereccitabilità nei bambini (Hyperactive Childrens Support Group – UK). Ci sono serie preoccupazioni circa il rischio di effetti carcinogeni e estrogeni, e in esperimenti sui topi ad alte dosi di assunzione, causano tumori. In Giappone è vietato dal 1958.Oltre ai rischi menzionati, sembra aumentare il tasso di colesterolo ematico e promuovere la demolizione della vitamina D.

E321 Idrossitoluene Butilato BHT

L’ idrossitoluene butilatoè un fenolo alchilato.

Contrariamente al BHA, non è ritenuto un possibile agente carcinogeno, tuttavia gli esperimenti sugli animali hanno mostrato un possibile aumento dell'istiocitosi alveolare nei topi femmina e varie lesioni epatiche nei topi maschio, pertanto la FDA ne ha limitato le dosi negli alimenti in quantità simili a quelle del BHA.

Sia il BHT che il BHA vengono anche utilizzati come antiossidanti nell'industria cosmetica, soprattutto per creme e rossetti, e in quella farmaceutica.

E385: Calcio disodico EDTA

Sale di calcio/sodio di EDTA (385), un composto sintetico.

Ha l’importante funzione di rimuovere metalli, oltre ad essere uno stabilizzante. Per la sua funzione chelante viene usato dopo un'intossicazione da metalli pesanti per rimuovere gli stessi dal corpo.

Viene usato in diversi prodotti e al momento non c’è nessun danno conosciuto alle concentrazioni usate. Tuttavia, una lunga esposizione a dosi elevate potrebbe risultare in una riduzione di metalli dal corpo (ferro). Inoltre, poiché viene usato in grandissime quantità dall’industria cosmetica, promuove l’inquinamento da metalli della fauna marina.

Composti del fosforo (acidi antiossidanti e polifosfati addensanti)

E338 – Acido fosforico

L'acido fosforico, o acido orto-fosforico, è il più importante degli acidi del fosforo. L'acido fosforico è un acido triprotico, ovvero possiede tre atomi di idrogeno acidi che possono essere sostituiti da altri atomi nei suoi sali, che vengono quindi classificati come diidrogenofosfati, idrogenofosfati o fosfati in funzione del numero di ioni idrogeno residui.

La maggior parte dell'acido fosforico prodotto è destinato alla produzione di fertilizzanti fosfatici; è inoltre una materia prima per la produzione di detergenti e composti antiruggine.

 Nell’industria alimentare trova inoltre impiego come additivo nell'industria alimentare, in special modo nelle bevande gassate e nelle gelatine. C’è da tener presente che l' eccesso di fosforo puo' catturare calcio sottraendolo all' organismo e facilitando il rachitismo. 

E339 – sodio ortofosfato

E339 (i) Didrogeno fosfato di sodio
E339 (ii) Mono-idrogeno fosfato di sodio
E339 (iii) Fosfato trisodico

La famiglia dei fosfati di sodio è composta da sali di sodio dell'acido fosforico, un normale costituente del corpo. Il prodotto commerciale è ottenuto dall'acido fosforico che, a sua volta, è prodotto dal fosfato estratto dalle miniere in USA.
Il sodio fosfato è un regolatore di acidità e agente chelante. (usato per legare ioni di metallo). Esso previene il disseccamento ed è usato nelle polveri come uno stabilizzante di acidità, nonché per prevenire la formazione dei grumi. Aumenta l'attività degli antiossidanti e per questo viene utilizzato in molti prodotti.

domenica 23 gennaio 2011

Vademecum per rilassarsi (in sauna)

Numerose esperienze personali mi inducono a scrivere che il 90% degli italiani proprio non riesce a rilassarsi nelle aree relax.

Gente che schiamazza nel bagno turco parlando di qualsiasi cosa passa loro per la testa senza considerare che gli estranei ascoltano i cavoli tuoi, persone che portano nelle piscine termali vietate ai minori bimbi in fasce, altre che nelle stesse piscine ingaggiano gare di nuoto o partite a pallone... Insomma, l'educazione giusta per avvicinarsi al benessere purtroppo manca e si fa sentire.

Con questa motivazione, dopo l'ennesimo cafone che ha guastato la mia sauna, mi permetto di scrivere un piccolo vademecum per rilassarsi.

 

1) Le aree termali, le saune e i bagni turchi sono luoghi in cui il benessere/relax fisico e quello mentale si uniscono.

2) Questi luoghi ci offrono l'opportunità di rigenerare la nostra salute e la nostra mente, oltre a disintossicare l'organismo da tossine e cattivi pensieri: parlare con gli amici dei fatti propri o altrui non ci aiuta nel percorso detox

3) maggiore è il silenzio e il contatto con la nostra anima durante le sedute, maggiore sarà il risultato in termini di benessere che ne ricaveremo

4) il rispetto per noi stessi e gli altri è fondamentale, schiamazzare o inquinare mentalmente un ambiente chiuso come una sauna non nuoce solo a noi, ma fa girare le balle anche a chi condivide quello spazio e quel momento con noi.

5) tacere e lasciare il gossip fuori di queste aree è un fantastico esercizio di autocontrollo: se ci riusciamo per quell'ora, potremmo riuscirci anche fuori, evitando di sprecare le nostre energie per questioni futili.

6) le acque termali o radioattive non fanno bene ad organismi ancora in crescita, vogliamo veramente rischiare di procurare un danno solo per la nostra superficialità?

7) introdurre in sauna bibite in bottiglie di plastica significa portare il contenitore a una temperatura tale che le molecole della plastica iniziano a reagire al calore e a rilasciare sostanze indesiderate in ciò che beviamo. Così invece di depurarci contribuiamo ad intossicarci

8) masticare rumorosamente chewingum nella sauna o nel bagno turco è, oltre che mancanza di rispetto nei confronti del prossimo, un modo anch'esso per annullare i benefici disintossicanti di una sana sudata. Le gomme infatti contengono numerose sostanze non proprio salubri, consumarle mentre ci depuriamo diventa un controsenso.

 

martedì 4 gennaio 2011

Consumo critico e consapevolezza sociale

E' di questi giorni l'ennesimo ricatto di Marchionne a lavoratori e Stato italiano. Dopo anni che la Fiat prende miliardi di sovvenzioni da tutti noi cittadini attraverso ammortizzatori sociali e incentivi vari, lo "spauracchio" dell'esodo di massa dell'azienda automobilistica è sempre più forte, e attanaglia il futuro di quelle migliaia di lavoratori che sono appesi a un filo.

Ma oltre ai lavoratori Fiat, il destino di tanti altri è appeso a esili speranze, o è già stato reciso, visto l'alto tasso di disoccupazione che attanaglia l'Europa tutta e gran parte dell'Occidente. Le condizioni di lavoro diventano ogni giorno più pesanti, le ore aumentano in virtù della disorganizzazione massima di classi dirigenziali incompetenti, si disfano contratti nazionali, si ricorre a forme di lavoro aliene o ad assunzioni con lettera di dimissioni preventivamente firmata.

Cosa possiamo fare noi, con i nostri consumi?

Possiamo fare molto, come sempre, e come sempre dobbiamo essere sempre informati.

La Fiat se ne va dall'Italia o (ormai da secoli) produce all'estero? Bene, dovremmo chiedere con forza di bloccare gli incentivi o ammortizzatori sociali da parte dello Stato.

Quei soldi potrebbero essere utilizzati per impiegare i lavoratori Fiat in opere socialmente utili, ricavando così il doppio vantaggio di non mandare gente in mezzo alla strada e finalmente di vedere le scuole pulite piuttosto che gli ospedali con più personale o tanto altro ancora.

Inoltre, se una marca vale l'altra (e Fiat non eccelle sul mercato), tanto vale rivolgersi altrove, verso case automobilistiche che offrono contratti di lavoro umani e condizioni rispettose per l'ambiente e per le persone.

Nello stesso modo, se abbiamo notizia di qualsiasi altra azienda italiana incorporata da multinazionali "sospette", boicottare e scegliere altrove.

Motta è stata acquisita da Nestlè? Bene, passiamo alle altre centomila marche che fanno panettoni. La Panettoni&Panettoni S.p.A fa vessazioni sui lavoratori o discrimina le lavoratrici con prole? Andiamo oltre, compriamo altrove e comunichiamo le nostre scelte.

Il potere di una persona, volgarmente definita dai succhiasangue consumatore, è enorme: le scelte negli acquisti solo il suo strumento di voto, ancor prima che dentro la cabina elettorale.

Scegliere di non vedere la televisione significa togliere potere alle troppe insulse persone che attraversano il tubo catodico, ma anche a chi dirige o possiede il network.

Negli Usa questi suggerimenti vengono praticati con successo dalle tante associazioni di "consumatori", e se per una volta noi italiani smettessimo di guardare i culi all'ora di cena e iniziassimo ad informarci di quello che succede al nostro amico, alla vicina, ai lavoratori della Fiat così come a quelli della sanità, riusciremmo a mandar via parassiti come l'amministratore delegato di un dinosauro in via di estinzione, e forse a farci ridare pure i soldi per tutti quei catorci che ci hanno fatto compagnia per oltre 70 anni.

Anche questa è ecologia, perchè fa piazza pulita e crea una coscienza sociale.

giovedì 30 dicembre 2010

Più verde per tutti!

Per il nuovo anno, la mia parola d'ordine nonchè sentito augurio sarà "più verde per tutti!"

Più "verde" in tavola, perchè noi italiani siamo capaci di proporre quintali di carne sulle nostre tavole ma striminzitissime e timide porzioni di verdure, per non parlare della totale assenza di frutta consumata durante il giorno. Più insalate a iniziare il pasto, più pasti esclusivamente vegetali, tante tante spremute e centrifugati per ognuno di noi.

 

Più "verde" in ufficio, ma non causato dalla bile: ricerca dei materiali ecocompatibili e risparmio in tutte le direzioni per uffici pubblici e privati, e perchè no, tante piante verdi.

 

Più "verde" sui vestiti e intorno a noi, perchè è il colore dell'armonia e riequilibra i nostri sensi. Inoltre il verde è il colore del chakra del cuore, se visualizziamo il verde saremo più buoni, o almeno più empatici.

 

Più "verde" vissuto: basta rinchiudersi in centri commerciali, case, cinema e comunque dentro quattro mura. Ritorniamo al contatto con la natura, passiamo questo 2011 il più possibile all'aperto, o in compagnia di tante belle piante in giro per casa.

 

Più "verde" speranza: troppe sono state le persone che mi hanno detto che questo è stato un anno di m... Coloriamoci di verde, ci aiuterà ad affrontare con l'ottimismo che ci manca il nuovo anno.

 

Insomma, tanti auguri all'insegna del verde e delle sue sfumature, e tanti auguri di un felicissimo e realizzante 2011!

domenica 12 dicembre 2010

Regali di Natale 3: cosmesi e detergenza

Il regalo principe di feste e compleanni è spesso un prodotto di profumeria: sontuosi pacchetti ricchi di creme, bagnoschiuma, profumi.


Costosissime confezioni contenenti 50 gr di prodotto scorrazzano nei sogni delle donne e delle ragazze, shampoo miracolosi da 50 euro a flacone sembrano prometterci l'eden.


Quale occasione migliore del Natale per soddisfare tutte queste voluttuarie esigenze?


In realtà, e come spiega molto bene in pochi minuti Annie Leonard ne La storia dei cosmetici, la maggior parte dei prodotti cosmetici e di detergenza che usiamo è ricca di inquinanti e di sostanze tossiche. Non solo, molto frequentemente le tanto decantate creme miracolose del costo di centinaia di euro altro non sono che una miscela di economicissimi siliconi e tracce microscopiche di sostanze attive.


Da anni in rete c'è un movimento che si interroga sui danni ambientali e personali dei cosmetici, e da anni ci sono delle ottime alternative ecobio ai prodotti che siamo abituati a comprare.


La cosmesi ecobio non la definirò di certo io (che rima...), vi basterà leggere l'intervista che ho fatto tempo fa a Madrenatura per averne una idea iniziale. Sta di fatto, però, che le ditte che producono cosmesi ecobiologica ci consentono di acquistare in tutta tranquillità dei prodotti con ottimi ingredienti ma soprattutto sicuri per la nostra salute.


Mi è capitato proprio in questi giorni di leggere dei commenti poco informati di persone che volevano per forza vendermi l'ennesima fuffa tossica a 70 euro a boccetta, sono arrivati a dirmi che tutti i cosmetici sono tossici e che anche gli alimenti lo sono (portavano l'esempio dell'arsenico nella mandorla).


Ecco, non lasciatevi prendere in giro da questi venditori di fumo perchè basta veramente poco per cercare informazioni e capire che alcune delle sostanze presenti nei nostri shampoo o nelle creme o nei profumi possono accumularsi nell'organismo e concorrere a sviluppare simpatici inconvenienti.


Per questo motivo, i regali di Natale potrebbero essere degli ottimi modi per informarsi e cercare nuovi prodotti non tossici e/o dannosi e per scoprire che ci sono shampo e creme efficacissimi anche molto sotto i 100 euro.


Un piccolo e non esaustivo elenco di marche:


Flora


La saponaria


Italchile


Lavera


Weleda


Bioearth


Victor Philippe


LunAroma


Tea.


 


Se il vostro erborista di fiducia più di vendere Erbolario non sa fare, rivolgetevi ai seguenti siti:


http://madrenaturabio.com/


http://www.tiarelucca.it/


 


Buona spesa consapevole!



http://www.youtube.com/watch?v=J3UwwyZll-Y

martedì 7 dicembre 2010

Regali di Natale 2: abbigliamento intimo

Se per Natale abbiamo pensato di rinverdire i tristi cassetti della biancheria di parenti e amici, prima di andare dai vari -enis e -issimi, potrebbe valer la pena di dare un'occhiata alle ditte produttrici e distributrici di abbigliamento intimo ecobio.

Perchè un capo ecobio? Per mille ragioni, ma due sono importanti:

1) il cotone non organico è irrorato in tutte le sue fasi da tonnellate di pesticidi. E' quindi un "produttore" di inquinamento di terreni, falde e uomini

2) i tessuti sintetici impediscono la corretta traspirazione delle parti protette, e i colori usati sono frequentemente chimici e talvolta dannosi.  Ne facciamo quindi anche una questione di salute.

 

La biancheria ecobio invece utilizza materie prime naturali, organiche, e colorate (o addirittura non colorate) con sostanze naturali.

Rispetta cioè l'ambiente in generale e la salute di chi le compra.

Per convincervi, basta provare anche solo una volta il livello di comfort che questi capi danno: non aspettatevi corsetti fatali o boxer acchiappafemmine, ma delle avvolgenti, preziose "strisce" di stoffa.

Io personalmente ho provato i prodotti di MadeinNo, questo è il loro catalogo: http://www.made-in-no.com/images/pdf/MadeInNO_catalogo10.pdf

Il reggiseno in particolare vi farà dimenticare quegli scomodi e dannosi aggeggi infernali con tanto di ferrettoantirugginemachenonreggeilmosciume.  Tanto, parola di un amico, agli uomini non interessa il contenitore ma il contenuto :-)

 

MadeinNo tra le altre cose vende online e potrete vedere che i prezzi sono decisamente accessibili, in qualche caso molto più degli issimi che ci riempiono gli occhi di campagne di rottamazione. Che poi io ci andrei: gli porterei tutti i reggiseni che ho comprato da loro nel corso degli anni e che mi sono durati due mesi, li lascerei li e dopo essermi fatta dare i cinque euri cadauno ci comprerei tanta biancheria MadeinNo

 

 

venerdì 3 dicembre 2010

Regali di Natale 1: Libri e riviste

Visto che è quasi impossibile non fare almeno un piccolo pensiero di Natale e che a volte i regali autoprodotti non sono apprezzati da tutti, questa rubrica proverà a suggerire delle idee regalo che siano quanto meno utili a risvegliare la coscienza ecologica.

Quale migliore inizio se non un buon libro incartato nella praticissima shopping bag eterna da portare sempre con noi? O, se vogliamo strafare, un bell'abbonamento a una rivista il cui costo sarà di gran lunga inferiore rispetto all'ennesima suppellettile inutile?

 

Ecco quindi una breve carrellata di proposte che spero possano essere utili.

LIBRI

 

Intelligenza Ecologica - Daniel Goleman Rizzoli editore, 9,50

Perchè: per prendere coscienza delle nostre scelte di consumatori, per capire che dietro ogni processo tecnologico c'è il consumo delle risorse della terra e talvolta lo sfruttamento dei lavoratori. Per scoprire diverse fonti che possono crearci un'intelligenza ecologica e iniziare a pensare in termini di ecosistema e non di individuo.

Consigliato a: agli amici che già sono sulla "strada" verde, a chi non ci pensa affatto, a chi compra cercando sempre il prezzo più basso.

 

I trent'anni che sconvolsero il mondo - Maurizio Pallante Pendragon 14 euro

Perchè: perchè laddove non arriva il saggio, questo romanzo ci offre una valida alternativa per pensare il progresso da un altro punto di vista. Cosa è cambiato negli ultimi 50/60 anni? E' davvero cambiato tutto in meglio? Pallante con questa "favola" ci racconta i risvolti che non abbiamo voglia di analizzare.

Consigliato a: all'amico/a che compra diecimila gadget, scarpe e vestiti, non conosce i processi della terra e mangia cibo sintetico.

 

L'orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti - Grazia Cacciola  FAG  18,90 euro

Perchè: per iniziare a capire i cicli di vita delle piante e l'alternarsi dei prodotti stagionali, per imparare ad usare la terra come terapia antistress.

Consigliato a: alla zia che ha un balcone con troppi fiori, al fratello che ha tanto spazio ma nessuna pianta, a tutti coloro che vogliono una guida meticolosa e facile da seguire per coltivare piccoli ortaggi e frutta bio.

 

 

RIVISTE:

 

Cucina naturale - Tecniche Nuove 22 euro per 11 numeri + libro in omaggio

Offre tante ricette originali con ingredienti freschi e naturali e una serie di utilissime rubriche sull'alimentazione bio, sulla cosmesi ecobio e sulle terapie alternative. Le ricette sono tutte di facile attuazione e utilizzano cibi di stagione, molte sono veg*. La rivista nel suo insieme offre un valido aiuto alla cucina di tutti i giorni ma ci insegna anche a magiare sanissimo.

 

AAM Terranuova - Terranuova, 35 euro per 11 numeri + acquagenda omaggio

E' la rivista che offre informazioni su tutto ciò che è ecologia salute e benessere a 360 gradi. Ogni mese le tematiche affrontate sono un tassello in più per acquisire una globale visione d'insieme su ciò che è il nostro stile di vita consumistico/qualunquistico e su ciò che possiamo fare per cambiarlo.

 

 

Buoni acquisti natalizi!

mercoledì 24 novembre 2010

Energia pulita? Non col dottor Scotti

Breve estratto di un post di Beppe Grillo:

"La società "Riso Scotti Energia" è nata per bruciare gli scarti del riso, la cosiddetta "lolla". In tre anni, dal 2007 al 2009, ha bruciato fanghi, cadmio, polveri provenienti dai fumi, arsenico, nichel, piombo. I guadagni erano garantiti dagli incentivi per l'energia rinnovabile, 30 milioni di euro (attraverso il CIP6), dai soldi ricevuti per smaltire rifiuti tossici nocivi delle aziende e dalla vendita dell'impasto residuo come lettiera a allevamenti zootecnici di Lombardia, Piemonte e Veneto."

http://www.beppegrillo.it/2010/11/chi_parla_riso_scotti_energia/index.html

 

Se c'è un potere forte che le persone hanno è quello del consumo. Come ormai tutti sappiamo, negli Stati Uniti le associazioni di consumatori riescono ad ottenere dei risultati decisamente importanti, sebbene spesso siano mal consigliate (insomma, protestare per la carne non è proprio il massimo della salute). Noi in Italia non abbiamo la cultura del consumer power, e soprattutto spesso agiamo da soli ottenendo ben poco.

Ma se c'è qualcosa che dovrebbe unirci tutti è la nostra salute e il nostro portafogli.

La salute perchè l'impianto del "Dottor Scotti" inceneriva sostanze tossiche che poi rivendeva come cibo per animali destinati al consumo umano, il portafogli perchè il suddetto signore si è intascato 30 milioni di euro di contributi statali, pagati cioè con le nostre tasse.

Dietro la bonaria faccia del popolare Gerry, che dona un tocco di affidabilità a questa che è pur sempre un'industria volta al profitto, si nascondeva in realtà un'associazione di persone che, al solito, pensano a gonfiarsi le tasche a scapito dei poveri boccaloni che riempiono i carrelli dei loro prodotti.

La prossima volta che andiamo al supermercato, sarebbe bene pensare a certe cose e documentarci sull'etica delle aziende alle quali diamo fiducia. Come possiamo infatti dar fiducia a chi immette veleno nell'aria?

Per documentarci, utile è il bel libro Guida al Consumo Critico, di Francesco Gesualdi.

 

Ah, la prossima volta che compriamo riso, prendiamolo sfuso al mercato e magari pure un po' integrale.

lunedì 22 novembre 2010

La carta igienica - Foreste a Rotoli

Questo è un argomento al quale di solito volgiamo le spalle, in tutti i sensi. Ma la carta igienica, così come tutto quello che è di carta, viene prodotta attraverso lunghi processi industriali che inquinano e consumano risorse, in questo caso alberi.

E noi sappiamo da quali alberi vengono i tovaglioli di carta che usiamo tutti i giorni? E la carta igienica?

I nostri fazzoletti sono fatti di carta riciclata? Gli asciugoni tuttofare sono prodotti con sbiancanti privi di cloro?

La nuova campagna di Greenpeace ci svela tutto ma proprio tutto: si chiama Foreste a rotoli.

L'importante iniziativa ha analizzato più di 200 prodotti che usiamo in casa, a partire dalla carta igienica per arrivare ai fazzoletti, e ci spiega molto chiaramente quali sono i parametri utilizzati per questo accurato studio.

Scopriamo così che esistono aziende che hanno una certificazione FSC, il che significa che gli alberi impiegati provengono da "foreste gestite secondo rigidi criteri di sostenibilità ambientale e sociale", ma anche che diverse aziende optano per l'utilizzo di carta riciclata. Non solo, ma anche il processo di sbiancamento è rilevante sull'ambiente : un conto è usare il cloro come sbiancante (pessima scelta ambientale), un altro conto è invece utilizzare processi che non impiegano tale sostanza oppure la utilizzano solo in parte (TCF la prima, ECF la seconda). Da un punto di vista della salute  è importante comprendere che, sebbene ci garantiscano che lo sbiancamento al cloro non è tossico, certe sostanze seppur in infinitesime parti entrano in contatto con la nostra pelle.

Consultare lo studio è semplice e molto chiaro: le aziende sono classificate in base ai criteri suddetti ed elencate dalle più meritevoli alle meno meritevoli, ed è inoltre disponibile una guida tascabile che potremo stampare e portare comodamente in giro quando decidiamo di comprare un rotolo di morbidezza: http://www.greenpeace.it/deforestazionezero/foreste-a-rotoli/pdf/carta-igienica.pdf

Questa poi è una delle azioni per un mondo ecosostenibile tra le più facili che possiamo fare: si tratta solo di scegliere una marca piuttosto che un'altra, premiare l'impegno ecologico piuttosto che il menefreghismo dilagante, e anche se ci può sembrare poco, ricordiamo sempre che consumiamo ogni anno svariati rotoli di carta, notevoli quantità di tovaglioli e fazzoletti e una decisa montagna di asciugoni. Tutto sommato poco non sarà!

 

martedì 16 novembre 2010

Rifiuti? mi rifiuto!

E' sulla bocca di tutti l'emergenza rifiuti in Campania. Vedere le strade sommerse da prodotti usa e getta, utilizzati giusto il tempo di portarli a casa dai supermercati e di consumarne il contenuto, è inaccettabile. L'emergenza rifiuti in Campania compie quest'anno 17 anni, ha l'età di un'adolescente prossima al diploma eppure nessuno è riuscito a risolvere il "carattere" di questa problematica conseguenza del consumismo sfrenato.

Le altre regioni d'Italia non stanno meglio, se pensiamo alla Sicilia o alla meno pubblicizzata situazione di Roma e provincia, con la discarica di Malagrotta prossima al collasso e che crea innumerevoli disagi a chi abita nel raggio di svariati chilometri da essa.

Tecnici pagati prelevando soldi dalle nostre tasse stanno cercando (?) disperatamente soluzioni a questo grave problema, senza riuscire a trovare una via d'uscita che sia compatibile con l'ambiente e la nostra salute. E' inutile, la soluzione ci sarebbe ma non si riesce a vederla. O forse è troppo economica e non crea Pil...

Ci dicono che siamo in tanti, troppi, e che i nostri rifiuti non faranno che crescere. Ci propinano bottiglie biodegradabili (http://www.promiseland.it/2010/11/11/bio-bottle/) , fatte sottraendo risorse alimentari al nostro pianeta e che comunque alimentano industrie inquinanti. Mai e poi mai che a qualcuno, il consumatore in testa, venga in mente di consumare meno. Mai.

Per fortuna si inizia a parlare di una soluzione semplice, talmente semplice da sembrare assurda, talmente facile da applicare da far pensare forse ai produttori compulsivi di immondizia (leggasi= consumatori) di volerli costringere a tornare indietro ai tempi bui dei nostri nonni, dove si riutilizzava più volte tutto e i recipienti erano fatti per durare negli anni.

Il web in questo ci aiuta, come al solito, e ci segnala che in paesi europei più civilizzati e sensibili alle risorse ambientali è (ri)entrata in vigore la regola del vuoto a rendere. Bottiglie in primis, vengono fatte pagare qualche centesimo in più che verrà restituito alla resa dei vuoti. In molte parti del mondo, Nord Africa compreso, le lattine di alluminio sono dei vuoti a rendere: vista l'impatto ambientale e l'impronta ecologica che provocano, è il minimo; eppure noi ancora non ci arriviamo.

Ma mai come in questo settore i nostri gesti quotidiani possono fare la differenza, con piccoli sacrifici di organizzazione domestica possiamo ridurre in maniera altamente significativa i rifiuti, e contribuire quindi a domare la rivolta della immondizia.

Non ci vuole nulla e non abbiamo scuse, ecco quello che possiamo fare:

1) comprare generi alimentari sfusi. Basta andare al mercato per capire che qualsiasi tipo di alimento all'origine è privo di plastica, polistirolo o atmosfere modificate. E' sufficiente munirsi di buste di stoffa e chiedere i sacchetti di carta al posto di quelli di plastica. Il cibo sfuso inoltre è molto più fresco di quello confezionato, e anche i legumi essiccati o frutta secca sono sempre più recenti dei cugini di supermercato imbalsamati dentro il cellophan.

2) Utilizzare buste per la spesa in stoffa, canapa, materiale durevole. Portiamocele da casa, dobbiamo abituarci perchè prima o poi entrerà in vigore il divieto di vendere buste di plastica. Io ad esempio ho un set di 4 borse che stanno sempre in macchina, e per il mercato ho optato per l'antiquato ma utilissimo carrello della spesa.

3) Comprare detersivi per la casa sfusi: ormai diversi punti li vendono, sia i supermercati Naturasì con i prodotti ecobiologici che i Panorama piuttosto che le grandi catene di igiene per la casa con quelli normali. Con questo metodo io arrivo a risparmiare circa 12 flaconi di detersivo per la biancheria e 6 flaconi di detersivo piatti (circa perchè dipende dal quantitativo di lavatrici che faccio)

4) Pretendere anche da profumerie, erboristerie o rivenditori di cosmesi la distribuzione di detergenti e ove possibile creme sfusi. Qualcosa si muove con la catena in franchising che vendono qualsiasi tipo di prodotti sfusi, ma l'elenco degli ingredienti di alcuni shampoo o bagnoschiuma fa rabbrividire, quindi sarebbe auspicabile in questo campo un incremento dell'impegno. Comunque ho notato con favore che Fructis ha appena creato il flacone da 750 ml di shampoo (un flacone invece di 3), che consente di risparmiare notevole plastica; quando faranno anche prodotti più ecocompatibili saranno perfetti.

5) Evitare di utilizzare materiali usa e getta quali stoviglie in plastica, e se possibile la plastica in generale: il vetro è un ottimo sostituto e soprattutto non rilascia strane sostanze in quello che mangiamo.

6) Aggiustare, riciclare, e se proprio non ci serve più scambiare con il freecycle: è un ottimo esercizio per rimettere in circolo i nostri oggetti e per conoscere persone che condividono i nostri obiettivi "ecologici".

7) Boicottare tutti quei prodotti il cui involucro pesa più del contenuto: il più delle volte a che serve se non a fare marketing?

8) Evitare l'acqua e bibite in generale in bottiglia di plastica, optare per quella del rubinetto filtrata e se proprio non piace ci sono tantissimi imbottigliatori che vendono acqua in vetro a rendere. Se non siete ancora convinti, ricordate che la plastica rilascia sostanze tossiche nell'acqua che beviamo convinti ci possa depurare. Se poi proprio capita di comprare l'acqua in plastica, utilizzare la bottiglia più volte avendo cura di sciacquarla e riempiendola con buona e fresca acqua di rubinetto filtrata.

 

 

Inutile dire che siamo obbligati moralmente a fare la raccolta differenziata: possiamo credere che non serva a nulla, possiamo vedere che mentre noi separiamo anche lo scontrino arriva il simpatico omino del mobilificio di fronte casa e getta nel cassonetto ferro, vernice e legno senza che le autorità intervengano. Possiamo pensare quello che ci pare ma fare la raccolta differenziata serve ad allenare la nostra mente a percepire la quantità e la qualità della nostra spazzatura, e tarare per i futuri viaggi al cassonetto i nostri acquisti e successivi consumi.

A costo di ripetermi, insisto nel dire che ridurre l'immondizia è uno dei primi gesti ecologici che possiamo fare. Chi ritiene di non poterlo fare mente a sè stesso sapendo di mentire.

venerdì 12 novembre 2010

"I trent'anni che sconvolsero il mondo" M. Pallante

E' difficile spiegare i motivi della decrescita, il perchè non dovremmo andare incontro al chimerico concetto di crescita continua proposto dalle nostre economie.

Talmente difficile da trovare ancora (e solo) delle enormi sacche di resistenza  tra le istituzioni, i governi e i sindacati. Che le persone il concetto lo avrebbero pure avvicinato, dal momento che non è difficile comprendere che in un sistema finito non può esserci crescita e consumi illimitati e infiniti. Ma il problema è che non sempre riescono a metterlo in pratica, bombardati come sono da catastrofici dati sull'andamento dell'economia, dell'occupazione, dei bilanci degli stati.

Maurizio Pallante, apprezzato autore di saggi sul tema e padre del movimento per la decrescita felice, ha scritto un romanzo sul periodo che ha determinato il nostro attuale stato sociale di consumismo sfrenato.

Ha descritto i flussi migratori della gente del sud verso la città industriale per antonomasia, Torino, i sottili meccanismi che in trent'anni hanno strappato libertà, ideali e verde ai nostri occhi, il perverso gioco che ci ha spinti a rifiutare il lavoro della terra come aberrante arretratezza e le macchinazioni della politica che hanno portato, attraverso un sempre più crescente scambio di favori, allo sfascio del sistema sociale.

Non è un romanzo facile, sebbene l'abbia letto d'un fiato: ogni capitolo è una pugnalata alle nostre certezze, ogni pagina (se letta con mente aperta) ci fa capire quante stronzate ci sono state inculcate in nome del progresso e dell'innovazione.

C'è tutta la storia dei trent'anni del boom economico in questo libro, e l'autore non risparmia nessuno, nemmeno le contestazioni studentesche del 68. E' una visione capovolta, o se vogliamo dall'angolazione opposta a quella nella quale ci hanno fatti sedere in questi ultimi 50-60 anni.

Ma è una visione da valutare e analizzare, per capire alla fine che forse tutto quello che ci hanno detto sulla crescita, sul benessere, sull'innovazione sono solo state delle roboanti parole che hanno confuso e annebbiato le nostre capacità di giudicare e scegliere per il meglio.

D'altra parte, se non avessimo le idee confuse, come farebbero a venderci l'idea degli inceneritori piuttosto che delle centrali nucleari o, peggio ancora, dei prestiti al consumo (prestiti concessi non per comprare da mangiare ma l'ennesima stronzata "tecnologica")?

cop.aspx.jpg

Maurizio Pallante

I Trent'anni che sconvolsero il mondo

Ed. Pendragon - ottobre 2010

Eur. 14.00

lunedì 8 novembre 2010

...un pò se lo merita...

"Un po' se lo merita" è il pensiero di diversa gente di fronte alle tragedie che colgono gli altri.

Sei stata stuprata perchè indossavi una gonna sopra il ginocchio? "Un po' te lo meriti..."

Sei stato tritato da una macchina mentre andavi in bicicletta? "Un po' te lo sei meritato..."

E così via, accumulando una serie di scrollate di spalle e giudizi privi di pietas, neanche fossimo degli spietati serial killer che hanno perso ogni tipo di sensibilità.

Stamattina, di fronte all'ennesima notizia dell'ennesimo incidente mortale provocato da pirati che non si fermerebbero nemmeno se mettessero sotto la madre, sono andata sul web a cercare notizie.

E ho letto la lungimirante risposta di un certo Massimo, che vi riporto:

"

CICLABILI

Ciclisti sulle ciclabili.

...

R: R: CICLABILI

Ci sono ci sono, faranno schifo ma ci sono e comunque non si può andare in bici sulle strade, dispiace per la dipartita ma, sopratutto su certe strade, un po' se le cercano."

 

Quello che il signor Massimo ha dimenticato insieme alla sua umanità, è che se la gente con le macchine va a 150 km/h sulla Colombo non è colpa di pedoni, scooteristi, ciclisti o altro, è solo ed esclusivamente colpa di chi guida.

Come si fa a giustificare dei comportamenti che contravvengono la legge e umiliano, feriscono, uccidono le persone, scaricando la responsabilità su queste ultime, le vittime?

Come siamo arrivati a fregarcene della vita di un'altra persona, della sua dignità, della sua integrità?

Come si arriva a fare violenza su altri esseri viventi?

E se fosse  il degrado culturale nel quale siamo immersi fino al collo,  a trascinarci in questo desolante baratro?

Noi pensiamo che mangiare carne vissuta in maniera atroce e uccisa peggio che barbaramente sia un privilegio che acquisiamo alla nascita. Ma non pensiamo mai che queste "vibrazioni" di terrore, disonore e morte siano poi le stesse che portano a considerare la carne di una donna alla stessa stregua, e che porta qualcuno di noi a prendere questa "carne" come fosse al supermercato e consumarla come più gli aggrada, senza ascoltare il netto rifiuto che la vittima gli oppone.

Noi pensiamo che uccidere un piccolo animale con le nostre potenti vetture non sia in alcun modo un evento significante. Ma è proprio quando non ci fermiamo a soccorrere un animale morente (a causa nostra) che perdiamo un pezzo di anima e anche il valore e il rispetto di una vita.

E' azzardato dire che chi non si ferma a soccorrere un animale potenzialmente lo farà con un uomo, ma è esattamente la stessa "vibrazione" cerebrale: non ci rendiamo più conto, anzi ce ne freghiamo.

Io non credo alle lacrime di chi, beccato dopo i fatti, si dichiara pentito, sconvolto, pronto a pagare i debiti con la giustizia. E' troppo facile piangere dopo aver lasciato morire (in senso metaforico o fisico) qualcuno fregandosene beatamente.

Non ci dovrebbe essere nessuna attenuante per queste persone, ma una vita di lavori forzati ai servizi sociali quali smaltimento dei rifiuti.

Già, perchè anche il fatto che siamo in un paese allo sbando, con un'emergenza rifiuti che sarà sempre più scottante, con le bellezze millenarie che vanno disgregrandosi e le risorse naturali che vengono predate, non influisce sui nostri comportamenti civici e umani.

Ma il paese allo sbando, in fondo, siamo noi a legittimarlo. E questo si, che un po' ce lo meritiamo....

 

giovedì 4 novembre 2010

Leggiamo insieme le etichette - Agnolotti di carne

Inauguriamo oggi una rubrica che spero possa essere utile per svelare quel nebbioso manto di mistero che avvolge la produzione industriale di alimenti.

Chi mi segue già sa quante volte io abbia parlato male della grande distribuzione organizzata e del cibo pronto, ma non è mai abbastanza. Per questo motivo, periodicamente e anche su richiesta analizzeremo insieme alcuni prodotti presi a caso dai supermercati. E' un esercizio che spero possa essere uno stimolo ad attivare sempre e comunque le antenne della consapevolezza alimentare.

Non discuterò in questo ambito di combinazioni alimentari, equilibri nutritivi o dell'importanza di condurre una dieta il più possibile priva di proteine animali, questo già lo sapete. Quello che mi preme è, appunto, la consapevolezza di ciò che acquistiamo prima di metterlo nel carrello della spesa.

Cominciamo con una generica confezione di Agnolotti di Carne, del peso di 500 gr e del costo di 2,70 euro per confezione.

Perchè una confezione di pasta ripiena come apripista (o apripasta?)

Perchè è il piatto d'emergenza, quello che spesso non manca mai nei frigoriferi di casa, la svolta di un pranzo o una cena pronti con poca fatica e magari anche un sugo veloce (o pronto).

Ingredienti:

Pasta - Semola di grano duro, uova (20%), acqua.

Ripieno - carne bovina ((37,50% sul ripieno), mortadella (37,50%) carne di suino, latte scremato in polvere, stabilizzanti (E451- E452), saccarosio, pepe, aglio, noce moscata, antiossidante E300, conservanti E250 - E251, aromi naturali, destrosio), fiocchi di patate (patate disidratate, spezie, estratto vegetale), farina di grano tenero tipo 00, acqua, ortaggi disidratati macinati in prop variabili (carota, cipolla, sedano, aglio), pangrattato, noce moscata, piante aromatiche, sale, destrosio, grasso vegetale idrogenato, esaltatore di sapidità - glutammato monosodico, estratto per brodo, estratto di lievito, estratto di carne, ortaggi disidratati, formaggio, aromi, spezie.

 

E la chicca finale

ALLERGENI: Lattosio, sedano, anidride solforosa, solfiti.

 

Iniziamo subito con il dire che per vendere questo prodotto ci vorrebbe la licenza che danno ai venditori di armi, tali e tanti sono gli ingredienti che attentano alla salute.

La prima cosa che salta all'occhio è la sconsiderata quantità di ingredienti necessaria per confezionare questo raviolo ripieno. Certo, il processo è sicuramente complesso, ma io ricordo mia nonna che tirava la sfoglia (acqua, farina, uova) e, dopo aver fatto un arrosto misto di carne bovina e suina (olio, sale, pepe, odori vari e basta), lo tritava insieme a pochissima mortadella, aggiustava di sale, formaggio grattugiato e basta.

Quello che mangiavamo era un prodotto fresco, gastricamente complesso da digerire ma, come ci piace dire dei sapori di un tempo, genuino e autentico. Era, alla fine, la somma deliziosa di carne e pasta.

Questo raviolo no. Questo raviolo sembra uscito dal cappello del mago Casanova il giorno successivo a una sbronza epocale, è un centrifugato cosmico di tutti gli elementi presenti in natura, più l'aggiunta di polverine magiche provenienti dal paese della strega Nocciola

Ma procediamo con l'analisi, andando ad esplorare il fantastico mondo degli ingredienti che sopra ho evidenziato in neretto

stabilizzanti (E451- E452): sono sali di sodio o altro elemento legati a fosfati. Servono a stabilizzare e tenere legate le emulsioni (a far sì che non si disfino con il passare dei giorni) e a trattenere acqua nell'impasto, per rendere sempre morbido e appetibile in questo caso il ripieno.

Saccarosio e destrosio: è zucchero. Presente per ben tre volte nell'elenco ingredienti.

antiossidante E300 : è l'acido ascorbico, cioè la vitamina C. Attenzione, non crediate che mangiare questi ravioli possa aumentare la nostra dose giornaliera di vitamina c!!!

conservanti E250 - E251 Nitrito di sodio, nitrato di sodio. Servono a scongiurare la presenza di botulino, tossina che può svilupparsi sulla carne, simpatica  se iniettata da chirurghi plastici ma letale se ingerita. Se però per i nitrati non ci sono problematiche accertate, per i NITRITI invece è assodato che esse sono precursori delle nitrosammine, potenziali cancerogeni. I nitriti sono vietati per i lattanti e fortemente sconsigliati per i bambini. Ovviamente, se una cosa non la può mangiare un bambino, perchè dovrebbe mangiarla un adulto?

grasso vegetale idrogenato: dona consistenza, morbidezza all'impasto. Ma ormai sappiamo tutti che i grassi idrogenati o trans sono dei killer per le nostre arterie, e la presenza di questa sostanza in un prodotto del genere è giustificata solo dal basso costo che queste materie prime hanno.

glutammato monosodico: dona sapore al prodotto. Senza il glutammato e gli aromi vari, la maggior parte del cibo che compriamo pronto non avrebbe nessun sapore. Sappiamo tutti ormai cos'è la sindrome da ristorante cinese (eccesso di glutammato nelle pietanze) e sebbene molti studi scagionino questo ingrediente, a me piace linkarvi questo interessante articolo: http://www.medicinaoltre.com/articoli_detail.lasso?codice_articolo=2009020210162384431146

estratto per brodo: un non ben precisato concentrato di carne e/o grassi animali (altra urea e grassi saturi) http://www.medicinaoltre.com/articoli_detail.lasso?codice_articolo=2009020210162384431146

estratto di lievito, estratto di carne: altre sostanze che servono a dare sapore ad un prodotto altrimenti incolore nonostante i diecimila ingredienti.

aromi: tutto ciò che non è indicato come aromi naturali è un puro prodotto di sintesi che viene creato a partire da qualsiasi tipo di molecola e che ci dà l'illusoria sensazione di mangiare qualsiasi cosa il produttore vuole che noi si pensi di star mangiando. L'aroma altera la possibilità di distinguere un prodotto buono da uno cattivo, e diseduca le papille gustative ai veri sapori della natura.

 

Come abbiamo visto, a questa confezione di ravioli sostanza e sapore vengono dati non dalle mille spezie ma da accurate e sapienti miscele di sostanze chimiche che il nostro fegato dovrà elaborare, trattare, e cercare di smaltire. Arriviamo ad ingerire in un anno circa sei o sette chili  pro capite, e per i bambini (rimpinzati quotidianamente da dolcetti e merendine) la situazione non è migliore.

Ognuna di queste sostanze interagisce con le altre, e sebbene ci siano centinaia di studi che dimostrano come il tal additivo non sia nocivo o il tal altro faccia addirittura bene, pochi studi vengono fatti per capire le interazioni, o la soglia massima giornaliera/annua oltre la quale si cominciano a scassare gli organi.

Purtroppo questo è il prezzo che dobbiamo pagare per avere del cibo a buon mercato: la qualità al solito costa, o denaro o tempo per farla.

Io scelgo la seconda strada... per quel che posso ;-)

domenica 31 ottobre 2010

A scuola di pane... e altro

Chi dice che è impossibile fare il pane in casa? Ultimamente sempre meno gente, visto che molti di noi hanno la miracolosa macchina che impasta e cuoce tutto sommato del buon pane.

Ma se volessimo spingerci un po' oltre, e andare al di là del cubotto magico che esce dalla macchina del pane, potremmo incontrare mille difficoltà, culturali in primis. Ma come ben sappiamo, spesso le difficoltà e i limiti sono solo delle illusioni, e bastano due ragazze pronte a condividere la loro esperienza per scoprire che panificare naturalmente è un'azione a portata di tutti i forni e che bastano "pochi minuti" per farlo.

Le ragazze in questione, Giada e Annalisa, fanno parte di un progetto più ampio, la casa del cibo : quella di cui fanno parte (e copio intestazione  del loro sito) è un'associazione agri-urbana per la diffusione della cucina popolare.

Per dirla molto brevemente, l'associazione Casa del cibo intende ri-diffondere le conoscenze e le sapienze perdute negli ultimi anni, e riassegnare il giusto ruolo che il cibo (come nutrimento e momento di condivisione) dovrebbe avere nella società.

Per tornare al corso (tempeste di farina), cinque interessanti ore di spiegazioni e informazioni varie, abbiamo appreso come in realtà sia alla portata di tutti impastare e infornare: certo, quello che il pane a lievitazione naturale ci insegna è di aver pazienza, in quanto necessita di un paio di fasi di stasi (lievitazione) che durano svariate ore. Il pane ci insegna a rispettare le farine, a dar loro i giusti enzimi per predigerirle e consentire a noi di trarne il massimo vantaggio nutrizionale; come spiegava Giada, il lievito di birra non riesce a fare questo ma soprattutto non riesce, nelle infarinate con farina integrale, a scomporre  l'acido fitico, sostanza che se mangiata in grandi quantità inibisce l'assorbimento del ferro.

Il pane e le ragazze ci hanno insegnato anche che preparare da mangiare insieme ad altre persone è un'esperienza intensamente ricca di spunti, sorprese, informazioni: si potrebbe affermare che, insieme alla pagnotta messa a lievitare, lievitino anche le nostre menti.

Condividere, diffondere, riappropriarsi delle proprie radici: niente male per una domenica pomeriggio...

LOCANDINA-copie.jpg

venerdì 15 ottobre 2010

Il corpo, il controsenso e il marketing

Mi sono iscritta in palestra, una bellissima struttura ottimamente attrezzata e con una fantastica, enorme vetrata che dà su un panorama magnifico. Non ce ne sono molte di palestre "alla luce del sole", spesso sono dei sotterranei riccamente attrezzati ma stai pur sempre sottoterra.
Questa no, è bellissimo arrivare a qualsiasi ora del giorno e trovare una diversa sfumatura di luce, fare ginnastica con le finestre aperte invece della solita, stantìa aria condizionata.
Ed è forse perchè mi ritrovo a camminare sul mio tapis roulant e guardare i monti in lontananza, che la mia mente riesce a fare tante considerazioni... che non sono una novità assoluta per il genere umano ma frutto per me di lunghe meditazioni camminate e rivelazioni inaspettate.
Una delle prime cose che sono riuscita ad elaborare chiaramente è qualcosa che strabilierà il genere umano: abbiamo centinaia di muscoli e un paio di centinaia di ossa, tutti specializzati per farci fare una vasta e ampia gamma di movimenti. Si, siamo stati "progettati" per muoverci per la maggior parte del nostro tempo di veglia (ma anche di sonno). Curioso, vero?
Ma questo, qualcuno mi dirà, lo sanno anche i ragazzi di 11 anni. E' vero, però quanti di noi riescono in una giornata o una settimana lavorativa a muovere per la maggior parte del tempo di veglia tutte le ossa e i muscoli ad esse collegate?
Se la nostra giornata tipo è costituita da attività sedentarie o in piedi tipo bar/cassa/negozio, bene che ci va avremo usato alla fine della settimana un 40% del nostro intero apparato muscoloscheletrico. E il resto? Il resto si contrae, contorce, atrofizza, acciacca, soffre abbandonato.
Allora, dopo almeno dieci ore trascorse lontano da casa, per sopperire alla mancanza corriamo in palestra: cerchiamo in quell'ora/due tre volte a settimana di recuperare una parte del movimento perduto e quantomeno di tenere in allenamento il nostro corpo. Certo, meglio di niente è, ma se ogni minimo pezzo della nostra muscolatura è fatta per muoversi nell'arco di 18 ore, quanto può fare l'esercizio?
I risultati ci sono, è ovvio e ognuno di noi l'ha sperimentato su sè stesso: palestra o sport o attività all'aria aperta ci forniscono una serie infinita di benefici psicofisici.
Ma il controsenso è che noi lavoriamo almeno otto ore al giorno, inchiodati nelle nostre postazioni per guadagnare del denaro che poi in parte dovrà essere speso per passare ulteriore tempo fuori di casa a muoverci. Il danno che il nostro lavoro ci arreca deve essere riparato di tasca nostra con il nostro tempo e denaro.
Se non fosse un'idea troppo assurda, si potrebbe pensare di ridurre a tutti i lavoratori l'orario di lavoro (compreso lo stipendio) delle ore necessarie a far sì che tutti camminino per gli ormai arcinoti 10.000 passi al giorno (circa 8 km), che a detta di parecchi studi sono il minimo sindacale di attività da fare per mantenerci davvero in salute.
il contesto sociale e culturale purtroppo non ci aiutano, e quindi continueremo ad accontentarci di camminare su un macchinario attaccato a una presa di corrente (e quindi ecologicamente poco sostenibile, a meno che qualcuno non si decida a sfruttare i watt prodotti con il nostro sudore convogliandoli in appositi accumulatori) e, se proprio ci dice male, a percorrere i nostri "finti 8 chilometri" davanti a un muro bianco. O alla De Filippi che ci presenta i suoi amichetti.
Non vorrei neanche sottolineare ma sono costretta che camminare all'aperto sarebbe la cosa migliore da fare, e anche la più economica.
Ma dov'è il marketing?
In generale, quando si parla di benessere o di salute/bellezza del corpo, entrano in azione i professionisti del campo. Lasciando perdere i parrucchieri e i truccatori (che ho lasciato così e che ritrovo con appellativi tipo Hair Stylist e Makeup artist maddechè?), la categoria più insidiosa per il nostro amor proprio e la nostra autostima sono le estetiste. O meglio, i centri estetici rampanti piuttosto che in franchising. Ci tengo a specificare che la mia estetista e tantissime altre sono persone assolutamente degne di fiducia e discrete, nonchè indispensabili per la nostra bellezza e il nostro benessere, ma i Rampanti Franchisee, che hanno studiato Marketing al prestigioso Centro Anziani di Vattelapescamarittima, no.
Se hai la malaugurata sorte di capitare in mano a uno di questi foschi figuri, entri che sei una persona sorridente e con tutto sommato una buona considerazione di te stessa, ed esci con due occhi tristi da far concorrenza a Calimero.
Il check up gratuito di solito è la fine, di sicuro troveranno in te delle magagne che con soli 500 euro (almeno per la prima tranche) riusciranno (loro) a risolverti... Iniziano a dire che hai problemi di ritenzione, e allora devi fare il trattamento A, poi c'è del rilassamento, e via con il trattamento B, poi hanno forse visto una ruga (e ci credo, magari hai 60 anni) che sicuramente il trattamento C cancellerà in eterno. E così via fino ad arrivare alla Z e tornare indietro fino alla A. Così tu, che eri entrata/o magari solo per aggiustare le sopracciglia, ti ritrovi a considerare il tuo corpo come un cumulo di macerie, e inizi pure a dubitare del tuo senso del bello, del tuo metro di giudizio e a farti un milione di pare mentali, perchè in fondo a te pareva proprio di essere ancora un bel bocconcino.
Il marketing de noantri mercifica il corpo nella maniera più bieca, meno preventiva e salutare che io possa conoscere, e a nulla vale dire ai Fenomeni che stai facendo palestra (il cui abbonamento annuale costa infinitamente meno di un pacchetto), che stai seguendo una dieta o percorso disintossicante: senza l'aiuto dei Rampanti non ce la potrai mai fare.
Ebbene, tutti sappiamo che non è così, e che l'unico modo di stare in forma, a parte camminare come i criceti sulla ruota roulant o tramite altre pratiche, è vedersi belli e sentirsi bene. Alla faccia di quei menagrami che ti venderebbero pure le ossa polverizzate della nonna di Keith Richards.
Ah, beh... un'altra accortezza è di evitarli accuratamente e/o declinare gentilmente i loro preventivi di 20 pagine.
Buonissimi 10000 passi a tutti!

domenica 3 ottobre 2010

Una scorta oculata e la tasca piena è assicurata

Molte volte rinunciamo ad acquistare prodotti biologici o ecobiologici perchè si ritiene costino molto. Così, piuttosto che comprare questo genere di cose, ci buttiamo sulle offerte speciali della grande e piccola distribuzione non bio e facciamo scorte notevoli di qualsiasi cosa ci capiti sotto gli occhi: detersivi 3per2, 100capocchiediaglioa50cents, 30chilidipatatea5euri, 5litridibagnoschiumaa1euroe80, e così via.

Di offerta in offerta, di ribasso in ribasso, ogni settimana (o giorno, o mese) torniamo a casa e tentiamo di stipare i nostri acquisti nelle nostre sempre più piene case.

La prima scoperta non proprio gradevole è proprio quella del conto: convinti di risparmiare, acquistiamo le offerte senza pensarci su, e lo scontrino alla cassa riserva spesso grosse sorprese in quanto a numero di cifre da pagare.

La seconda scoperta è che forse nell'armadietto 30x30 quei dieci fustini di detersivo proprio non ci entrano, così come quei 5 chili di verdure non ce la fanno a stare nel frigorifero... cerchiamo allora di riempire ogni pertugio, angolo, cassetto con i nostri acquisti. In questo modo, oltre a mandare alle ortiche il Feng Shui e l'armonia di una casa sgombra da troppi orpelli, facilitiamo il venditore che grazie a noi e a migliaia di persone come noi, ha un magazzino sempre piuttosto sgombro, e le tasche piene.

A differenza delle nostre che, come da prima scoperta, sono tutt'al più piene di aria (ecco dove finisce il Feng Shui, negli ariosi conti in banca pieni di scontrini ma poveri di denaro!)

Ma le tristi scoperte, ahimè non finiscono qui...

Capita infatti che molta della merce che compriamo nei nostri compulsivi acquisti, arrivi a scadenza senza nemmeno essere aperta. Siamo costretti a buttare decine di confezioni di cibo, svariati vasetti di creme per il corpo aperte che campeggiano numerosissime nei nostri bagni (ricordiamoci che anche i cosmetici hanno una scadenza e che sarebbe proprio opportuno utilizzarli non oltre), addirittura gettiamo tonnellate di medicinali scaduti solo per la nostra scoiattolesca mania di stipare, stipare, stipare per un "inverno" che non arriverà mai.

La terza scoperta ci porterà a considerare gli acquisti sotto un'altra luce. Se facendo un ipotesi campata in aria io comprassi 30 chili di patate a 5 euro, ma riuscissi ad utilizzarne solo 2 chili prima che marciscano, quanto in realtà avrei pagato quei due chili di patate consumati?

Se entrassi in farmacia e facessi scorta di aspirina perchè c'è lo sconto ed è meglio approfittarne, e non ne avessi bisogno per due anni, quanto mi verrebbe a costare la mia fobia dello sconto?

Prima di arrivare a bollare i prodotti biologici come troppo cari, dovremmo forse fare dei piccoli bilanci settimanali, mensili e annuali di quello che compriamo e di ciò che buttiamo non utilizzato nella spazzatura.

Scopriremmo che non solo i prodotti biologici sono molto più accessibili ed economici per le nostre tasche ma che, siccome non ci sono molti sconti e apparentemente costano un po' di più, ne compreremmo solo lo stretto necessario, consumando tutto e scartando poco.

Non solo, capiremmo ad esempio che i detersivi ecologici (quelli veri) sono concentrati e non ci fanno pagare sostanze inerti usate come riempitivo per arrivare a "quei cinque chili di fustino", e impareremmo ad usarli con parsimonia perchè ne basta davvero poco.

Per aprire una piccola parentesi su questo, Officina Naturae ha fatto una tabella comparativa del costo per ogni singolo uso dei suoi prodotti e di altri prodotti con la stessa funzione. La bella notizia è che il prezzo più alto è solo apparente, e si ammortizza alla grande con l'uso e senza 3x2!

Le ultime tre meravigliose scoperte di una gestione oculata degli acquisti sono:

il risparmio di tempo quando si va a fare la spesa (sappiamo già cosa comprare, in che quantità e non ci facciamo incantare dalle sirene delle offerte)

la fantastica visione di una casa libera e, finalmente, spaziosa e ben areata

i saluti sorridenti degli impiegati di banca che, per la prima volta dopo tanto tempo, festeggeranno la lieta notizia del nostro conto corrente non più in rosso.

 

Buona, oculata, spesa!